Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2003
<--- 2002
- vai al - 2004
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
2003
2003 -
Alice - "Cosa succederà alla ragazza" - da - Viaggio
in Italia.
Ripresa
della canzone
di Lucio Battisti, del 1993.
2003 -
Bernstrup,
Tobias - "Venti sette" [single].
Questo brano è un capolavoro.
Punto.
Al primo ascolto credevo che la data di
pubblicazione del 2003 fosse quella d'una ristampa, visto che la musica
e l'arrangiamento mi ricordavano la roba che andava di moda in discoteca
quand'ero ragazzo. E invece no: la data è giusta ma, come spiega
ottimamente la
recensione che "Orrore a 33 giri" dedica a questo pezzo, siamo
di fronte a un deliberato omaggio alla cosiddetta
"Italo disco" degli anni Ottanta (come rivela smaccatamente
anche la copertina), da parte d'un cantante svedese. Che ha ribaltato i
canoni: mentre allora tutti si fingevano stranieri sfoggiando impossibili
pronunce anglobergamasche, o siculiesi, o semplicemente ciociare e basta,
ora è lo straniero a cantare in italiano.
Rubo il commento ad "Orrore a 33 giri":
"Difficile a crederci, ma questa roba
funziona, sarà per l'italiano dal forte accento straniero (e un
po' effeminato) che ricorda vagamente Amanda Lear, o semplicemente per
la commistione tra musica e parole, talmente ridicola da riuscire a farsi
apprezzare. In realtà questa versione è un adattamento del
brano originale pubblicato l'anno precedente in inglese con un titolo non
dissimile ("27"), uno dei pochissimi casi in cui la traduzione e la pronuncia
incerta sono un valore aggiunto all'opera".
Va aggiunto che il cantante è in realtà
un artista concettuale, e che il disco è stato prodotto (in vinile
(!), e in soli cento esemplari) come "falso d'autore": in altre parole
era principalmente l'oggetto-disco, più che la canzone incisa su
di esso, a costituire l'opera d'arte offerta al mercato (il che non toglie
che Bernstrup esegua comunque il brano nei suoi concerti).
Tutto quanto detto fin qui nulla toglie
al fatto la canzone è un delirio assolutamente esilarante.
Sfruttando l'odierna libertà di parola, che negli anni Ottanta si
sarebbe solo potuto sognare nelle tamarrissime discoteche italiche, Bernstrup
racconta in termini estremamente espliciti gli effetti del picco
ormonale provocatogli da un ragazzone di provincia ventisettenne (incidentalmente,
il titolo tradotto correttamente in italiano avrebbe dovuto essere
o "27 anni" o "27nne": in inglese "si è 27", ma in italiano o "si
hanno 27 anni" o "si è ventisettenne").
Il quale ragazzone viene invitato ad abusare
di lui, magari - già che c'è - in compagnia d'altri ragazzi:
"Ventisette / bel ragazzo di provincia
/ cercando" (sic: altro errore di traduzione: intende dire "alla ricerca
di") "un'avventura stanotte: / vieni, abusa di me. / Voglio uno o più
ragazzi / che mi prendano duramente. //
Puoi viziarmi, / puoi comprarmi / abiti
sexy e ti lascerò fare / quello che vuoi. /
Voglio uno o più ragazzi / che
mi prendano duramente".
L'ha resa, l'idea?
Ebbene: un testo esilarante di questo
tipo, che potrebbe essere proclamato "l'inno mondiale della sfranta",
merita senz'altro un premio per il suo spirito camp.
Che l'artista abbia voluto intenzionalmente
esagerare, è palese. Che il risultato della sua esagerazione
sia esilarante, lo è altrettanto.
Ascoltate quindi questo "inno", e ditemi
se non diverte anche voi.
2003 -
Biancomat [già Articolo 3ntino; già Roldeg Stones] - "Recion"
- da - Biancomat,
in kaneva.
Dopo
aver parlato di Bernstrup e della sua divertente provocazione, passare
ai Biancomat è come precipitare dalle stelle alle stalle.
Da
una provocazione concettuale che si destreggia fra stili, epoche e nazioni
diverse, a una goliardata omofobica ripiegata nei confini asfissianti e
intolleranti della "provincia", intesa nel senso gretto, ottuso e razzista,
cioè il terreno che ha prodotto la Lega in tutte le sue varianti
(incluse quelle del Sud!) e l'oscurantismo culturale in cui sta oggi soffocando
l'Italia.
E
non mi riferisco, sia chiaro subito a scanso di equivoci, al fatto che
costoro cantino in dialetto trentino: mi riferisco al fatto che non è
possibile che nel 2003 qualcuno scriva una canzone di pura e semplice minaccia
fisica ("Te stampo sul faciòn le man") nei confronti
di un "reciòn" che ha il solo torto di guardare un
tamarro eterosessuale, o presunto tale. Il messaggio è che se non
vuole subire atti di violenza fisica, il "recchione" deve "stare al suo
posto", ossia "attaccato ai muri"... proprio come i negri, secondo gli
appartenenti al Ku-Klux-Klan:
"Reciòn
/ stàghe attaccà ai muri, / vardé / che no te me curi.
/ So zà / che te m'empediri (?) / bada ben recion! //
No
star / a farme i sorisini, / no star / a far 'sti pensierini, / recion
/ cava tuti i dubi: / (...) / mi vado a la vecia / perciò camina,
recia. / (...)
Te
capissi: / se no te la fenissi / me toca de pelarti come fano co i naranzi"
("Tu capisci bene: se non la finisci, mi tocca toglierti via la pelle come
a un'arancia").
Se questa
è la cultura che ha da offrire la troppo sopravvalutata
provincia, non posso che dedicare ai Biancomat "Trento
is much better than Los Angeles" di Aggettivo Sette / Mortecattiva.
Un freestyle che spiega le radici "culturali" di questo brano, più
di mille trattati di sociologia.
2003 -
Canzian, Adriano -
"Macho boy" [Ep]. Poi nel Cd - Pornography (2005).
Adriano
Canzian, dj italiano traslocato nel Regno Unito, esordisce con questo
singolo con una musica house dai ritmi ultraossessivi, e testi che
affrontano in modo diretto la sessualità, e specificamente l'omosessualità.
