Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
1999
<--- 1998
- vai al - 2000
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
1999
1999 -
Afterhours - "Oceano di gomma" - da - Non è per sempre.
Scritta
per un ex, morto di droga, è una canzone poco conosciuta nonostante
sia d'una bellezza sconcertante.
I
versi - di rimpianto e nostalgia - dicono, fra l'altro:
"Chi
di noi due è reale? / Tu non sei più vivo / e io non sono
mai stato capace di amare./
Sento
che ho / qualcosa qui dentro me / che non voglio sapere: / i giovani cuori
falliscono. /
Roby,
può interessare / che tu per me sei vero? / Sei il mio più
dolce pensiero".
La musica
è splendidamente adeguata al contesto.
Ne
consiglio vivamente l'ascolto.
1999 -
Angiolini, Ambra - "Luca e Stella" - da - In
canto.
La canzone tratta,
sotto metafora (ma trasparente, dato che specifica fin dal primo verso
"Luca ha un ragazzo che"...) la difficoltà d'amare
sperimentata da una coppia di due ragazzi. Il ragazzo di Luca gli permette
infatti di "guardarlo così" soltanto quando è sera,
e accetta di andare da lui solo di notte. Il classico abbonato alla doppia
vita, insomma.
La cantante incita
allora la "stella" notturna di Luca:
"Non nasconderti
/ lasciati guardare ancora finché puoi, / comincia a scioglierti".
E conclude con un esplicito
incoraggiamento a non lasciarsi soffocare dalla propria paura e dalla tentazione
di "cambiare":
"Stella, continua
a crederci: / hai un ragazzo che ti ama e ti accompagnerà. /
Luca ha già
capito che / presto un giorno arriverà / in cui tutti rideremo per
quello che / oggi ci può distinguere".
Dopo aver letto decine,
se non centinaia, di testi di canzoni, sono colpito dalla qualità
delle parole di questa canzone ignota a tutti, che è superiore
alla media.
Certo, la musica
del brano è piuttosto banale e non troppo "cantabile", e questo
è un indubbio handicap, tuttavia l'incisione è professionale
e curata, e certo superiore a quella di tanti brani che sono molto più
noti all'interno del mondo gay.
Forse il testo è
un po' troppo ermetico, o più probilmente avrà inciso il
fatto che questo fu l'ultimo Lp commercialmente distribuito dall'Angiolini,
e che patì - secondo
Wikipedia - "una scarsa distribuzione nei punti vendita".
Fatto sta che secondo
il mio parere questa canzone è stata sottovalutata e meriterebbe
d'essere non solo ascoltata, ma anche un poco anche rivalutata.
1999 -
Battiato, Franco - "Medievale" - da - Fleurs.
A
un certo punto il testo cita i versi di "Amore,
quando mi membra", la poesia con cui Bondìe Dietaiuti rispose
alla
poesia d'amore che gli scrisse Brunetto Latini.
Credo
ci siano dieci persone in tutta Italia in grado di capire l'allusione
omosessuale di questi versi... però c'è!
Battiato
è fatto così: la tematica gay ce la mette anche, ma
sempre come enigma...
1999 -
Datura e Skiantos - "Il sesso è peccato... farlo male" - in
- Doppia dose.
Riedizione
della canzone
degli Skiantos del 1990. Come già detto parlando dell'originale,
in questa riedizione i due versi contenenti un'allusione all'omosessualità
sono stati censurati (i versi relativi al "rapporto anale" a cui
inizia il servizio militare, sono diventati: "Per l'ambiguità
sessuale / non sarebbe così male / un approccio amatoriale").
1999 -
Gerini, Claudia - "Fica in Costarica" - Dal
film - La vespa e la regina.
In
questo filmaccio "comico" omofobico (in cui alla fine gay e lesbiche si
"convertono" alla sana eterosessualità), uno dei personaggi è
una rocchettara lesbica, leader d'un inesistente complesso rock lesbico,
le "Fucking sisters" il cui "cavallo di battaglia" è questo motivetto
che proclama:
"Il
giardiniere la chiama cespuglietto / il naturalista passerina e anche bel
boschetto / (...) /
Io
invece no, quant'è per me / la fi*a è fi*a; / lo è
persino in Costarica!".
L'aspetto
più interessante della canzone è che si tratta di un falso.
E come tutti i falsi, rivela molto della mentalità di chi l'ha creato.
Non
è mai esistito in Italia un complesso di lesbo-rock, e le cantanti
che hanno affrontato il tema del lesbismo non lo hanno mai fatto con questa
violenza pornolalica con inni alla fi...., ehm, al Costarica.
