Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1992
<--- 1991
- vai al - 1993
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1992
1992 -
Alamia e Sperandeo - "Il travestito" - da - Brutti, sporchi e monelli.
Un pezzo bizzarro,
sulle note d'un valzerino arrangiato da orchestrina da "ballo liscio" e
con un testo scollacciato dai doppi sensi di livello elementare ("Questa
è la storia assai antica / di un ragazzo che amava taanto la.. vita"),
come se si rivolgesse a un pubblico poco a suo agio con l'italiano.
Il testo racconta
d'un ragazzo che incontra una bella donna di nome Marie, che lo invita
a casa sua a vedere la sua... collezione di farfalle.
E qui c'è
la sorpresa: lei, dopo aver illustrato ad uno ad uno gli esemplari della
collezione, si fa avanti per offrire la sua, di farfalla:
"E adesso, mio
bel signore, senza veli, harde-cor, / apriamoci, coonosciamoci, scaviamo
dentro di noi! /
Questa farfalla
a forma di cuore / la offro a te, mio dolce signore!" /
"Ma che farfalle
e farfalle, Marie! Ma queste sono proprio due pa**e!" /
"Marie, Marie,
Marie", lui disse confuso e smarrito. / "Marie, Marie, Marie, ma guarda
che bel travestito!".
"Marie, Marie,
Marie", lui disse... "Massì! / Sei alto... sei forte... sei bello...
/
Non è
proprio farfalla, / ma è sempre... un bell'ucc***o!".
(Una curiosità:
alle parole "Marie, Marie, Marie" la canzone si diverte a fare il verso
a "Ma mì" di Giorgio Strehler)
1992 -
Barra, Peppe - "Aitàno" - da - Mo' vene.
Reincisione per Lp del
brano già pubblicato su musicassetta nel 1983, con nuovo arrangiamento.
1992 - Battisti, Lucio - "Cosa succederà
alla ragazza" - da - Cosa
succederà alla ragazza.
La canzone ha un testo stranissimo,
a tratti addirittura ermetico, ma gli indizi inducono a concludere che
vi si racconta poeticamente del risveglio, al mattino, d'un travestito/ragazza,
come rende ben chiaro la descrizione della... rasatura della barba
della ragazza stessa.
"Apre gli occhi sul mondo partoriente
/ ed è a disposizione / l'alba, la barba, presa con le buone. /
Offrire la gola al tocco leggero, l'alba
/ la lanolina candida"...
(Nota: la lanolina si usava per farsi la barba
col rasoio a mano).
La canzone è
stata incisa anche da Alice nel 2003.
1992 -
Cattaneo, Ivan - "Kamasutra blu" - da - Il
cuore è nudo... e i pesci cantano.
Stanco
di ripetersi con canzoncine revival, Cattaneo vuol tornare (come
segnala anche la copertina-collage) al suo stile delle origini.
E si sente libero di rivolgersi in modo più esplicito al mondo gay,
che aveva dovuto un po' trascurare.
Lo fa soprattutto con "Little
gay", ma anche nella presente canzoncina
inserisce una frase palesemente a doppio senso, allusiva alla sodomia:
"scopro
con te / tutto il miele che c'è / col dolce Kamasutra blu / dentro
di te / poi tu dentro di me".
1992
- Cattaneo, Ivan - "Little gay" - da - Il
cuore è nudo... e i pesci cantano. Riedita
nel 2002 anche in: AA.VV. - Gay
right compilation.
Lodevole,
la decisione di Cattaneo di rivolgersi di nuovo con questa canzone al pubblico
gay, dopo gli anni in cui era stato monopolizzato dal pubblico delle canzonette
yé-yé:
"Oh
little gay / vivi così / nella tua stanza / ogni sera / e lo so
/ conosco ogni tua paura /
ma
credi a me / sbagliano sempre sai / perché dividono il mondo /
senza
capire che / l'amore vero è intero".
Purtroppo
all'ascolto "Little gay" manca un po' del mordente sbarazzino
e folle d'altre canzoni di Cattaneo sullo stesso tema: la
musica è meno ispirata (e gli arrangiamenti meno curati) di quanto
non lo fossero nei dischi precedenti.
