Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1997
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- vai al - 1998
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1997
1997 -
Bersani, Samuele - "Braccio di ferro" - da - Samuele Bersani.
Per
quanto strano possa sembrare, il tema di questa canzone è l'amore
fra due personaggi dei cartoni animati, Braccio di ferro e il suo arcirivale
(soprattutto per la mano della non troppo vezzosa Olivia) Bruto.
Il
testo, a dire il vero, è un po' troppo lambiccato, e nel tentativo
d'essere poetico a tutti i costi finisce per diventare a tratti oscuro,
fino all'incomprensibilità. Tuttavia se ne comprende con chiarezza
abbastanza da capire cosa stia succedendo fra i due personaggi. Che iniziano
evocando la loro storica ostilità:
"Vecchio compañero, / l'occhio
nero / me lo hai fatto tu: / devo riprendermi / tutti i miei muscoli..."
salvo poi scivolare su un piano decisamente
più intimo. Mooolto più intimo:
"Bruto! Aiuto! Stai con me! / Stai
con me sotto la coperta: / ho un offerta... / (...)
Guarda qua [e non oso pensare dove
dovesse guardare Bruto, NdR] / sono innamorato / e fumato. /
Ho una foto da scattare / e voglio
farla a te, / pirata marinaio: /
sono carne e non / un pezzo di cartone,
ok? / Questo è il vero guaio".
Confesso che questo brano mi sorprende. Mi
sfugge infatti un poco l'utilità della trasformazione in canzone
d'una fantasia erotica relativa a... personaggi di fantasia.
Ma agli artisti non vanno posti limiti,
quindi basta domande e limitiamoci a godere questo pezzo, che forse ha
voluto semplicemente affrontare un tema importante ma fastidioso, nascondendolo
dietro una maschera sorridente che lo facesse apparire simpaticamente innocuo:
dopo tutto, "sono solo personaggi dei fumetti"... Anche se poi i diretti
interessati protestano che no, loro sono "carne, e non un pezzo di cartone"!
P.S.:
Il blog "Voglio sposare Tiziano Ferro", parlando di questa canzone,
segnala peraltro questa
pubblicità di un'aranciata, che vede questi due personaggi,
messi di buon umore dalla bibita, agire con amorosa gentilezza reciproca,
al punto da snobbare Olivia quando la incontrano per strada.
Si vede allora che certe fantasie sono
più comuni di quanto io m'immaginassi...
1997 -
Di Lernia, Leone - "Il travestito" - da - Fesso...e tutto il resto.
Squallido racconto dell'abbordaggio a
un travestito, prima raccattato per la strada con convinzione, ma poi oggetto
d'un ripensamento nel momento in cui il cliente lo vede meglio e scopre
che "mi fai schifo un po'":
"In mezzo a tante donne / io non ci
ho fatto caso: /
eri una bella bionda / e io mi son
buttato /
e adesso che facciamo / ormai si è
fatto tardi: /
diamoci una mano / e non se ne parla
più!".
Il dialogo fra il prostituto e il cliente
è alternato allo scambio di battute fra due travestiti che rischiano
di perdere l'autobus per il modo in cui le cose stanno andando per le lunghe...
1997 -
Di Lernia, Leone - "Tu sei gay" - da - 'Superleone
- Ciò... los... tress.
Parodia
di "Day by day".
Sfottuta
ad un ragazzo a cui è predetto il successo perché è
bello, ha i capelli lunghi, ed è gay.
Se
ciononostante non ci riuscirà, allora gli toccherà… "lavorare,
lavorare... lavorare!":
"Da mezz'ora
/ ti stai truccann', / cento cose / ti stai' pruvann'; / in palestra /
vai tutto l'ann', / e vuoi essere / al centro dell'attenzione! / (...)
/
Vorresti andare
alla Rai: / tu sei gay! / Non aver paura, vedrai: / tu ci andrai! /
Capelli lunghi
ce l'hai: / tu sei gay! / Riempi l' vita di gioia, / sei proprio bbell'!".