Come
al solito, gli eterosessuali amplificano ed esagerano lo spazio che
hanno le persone omosessuali in Italia, in modo da poter sostenere
che "oggi i gay sono dappertutto" e che "oggi, i gay, comandano loro!".
Poi
però quando si tratta di trovare i modelli per le loro fantasie,
non li trovano (non esistono!), e quindi sono costretti a ricadere sulla
proiezione di se stessi, come nel caso di questa "cantante", che alla fine
scodella un tormentone porno-rock maschilista degno dei "Prophilax".
Una
volta di più, per gli etero, le lesbiche sono solo fantasie.
Porno.
(P.S.
Un dettaglio buffo: il film ha per protagonista il direttore d'una rivista
gay di cultura, costretto dai parenti a promettere di avere almeno una
esperienza etero. Ebbene, quando il film fu girato esisteva una sola rivista
di cultura gay in Italia, "Babilonia", e il direttore responsabile... ero
io (quando però il film uscì nelle sale non lo ero più)...
Ecco che già mi si dedicano film!)
1999 -
Nazionale, Maria - "Una sera particolare" - da - Sentimenti.
Canzone
in dialetto napoletano che racconta la quasi seduzione d'una donna
da parte di un'altra (il termine "particolare" è una chiara allusione
all'espressione "amicizia particolare").
L'io
narrante ripensa alla situazione, nella quale si era sentita travolgere
dal desiderio e dalla bellezza dell'amica, ma si era fermata un attimo
prima del patatrac per via di scrupoli morali. L'amica c'era rimasta
male, ed ora lei stessa, riconsiderando, sente che le è mancato
qualcosa, tanto che ora si sente "come il mare senza il sale".
Dopo
l'avvenimento, infine, non solo l'io narrante vorrebbe aver vicino l'amica
(anzi, la chiama: "amore mio") a farle compagnia, ma, turbata, si chiede
un chi-sono-io, evidentemente preda dei dubbi relativi al proprio orientamento
sessuale:
La
tua mano era sicura / ma la mia, tremava ppe' ppaura /
ca
fernivemo abbracciate / per ffa 'o ammore! /
E
cce remaniste male, / a me pareva di essere immorale... /
e
mo' mme sento... / come 'o mare senza sale! / (...) /
Ammore
ammore mio, / vulesse ca stasera me facisse / 'a cumpagnia! / (...)
/
Ammore
ammore mio, / penzando a tte me stungo domandanno / chi song'io".
La canzone
è musicalmente del tutto ordinaria e tradizionale (non manca neppure
il mandolino!), ma proprio per questo non si può non ammirare l'audacia
della cantante nel proporre questo tema a un pubblico "tradizionale" e
non necessariamente "d'avanguardia".
1999 -
Oxa, Anna - "Che cosa dire di te" - da - Senza
pietà.
Sorprendentemente,
una (tenera) canzone d'addio per una donna, un "grande amore" che se ne
va.
Al
solito, la marachella fu compiuta con tanta discrezione che passò
inosservata: addirittura, in praticamente tutte le trascrizioni del testo
che si trovano in Rete il verso "come descrivere te... sicuramente donna"
è "corretto" in: "come descrivere me" (ma il testo
che canta la Oxa dice senza possibilità di dubbi: "te").
"Che
cosa dire di te... sei stato un grande amore / (...)
Che
cosa dire di te... sei stata la mia ombra / come descrivere te... sicuramente
donna
/ (...) /
Ma
sai cosa rimane qui / ricordo tenerissimo di te".
Non basta:
su Youtube non manca mai il solito fan che giura che non si tratta
d'una canzone lesbica: di sicuro parla della morte della madre... Evito
ulteriori commenti.
1999 -
Platinette
- Platinette da viva (2 cd).
Platinette (al secolo, Mauro Coruzzi)
è stata per un decennio e passa la drag queen più
celebre d'Italia, grazie anche (ma non solo) alle sue apparizioni televisive
al Maurizio Costanzo show.
Non potevo quindi non citare l'esistenza
di questo suo doppio disco di covers, nel quale le canzoni originariamente
dirette a un uomo assumerebbero un significato gay... se Platinette non
mantenesse il genere femminile dell'io narrante, conservandone così
il carattere eterosessuale.
Se volete quindi ascoltarle per il loro
gusto camp è ok, però non hanno tematica gay.