Probabilmente incise sul risultato finale
lo sfinimento causato dallo scontro con chi avrebbe voluto sfruttare la
vena delle cover di motivetti degli anni Sessanta fino a esaurimento
(della moda... e del cantante!). Peccato.
1992 -
Elio e le storie tese - Italyan,
rum casusu çikti.
Se
ne vedano i brani:
-
"Il vitello
dai piedi di balsa". Reincisa dal vivo anche in - Made
in Japan (2001). In nuova versione (orchestrale) anche in Gattini
(2009).
Canzone totalmente
nonsense che descrive una vicenda fra "animaletti della fantasia".
Alla fine entra in scena l'"orsetto ricchione":
"Mi presento,
sono l'orsetto ricchione, e come avrai capito, adesso t'in**lo".
Ci si creda o no, questo
"orsetto ricchione" divenne una specie di celebrità del folclore
italico. Google
ne registra 35.000 occorrenze in Rete! Da non credere...
-
"Il vitello
dai piedi di balsa reprise". Reincisa dal vivo anche in - Made
in Japan (2001). In nuova versione (orchestrale) anche in Gattini
(2009).
Prosegue il delirio,
fino alla demenza.
Questo brano è
un duetto fra il "vitello dai piedi di balsa" e l'"orsetto ricchione".
Dopo quanto è accaduto, il primo va sul rapsodico:
"Non avere paura
mai / del tuo giovane corpo / bovino, / corpo nato per l'amore".
L'altro è turbato,
ma lo stupro subito gli ha dato accesso alla gioisa condizione di
"vitello busone":
"Se questa avventura
da un lato mi attira, dall'altro mi spaventa un po', /
ma questa in
fondo è la vita mia, / ed io vivo con gioia / questa mia condizione
di vitello busone / (...)".
Per favore non chiedetemi
un commento. Non ho parole...
-
"Supergiovane".
In questo delirio
logorroico, una presa in giro del giovanilismo esilarato della tv e delle
pubblicità, appare nel ritornello la frase: "Mi piace, quel ragazzo!
/ Perché? Sto diventando forse ricchione?".
Alla fine, poi,
viene fatto un elenco di domande retoriche fra le quali appare: "Siamo
forse caghineri? No! Siamo forse bulicci? No! Iarrusi? Buchi? Puppi?",
e l'elenco procede ancora.
1992 -
Gautier, Valentina - "Lui-Lei" - da - Anima fragile.
Una
donna è attratta da un travestito che si esibisce in uno spettacolo,
ma al tempo stesso respinta dalla sua "ambiguità":
"Uomo
in bilico donna a metà, / intrigante padrone del gioco del varietà,
/ mi sono innamorata di chi: di lui o lei? /
Mio
dottor Jeckill, mia Mrs Hyde, ma tu / da che parte stai, chi (sic)
dei due volti è falso, chi sei, / perché hai detto sì
e guardi lui?".
1992
- Gem Boy - "Madda amico fidato" - da - Amici
fidati. (Musicassetta autoprodotta).
Goliardata fra ragazzi,
con presa in giro d'un amico, contro cui ne vengono dette di tutti i colori,
compreso, in finale che: "Ascolta Renato Zero andando in giro / con
la panta-calza rosa!".
1992 -
Gnocchi, Gene and the Getton boys - Antonella
Pasqualotto novenovesetteotto.
Si
vedano i brani:
-
"C'è
chi dice.. (canzone di protesta)".
Canzone dalle rime demenziali che in un
verso afferma anche: "C'è chi dice che in Alaska / l'uomo nasce
pederasta", interessante unicamente per l'uso di questa parola
disusata. Nient'altro.
-
"Giura
che non è silicone".
Un'altra
canzone demenziale. Corteggiando una donna dai seni prorompenti, ecco l'imprevisto:
"Giulio
che sorpresa mi hai fatto: io che / ero pazzo di te, io vedevo la gonna
e pensavo / alla donna, ma di prima qualità".
-
"La caccia
al tesoro".
Canzone
demenziale (e la musica vale zero). Due uomini in un bosco per una caccia
al tesoro (le parole stampate non corrispondono a quelle effettivamente
cantate).
