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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1993
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
   
   

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Ignoto 
Aggiunte

1993
(Benvenuto passaggio del mercato discografico al Cd...)

1993 - Casale, Rossana e Di Michele, Grazia - "Gli amori diversi" da - Alba argentina.
Terza classificata a Sanremo nel 1993, questa canzone di due donne gioca volutamente con l'ambiguità (e le due cantanti si divertirono a farsi fotografare sui rotocalchi in pose "compromettenti" - io ne ricordo una in una vasca da bagno! - salvo poi smentire tutto. Giochino stupido, ma ripetuto infinite volte nel vigliacco show-biz italiano): Dopodiché le cantanti poterono lamentarsi di essere state fraintese: Chissà come mai.
1993 - Casale, Rossana - "Difendi questo amore" - da - Alba argentina. (Anche come singolo).
Nulla, in questa canzone romantica, lascia pensare a un amore lesbico. Il sesso del "tu" a cui si rivolge la cantante è infatti mantenuto accuratamente nell'indefinito.
Tuttavia, all'epoca delle polemiche relative al senso da dare alla canzone "Gli amori diversi" appena esaminata, parve a molti/e d'individuare un riferimento all'amore lesbico nella descrizione che fa questa canzone d'un amore contrastato e bisognoso d'essere difeso: È così che si spiega l'inclusione di questa canzone nell'elenco di canzone "a tematica" del sito LesWiki.

La mia opinione in proposito? Che oggi abbiamo molte artiste che propongono canzoni esplicite e spesso molto belle sulla tematica lesbica, e che forse nell'elenco delle canzoni "a tema" di testi come questo potremmo ormai fare a meno.
Non ho dubbi sul fatto che la Casale all'epoca col tema lesbico ci abbia giocato, per attrarre l'attenzione dei media. Quindi l'ambiguità di questo testo non solo è probabilmente voluta, ma forse addirittura studiata a tavolino per causare esattamente il tipo di dubbi che sto affrontando qui. Una serie di affermazioni, smentite e controsmentite è pur sempre una serie di pubblicità gratuite, dopo tutto.

Ciò detto, la canzone è bella, e se qualcuno ci tenesse a darne questa lettura, perché no? Purché sia chiaro che si tratta solo di un'interpretazione soggettiva, non basata su un qualche indizio presente nella canzone stessa.


1993 - Drudi, Gianni - "Ma che cazzo dici?" (45 giri esteso).

La canzone, dalle ambizioni umoristiche, prende in giro il galletto romagnolo dalla vanteria facile, divertendosi a insinuare in filigrana il sospetto che la donna che si vanta esageratamente di averr sedotto fosse in realtà un travestito. Lo fa però molto in filigrana, con allusioni in codice.
Una prima allusione maliziosa è laddove la ragazza chiede, sfacciata:

La reazione del bulletto (nella strofa successiva) è significativa: Seconda allusione: il ritornello, mettendo in dubbio ciò che il bulletto sta raccontando, ripete "Ma che ca, ma che ca, ma che ca**o dici"! Peccato che a ripetere questi versi di seguito e più volte il risultato sia un coretto che canta "Ma checca ma checca ma checca"....

Infine, il terzo indizio arriva al mattino dopo:

Della serie, rimediato al lapsus all'ultimo istante...
Come detto la canzone è nata come scherzo umoristico, di quelli che piacciono o non piacciano. Ciascuno decida se questo scherzo fa ridere o no.


1993 - Cocciante, Riccardo - "Être aimé" - da - Empreinte.
Canzone con testo in francese, che sostiene che nella vita esiste un solo vero problema: sapere se si è o no amati.
Contiene anche un accenno (rispettoso) all'amore omosessuale:
1993 - Gallo, Antonio - "Nicole delle bambole" - da - Uomini e no.
Strappalacrime descrizione dell'incontro di un amico d'infanzia, Nicola, che si chiamava Nicole e giocava con le bambole. L'eccesso di buone intenzioni rovina l'effetto, facendo apparire la canzone una  copia più zucherosa di "Pierre" dei "Pooh".