Questo brano nasce da un'intervista che
Canzian ha realizzato a un amico che parla delle sue preferenze: ne sono
state estratte varie frasi, che sono state montate su una base elettronica
ossessiva, appunto. Le frasi (parlate, non cantate) dicono cose come:
"I like men, most" ("Mi piacciono
soprattutto gli uomini"), "After all, gays are human, maybe"
("Dopo tutto, i gay sono umani, forse"), "My favourite kind of men are
Spanish, Saudi Arabian, Turkish, Mediterranean, maybe" ("Gli uomini
che preferisco sono gli spagnoli, sauditi, turchi, mediterranei, forse"),
"I like black eyes, and big dicks, oops!" ("Mi piacciono gli occhi
neri e i c... grossi, oops!"), "I'm not a whore, I'm a bitch: it's different"
("Non sono una troia, sono una cagna: è diverso"), "I don't identify
by my sexuality, I only identify by myself" ("Non mi identifico con
la mia sessualità, m'identifico solo con me stesso"; frase che nel
suo narcisismo cosmico rivela che chi parla può essere solo
un italiano!), "People just want to have sex with me, and then, fuck
off! Who's the next?" ("La gente vuole solo far sesso con me, e poi,
'fanculo! Chi è il prossimo?"). E così via.
Non essendoci online il testo di
questo brano non provo il desiderio particolare d'impazzire per cercare
di capirlo per intero, specie perché sono frasi slegate fra loro
e perché è parzialmente distorto dagli effetti elettronici,
tuttavia un'idea sul contenuto credo di averla data.
Su Youtube c'è
una bella intervista, in italiano, a Canzian, che spiega com'è
nato questo single (e il Cd in cui è stato poi raccolto,
Pornography) e perché. Dicendo, oltre tutto, anche cose intelligenti.
Di questo brano esiste un
videoclip girato da Paolo Cassina nel 2004 (nel quale le parole sono
molto più facilmente intelligibili).
2003 -
Egokid - "Hetero retro, homo superior" - da - The
egotrip of the Egokid.
(Commento
ancora da scrivere).
2003 -
Elio e le storie tese - Cicciput.
In
occasione dell'uscita di questo Cd, Roberto Cangioli intervistò
il complesso sull'omosessualità nelle loro canzoni: l'intervista
- prevedibilmente delirante - si
può leggere qui.
Quanto
al presente Cd si vedano le canzoni:
-
03 - "Gimmi
Ilpedofilo" (sic).
Ennesimo
delirio di questo complesso, che mette in scena una persona che
viene linciata, innocente, per il fatto che di cognome fa "Ilpedofilo".
Nient'altro.
-
06 - "La
follia della donna - Parte I"
Sbottata
(contro i costosi) capricci della moda, attribuiti agli "stilisti ricchioni",
che congiurano per rovinare i fidanzati delle donne alla moda
Scarpe
di merda da donna / che costano milioni all’uomo. / E pensare che tutto
questo lo hanno deciso / i ricchioni. /
C’è
un cartello di ricchioni / che ha deciso che / l'anno scorso andava il
rosso / e quest'anno il blé. / (...).
L'han
deciso i ricchioni, / e io devo accettarlo".
Un po'
razzista, ma indubitabilente efficace.
Il
brano ha un'introduzione con una perfida imitazione di Renato Zero.
-
10 - "Abate
cruento"
Un
uomo è coinvolta in un "sogno dentro il sogno", con i tratti dell'incubo.
Infine:
"Mi
risveglio e sono donna…/
Al
mio fianco c'è il signor Bonaventura. / Quanto l'amo: è mio
marito. /
Mi
addormento rinfrancata / mentre inc**o mio marito. /
Che
portento di nottata. / Che marito sodomito".
Non chiedetemi
cosa voglia dire, anche perché temo che al solito non voglia dire
proprio nulla. Puro gusto del delirio.
2003 -
Ferro, Tiziano - 111.
Contrariamente
alla leggenda d'un Tiziano Ferro che, poverino, fino al 2010 "non sapeva
ancora di essere gay" e che solo dopo un lungo travaglio interiore eccetera
eccetera ha capito eccetera, fin dall'inizio questo cantante ha
saputo benissimo quel che era e chi gli piaceva (la
Rete, implacabile, ha rintracciato un annuncio di ricerca di fumetti gay
da parte di un Tiziano tredicenne...), ed ha provato sempre un enorme
prurito di fare
coming out, scontrandosi però contro il muro d'una casa
discografica che cocciutamente non glielo permetteva. (Lo stallo prolungatosi
per anni, con
perfino un tentativo abortito di confessarsi su "Vanity fair" già
anni fa, m'induce a pensare che dovesse esserci addirittura una clausola
contrattuale per proibirlo espressamente, altrimenti non si spiega
come mai un personaggio tanto di successo, e quindi con un potere contrattuale
così alto, non abbia potuto fare per esattamente dieci anni
- cifra tonda! - una mossa tanto semplice. Scusate se sono malizioso, ma
uno tiene la bocca cucita per dieci anni tondi, allo scadere dei quali,
infine... "Ops! Scusate, ho scoperto tutto d'un tratto che ero gay!
Anzi, in attesa che scadessero i dieci anni d'embargo, ci
ho anche scritto su un diario che casualmente avrei pubblicato").
Già
in questo album abbondano le allusioni all'omosessualità, cifrate
e in codice, che arrivano fino alla vera e propria dichiarazione contenuta
in "In bagno in aeroporto" (chi mai incappa in "lui che bacia te" entrando,
senza badarci, nel bagno... delle donne? Tutti i gay d'Italia han capito
che la situazione ha senso unicamente se l'io narrante entra senza
badarci nel bagni degli uomini, dove ad apertura di porta fatta
sovrappensiero incappa, oplà!, in lui che bacia lui!).
Questa
traccia di sassolini era già stata seguita e decifrata, ben prima
del coming out ufficiale, da Fabrizio Picciolo, nell'articolo Versi
xversi ("Pride", marzo 2005).
Dopo
il coming out, Andrea Bordoni ha esteso quest'analisi anche alla
produzione successiva al 2005, pubblicando nel suo blog, significativamente
intitolato "Voglio sposare Tiziano Ferro", una disanima ironica ma puntuale
intitolata: "L'amavo
e l'amo ancora".
Diciamo
insomma che il coming out di Ferro ha
stupito solo chi voleva essere stupito, specie perché "Radio
Checca" ha antenne anche a Londra, dove il Tiziano nazionale veniva avvistato
di quando in quando in locali per "orsi", dei quali la vox populi lo
dichiarava "cacciatore" (e beati loro!).
In
dettaglio, questo Cd contiene "messaggi" più o meno in codice in:
-
02 - "Xverso".
Fabrizio Picciolo
lo aveva già fatto notare nel lontano 2005 che l'"ambiguo" Tiziano
Ferro lo aveva già detto, in questa canzone, quale fosse
il sesso della persona a cui si rivolgeva. Solo che come al solito la censura
sociale ha dichiarato "impensabile" e "frutto di illazioni da parti dei
gay che vorrebbero che tutti fossero come loro" quello che era invece lì,
nero su bianco.