"Non
avere paura sono un uomo sposato / ma che strano questo gioco che abbiamo
inventato / è la caccia al tesoro / sì ma che bello il tuo
tesoro. /
Non
avere paura non ti faccio il bucato / ma che bello questo gioco che abbiamo
inventato / faremo solo un po' di petting tra di noi. /
È
la caccia al tesoro / e io prendo il tuo tesoro / e lo prendo tutto d'oro
/ il tuo bel tesorino".
Peggio
di così...
1992 -
Jovanotti - "Sai qual è il problema" - da - Lorenzo 1992.
La
prima canzone italiana (un "rap") a parlare apertamente di Aids e di prevenzione,
preservativo compreso.
Rivolto
ai ragazzi eterosessuali, accenna però anche all'omosessualità:
c'è chi dice che:
"ci
pensa lui, il nostro virus giustiziere / che colpisce chi non sa come far
uso del sedere /
e
questo pregiudizio contribuisce a fondo / a far sì che il bastardo
vada in giro per il mondo".
A parte
il grave svarione di pretendere che il preservativo vada usato solo
con chi non si conosce "a fondo", è un buon testo.
1992 -
Liberovici, Andrea - "Pranzo di famiglia" - da - Pranzo
di famiglia.
Presentazaione satirica d'un pranzo in
una famiglia borghese, molto ipocrita e soprattutto molto poco amata dall'io
narrante.
Ad esso è presente anche un "fratello
gay", che ovviamente è "truccato". Insomma, da uno stereotipo all'altro:
"Ma che bel pranzo di famiglia / c'è
pure mio fratello gay /
che si è truccato poco poco
/ non so: più (?) di Doris Day /
ed è trattato con rispetto /
e con molta ipocrisia. /
Ma lui lo sa e mi fa l'occhietto /
prima di alzarsi e andare via".
Il personaggio non viene ulteriormente citato.
Dalla canzone è
stato anche tratto un clip (nel quale il fratello è interpretato
dall'attrice che fa la fidanzata dell'io narrante, travestita da uomo
e con i baffi finti).
1992 -
Malgioglio, Cristiano e Pietro Ballo - "I
ragazzi napoletani" - da - Futtetenne.
Poi come Ep autonomo: I ragazzi napoletani (1993). Ripubblicata
nel 2010 dal tenore Pietro Ballo a nome proprio, in - Un amore così
grande (si tratta di questa stessa incisione, e non d'una nuova interpretazione).
Grazioso
motivetto, decisamente orecchiabile, arrangiato in modo sbarazzino, che
si esibisce in una spericolata operazione camp che non mi è
chiaro se fosse deliberata o inconscia.
Il
testo è una vertiginosa esaltazione amorosa della bellezza
dei ragazzi napoletani, di una sfacciataggine (o di un coraggio,
a seconda dei punti di vista) tale che non ha paralleli nelle canzoni dello
stesso periodo:
"Ma
come sono belli / i ragazzi napoletani / con quelle facce squadrate
e insaponate, /
con
quegli occhi di lince di amori assetati / che quasi quasi vien voglia /
di essere rubati. /
Ma
come sono forti / i ragazzi napoletani / con quelle bocche rosse infuocate
/
che
quasi vien voglia / di esser disarmati".
E si noti
che Malgioglio non si preoccupa minimamente di essere esplicito
nel suo delirio amoroso,a punto da affermare papale papale: "Ti amo
tanto, cosa vuoi che sia!".
Non
basta. Come se il troppo non fosse ancora troppo, la voce di Malgioglio
si alterna a quella del tenore Pietro Ballo, che canta il ritornello ("Mme
ffai muri', tu!") e intarsia "camei" con impostazione operistica,
e un effetto ancora più straniante!
Insomma,
un brano incredibile, che si stenta a credere che qualcuno abbia mai avuto
il coraggio d'incidere!
Su
"Dagospia" Giovan
Battista Brambilla ha così commentato, spietatamente, gli aspetti
camp dell'operazione di Maglioglio, che
"scrisse
il brano "I ragazzi napoletani" delirando in dettaglio sulla bellezza degli
attributi fisici dei giovanotti partenopei con la sua tipica "S" sibilante
tra i denti.