Razzistico e omofobico,
ma almeno a un livello meno volgare e violento di altri brani contro i
gay cantati da Di Lernia.
1997 -
Elio e le storie tese - "Homosexuality" - da - The artist formerly known
as Elio e.l.s.t.
È la traduzione
in inglese (con pronuncia molto broccolina) di
"Omosessualità", dell'anno precedente. Fondamentalmente dice
le stesse cose, senza grandi varianti.
In calce contiene
un "messaggio satanico" decifrabile
solo ascoltando alla rovescia il nastro (e poiché ciò
non è più possibile, nel Cd la versione invertita è
pubblicata in calce al messaggio satanico stesso: è "Happy birthday
to you").
1997 -
Gala - "Let a boy
cry" - Single. Poi nel Cd - Come
into my life
(1998).
Se
ne veda la
mia recensione nella sezione videoclip.
1997 -
Gem boy - "Il mio grande amico Pietro" - da - Gem
boy. (Musicassetta autoprodotta).
Ancora
un gruppo di rock demenziale, bolognese, che ondeggia senza decidersi
fra satira vera e propria e pornogoliardia fine a se stessa, ottenendo
quindi risultati diseguali: a volte divertenti e riusciti, a volte beceri
e scontatissimi.
Da
segnalare però il fatto che i Gem Boy sono stati fra i primi gruppi
a diffondere la loro musica (autoprodotta, su cassettine) attraverso Internet,
riuscendo a farsi conoscere con questo mezzo senza avere una major
discografica alle spalle. Inoltre c'è stata un'innegabile
evoluzione dalle prime incisioni, nate palesemente per divertirsi fra quyattro
amici, al prodotto professionale proposto in anni più recenti.
"Il
mio grande amico Pietro" è una parodia di "Cosa rimane di noi" di
Massimo di Cataldo.
Come al solito,
anche qui c'è la confusione fra identità di genere femminile
e omosessualità, in un gran minestrone che vorrebbe essere spiritoso
ma riesce solo a collezionare stereotipi da barzelletta da caserma.
Fin da piccolino
l'amico Piero s'è distinto per le preferenze e i gusti femminili.
Quando l'io narrante e Piero spiavano le bambine sotto le gonne lui, piangendo,
diceva "Vorrei averla anch'io così". Giocava con la Barbie e nei
giochi voleva essere la principessa, non il principe. Da adolescenti, "io
truccavo il motorino / e invece tu la faccia".
Fino al giorno in
cui Pietro ha rivelato quale pericolo si corra ad avere un amico gay:
"Come eri strano
Pietro / volevi star sempre dietro. /
Finché
un bel giorno mi son girato / e tu te ne eri andato / pensavo: 'Che sfortuna
/ non aver più un amico / che ti guarda le spalle!', / (...) / poi
le palle mi sono contato (erano quattro!) / ma era già troppo tardi".
Mi astengo dai commenti.
1997 -
Gem boy - "Per Calogero" - da - Gem
Boy.
Parodia
di "Per te" di Paola e Chiara.
Due sorelle (Paola,
e Chiara) si contendono lo stesso fidanzanto, Calogero, al quale fanno
dediche alla radio in competizione fra loro e insultandosi.
La canzone gli intima
di decidersi fra loro due: "Da quando ci sei tu ogni giorno litighiamo,
/ almeno prima lesbicavamo". Nient'altro, sul nostro tema.
1997 -
Madreblu - "Orlando" - da - Prima dell'alba.
Questa
è una delle canzoni che consiglio sempre quando mi chiedono qualche
brano a tema lgbt ,"Ma bello, però, mica solo gay e basta!".
Perché in questa canzone sul transessualismo abbiamo un testo poetico
e una musica ispirata, con un risultato semplicemente splendido (per raggiungere
la perfezione basterebbe un basso elettrico giusto un pizzico meno fracassone).