Perché "Perverso"
è l'aggettivo (al maschile, fin dal titolo!) che Ferro rivolge
non a se stesso, bensì al partner con il quale immagina,
in questa canzone, un dettagliato rapporto sessuale dalle tinte s/m.
Riprendo qui di
seguito l'analisi sopra citata di Picciolo perché dimostra che già
nel 2005 esistevano tutti gli elementi necessari per trarre una conclusione,
senza aspettare coming out assortiti:
"Concludiamo
- per i più scettici - con l'unica, vera, esplicita dichiarazione
che il Ferro ci regala. Nella rappeggiante ed erotica "Xverso",
prima strofa e primo colpo: "Il mio sguardo sa difendersi / ma muore
dalla voglia / e oramai lo sai / tutto il giorno e anche la notte / il
tuo pensiero è qua e mi fotte". (...)
Ma chi è
la fiamma che fa bruciare il nostro eroe? ("Bruciare"... si fa per dire,
visto che "30 gradi Fahrenheit / il tuo profumo scotta", corrispondono
a meno di zero gradi centigradi, ma va be', consideriamolo ghiaccio bollente...).
Basta solo attendere.
Le richieste di Tiziano sono assai esplicite, inequivocabili: vanno da
un ammiccante "Il mio sguardo sa difendersi / ma è capace anche
ad arrendersi" ad un imperativo "E adesso trova il modo e fammi
stare zitto!", fino ad un accorato "stringimi forte il petto"; ripartono
da un consapevole "Il fatto è che tu sai cosa cerco: /
collo spalle mento", al conclusivo "sgomitando con il labbro faccio
spazio, / e ora fammi spazio!".
Sì, ma
chi è questa fiamma? Finalmente il colpo di scena: "Mi sorride
perverso / e sgridami se ho torto, / e dopo: / uno a me, uno a te,
/ uno a tutti e due".
Ce l'abbiamo
fatta. Siamo riusciti ad individuare Mister X, focoso e xverso, ammiccante
e provocatorio, che riempie i pensieri peccaminosi del "bastardo cronico"
Tiziano".
Rileggendo col senno
di poi la sola domanda che sorge è: ma come hanno fatto tutti
a non accorgersene prima?
-
03 - "In
bagno in aeroporto".
Come ho già
scritto, anche in questa canzone è presente un coming out camuffato
da un "parlar d'altro".
Cito nuovamente
Fabrizio Picciolo:
"Ricapitoliamo
per i più distratti: Tiziano entra nel bagno di un aeroporto e qui
becca un "lui che bacia te". Malizioso sarebbe notare che non ci
pare di ricordare bagni misti in nessuno scalo italiano... e va be' ".
La canzone è
in effetti un addio a una persona amata e convivente, della quale non è
mai rivelato il sesso, adducendo come motivo della separazione l'episodio
che dà il titolo alla canzone: l'io narrante sorprende "lui
che bacia te" all'entrare distrattamente in un bagno e ciò lo fa
comprensibilmente "morire", e soprattutto fa morire la voglia di proseguire
la relazione:
"Ma no ti prego
dai, non dire questo, amore... ehm... / Scusa, non volevo. Rimaniamo amici,
dai: /
quando uscirò
col cane puoi venire insieme a me. / No, su, dai, smetti di urlare: rendi
tutto più difficile".
Che dire? Che pur non
amando le ambiguità, devo ammettere che è molto scaltro
il modo in cui Ferro ha detto chiaramente quel che voleva dire, ma in modo
tale che chi non voleva accorgersene potesse farfinta di niente,
o addirittura cascare dalle nuvole se qualcuno glielo faceva notare.
-
05 - "Ti
voglio bene".
Se avessi dovuto parlare di questo brano
prima del coming out di Ferro, avrei dovuto fare giri di parole
per evitare di insinuare cose per le quali avrei potuto essere querelato
per diffamazione. Ma visto che il coming out c'è stato, ora
lo posso anche scrivere che questa canzone, pur presentandosi come un messaggio
a un amico intimo che s'è distaccato dal cantante perché
spaventato dalla sua improvvisa celebrità, in realtà è
qualcosa di più.
Il testo insiste infatti sul fatto che
il distacco è arrivato anche perché "quante principesse
chiuse nel castello mi hai nascosto?" (e quindi siamo di fronte a qualcuno
che aveva bisogno d'autoconvincersi d'essere eterosessuale frequentando
"principesse", delle quali si vergognava poi di parlare all'io narrante...
chissà perché!).
Oggi lo possiamo insomma scrivere che
questa canzone è la delicata descrizione d'un rapporto d'amore
nato fra due ragazzi di provincia come amicizia, e diventato a poco a poco
qualcosa di più, qualcosa che spaventa ("Vorrei ricordarti
che ti son stato vicino / anche quella sera quando ti sentivi strano").
Un sentimento che, per il fatto di "non
osare dire il proprio nome", regge in precario equilibrio solo a patto
di non finire sotto i riflettori e di non attirare l'attenzione altrui...
cosa piuttosto difficile quando uno dei due amici viene sbalzato
alla celebrità!
Da qui la gelosia da parte dell'amico
per le "fidanzate come se piovesse" che arrivano con il successo,
ma anche la vera e propria paura per ciò che l'amato è
diventato, anche per una spiccata difficoltà d'autoaccettazione,
che arriva alle lacrime:
"Vorrei ringraziarti, vorrei stringerti
alla gola; / sono quello che ascoltavi, quello che sempre consola, /
sono quello che chiamavi se piangevi
ogni sera, / sono quello che un po' odi, e che ora un po' ti fa paura".
L'io narrante è ormai andato troppo
lontano per i gusti dell'amico rimasto nella piccola realtà di provincia
di Latina che, e questo Ferro lo dice espressamente, aveva unito i due
ragazzi ma adesso li ha divisi. La sprovincializzazione dell'io narrante
ha insomma rotto l'equilibrio del non detto su cui si basava questa amicizia
(molto) amorosa...
Se la musica di questa canzone è
molto semplice, ma al tempo stesso molto efficace e curata, da parte sua
il testo è particolarmente ispirato: nonostante la censura
che impediva di chiamare le cose col loro nome (e nonostante la quale il
ritornello ripete: "ti voglio bene... te lo dicevo, anche se
non spesso") Ferro è riuscito a descrivere la progressiva parabola
di un amore in crisi perché non può più nascondersi
sotto i panni dell'amicizia adolescenziale:
"Ora che ho sempre tantissimo da fare
/ dici che non ho più tempo per parlare, /
ma se solo bisbigliando te lo chiedo
/ tu sarcastico ti tiri sempre indietro".