1999 -
Random, Genny e Joey Blade - "Stupendo" - Singolo. Riedita nel 2002 in:
AA.VV.
- Gay right compilation.
Nonostante il
personaggio della drag queen "Genny Random" si caratterizzi
intenzionalmente per la sua indiscutibile baracconaggine (celebre
divenne la
roulotte leopardata con cui organizzò un tour coast-to-coast...
dall'Adriatico al Tirreno!) la persona reale che si cela dietro questo
nome, Luca Sergiacomo, è un maestro di musica con tutte le credenziali
a posto (nonché curatore della Gay
right compilation testè citatata).
Questo spiega come mai Genny Random sia
una delle poche drag queen italiane ad avere un repertorio musicale
di produzione propria, al posto delle solite cover o parodie...
Di questo repertorio fa parte "Stupendo!",
gradevole motivetto umoristico, "tormentone" discotecaro all'insegna dello
slogan: "Stupendo! / Lo voglio e me lo prendo, / dai gìrati un
momento!".
Qui la diva baraccona insegue un ragazzo
"stupendo" in una stanza... tutta scura, nella quale scopre cose nuove
ed anche interessanti.
Destinato al circuito dei locali d'intrattenimento
gay, il testo non è precisamente da educande, ma per il target
per cui è nato è adatto e divertente.
1999 -
Sfinteri inviolati - "Sfinteri inviolati" - [Autoprodotto. Già disponibile
come downloard gratuito su "Vitaminic"].
Una band "metal" amatoriale
che si pone come un corrispondente, in lingua italiana corretta, dei Prophilax
(molta grezzaggine e volgarità gratuita nei testi, molte chitarre
elettriche a massimo volume nella musica), ma che anziché durare
vent'anni ne è durati due. E da quando i loro brani sono spariti
da "Vitaminic" non esiste più alcuna traccia in Rete né di
questa band né dei brani (i quali però appaiono però
di tanto in tanto sul peer to peer).
L'incisione è palesemente un demo,
con chiari difetti di bilanciamento fra voci e strumenti, la voce che a
tratti è troppo vicina al microfono e quindi "impasta" le parole,
e le chitarre che spesso e volentieri soffocano la voce.
L'intonazione del cantante un po' va e
un po' viene, anche se la performance resta nella media dei complessi
amatoriali.
La musica di questo brano è una
specie di cantilena da asilo con spropositato accompagnamento di chitarre
elettriche e batteria.
Il testo è un inno d'orgoglio maschilista
con riflessioni d'alto spessore intellettuale come:
"Siamo sfìnteri inviolati, /
così sia, giammai inc**lati! /
Siamo sfìnteri inviolati, /
tali siamo e tali resteremo. /
Siamo sfìnteri inviolati, /
e caso mai sodomizziamo te!
Caro amico non far così / non
c'è niente che non puoi fare: /
ora sta a te il c**o integro conservare".
Eccetera. Chissà com'è che artisti
di questa levatura sono spariti dalla scena musicale...
1999 -
Sfinteri inviolati - "Sodoma e Gomorra" - [Autoprodotto. Già disponibile
come downloard gratuito su "Vitaminic"].
Racconta, riveduta e corretto, l'episodio
biblico della distruzione di Sodoma e Gomorra.
"Scatenato l'uno / vivace pure l'altro
/ insieme tutti e due / ed era un vero spasso!. /
Ma aleggiava l'ira di Dio! / (...)
Sodoma, Sodoma e Gomorra / lo sai non
è una burla / s'incu**no di già!"
La voce del cantante è strozzata e
non ben intonata, e lo schitarramento è decisamente a volume troppo
elevato, per cui si capisce poco e male cosa dica il testo (per fortuna!).
1999 -
Silenzi, Luca - da - Vizi e conflitti.
Un
Cd tutto a tematica gay, uscito forse troppo presto per conquistarsi uno
spazio e farsi notare.
Benché
sia ben arrangiato e sia inciso professionalmente, uscì all'epoca
in cui tutto passava attraverso i negozi e la distribuzione, che strangolava
le piccole etichette indipendenti come quella per cui è uscito questo
Cd. Silenzi non riuscì quindi mai a "sfondare", ed io stesso comprai
i suoi Cd solo grazie alla libreria gay "Babele", dato che non si trovavano
da nessun'altra parte.
Il
disco merita un 10 per l'idea e il coraggio, tuttavia non si può
tacere il fatto che sconta anche alcuni limiti, che sicuramente non hanno
contribuito al successo. Nonostante infatti l'esecuzione strumentale pulita
e ben bilanciata, la musica non è sempre interessante, specie nei
lenti, ai quali manca la "cantabilità". E gli esecutori sono diligenti
ma senza entusiasmo.
