Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1989
<--- 1988
- vai al - 1990
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1989
1989 - Arsenia - "Jo
soi (oh no!)" - (45 giri).
Arsenia, chiunque fosse, è una
specie di surrogato cheap di Boy
George de noantri, che
cerca di vampirizzare il successo mediatico dell'originale con un motivetto
dance messo insieme in quindici minuti (a dir tanto).
In un marasma di lingue (spagnolo, inglese,
italiano) mischiate alla rinfusa (e scritte da cani: il titolo voleva probabilmente
essere "Yo soy", cioè "Io sono" in spagnolo) il/la cantante si getta
nella seduzione (dietro richiesta di compenso monetario...) d'un "chico
chico" (che risponde in inglese alle offerto italo-spagnole del cantante)
ammettendo "Amo taanto gli uomini" e ripetendo come ritornello "Yo
soy un transsexual". Ottenendo però come risposta finale un
"You must be joking!" nonché un "Ooohhh noooo!" conclusivo.
Ammetto che, per quanto trash,
il risultato è se non altro divertente, e alla fin fine senza grandi
pretese (a parte quella di vendere un po' di copie).
1989 -
D.ablo [pseud. di Giancarlo Sessa] - "Volga(y)rep" (extended 45 giri).
Un
nuova versione completamente riarrangiata è apparsa nel 1994
ed è stata ulteriormente riedita nel 2002 in: AA.VV.
- Gay right compilation. Un
remix è stato proposto nel 2000 anche da "Unabomber"
col titolo: "Sei etero o sei gay?".
Si
tratta di un rap dichiaratamente gay, divertente e provocatorio:
"Dai
dimmi se da bimbo ti sentivi gli occhi stanchi, / se quando eri ragazzo
già scuotevi troppo i fianchi, /
se
ti eccita un ragazzo che si spoglia dietro un vetro, / se un maschio te
lo lumi più davanti o più di dietro, /
se
un petto tozzo e nudo ti procura un'ossessione"...
1989 -
Elio e le storie tese
- "Cara ti amo" - da - Elio
samaga hukapan kariyana turu.
Testo
demenziale sui sempre difficili rapporti fra uomini e donne (il sottotitolo
è: "Risvolti psicologici nei rapporti tra giovani uomini e giovani
donne"). Contiene anche questo scambio di battute:
"Vorrei
palparti le tette".
"Porco".
"Mai
ti toccherei, nemmeno con un fiore".
"Finocchio".
1989
- Elio e le storie tese - "Piattaforma" - da - Elio
samaga hukapan kariyana turu.
I
re del "rock demenziale" degli anni Novanta alle prese con una trivellazione
dai doppi sensi per nulla oscuri, in una parodia di "Je t'aime, moi non
plus" di Jane Birkin e Serge Gainsbourg. .
Il
punto è che sono un uomo e un bambino (anche se nella realtà
la voce infantile è prestata da una donna, e accelerata) a parlare
così:
"Con
te non ho divieti, / e fremo a immaginarti fra i cateti. /
Questa
nostra immensa saldatura / è perfetta, sai, e questo grazie a te.
/ Se ti attacchi a questa tubatura...".
"Questa
qui?".
"...
fra un momento sentirai / fluire l'antigelo paraflu".
"No,
non ancora, / che la temperatura è troppo bassa / ed io non posso
sublimar".
(...)
"3,
2, 1, contatto! / Urca! Guarda che pinolo!".
"È
già il secondo pozzo che m'intasi!".
Come se
ancora non bastasse i due alla fine si salutano:
"Ciao,
papà!". "Ciao, Enzo"...
Post
scriptum: soluzione dell'indovinello posto dalla frase: "Fremo a
immaginarti tra i cateti". Tra due cateti (in un triangolo rettangolo)
si trova un angolo a novanta gradi... Occhéi?
1989 -
La
redazione di Emilio - "Emilio". (Single esteso). Anche in: AA.
VV., Fuori di testa, 1989.
Questa canzoncina
nonsense fu la sigla d'un programma televisivo di varietà.
Il testo si limita
ad affastellare frasi senza senso, con preferenza per i sensi sessuali.
Fu però una
delle primissime "trasgressioni" televisive al tabù delle tematiche
lgbt:: vi si parla infatti di un "marocchino nella foresta" che vagando
con le tasche piene di "cavolini di Bruxelles",
"vide una donna
bianca / tutta nuda fino all'anca, / che si scaldava, la poveretta, / con
un caldo copertòn"
(e qui le coperte non
c'entrano nulla: bruciare copertoni d'automobili fu per un periodo
un modo in cui le prostitute si scaldavano e al tempo stesso segnalavano
la presenza ai potenziali clienti).
"Lui la volle
possedere / ma lei era un carabiniere / travestito da brasiliano / per
arrotondare un po'".
Squallido e razzista
(si noti l'uso di "brasiliano" come sinonimo di "prostituto travestito",
e la contrapposizione fra il "marocchino" e la donna "bianca"), ma questo
era il massimo che ci si poteva aspettare dalla tv.
Se non altro, fu
almeno una crepa nella censura totale verso la tematica lgbt in tv, prefigurazione
del suo imminente crollo.
1989 -
Mecano - "Per lei contro di lei" - da - Figlio
della luna.
Traduzione
italiana della canzone "Mujer contra mujer" dei Mecano, del 1987.
Presentazione
molto delicata ed artisticamente riuscita (la musica si sposa perfettamente
col mood creato dalle parole) dell'amore contrastato fra due donne,
costrette a nascondersi dagli sguardi della società:
"Di
speciale cosa c'è / se si danno per la via la mano? /
Il particolare
è / se lo fanno sotto il tavolo di un bar, / se da sole nell'ombra
che verrà / quella mano la pelle scioglierà.