E conclude con versi che hanno un raro suono
di sincerità, nel mondo per forza di cose artefatto delle canzonette:
"È che ti sono debitore di emozioni,
/ è che al mondo non ci sono solo buoni; /
magari questo lo sapevo, ma è
diverso / viverlo sulla tua pelle, come ho fatto io con te. / (...)
/
Una canzone può anche non parlar
d'amore, / e ancora con tutto il cuore te lo dico".
Insomma, siamo di fronte a una canzone splendidamente
riuscita, che merita senz'altro l'ascolto.
-
08 - "10
piegamenti".
Anche
in questa canzone non è spiegato il sesso della persona a cui l'io
narrante si rivolge. Ma come in una caccia al tesoro, anche qui ci è
dato un indizio: in "Xverso" era citato un dettaglio fisico dell'uomo amato:
"Cicatrice, poi la luce / brucia e ti si addice".
E,
a meno che Ferro frequentasse una collezione di donne cicatrizzate, qui
riappare lo stesso dettaglio, facendoci comprendere che si sta parlando
della stessa persona:
"Dietro
la tua cicatrice / che cosa c'è: / una storia brutta, o una felice?".
Si comprende
così una serie di dettagli apparentemente non significativi, per
esempio i versi:
"Ma
sono stanco e devastato da una vita sempre al varco / fatta di nottate
e treni in ritardo. /
Intanto
in autostrada è basso, il pericolo di sesso",
che dicono
"basso" in un modo tale che l'ascoltatore eterosessuale capisca "nullo",
mentre quello gay solo "difficile / laborioso", visto che lui conosce l'esistenza
delle piazzole e dei luoghi di sosta lungo le autostrate nei quali si pratica
l'antica, e a tratti frustrante, arte del battuage.
Per
il resto la canzone non si segnala per riferimenti alla gayezza più
espliciti rispetto alle altre che ho appena discusso: al massimo conferma
la preferenza dell'io narrante per partner, come dire, un tantino autoritari.
Ma
qui, tutti i gusti son gusti.
2003 -
Franchino - "Maybe (trans mix)" [single].
Musica
house maniaco-ossessiva della peggior specie, di quella fabbricata
con sei note in tutto e con lo stesso ritmo ripetuti dall'inizio alla fine
senza mai cambiare.
Su
questa base Franchino butta lì a casaccio e senza alcuna motivazione
una serie di nomi di celebrità (da George Michael a Gorbaciov) aggiungendo
dopo ogni nome "is transsexual" ("è transessuale").
Nient'altro
che questo...
2003 -
Gli inquilini - "Classe 03 - [Antirapper pt. 2]" - da - Bentornati nel
paese dei mostri.
Rivomitata
d'insulti sulla scia della moda del dissing
(scambi reciproci d'ingiurie fra
rappers), che nel prendere di mira gli "antirapper" non può
astenersi dall'accusarli di scrivere "musiche per checche" e di essere
"frocioni" e "recchioni".
"Ho
un flow assente tecniche imperfette / scopro le mie pecche, no musica per
checche: /
antirapper
ritiro le mie dimissioni, sazio i palati fini più golosi. /
(...) /
B-boy
sancarlini flow frocioni - odiano "Gli inquilini", / ma noi nun li amamo,
i recchioni".
Omofobia
scontata, testi chilometrici scritti in un gergo angloromanesco intelligibile
solo a chi è fanatico del rap... E trovano pure gente che pubblica
loro i Cd. Boh, l'Italia è uno strano paese...
2003 - Hobbit - Perché - da - ''Per
la contea!''.
È una consolazione il fatto di
constatare che gli schitarratori di destra riescono ad essere stonati e
inascoltabili quanto quelli di sinistra. Vuol dire che (un po' di giustizia
c'è, a questo mondo!) non tutte le croci sono state date dalla sorte
a noi di sinistra: qualcuna tocca anche ai nostri nemici...
Questa canzone razzista mena colpi in
tutte le direzioni, prendendosela prevedibilmente anche con i gay:
"Mangia McDonald's e compra le Nike,
/ tieniti pronto che c'è il nuovo gay pride!".
e con i transessuali:
"Nuovi sessi, nuovi confini, / pedofili
che insidiano i nostri bambini".
La persona che mi ha segnalato il pezzo (del
canale Youtube "Le introvabili"), mi ha aggiunto alcune considerazioni:
"Nella mia ricerca di canzoni della
cosiddetta "Musica alternativa di destra", quella iniziata nei campi Hobbit
(1979-1982), non ho trovato mai nulla che parlasse dei gay, prima d'imbattermi
in questo (ahimè, troppo recente). Non escludo che in futuro emerga
qualche sorpresa. La presente canzone è, fino a prova contraria,
la prima attestazione dell'argomento "omosessualità" nella musica
alternativa di destra in Italia.
Forse la cosa che colpisce di più
sono i nemici additati da questo gruppo (che esiste dal 1994, non sono
insomma di primo pelo): raeliani, chiesa di Scientology, multilevel (immagino
si riferiscano alla multilevel governance, ma non ho capito bene
nemmeno io) e ovviamente anche i gay pride e gli immigrati. Ma i comunisti
e socialisti? Sono spariti dal loro orizzonte.
In diverse canzoni della musica
alternativa di destra degli anni Ottanta non si risparmiavano attacchi
ai "servi di Marx", o ai "rossi". Qui sono stati spodestati, non sono più
nemmeno argomento di contestazione, per gli Hobbit".
La mia spiegazione dell'anomalia è
duplice: da un lato in una sinistra che si elegge leader come Veltroni
è difficile individuare non dico un nemico, ma neppure un disturbo;
dall'altro vale sempre la celebre frase di August Bebel: "L'antisemitismo
è il socialismo degli imbecilli". La sinistra è sì
decaduta ma, signora mia, non ci sono più neppure i fascisti d'una
volta! Ci si deve accontentare...
2003 -
Lila, Elsa - "Valeria" - da - Elsa.
Questa
canzone è stata presentata a Sanremo 2003 da una cantante d'origine
albanese, naturalizzata italiana.
L'origine
"esotica" di Elsa traspare abbastanza, sia dalla pronuncia, sia da un paio
di punti in cui l'italiano del testo è un po' traballante
(ad esempio laddove si dice "prometto" volendo dire in realtà "lo
giuro": "prometto: anc-io vorei comprendere / questo mio mondo senza
réggole"). Ma di sicuro nel bilancio finale il coraggio di scegliere
un tema tanto "scomodo" compensa ampiamente due o tre difetti nel testo.