Inoltre
alcune canzoni sembrano avere una tessitura troppo bassa per il cantante,
che non riesce a mantenere la nota. E in un Cd, che era destinato ad essere
ascoltato tutto di fila e in blocco, bastava una canzone o due un po' "straziante"
per far passare la voglia di ascoltare l'intero lavoro.
Questo
difetto denuncia ovviamente la carenza di mezzi di questa piccola casa
di produzione: infatti sarebbe già stato possibile all'epoca realizzare
più esecuzioni degli stessi brani, tagliando le note giuste nella
versione meglio riuscita ed incollandole al posto di quelle "steccate".
Ma ovviamente questo lavoro costava... Peccato quindi che siano
mancati i mezzi, perché l'ascolto finale ne ha sofferto.
Il
Cd contiene i seguenti brani:
-
01 - "Notte
su notte".
Brano
musicalmente interessante, con un buon arrangiamento, e un'interpretazione
vocale (dignitosa e ascoltabile) che s'ispira molto a Renato Zero. Il testo
è un'esaltazione della "notturnità", che è sia interiore
che esteriore, nella quale diventano possibili gli amori: palesemente (anche)
una descrizione del "battuage" notturno:
"Notte
su notte, insieme a me: / malgrado il buio vedo te / che sei accecato più
che mai / dalla mia notte! / (...) / Sarà la notte che tu
vuoi / questa mia notte!".
-
02
- "Dark room". Riedita nel 2002 con nuovo arrangiamento dance in:
AA.VV.,
Gay right compilation n. 1
Credo che questo brano e "Coiti
nel buio" di Immanuel Casto siano le sole due canzoni in lingua italiana
dedicate all'esperienza, tipica di un certo mondo gay, della "darkroom".
Il termine, finto-inglese (si usa solo in Italia, nei paesi di lingua
inglese si parla infatti di backroom) indica un ambiente più
o meno oscuro, collegato a un locale gay, dov'è possibile consumare
rapporti sessuali con gli altri avventori.
Il testo affronta il paradosso della darkroom:
l'io narrante vi ha trovato qualcuno che gli piace, ma ora non sa come
fare per riconoscerlo:
"... tornare ancora qui / e sperare
di abbracciarti / ancora così. /
Cieco di me / io confondo pure chi
non c'è: / le sue labbra sopra le mie, / mani calde sopra al / cuore,
mani non mie".
Nella versione del 2002 (a mio parere più
interessante, la presente essendo un po' troppo lenta per i miei gusti)
si sente maggiormente l'influsso di Renato Zero.
-
03 - "Fuoco".
Canzone costruita sulla metafora di un
doppio fuoco che brucia nell'io narrante, quello dell'inquietudine che
lo spinge ad andare via, allontanandosi dal suo ragazzo a quanto pare troppo
indeciso ("Sono deciso io / ma sei indeciso tu / di questa vita tua
/ la colpa non è mia"), e quello della sua coscienza "Che
non veglia / su un'altra idea / che mi nasce / e che mi sfugge" (qualunque
cosa ciò voglia dire).
Mi piace la qualità del suono e
l'arrangiamento, trovo però il motivo non particolarmente adatto
a farsi ricordare.
Anche qui al primo ascolto alla cieca
di tanto in tanto verrebbe da dire che si tratta di Renato Zero.
-
04 - "Alina
69".
Esaltazione dell'esperienza, all'epoca
nuovissima, delle chat (che, lo si ricordi, erano solo testuali).
L'io narrante esalta una persona, il cui
nick è "Alina 69", incontrata su una chat gay ("Quante voci /
maschi ignoti") che lo attira, e di cui non comprende se si tratta
di una donna o di un uomo ("Alina Alina / sei donna fino in fondo, /
o un uomo perduto / che non ha mai provato / la pace nel cuore", quindi
forse una trans?
Purtroppo in questo brano il cantante
fatica in più d'un punto a mantenere l'intonazione, e la musica,
un lento, non è propriamente indimenticabile: al più può
definirsi diligente.
-
05 - "Guardami
di più".
Un
invito a rivedere l'io narrante rivolto a un "tu" dal sesso non specificato:
"Tu,
parole in più: / questo non sarai: / sei silenzio e poi...
/
Tu,
guardami di più / negli occhi miei; /
nei
voli tuoi / le ali non aprirle più: / apriti soltanto tu".