Dato
che nella vita non si può mai sapere, si preparò ad ogni
evenienza facendo dello stesso brano altre due versioni: spagnola ("Los
chicos de Madrid") e brasiliana ("Los meninhos de Sao Paulo"). E le mise
sul retro del Mix.Un tripudio!
In
copertina si fece fotografare in bianco e nero in un vicolo dei Quartieri
Spagnoli attorniato da una quindicina di muscolosi e baldi giovanotti a
torso nudo".
Io non
ho mai compreso se Malgioglio sia stato un cantante molto raffinato e scaltro,
al punto da riuscire a darsi arbasinianamente al camp più
sfacciato con l'aria ingenua e svagata di chi non si rende affatto conto
di quel che sta facendo, oppure se davvero non si rendesse conto...
Fatto
sta che, al di là dei tratti deliranti dell'operazione, questa
canzone in sé è realmente divertente e azzeccata,
pertanto ne consiglio l'ascolto.
Avvertenza:
maneggiare con cura: potreste scoprirvi a canticchiarla dopo averla ascoltata...
1992 -
Martini, Mia - "Uomini farfalla" - da - Lacrime.
Lei
si lascia coinvolgere da un suo amico in un rapporto a tre con un altro
uomo, ma s'accorge che i due uomini si piacciono troppo e lasciano lei
a fare da spettatrice:
"L'idea
di un sì, / l'idea di averne due nel cuore, / l'idea fiorì
da farmi quasi male: /
l'idea
di un sì dagli orizzonti così nuovi / mi innamorò
coi suoi colori… //
Ma
i colori dentro il buio / hanno il peso delle mani, / ma i miei uomini
farfalla / Dio, com'erano lontani… /
Li
guardavo accarezzarsi, / fare il loro arcobaleno, / tenerezze quasi dure
/ coltivate sul mio seno".
1992 - Maurizia de las noches (Maurizia Paradiso)
- Agitare
prima dell'uso.
Un
Lp con sei brani, nessuno dei quali a tematica lgbt. Lo elenco ugualmente
perché nel periodo in cui il disco fu pubblicato Maurizia Paradiso
era probabilmente la trans più nota d'Italia. Tuttavia, avendo ottenuto
la riattribuzione di genere, anche per l'anagrafe, i suoi amori (seduzioni
o maledizioni) verso uomini sono di tipo eterosessuale, e non certo gay.
"Orrore
a 33 giri" ha così recensito questo disco:
"Questo
prezioso Agitare prima dell'uso è un delirante "must have"
che mostra un perfetto mix di stereotipi italiani dei primi anni '90, tendenze
del momento e influenze d'oltreoceano, senza escludere nemmeno delle svirgolate
intellettuali alla Vittorio Sgarbi (pur senza averne la preparazione) o
delle velate accuse a sfondo sociale. Può piacere o meno, ma Maurizia
è tutto questo. Prendere o lasciare".
Un'altra
interessante recensione è qui.
1992 -
Mister Max - "Làssiti tuccàri" - da - Mister Max.
(Musicassetta autoprodotta).
(In
siciliano. Una versione italianizzata è
stata riproposta nel 2002).
[Commento
ancora da scrivere].
1992 -
Pizza e fichi - "So' gay" - da - Naka-Gata. Autoprodotto.
Scaricabile gratuitamente
dal sito dei Prophilax. Poi in:
Nerchiology dei Prophilax (autoprodotto, 1996).
Scaricabile
gratuitamente dal sito dei Prophilax.
I
"pizza e Fichi" erano un complessino porno-rock goliardico amatoriale,
di breve vita, le cui canzoni sono state in parte reincise dai Prophilax.
Il
pezzo presente è una parodia di "Cocaine" di Eric Clapton, e non
è altro che una collezione di luoghi comuni omofobi, che in questo
tipo di canzoni tornano con una tale ostinazione da permettere di usare
una sola definizione: lavaggio del cervello propagandistico.
Fin
da bambino l'io narrante ha preferito le bambole, invece di giocare a calcio
andava a truccarsi nel cesso, ai calzini preferiva le calze a rete, e girava
in minigonna, ragione per cui gli altri gli dicevano "frocione". Da ciò
l'io narrante deduce: "Me sa che, me sa che, so' gay".