La canzone è il classico "motivetto
da Sanremo": melodico, con arrangiamento orchestrale, abbastanza semplice
e "predigerito" da poter piacere al primo ascolto, anche a scapito di un'inevitabile
debolezza di fronte all'ascolto ripetuto. In ogni caso, sgradevole non
è.
La cantante è brava, anche se nell'interpretazione
dal vivo presente su Youtube qualche "stecca" le scappa, ahinoi.
La parte notevole è comunque il
testo, che racconta di un'amicizia "inseparabile" fra due ragazze,
una delle quali, Valeria, improvvisamente si chiude su se stessa. C'è
un amore che la tormenta, e l'io narrante vorrebbe fare qualcosa per aiutarla.
Ma ecco la sorpresa: causa della sofferenza
di Valeria è proprio l'io narrante.
E poi, nuova sorpresa, la causa della
sofferenza di Valeria è un torto fattole dall'io narrante, una scappata
da "vizietto" con un non meglio precisato "lui":
"Valeria scusami, è solo un
errore: / da quella sera non so più che fare! /
Se è stato un gioco o forse
una bugia / che ti ha ferito, è solo colpa mia. / (...) /
Valeria scusami, è solo uno
sbaglio: / per lui ho distrutto tutto nel tuo orgoglio; /
potessi, giuro, non lo rifarei: / io
quella sera non cercavo lui. //
Valeria adesso basta di (sic) soffrire
/ per una storia che non può cambiare"...
E devo dire che la situazione raccontata nella
canzone, piuttosto insolita e nuova (in effetti sono pochi i casi di storie
con "lei che torna da lei dopo una caduta con lui": di
solito accade l'opposto e nelle canzonette l'eterosessualità trionfa),
riscatta in parte il carattere anonimo della musica di questa canzone.
E secondo me è stata la mediocrità della musica, più
che l'inesistente scabrosità del testo, il vero handicap
che ha fatto passare quasi inosservata questa canzone.
Che nonostante tutto, a mio parere merita
l'ascolto.
2003 -
Maxximo - "Tormento" [Ep].
Il testo di questa canzone non contiene
frasi o riferimenti che facciano pensare a una tematica omosessuale. L'io
narrante si limita infatti a specificare che "nel mio cuore c'è
solo tormento". L'interpretazione in chiave gay viene quindi solo dal
videoclip che fu prodotto per promuovere il brano, che presentava
un amore omosessuale all'interno d'una chiesa, e il cantante/io narrante
nelle vesti d'un sacerdote.
In questa presentazione il "tormento"
era chiaramente il conflitto interiore del prete, lacerato fra un amore
terreno per un ragazzo e i suoi doveri verso l'istituzione cattolica.
Il video ebbe
una serie di vicissitudini, fu bloccato
e ritirato, e infine è riapparso su Youtube con un nome e un
titolo diversi: adesso si chiama "Sognando" e il cantante si chiama "Maximo
De Marco", ma il testo e la musica sono invariati.
Non si può però dire lo
stesso delle immagini, dato che gli spezzoni gay sono stati rimpiazzati
da un primo piano del cantante che s'esibisce davanti a una foto della
navata della chiesa.
Allo stato attuale delle cose, quindi,
questa non può essere più considerata una canzone a tematica
gay, a meno di ascoltarla nella prima versione del
clip (che
ho recensito qui), e che però è quasi impossibile
procurarsi.
2003
- Mister Max, "Sotto i raggi del sole" - da - Chissà xché.
Canzonetta comica,
parzialmente in dialetto siciliano, parodia di "Abbronzatissima" di Edoardo
Vianello (1963).
Un bullo da spiaggia
fa avances esplicite a una bellissima donna, ma quando riesce a
portarla in un boschetto per avere un rapporto sessuale con lei, una serie
crescente di strani dettagli trova infine una "tragica" spiegazione:
"Le tocco i capelli
/ sono biondi un po' ramati... / son finti anche quelli, / tutti ossigenati.
//
E quando sono
vicino / alla parte più importante / mi trovo fra le mani / un attrezzo
grande grande.//
(Abbronzatissima)
/ io ti schifo e tu lo sia / 'sta supprésa cca truvai / non mi piace
e tu lo sai: /
sei maschio,
e allora ti saluto, bye bye".
Il testo è un
po' goliardico, ma una volta tanto non raggiunge il livello della vera
e propria volgarità gratuita, riuscendo persino a schivare l'omofobia.
Ascoltando la canzone
ridiamo infatti non tanto del travestito, quanto della dabbenaggine dell'io
narrante, incapace di notare la serie di segnali inequivocabili
che aveva sotto agli occhi: i peli "troppu longhi assai", il vocione
roco, i ruttoni che rilascia la bella "fanciulla"...
Tutto sommato, considerato
il fatto che il cantante non è neppure stonato, è un brano
che si lascia ascoltare.
2003 -
Olcese, Massimo e Adolfo Margiotta - "A papà" - Inedito. Dalla trasmissione
tv Il senso
della vita.
Non
mi risulta per ora che questo brano sia stato inciso o diffuso commercialmente,
però si trova su Youtube l'audio di un'esecuzione dal vivo, avvenuta
nel corso della trasmissione "Il
senso della vita" del 2005/2007. Questa non era però la
prima esecuzione, dato che in Rete restano tracce di una esecuzione
precedente del brano al "Maurizio Costanzo Show", in data 15/7/2003.
Secondo
la segnalazione fattamene dai curatori del canale Youtube "Le introvabili":
"si
tratta della descrizione in musica di un coming out al padre, anche
molto esplicito ("faremo l'amore la notte e il dì"), seguito dalla
confessione di un vizio che hanno entrambi i partner: "Ci droghiamo!".
Ma, assicurano, solo quello.
La
comicità della canzone gioca sulle reazioni scomposte dello zio
calabrese, che è affiliato alla 'ndrangheta, e che si preoccupa
esclusivamente dell'omosessualità. Il fatto che il nipote sia tossicodipendente
è per lui un dettaglio senza importanza
Il
pezzo risulta regolarmente depositato alla Siae col titolo "Ciao papà"
(testo di Olcese-Margiotta, musica di Margiotta), ma non ho reperito l'incisione.
La
musica ricorda quella di "Una ragazza in due" dei Giganti, che poi era
un cover di "Down came the rain" di Mister Murray".
(Commento
ancora da completare).
2003 -
Ottavo Padiglione - "Tutti gay" - da - Ultimafolliabastabestia.