Il resto del Cd, dove non è nominato il sesso della persona amata ma in cui appaiono "amici" d'indubitabile sesso maschile, mostra cosa avrebbe potuto essere quest'opera se solo il cantante avesse avuto il coraggio di dire ciò che invece osa solo nominare a cenni.
Si veda in particolare "Due re", addio a un amico, e "Cielo e aria per noi", intima canzone d'amore e sesso per persona dal sesso non nominato.
Su questo cantante vedi l'intervista su "Babilonia" n.____, pp. ____.


1993 - Gang - "Eurialo e Niso" - da - Storie d'Italia (poi anche in: Materiale resistente, 1995).
Di questo brano ha proposto una cover l'autore, Massimo Bubola, nel 1996, nel Cd Amore e guerra.

Da quando ho pubblicato (nel 1985) la mia ricerca sulla persecuzione delle persone omosessuali durante il periodo fascista mi capita di tanto in tanto di essere contattato da studenti o studiosi che desiderano sapere se io abbia qualche documentazione sulla realtà omosessuale all'interno della Resistenza partigiana.
La mia risposta è sempre "no": la Resistenza in Italia fu opera per la massima parte di comunisti e di cattolici, cioè di due "chiese" che facevano a gara nella condanna dell'omosessualità. Figuriamoci se qualcuno si poteva permettere di essere partigiano e gay dichiarato.
Peggio ancora, tanto le destre quanto le sinistre facevano a gara nell'accusare gli avversari di essere un covo di omosessuali.
Spiace dirlo, ma un Luchino Visconti, gay e comunista, che nel 1969 presenta i nazisti come una banda di checche isteriche ne La caduta degli dèi, sta solo conformandosi a una tradizione che aveva una lunga serie di precedenti.

Questa premessa mi serve a spiegare come mai in Italia (a differenza di quanto è accaduto in altre nazioni) non abbiamo mai avuto nessun ex partigiano che abbia deciso di fare coming out, preferendo portarsi il proprio "segreto" nella tomba. Probabilmente è ormai troppo tardi per recuperare qualche testimonianza in proposito, ed è per questo che è la letteratura che sta ora supplendo a questa carenza di testimonianze storiche, con romanzi come La libellula di Bert d'Arragon, o con canzoni come questa.

La quale è una ballata (con una strofa musicale che si ripete sempre uguale dall'inizio alla fine, risultando alla fine un po' monotona), che dal titolo annuncia di essere una riambientazione aggiornata di un evento letterario (e non, quindi, storico): quello che di Eurialo e Niso che Virgilio presenta nell'Eneide.
Commilitoni, ragazzi qualunque ("Eurialo era un fornaio / e Niso uno studente: / scapparono in montagna / all'otto di Settembre") i due devono far saltare un ponte, al quale fanno la guardia i nazisti.
Assassinate le sentinelle, per una ragazzata Eurialo s'adorna di un'aquila d'argento presa ad una delle sue vittime, e questo lo tradisce, luccicando nella notte. Braccato e bloccato, Eurialo è torturato dai tedeschi, che giocano con lui come il gatto col topo.
E qui Niso non può fare a meno di rinunciare alla fuga per vendicare Eurialo, trafitto "come un San Sebastiano" (allusione non certo casuale):

How sweet of him... Per fortuna la Resistenza ha potuto contare su persone un po' meno isteriche di Niso, altrimenti si sarebbero fatte ammazzare tutte per vendicare i compagni... e notoriamente gli ammazzati non vincono nessuna guerra.