Questo è uno
di quei casi in cui è vero che "less is more", dato che musica
e arrangiamento non sono esageratamente elaborati, e neppure il testo,
pur non essendo esattamente elementare, cerca di strafare. La melodia è
semplice ma cantabile, il testo è poetico ma non criptico, l'approccio
è schietto ma non offensivo... secondo me tutto quadra.
Le persone transessuali
(il titolo della canzone allude al
romanzo di Virginia Woolf il cui protagonista, Orlando appunto, cambia
sesso, quindi è di persone che cambiano sesso, che si sta parlando
qui) vengono raccontate come creature quasi fatate, ma senza idealizzarle
eccessivamente:
"Le puoi trovare
felici, / e sulle spalle portare un dolore: / libere da ogni male, libere
da ogni male, /
e finalmente
libere di amare / lo stesso loro corpo, / senza violenza / né differenza.
(...)
Sono un po' madre
e un po' padre, / e tutto questo sta dentro una mano /
(ovvero: la differenza
che causa tutto questo scompiglio sta in un dettaglio anatomico che alla
fin fine sta dentro a una mano...)
"e sono mogli
e mariti, senza più mogli né più mariti. /
Sono le querce
del bosco / e hanno lacrime da gridare, / e tra i capelli alle volte /
hanno un ombra, un'ombra di rancore!".
So che tutti i gusti sono soggettivi, e che
anche il mio inevitabilmente lo è, però non posso farci nulla
se a me questa canzone fa venire i brividi alla schiena quando l'ascolto.
Posso solo consigliarla, sperando possa piacere anche a voi.
1997 -
Negrita - "Xxx" - da - Xxx.
Un
giovane "alternativo" di provincia viene criticato da una pettegola di
paese:
"Tutte
quelle collane... quell'orecchino... / Sarai mica finocchio? Sarai
mica drogato?".
Tutto
qui. Irrilevante per il nostro tema.
1997 -
Penetrator - "Happy gays" - da - Greatests ScHits.
Cover della canzone dei Santarita
Sakkascia, del 1990.
1997 -
Pravo, Patty - "Pensiero stupendo '97" - da - Bye bye Patty.
Reincisione
del celebre
brano del 1978.
1997 -
Ratti delle Sabine - "Il Q-Letto" - da - P.I.P.
Polarize In Peace (autoprodotto). Anche in: AA.VV. - RockOnCircle
2004 compilation (2004). Testo
ed .mp3 scaricabili gratuitamente dal loro sito.
Canzone
goliardico-pecoreccia. Di livello decisamente bassino, anche grazie a un'incisione
pessima, con gli stumenti che sovrastano la voce ...che per conto suo stona.
Il
testo è stranissimo. Inizia con un abbordaggio omosessuale per la
strada. L'io narrante rifiuta nettamente:
"Il cu**tto è mio, è
mio, e perciò nel panaro non lo piglierò".
Ma alla fine l'omosessuale convince l'io narrante,
lo sodomizza e l'io narrante proclama:
"Notte spaziale: / godei come un maiale!"
Conclusione:
"Ed ora che nel c**o mi piace pigliarlo
/ quel ca**o di gay ho deciso di sposarlo".
Una volta di più faccio fatica a capire
la mentalità degli omofobi. A quanto pare: uno, il rapporto anale
è qualcosa di tanto incredibilmente piacevole che chi lo prova non
può più farne a meno e, due, il fatto di provare tale piacere
non fa necessariamente di te un gay, dato che secondo l'io narrante di
questa canzone "il gay" contina ad essere l'altro.
La mia spiegazione è che costoro
non riescono ad avere una visione coerente di cosa sia e cosa causi l'omosessualità,
per colpa del loro rifiuto pregiudiziale di concepirla nel modo più
logico: un orientamento alternativo a quello eterosessuale.