Io
mi sono rotto di questa storia per cui, per scrivere canzoni "spiritose"
sul mondo gay, si afferma che essere gay equivale a vestirsi da donna e
a prostituirsi ai bordi della strada. Perché è esattamente
questo ciò che fa anche questa "spiritosa" canzone.
Qualcuno
mi spieghi perché omofobia e razzismo in Italia si
chiamino graziosamente "umorismo". Ideologicamente "Tutti gay" equivale
a una canzone sulle donne che dicesse che "donna eterosessuale" significa
zoccola che batte ai bordi della strade... per "scherzare". Ma siccome
sappiamo tutti che mentalità abbia chi strilla che "le donne
sono tutte puttane"; lo trattiamo per quello sfigato che è...
e che sono anche queste poveracce dell'Ottavo padiglione (che, spiegano,
sarebbe quello psichiatrico dell'ospedale di Livorno):
"Indefinibile
individuo sull'Aurelia alle 23. / (...) /
Tante
macchine nel buio di clienti tutti in fila / son nascosti ad aspettare
che? /
Un
camionista, un avvocato, un direttore delle scuole / si preparano sfogliando
le riviste pornografiche. /
"Io
che sono il direttore voglio fare io la donna. (...) //
Tutti
gay! / Tutti gay! / Direttore si vergogni anche lei!".
/ (...)
Chiariamo:
nessuno proibisce a un cantante d'affrontare il tema della prostituzione
travestita, che è legittimo quanto mille altri. Sabryna
Trash la racconta addirittura dall'interno, e nonostante sia volgarissima,
io trovo persino divertenti certe sue intemerate musicali.
Ma
qui il punto è che siamo di fronte a una pura e semplice diffamazione
a mezzo musica, con addirittura l'equivalenza finale tra prostituzione
di strada ed Arcigay ("per scherzare", certo!!!), e giudizi morali
sull'andazzo di "indefinibile individuo", "si vergogni" e
"frocio, devi andare a Rio".
"Ora
tutto il vicinato cambia strada quando passo io. / Un altro tipo giù
del bar mi ha detto: "Frocio devi andare a Rio"
/ (...) /
Tutti
gay, mondo gay, Arcigay!".
Occhéi,
come si vede qui siamo ai puri e semplici insulti.
E
mi spiace, ma insultare qualcuno non è fare umorismo, e non vuol
dire essere spiritosi, anzi.
Questo
brano è un puro e semplice incitamento al linciaggio.
Bocciato,
e senza appello.
2003 -
Porcus Christi - "San Giuseppe, una vita da sodomita" - da - Quando
il bue e l'asinello divorarono la Sacra Famiglia (musicassetta
autoprodotta).
Questa brevissima
"canzone" (appena 50 secondi, 18 dei quali di scorregge e suoni di, ehm,
"persona che sperimenta qualche difficoltà nell'espletazione delle
funzioni organiche") grindcore,
un testo di qualche parola lo avrebbe anche, ma viene ruttato in
modo tanto confuso, mentre le chitarre sovrastano il tutto col loro fracasso,
che non ne ho compreso una sola parola.
Ma considerato il
titolo del brano e il nome del complesso, ne sono solo lieto.
Giudizio sul complesso:
braccia rubate all'allevamento delle vongole, nel quale potrebbero ben
più utilmente rimestare nella melma.
2003 -
Russo, Giuni - Demo
de midi.
Raccolta
di brani inediti, scartati (o censurati!) dai precedenti Lp della Russo
e infine collezionati qui. Vi appaiono allusioni al nostro tema nelle canzoni:
-
02 - "La
donna è mobile".
Brano
del 1991/92, qui presentato in un'incisione, probabilmente "demo", non
perfettamente rifinita (la voce in alcuni punti è troppo vicina
al microfono).
Riflessione sui ruoli sessuali e le mode,
non direttamente allusiva al tema gay, ma comunque rilevante:
"È più femminino il tatuaggio
o l'orecchino? / (...) / Ed è più maschile la borsetta od
il fucile? / (...) /
Sei tanto vanitosa che dormendo resti
in posa: / la donna è mobile, sì, ma l'uomo è debole,
sì! / (...) /
Bello, prendere un uomo dal suo lato
femminile, / e trovare in una donna la sua curva più virile!".
-
10 - "La
sposa".
Già
apparso nel 1994 in - Se
fossi più simpatica sarei meno antipatica.
-
12 - "Diva
divina".
Questo
testo si riferisce espressamente a una diva del cinematografo, tanto da
essere stata la sigla di una trasmissione tv di cinema. Tuttavia, come
è noto anche al di fuori del mondo gay, il termine "divina" in gergo
gay definisce una travestita o una drag, specie se sussiegosa o
con pretese di raffinatezza: si veda per esempio la canzone di Ivan Cattaneo,
del 1977, significativamente
intitolata "Divina (travestitostory)".
Con
questa premessa in mente, acquisiscono un significato differente versi
come:
"Corpo,
sono stata, / e volto, da stringere tra le dita. /
Mille
ragazzi al buio / mi hanno identificata / coi loro inguini solitari".
-
13 - "Amore
speciale".
Questa
canzone offre un ottimo esempio di scrittura "in codice", per mezzo di
allusioni e indovinelli, che fu tanto di moda negli anni precedenti il
pieno "sdoganamento" della tematica lgbt (il brano fu scritto nel 1984
per l'Lp: Mediterranea). Specie da parte di cantanti che, come la
Russo, non volevano "esporsi" troppo su questo argomento, pur volendo l'appoggio
del pubblico omosessuale.
In
questa canzone le allusioni sono particolarmente trasparenti, e ipotizzo
che ciò possa avere contribuito a bloccare la pubblicazione. È
infatti palese che il "noi" di cui parla la canzone sono gli omosessuali,
o per meglio dire quella parte del mondo omosessuale un po' stereotipata
che può affermare:
"Amiamo
Greta, Brigitte Bardot / ci rispecchiamo in Marilyn Monroe: / nella penombra,
sguardi ammiccanti, / e sulle labbra, sorrisi provocanti".
E se proprio
s'insiste ad essere poco convinti dalle letture "fra le righe", ecco allora
un indovinello: chissà chi potranno mai essere le persone che parlando
del loro amore possono affermare:
"Noi
siamo belli, giovani e amanti / portiamo avanti la legge dell'amore. /
Di
quell'amore che (sic!) tanto si ha da dire, / di quell'amore che
non sai frenare: / di quell'amore... speciale".
E ditemi
voi se in questo contesto la parola "speciale" non sia equivalente
a "diverso", un eufemismo ben noto per definire... be', voi-sapete-chi...