Ora
che è adulto si chiede:
"Cosa
c'è di male se io preferisco il coito anale? / Non c'è niente
di male a chiavarsi Pippo, Gino e Gaetano. / Sì, perché so'
gay. Me sa che so' gay".
1992 -
Prophilax - "Dammerculo" - da - Viaggio
nella dimensione anale, demotape autoprodotto. Il brano è
stato riedito
nel 1996 in - Nerkiology.
Il
titolo esprima con icastica chiarezza il tema del brano. E siccome la frase
"Bella, te svòto come 'na fiala" mi autorizza
a pensare che qui l'io narrante si stia rivolgendo a una donna,
posso astenermi dal parlarne oltre.
Lo
stesso discorso si applica a altri due brani compresi in questa musicassetta:
"Analità", anch'esso a carattere eterosessuale, e "Preda del raptus
anale", che è solo una fantasmagoria masturbatoria piena di parolacce
e nient'altro.
1992 -
Prophilax - "The pìo, te fotto" - da - Viaggio nella dimensione
anale. Riedito
nel 1996 in - Nerkiology.
Sfilza di minacce, molte delle quali di
contenuto sessual-stupratorio, rivolte a una non meglio precisata persona,
di sesso maschile:
"Te distruggo poi t'ammazzo, me te
frullo dar teràzzo, / poi te apro in mille pezzi, te cucino come
'na sarsiccia / te lego er ca**o intorno al collo, t'arostisco come un
pollo / (...)
E alla fine te rivolto proprio come
un pedalino: / è inutile che scappi, il c**o tanto te lo sfondo,
/ te lo prendo a picconate poi c'enfìlo un mappamondo, / poi te
strappo i polmoni, te l'infìlo dentro ar naso".
Suppongo che qualcuno avrà anche trovato
divertente 'sta roba, se l'hanno pure ripubblicata... Complimenti vivissimi
per la finezza.
1992 -
Salvatore, Federico - "Quattro amici al bar" - da - Cabarettombola.
Parodia
pecoreccia del brano "Quattro amici al bar" di Gino Paoli, che circola
anche col titolo "Quattro froci al bar".
Si
tratta d'un prodotto decisamente omofobico, anzi una delle
peggiori canzoni in assoluto che ho mai ascoltato sul tema, seconda
solo alle minacce fasciste pure e semplici, l'unica che presenta come una
bravata di cui ridere un vero e proprio reato (lo sfruttamento della
prostituzione altrui).
La canzone va storta
fin dal primo verso:
"Eravamo quattro
froci al bar, / che volevano cambiare sesso",
sia per il termine "froci",
sia per il fatto che per Salvatore un gay è una persona che vuole
cambiare sesso.
Ma anche a volergli
far passare la confusione tra gay e transessuali, la canzone peggiora ulteriormente
andando avanti. Il gay è infatti un adoratore del c...o, per cui
i quattro amici al bar si divertono in questo modo:
"tiravi fuori
il tuo pisel / e si diceva tutti: "Olééé!".
Alla fine uno degli
amici se ne va a Casablanca
e cambia sesso, e così gli amici al bar restano in tre.
Poi un altro ancora
se ne va, per iniziare a prostituirsi, vestito da donna:
"Tacchi a spillo,
profumo di Chanel: / centomila, in macchina o in motel".
Ed alla fine l'io narrante
resta solo al bar. Ma, comunica, adesso fa la bella vita e naviga nell'oro:
"e a 'sto punto
io vi dirò il perché: / fra un bicchier di whiskey ed un
caffè / faccio il pappone di quei tre / che mo' lavorano per me.
/
E mo' fanno la
vita tutti e tre / e tutt'e denari vanno a 'mmé".
In altre parole, la
boutade finale di questa canzone "umoristica", quella che dovrebbe
farci ridere, è che una persona ha messo in piedi lo sfruttamento
della prostituzione dei suoi amici, e vive da parassita costringendoli
con la violenza a "fare la vita" per spogliarli di tutti i guadagni.
Tutto ciò
non mi fa ridere, anzi m'indigna il fatto che dopo aver presentato questa
bella figura di "ricottaro" camorrista il cantante abbia poi voluto presentarsi
come paladino dei gay, qualche anno dopo, nel
1996, a Sanremo, con la canzone "Sulla porta".