In effetti, alla canzone nuoce il fatto che Niso si comporta come un amante, mentre però fin lì era stato definito solo come "amico" e basta.
Il fatto che la coppia di partigiani della canzone formasse una coppia non risulta infatti in nessun modo dal testo stesso, che non ha osato fare il passo di rendere esplicito l'indicibile (e poi ci si chiede perché nessun ex partigiano abbia mai fatto coming out?).
Certo, il richiamo a San Sebastiano è per chi sia gay un indizio abbastanza chiaro delle intenzioni dell'autore del testo, ma la domanda che sorge è: ma perché nel 1993 il tema poteva essere affrontato solo per mezzo di "indizi" in codice?
Bella domanda, eh?


1993 - Gem Boy - "Lo vendo" - da - Sappiamo noi (cassetta autoprodotta, venduta solo ai concerti). Poi in: Cautelatevi (1994) e ancora in: Il più meglio dei Gem boy (1996) (anch'esse musicassette autoprodotte. Sul loro sito i GemBoy scrivono di... scaricarsele gratis con il peer-to-peer!).
Parodia di "Mi vendo" di Renato Zero. La precaria ambiguità della canzone originale è qui spazzata via da una descrizione fin troppo esplicita di ciò che l'io narrante ha deciso di vendere.
L'io narrante è infatti un ragazzo disoccupato e completamente in bolletta, che decide di travestirsi con "le pantacalze rosse e la pelliccia di mammà" e prostituirsi, e così finalmente riesce a guadagnare. La prima notte si rivela difficile: Poi però (nella vita ci si abitua a tutto) le cose vanno meglio, fino al raggiungimento dell'agiatezza: Come tutte le canzoni dei Gem Boy anche questa è volgare e goliardica, e una volta capito il gioco, dopo il primo ascolto non c'è motivo per preferire questa cover pecoreccia all'originale. Tuttavia è innegabile che la parodia colpisca nel segno, mettendo a nudo l'esiguità del dito dietro al quale la versione originale s'illudeva di potersi nascondere.


1993 - Joecool - "Gesù diverso" - da - Panorama.
Che canzone bizzarra! Nelle intenzioni e anche in una parte del testo questo è un appello "progressista" alla tolleranza verso i "diversi", contro lo stereotipo della "malattia".
Dopodiché il testo fa incetta di stereotipi e luoghi comuni!

Vi si parla d'un ragazzo transessuale (e non gay), un "lui" che desidera essere "lei", che per questo fatto vive una vita infelice e sofferente:

Ovviamente, passa la notte a piangere: che uno possa essere trans e in pace con se stess* non sembra sfiorare il cervello del cantante.
Comunque sia, almeno il ritornello è azzeccato, con la sua domanda-shock: Per altre canzone che usano Gesù per parlare di omosessualità si veda: "Jesus Christ" di Gianni Bella (1980), e all'estero: Rythm activism, ''Jesus was gay'' (1998);  Corporate avenger, "Jesus Christ homosexual" (2000);  Prochecked, "Jesus was gay" (2003, che però è un brano solo musicale, senza parole);  McPhearson, Brian, "What if Jesus was gay?" (2004);  XPQ-21, "Jesus was gay" (2006);  Gael, "Jesus is gay" (2007).


1993 - Masìa, Giuseppe - "La canzone dell'ano" - da - Büffa!
Questa canzone "demenziale" dimostra (anche se ho forti dubbi sul fatto che ci fosse bisogno di questa ennesima dimostrazione) che con la scusa dello "scherzo", quando si tratta di certi temi, la mentalità omofoba non può fare a meno d'insultare le persone omosessuali, o meglio, "i finocchi".
Il bello è che questa canzone sostiene che "visti da vicino siamo tutti uguali", dato che anche se non ne parliamo e fingiamo di non saperlo, tutti abbiamo un ano: L'unico a cui è riservato un trattamento diverso è, per l'appunto: Ma tu guarda che originalità. Chi avrebbe mai immaginato che saremmo andati a finire ?


1993 - Milva - "Pierre" - da - Uomini adosso.
Cover della canzone cantata nel 1976 dai Pooh.