2003 -
Salemi, Silvia - "Guido di notte" - da - Gioco
del duende.
La canzone, che si basa su una musica
semplice e melodica, è il racconto dei pensieri dell'io narrante
che "guida di notte" mentre sta lasciando la persona amata, che - dichiara
- non dimenticherà mai. Ma che è stato giusto aver lasciato.
Al primo ascolto, la canzone sembra avere
un innegabile carattere lesbico, dato che nel ritornello si sentono con
chiarezza le frasi:
"Tu non sei l'unica donna del mondo,
/ tu non sei l'unica storia che voglio, io".
Il trucco sta però nelle due frasi
precedenti, che rivelano che questa è una frase riportata,
cioè che era stata detta all'io narrante e non da
lei:
"Faccio pace con me quando guido di
notte / certe frasi così non le avevi mai dette, / non potrò
dimenticarle mai, mai e mai: / "Tu non sei l'unica donna del mondo..."
eccetera.
Dunque, che la cantante possa avere giocato
un piccolo tiro a chi ascolta la canzone è vero, ma che questa sia
una canzone a carattere omosessuale, no. È pur sempre possibile
che la persona che ha respinto tanto brutalmente l'io narrante sia una
donna, per carità, però nessun indizio permette di
affermarlo...
2003 - Self service feat. Vladimir Luxuria
- "Selfish" - da - Selfish
(Ep). Della canzone esiste anche un remix di D.
Lewis, Emanuele Inglese & Dj Emix nell'Ep Belladonna, del 2005.
L'Ep contiene tre diversi remix del brano,
in salsa dance.
Il testo è in inglese, con una
pronuncia "broccolina" che rende piuttosto ameno l'ascolto.
Il ritornello ripete che l'io narrante
è "egoista al self service" (selfish in the self-servce),
qualunque cosa ciò voglia dire.
In conclusione appare un dialogo fra una
voce maschile che proclama che il cassiere è super-eccitante, dichiarando
di voler essere l'uomo dei suoi sogni, e una femminile che promette che
sarà invece la donna dei suoi incubi.
Tutto qui.
2003 - Trash, Sabryna - "Bomba secsy" - (Singolo).
Poi nel 2006 in: Confessioni in un cesso pubblico. (Autoprodotto,
scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
Parodia
di "American
Life" di Madonna (2003).
Credo che nessuno si stupirà se
dirò che anche questa canzone di Sabryna Trash è di una volgarità
rara, tant'è che ne sconsiglio vivamente l'ascolto a chiunque
ci tenga a un minimo di decenza nel linguaggio.
Eppure, porca miseria, una volta di più
Miss Trash riesce ad azzeccare una battuta dietro l'altra, con trovate
che strappano la risata per la loro stralunata assurdità
("Pago in natura al casellante: / buche rotte, ne vede tante!";
"Salgo in Paradiso / tutta schizzata in viso, / e Dio mi guarda indeciso:
/ non sa se ho pianto, o riso").
Questa "canzone" è un lungo peana
in cui Sabryna si vanta della passione che nutre per l'esercizio della
professione più antica del mondo, con autentica avidità per
ciò che i clienti hanno da darle.
I tecnici qui han fatto miracoli in postproduzione,
limando le stecche e le atrocità vocali fino a un livello di quasi
sopportabilità canora del brano. Sul quale si sono poi sbizzarriti
in una serie di remix, dei quali è inutile sottolineare che
la musica occidentale non aveva certo un impellente bisogno. Eppure negli
anni a venire molti dei "capolavori" di Sabryna sarebbero ormai stati donati
al mondo in più versioni remixate, comprese a volte - come qui -
versioni "a cappella" che sono puro sadismo sonoro. (Sabryna Trash canta
come un gatto infilato in una centrifuga, e senza una base musicale che
copra un po' la sua voce, ascoltarla è semplicemente una tortura).
Viceversa, la versione remixata dai GembBoy
in questo singolo è insolitamente gradevole, decisamente al di sopra
della qualità media trashesca, direi addirittura al livello di una
produzione discografica commerciale. Ascoltare per credere.
Quanto al "messaggio" del testo, eccone
un campione, scelto nella parte meno simile a una canzone da bordello
(e quindi immaginate voi il resto):
"Lo prendo in .... tutto l'anno / perché
le donne non la danno: / cosa perdono, non sanno! /
Me ne vado anche in trincea. /
(...) / Lubrificata e bombardata, / a terra stravaccata / non sono disarmata:
/ in c.. ho una granata!//
Son a gambe all'aria tutta la notte,
/ mi riempiono di botte / c'è un soldato che mi f.... / dentro quelle
grotte. / (...) /
Sodomizzata giorno e notte / ho le
chiappe cotte, le tonsille rotte, / silurata fino alla morte: / questa
è la mia sorte!".
Che però, assicura poco dopo la protagonista,
è la sorte più invidiabile che ci sia. E se lo dice lei...
2003 - Trash, Sabryna - "W
il sesso!". (Autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
Parodia di "Aserejé"
delle Ketchup, canzoncina da spiaggia che
fece furore nel 2002.
Stranamente l'autodefinita "diva dall'ugola
incrostata" in questa incisione riesce a cantare a ritmo, e perfino ragionevolmente
a tono. Si vede che questa incisione le è venuta male: del resto
non tutte le ciambelle riescono senza il buco...
Il testo è molto volgare e molto
sessualmente esplicito, quindi preferisco evitare di citarlo (lo si trova
comunque sul sito della diva). Non è semplicemente goliardico, è
proprio osceno! (Vale a dire perfettamente in linea con i canoni
estetici di Ms Trash).
Sabryna elenca i pregi dei suoi clienti
(per chi si fosse sintonizzato solo ora, di professione la cantante batte
i marciapiedi, travestita), dividendoli per categoria: "Tutti i
muratori sono boni e abbronzati / e fra le gambe hanno"... eccetera
eccetera. E poi vai con carpentieri, dottori, macellai, meccanici, bagnini,
dentisti, pompieri, grossisti (che "lo danno a peso netto") e gli
immancabili camionisti ("tutti boni, eccitanti e depravati / dentro
i cessi sembra che ci siano nati")...
Segue una descrizione piuttosto "grafica"
del tipo di attività intercorrente fra le signorine del tipo di
Sabryna Trash e i suddetti clienti: c'è chi... e chi... eccetera.
Il tutto condito dal ritornello: "c'è
chi lo fa / lo dà / ma va' / non è una novità"...
per arrivare alla conclusione: "Tutti a far sesso!".