Anche
qui musica svogliata, eseguita diligentemente ma nulla più che questo,
e nel canto una quantità di stecche oltre il livello per il quale
si tollera di chiudere un occhio. L'ascolto è tratti francamente
sgradevole, specie alla fine, quando la voce inizia a "miagolare".
-
06 - "Straniero
a Marrakech".
Facile atmosfera esotica, con frase musicale
arabeggiante di sottofondo, per questa canzone che rievoca un innamoramento
a Marrakech per una persona dal sesso non indicato:
"E innamorarsi insieme a te / a Marrakech;
/
e camminare insieme a te / per Marrakech,
/
restare muti, io e te, / davanti a
un tè / perché parole non ce n'è".
L'interpretazione vocale è nel complesso
adeguata.
-
07 - "Fatti
miei".
Canzone d'addio per una persona dal sesso
non specificato:
"Tu, una scommessa e niente più
/ e un altro amore da dimenticare".
-
08 - "Fantasmi".
Incoraggiamento a una persona dal sesso
non specificato, a cui l'io narrante si rivolge col "tu", nella cui mente
corrono i fantasmi delle storie finite e dimenticate. Anche qui, musica
un po' di routine.
-
09
- "L'osservatore".
Canzone sarcastica dedicata a un "guardone"
che osserva le coppie mentre fanno all'amore nel buio al parco (dunque,
siamo in una tipica situazione di battuage gay):
"E se tu svelto sarai / quello che
hai visto non ti scorderai: / scappa più forte, adesso. /
E mentre al buio ascolti questi silenzi
/ niente ti ricordi, / e ti spingi troppo avanti. /
Senza tregua con le mani fai l'amore
/ senza amore, ormai".
La canzone ha una melodia intenzionalmente
ricca di dissonanze, arricchite dalle note "diversamente intonate" aggiunte
dal cantante.
Il brano è stato riproposto con
arrangiamento diverso l'anno successivo nell'Ep
- Cuore di fango.
-
10 - "Alina
69 (unplugged)".
Ripresa "unplugged" della traccia
5. Stessi pregi e stessi difetti.
-
11 - "Fuoco
(remix)".
Remix
della traccia 3, più veloce e ritmato, e a mio parere nettamente
più interessante della versione lenta.
1999 -
Subsonica - "Aurora sogna" - da - Microchip
emozionale.
La
canzone parla d'una ragazza transessuale m-t-f, che sogna un nuovo corpo
(magari pure "cibernetico" e "cromato", però con "un impianto sessuale"
-- che quindi può essere solo maschile).
Il
tema è però affrontato in modo talmente allusivo e obliquo
da essere passato inosservato alla maggior parte di quanti l'hanno ascoltata:
"Sogna
una carne sintetica, / nuovi attributi, e un microchip emozionale, /
labbra
cromate, ricordi seriali, / emozioni, e un nuovo impianto sessuale".
Da segnalare,
a mio parere, la notevole bellezza della melodia.
1999 -
Trash, Sabryna - "Mi fa male il cu*o!!" - da - Il ritorno di Sabrina.
(Autoprodotto, già scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
(Assolutamente
squallido).
(Commento
ancora da scrivere).
1999 -
Vecchioni, Roberto - "Sogna ragazzo sogna" - da - Sogna
ragazzo sogna.
Di mestiere Vecchioni
fa l'insegnante, quindi il ragazzo a cui si rivolge può benissimo
essere (ed è questa, in effetti, la spiegazione ufficiale di questa
strana canzone) un allievo. O un figlio.
Il quale è
presentato come eterosessuale, dato che i versi parlano espressamente della
donna che lo aspetterà e con la quale dovrà interagire.
Ciò detto,
al tempo in cui era uscita questa canzone nel mondo gay ci aveva
colpito per l'insolita tenerezza, forse paterna ma forse qualcosa di più,
contenuta nel testo, che si conclude con i versi:
"Sogna, ragazzo,
sogna, / ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, / manca solo un verso
a quella poesia, / puoi finirla tu".
Siccome non mi piace
andare a leggere nei testi più di quanto l'autore può averci
messo (a meno che non ci sia un deliberato gioco a nascondino, come
spesso accade nelle canzoni) mi limiterò a segnalare il titolo,
specificando che tutto soppesato, a mio parere, questa canzone non
può essere considerata come a tematica lgbt. Poi, se qualcuno proprio
ci tiene a leggerla altrimenti, è libero di farlo.
<--- 1998
- vai al - 2000
--->
Inedito.
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