1993 - Prophilax - Il signore delle fogne. Autoprodotto. Scaricabile gratuitamente dal sito del complesso.
Nonostante nella produzione più recente dei Prophilax si noti un progressivo dirozzamento, le loro prime raccolte sono piuttosto ripetitive e prevedibili, olte che rovinate da un gusto "grezzone" di dire le parolacce fine a se stesso, alla lunga noioso. Ascoltate due canzoni, s'è già capito il trucco e le si sono ascoltate tutte.
Stuchevole anche il gusto di citare tutto ciò che è disgustoso (escrementi, vomiti, caccole e quant'altro) che dopo la prima volta diventa scontato e ripetitivo.
Manca qui ancora la capacità di fare satira che apparirà più avanti (per esempio in "M'arrazzo col trans"), ma che nel 1993 già possedevano molti altri complessi di "rock demenziale".

In questa raccolta troppi dialoghi sono imparentati a quelli dei film porno, più che a qualunque altro genere letterario. Siamo ai discendenti della goliardia da caserma e da bordello: le donne sono tutte buchi, troie e zoccole, i froci sono tutti transessuali in attesa di operazione, il membro virile è una divinità da adorare esaltare e osannare... eccetera. Noooooia!
C'è di buono solo che, se non altro, lo danno via gratis.
In questa raccolta si vedano i brani:


1993 - Skiantos - "Meglio un figlio ladro che un figlio frocio" - da - Saluti da Cortina.
Costruita a partire da una cantilena infantile del tipo di "Centocinquanta la pecora la canta", questa canzone porta per titolo la traduzione d'un proverbio bolognese, "L'è mèi un fiol lèder che un fiol busòn", nato per affermare che la peggiore di tutte le disgrazie che possa capitare a un essere umano è l'omosessualità. Meglio essere criminali che gay!
Il proverbio diventò un ironico slogan nel 1982, nel corso delle polemiche suscitate dalla richiesta da parte dei gay bolognesi di una sede dal Comune, quella che sarebbe poi diventata il "Cassero". I gay bolognesi ne fecero uno striscione e girarono per la città, fotografatissimi, esibendo questa perla di saggezza popolare come un trofeo.

Gli Skiantos ci costruirono questa filastrocca contro i benpensanti e il loro conformismo che, ragionando in base a categorie astratte e rigide, crea mostri come quel proverbio (Io ho sentito spesso dire anche "Meglio un figlio drogato che un figlio frocio", ma avendo fatto il volontario nel Gruppo Abele per tre anni, ho conosciuto fior di genitori che avrebbero considerato un miracolo divino la trasformazione di un figlio drogato in uno "solo" gay... Nella vita è solo questione di prospettive).
Gli Skiantos ironizzano dunque sul fatto che:

Un brano che nonostante gli anni trascorsi non ha affatto perso il suo mordente polemico. Da ascoltare.


1993 - Trash, Sabryna - "Sadomasa" - (Singolo. Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito. Non ne esiste una copertina).
Io non penso sinceramente che occorra un commento a questa inarrivabile canzone; bastano le parole: In questa specie di spot promozionale delle prestazioni sessuali della travestita canterina calabro-toscana non c'è nulla di particolarmente divertente, e siccome l'umorismo è la sola cosa che tenga in piedi le prove canore di Sabryna Trash, in sua assenza non rimane molto altro da apprezzare, dato che come suo solito nel "canto" Sabryna non riesce a tenere il tempo, e neppure l'intonazione.
Un brano perfettamente dimenticabile.


1993 - Trovato, Gerardina - "Chissà" - da - Geraldina Trovato.
Questa canzone ritrae un amore fra donne con estremo pudore e qualche esitazione, ma senza reticenza, come mostrano i versi finali, che dicono: Il testo si apre con due donne che parlano in un locale pubblico mentre fuori si fa notte, e che "già da un'ora" discutono d'amore, mentre bevono assieme.
L'io narrante si dimostra intenerita dalla bellezza della sua amica, che si lamenta dei propri occhi, che trova troppo piccoli, mentre invece E parlando parlando si arriva alla rivelazione: "Ma chissà se lei lo sa che non è un gioco / ma chissà se lei lo sa che non è poco", fino alla conclusione dei versi finali che ho già citato: "questo è amore".