Essendo omofobi non possono concepire
che l'omosessualità possa avere dignità pari all'eterosessualità,
quindi eccoli ad ipotizzare improbabili piaceri di tipo "spaziale" che
da soli giustificherebbero la pratica omosessuale anche in assenza d'una
tendenza omosessuale (il che a loro va bene, perché per loro l'omosessualità
è un vizio e non una tendenza).
Da parte mia, spero di non scoprire più
altre canzoni a tema gay di questo complesso, dato che costoro suonano
e cantano in modo tale che dopo aver ascoltato 'sta roba ho dovuto farmi
benedire con l'acqua santa le orecchie...
1997 -
The Roldeg stones - "Happy gays"- da - C'era un ragazzo che come me
amava i Beatles e i Roldeg stones.
Ulteriore
cover della sigla della serie televisiva degli anni
Settanta Happy
days, diversa da quella dei Santarita
Sakkascia e dei Penetrator: il testo
è oltre tutto in dialetto trentino.
Qui ce la si prende specificamente coi
personaggi della serie televisiva: per esempio Fonzie "ruba le gone"
e si va a prostituire in tangenziale ("Fonzie el figo ale so done /
el ghe robava sempre le gone, / en tangenzial tute le sere... / el mostrava
'l so sedere").
E "Ii abitanti del quartier, / per
no risciar el so seder / apena che vedeva el Ricky: / mudande de fer soto
ai vestidi!".
Come si vede, siamo
al livello della barzelletta da caserma, ma mi sfugge il divertimento che
dovrebbe causare questo pezzo.
Del brano su Youtube
esiste
un video (girato dagli "Articolo 3ntino", prosecuzione con altra formazione
dei "Roldeg Stones") nel quale i componenti del complesso scheccano e fanno
le mossettine dall'inizio alla fine.
Il livello è
questo. Ideale per una vetrina "culturale" della Lega Nord.
1997 -
Tosca - "La differenza" - da - Incontri e paesaggi. Riproposta nel
2004 da Mariella Nava.
Esecrazione
e lamento sul fatto che una storia fra due donne sia, agli occhi degli
altri, dei normali, una storia diversa, mentre i sentimenti non
conoscono differenze...
Fosse
tutto così superficialmente facile... Purtroppo piangersi addosso
non basta.
Per
non dire poi del fatto che la canzone presenta il lesbismo come una forma
di narcisismo ("amarsi dentro un riflesso").
L'intento
era dunque buono, però il risultato non lo è altrettanto.
"Ma
è una storia come tante / un corpo uguale a un altro amante /
amarsi
dentro ad un riflesso / toccarsi nello stesso sesso. //
Maledetta
l'apparenza / dov'è la differenza? /
Sta
forse nei particolari, / ma l'anima non li ha che uguali / come le mani
che le scalderai".
1997 -
Vanoni, Ornella - "Naufragio" - da - Argilla.
Cover della canzone brasiliana
"Seu corpo" di Roberto Carlos, nella quale è stato mantenuto il
sesso maschile dell'io narrante, che si rivolge a una donna.
Non credo però che questa scelta
(checché
ne dica LesWiki) possa essere vista come tale da creare, anche involontariamente,
un testo lesbico, dato che la cantante parla sì della persona amata
al femminile, però parla anche di sé al maschile: "mi
basta il bianco del tuo seno per capire: / sono un corsaro che riposa
sul tuo corpo".
Pertanto direi che questa canzone non
abbia alcun rilievo per il tema della presente bibliografia.
1997 -
Verdena - "Nella schiuma" - da - Verdena. (Demotape).
Testo nonsense
suonato su tante schitarrate elettriche, con allusioni a "rose lesbiche",
qualunque cosa ciò voglia dire.
"Rose lesbiche,
posso credere, / rubi, ma non sei carne giovane. //
Come vuoi: sarò
l'ombra dei miei guai, / fiori in foglie e poi, scopi, labbra e fiori blu".
Irrilevante per il tema
della presente bibliografia.
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- vai al - 1998
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