/ (...) /
Una pensa: "Con
lei io peccherò"; / l'altra pensa: / "Peccato è dirsi no
/ e non importa se la gente penserà".
1989 -
Nuti, Giovanni - "Uomini in transito" - da - Al parco dei silenzi.
L'Lp,
riflessioni d'un nottambulo inquieto (ovvero: la vita inizia a mezzanotte)
è quasi tutto giocato sull'ambiguità del sesso della persona
amata.
In
questo "Uomini in transito" è descritta una scena notturna con "travestiti
da sogno".
"Voi,
parodie / delle dive d'antan, / decalcomanie / di desideri hard / eravate
solo uomini / ora siete regine / per una notte sola: / credervi, perché
no?".
1989 -
Piattons - "Finocchio rock" - da - Incredibilmente... Piattons.
Canzone
rock omofoba di un gruppo di goliardi toscani, nata fondamentalmente
per far sapere al mondo un'importante notizia: il finocchio prende lo zucchino
fra le mele, e sospira per un bel fungo. Oh, metafore artistiche e geniali!
"Tu
che sogni una terra senza donne / suona ancora la tua anima pagana: /
lungo
i viali passi le tue notti insonne, / ricordando chi il tuo cu*o abbandonò.
/
Come
l'aids che diffondi per la via / con il vento la libido dileguò;
/
la
tua vita si divise dalla mia / perché in cu*o ratto ratto io ti
vo".
Ragazzi,
ma questa è Arte... Chiamate l'Amsa
perché la metta al sicuro, conservandola là dove merita!
1989 -
Piattons - "Storia di Piro" - da - Incredibilmente...
Piattons.
Piro è il
soprannome, non lusinghiero, usato da fiorentini e pratesi per definire
i pistoiesi.
Protagonista è
per l'appunto un operaio pistoiese che lavora a Firenze e lì s'innamora
d'una brasiliana, e pensa già di sposarla.
Una sera che sulla
sua ridicola automobile torna a Firenze per vedere la sua bella, non sa
resistere alla tentazione mentre attraversa il parco delle Cascine, plurisecolare
zona di battuage gay. E lì accade il patatrac:
"A un morino
lui si fermò, / e il suo cipressino si drizzò. /
Quando fu salito,
il moretto si girò, / e [il pistoiese, NdR] la brasiliana
ritrovò. / (...)
Lui gli disse:
"Brutta puttana, / e io che ti credevo brasiliana!"
Lei rispose:
"O maledetto, / anche tu gradisci 'sto vizietto!" ".
Edificante la conclusione,
degna delle faide campanilistiche del medioevo:
"La morale riempie
di gioia: / mai fidarsi di uno di Pistoia, /
perché
da lì, ci dicono gli annali, / vengono solo troie e temporal".
1989 -
Turci, Paola - "Due donne" - da - Paola
Turci.
Un piccolo capolavoro di rara e violenta
bellezza, perfetto sia nel testo che nella musica.
Due donne che hanno avuto una relazione
dopo anni si reincontrano per strada per caso. Si erano lasciate per le
paura di restare sole e anche "per spavento", per essere "vere donne" e
per scegliere una vita normale con due uomini (una di loro ha anche dei
bambini).
Vedersi scatena un bilancio delle loro
scelte. Un bilancio amaro, che porta alla constatazione che quanto s'era
cercato nella normalità eterosessuale non è stato trovato,
e di rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è
stato. E non può tornare ad essere, perché le scelte già
fatte precludono quelle scartate, ormai.
La canzone è riuscita a raccontare
tutte queste cose senza mai nominare il lesbismo e senza mai alludere esplicitamente
alla relazione fra le due donne, adombrata da un solo verso che dice:
"Eh già, / qualche tempo fa
/ era un amore in comune".
Paradossalmente è proprio questa reticenza
iniziale a permettere al testo di essere poi insolitamente crudo, proponendo
concetti e situazioni che non ho più trovato in altre canzonette
italiane:
"Le tue preghiere quando guardi lui
/ che lo (sic) confondi con un sentimento: / uomo sbagliato, amato
per spavento / (...)
Ora guardi me / so / cosa vuoi che
ti dica: / ma sì, / ho lasciato lui".
Particolare forza hanno i versi conclusivi,
che costituiscono un po' il bilancio della vicenda:
"Quello che hai gridato e che hai /
sognato come mai / non è ancora vero / non lo trovi mai? /
Le chiamano scelte Laura adesso / siamo
sole lo stesso. /
Sembriamo vere donne adesso / donne
sole lo stesso... / Siamo sole lo stesso".
Insolito per il mondo della canzonetta, sempre
a due dimensioni, il fatto che qui non esista la facile soluzione o la
bacchetta magica o il dio Amore che scende e risolve tutto.
La due donne hanno le loro vite, sanno
che dopo l'incontro vi ritorneranno, nonostante il fatto che il solo incontro
abbia suscitato una tempesta emotiva fino al pianto. Le scelte fatte erano
sbagliate e alla fine le due donne si sono trovate "sole lo stesso", ma
hanno fatto delle scelte consapevoli, e non si può tornare indietro.
Tanto più che alla solitudine ci si abitua ("ormai, non mi sento
più sola").
Giudico questa canzone una delle più
belle prodotte sul tema in lingua italiana, e ne consiglio senza esitazione
l'ascolto.
<--- 1988
- vai al - 1990
--->
Inedito.
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