Nonostante in un paio di punti l'italiano s'ingarbugli un po', direi che a mio parere siamo di fronte a un bel testo e ad una bella canzone, riuscita.
La musica, una melodia all'italiana, non è strepitosa ma è molto gradevole e ha un ritornello orecchiabile, inoltre si avvantaggia della buona interpretazione della cantante, che nonostante tenda un po' a voler "strafare" ha una bella voce, e la sa usare.
A mio parere, è una canzone che merita l'ascolto.

Nota del 2012: a proposito di questa canzone si veda il divertente pezzo: Gerardina Trovato si fingeva lesbica. E noi non lo sapevamo nel quale la Trovato va decisamente controcorrente: in un Paese in cui tutti i cantanti gay e le cantanti lesbiche rifiutano di dichiararsi affermando che se lo facessero le vendite crollerebbero, la nostra afferma d'aver cavalcato le "voci" sul suo lesbismo per "vendere più dischi":

Grazioso ed efficace il commento d'una lettrice: "Fingersi lesbica? Ma dove pensava di stare, in Svezia?".


1993 - Turci, Paola - "Io e Maria "- da - Ragazze.
Due ragazze sono state appena lasciate dai rispettivi ragazzi, e una di loro, la cantante, si mette a guardare l'altra "con gli occhi del suo uomo" scoprendo quanto sia brava e sexy... Resta da capire per quale stana stortura psichiatrica sia necessario guardare una donna "con gli occhi di qualcun altro", se non per ammettere che sono i propri occhi, quelli "colpevoli" di trovarla attraente. Con un tipico meccanismo di rimozione, colui o colei che desidera una persona del suo stesso sesso non sono io, non posso essere io: è un "altro-da-me".
E soprattutto, lo sguardo di desiderio verso una donna può essere solo maschile.
Credo che questo testo valga più di dieci saggi di analisi a farci capire perché la condizione gay in italia sia tanto arretrata.

Nonostante questo scivolone, non posso comunque, per dovere di completezza, passare sotto silenzio il fatto che la Turci ha sempre avuto un grosso seguito all'interno della comunità lesbica italiana. E che, cosa rara, lo ha anche riconosciuto apertamente in un'intervista concessa a G. Morlacchi nel 2008:

Forse avrà idee bizzarre sul lesbismo, però se non altro da come ha risposta una donna stupida non è.


1993 - Vecchioni, Roberto - "Angeli" - da - Blumùn.
Ballata d'esaltazione per "angeli", che un verso rivela essere ben poco spirituali e molto carnali, dato che sono: La canzone è in definitiva una concatenazione d'immagini poetiche relative ai ragazzi, descritti con simpatia e affetto un po' paterno: Una canzone a tratti un poco oscura per via dell'uso di immagini poetiche, ma senz'altro riuscita.


1993 - Zero, Renato - "Casal de' pazzi" - da - Quando non sei più nessuno.
Celebrazione dei "ragazzi di vita", ispirata a Pasolini, che verifica lo stato di degrado di quella realtà sociale, proponendo una non meglio specificata speranza. Contiene anche un'allusione all'Aids:

1993 - Zero, Renato - "Pipistrelli" - da - Quando non sei più nessuno.
I pipistrelli (animali notturni, neri, simili a topi alati: che bella immagine poetica, anzi, imaggine, visto il livello del testo) simboleggiano gli omosessuali che di notte cercano sesso nei luoghi di "battuage":

In una "coda" parlata il cantante prospetta poi all'"amore suo" il desiderio di "diventare pipistrello pur'io". E intanto lo "tocca"...


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