Con "paladini" come
questi, in Italia, chi ha bisogno di nemici?
1992 - Slang - "Aids aids baby" - da - Autodifesa
mentale.
Questo allucinante rap "educativo"
sul tema dell'Aids è comunque interessante, perché è
una spia del progressivo accesso al mercato musicale (soprattutto grazie
al rap, che non richiedeva di saper cantare) d'una sottocultura ultra-provinciale
che fin lì non aveva avuto accesso alle sale d'incisione.
Il rapper Slang, za un azzento veneto
tanto forte che a volti no se capisse cossa zta disendo anca ze canta in
'taliano, ed
esprime concetti d'una povertà culturale assoluta: ottima rappresentazione
del terreno di coltura da cui sono nate le varie Leghe venete o lombarde.
Da questo punto di vista "Aids aids baby"
è importante come documento di quell'italietta che, spaventata (e
giustamente) dall'idea di affrontare il XXI secolo sapendo di possedere
a malapena gli strumenti per capire il XIX, avrebbe finito per rifugiarsi
nel leghismo per tenere lontano tutto ciò che puzzasse di novità
e di "forestiero". Un'Italia che non ha alcuna proposta e analisi per il
futuro, ma che ahinoi vota e decide alla pari dell'altra...
Da un substrato culturale simile è
logico non aspettarsi un approccio alla prevenzione dell'Aids particolarmente
illuminato, ma "Aids aids baby" è addirittura un esempio clamoroso
di tutto ciò che non doveva essere la comunicazione sul tema.
In primis,
l'autore ragiona da un'ottica maschilista: gli importa mettere in guardia
solo i maschi, della sorte delle donne invece non gliene frega nulla. Il
concetto della canzone è che le donne sono tutte p...rofondamente
portate alla socializzazione con i maschi, quindi se vai a letto con una
donna non sai mai a chi l'ha data via prima di te, e quindi dopo che te
l'ha data (ipse dixit), scopri che ti ha fregato ed infettato. Quindi
meglio usare il palloncino. Dice davvero così.
In secondo luogo, la canzone utilizza
un tono terroristico e criminalizzante (e si giustifica affermando che
"è meglio aver paura / che rischiar, per un'ora, / un'infinita
tortura"), cioè controproducente. Se qualcuno insiste a volerci
spaventare, noi non stiamo certo lì a sorbirci ciò che ci
sta dicendo, ma pensiamo ad altro per far passare lo spavento.
E in terzo luogo, prevedibilmente,
Slang ne ha anche per le persone omosessuali, definite usando gli insulti
("finocchioni", "finocchi") a cui negli anni successivi la "cultura" leghista
(lo so: è un ossimoro) ci ha poi abituati:
"L'aids cambia forma: / non ha più
la gonna / non è più una donna. /
Vedi! con i peli nelle gambe, / o un
pacco fra le gambe, / è diversa ma sempre... / Aids, Aids! /
Done o bone, / fighette e finocchioni:
/ sono sempre tutti pronti / a regalarti ormoni. /
Nascondono il malloppo, / ma non troppo:
/
ti accorgi troppo tardi / se è
una troia o se è un finocchio".
Occorre forse che aggiunga qualcos'altro?
Si commenta da sé.
1992 -
Trash, Sabryna - "Onda A.i.d.s." - (Singolo. Autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
[Commento
ancora da scrivere].
1992 -
Trash,
Sabryna - "Mondo gay" - (Retro del precedente. Autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
[Commento
ancora da scrivere. Agghiacciante parodia di "Onda gay" di Renato Zero].
1992 -
Vallesi, Paolo - "La
forza della vita" - da - La forza della vita.
La
forza della vita trionfa "anche in fondo agli ospedali / nella nuova
malattia" (l'Aids). Tutto qui.
1992 -
AV.VV., W
radio Deejay '92.
A
dire il vero in questo Cd non c'è nessuna canzone gay, ma
solo due sketch (parlati) di "Ganfri", un personaggio omosessuale
molto effeminato che parla con continui (e spesso divertenti) doppi sensi
sessuali.
<--- 1991
- vai al - 1993
--->
Inedito.
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