Come al solito vale la regola del: o vi
piace, o vi fa schifo, senza possibili vie di mezzo. Su quel che produce
Sabryna Trash non c'è proprio niente da discutere, visto che le
sue canzoni sono pensate espressamente per suscitare reazioni di tipo viscerale.
Io l'ho trovata divertente, ma per l'appunto
il mio è un giudizio di pancia e non di testa: se chi mi sta leggendo
troverà infame e ignobile questo brano, non me ne avrò a
male, perché effettivamente lo è.
(Però l'ho trovato divertente lo
stesso...).
2003 -
Zero, Renato - Cattura.
L'uscita
di questo Cd fu accompagnata da un patetico teatrino che propose un'altra,
ennesima, puntata del tormentone "Lo sarò o non lo sarò?
Mi dichiaro o non mi dichiaro?", grazie a un'intervista
a Gino Castaldo per "Repubblica" (4 novembre 2003) prima concessa,
e poi smentita.
Eppure
la questione dell'orientamento sessuale di Zero è una non-notizia
di cui non frega niente a nessuno e che ormai riguarda solo questo cantante
ex "trazgrezzivo" (e che nel 2006 si sarebbe spinto fino a dichiarare:
"Un tempo cantavo per un manipolo di disadattati e parlavo di
depressione, disagio, paura di vivere, emarginazione. (...) Quello
è un guardaroba storico, che forse sarà un giorno frutto
di studi sociologici, chissà..."). Oggi invece preferisce intrattenere
il papa (e buon pro gli faccia!).
Il
vero problema con questo cantante non
sono certo le sue tendenze (non credo sia rimasto nessuno che lo sogni
come oggetto erotico...) bensì le dichiarazioni omofobiche, e queste
invece sì che riguardano tutti, e qui magari un attimino c'incazziamo
pure.
(Sul
tema dell'omofobia di Renato Zero rimando alla spietata ma esaustiva analisi
prodotta da Pasquale Quaranta, che include: Zero
gay? Il manager smentisce, da "Gay.it", 15 dicembre 2005; un'intervista
ad "alzo zero" con Fabio Canino, Renato,
scandaloso ipocrita!, da "Gay.it", 19 dicembre 2005, e persino
un'analisi delle giustificazioni che sul tema ha cercato di arrabattare
il figlio adottivo: Omofobia
Zero: parla il figlio, Gay.it, 30 dicembre 2005).
E si
noti che noi c'incazziamo non tanto con Zero (libero d'essere felicemente
omofobo), quanto con i suoi fans "froci e lelle", che come i soldati giapponesi
nella giunga insistono a sostenere che senza er "Renato" loro, la canzonetta
italiana "nun c'avrebbe avuto nissuno che cce portava avanti er discorzo
nostro!". Be': e meno male, allora: visti i danni che combina
il buon Zero ogni volta che apre bocca sui temi lgbt, se
stesse zitto sarebbe solo un guadagno.
"Gli
omosessuali sono un po' come i bambini Down: sono diversi, hanno il loro
mondo, sensibilità acutissime", ha detto er divo,
tanto per fare un esempio, nel 2005. Ed ha peggiorato la frittata specificando
che per lui il paragone era una cosa positiva.
Il
problema qui è insomma sapere se Renato Zero sia o no omofobo
(fatti nostri), e non certo sapere se sia o non sia gay (fatti suoi).
Ciononostante,
il mercato è mercato, quindi er guru all'amatriciana zitto
non riesce proprio a stare (non a caso le ondate di polemiche sulle
sue tendenze sessuali esplodono immancabilmente in coincidenza con l'uscita
d'un suo disco, e vengono regolarmente innescate proprio da lui:
e allora baaaaasta con 'sta pippa!!!).
Pertanto
al suo florilegio di canzoni allusive, ammiccanti, ambigue, interpretabili
in senso gay, che dicono-e-non-dicono, che alludono-e-smentiscono, che
"mi si nota di più se ammetto o se nego?", che qui e lì,
che tric e trac, che... vanno purtroppo aggiunti, da questo Cd, anche i
seguenti titoli:
-
07 - "Naturalmente
strano".
Se Zero si limitasse
a cantare e la piantasse di fare il guru all'amatriciana, la sua immagine
pubblica ci guadagnerebbe. Perché finché canta ci azzecca
anche. Questa canzone, per esempio, musicalmente non è affatto male:
oltre tutto è arrangiata divinamente, con cura maniacale, cosa che
di sicuro non guasta.
Viceversa il testo
non è nulla d'esplicito, limitandosi ad esaltare l'inguaribile anticonformismo
dell'io narrante (che poi sarebbe la stessa persona che fa i concerti per
il papa: alla faccia dell'anticonformismo de noantri!):
"Privo di un'etichetta
/ infilo il naso dove mi va. / Brucio la vita, eppure non ho fretta; /
rifiuto l'uniforme / gli inviti della pubblicità (sic!!!!).
/
Pranzo coi neri,
ceno coi rossi, / mi fidanzo con chi mi va... /
Io sono strano,
/ forse per questo più umano eh già; / io sono strano: /
se vuoi vedere che effetto fa / sali sul treno..."
-
08 - "Figlio".
Espressione di desiderio di paternità:
"Figlio delle mie stagioni travagliate
/ figlio mio / fiore profumato germogliato al sole / dell'oblio. /
Con che puntualità sei qui,
/ come un miracolo sei qui, / così ti accoglierò così
/ il figlio / che voglio..."
La canzone esprime la realtà, dato
che il cantante ha
effettivamente adottato, nella vita reale, una sua bodyguard trentenne,
da dodici anni al suo fianco e da cinque suo convivente, suscitanto
peraltro la
protesta di Alessandro Cecchi Paone.
Normalmente sarei contrario a invadere
la privacy di Fiacchini (se ci avete fatto caso, in queste mie note io
parlo sempre di quel che i cantanti cantano sul palcoscenico, o dicono
ai giornalisti, e non di quello che fanno nella vita privata -- fatti loro),
quindi non avrei aggiunto questa annotazione se il giovanotto non avesse
poi partecipato all'"Isola dei famosi", esibendosi come "figliodirenatozero"
di fronte a milioni di spettatori. Con
tanto di maglietta con la foto del padre addosso.
Una nota ancora: Cecchi Paone (che di
leggi e diritti gay non ha mai capito un emerito nulla) sbaglia a lamentarsi
del fatto che l'adozione ai single (e quindi alle coppie gay) è
negata, mentre a Renato Zero no: l'adozione d'un maggiorenne esiste
fin dai tempi dell'antica Roma, ed è pensata per dare un erede a
chi non lo ha (l'imperatore Augusto era figlio adottivo di Giulio Cesare,
per esempio). Dunque Renato Fiacchini non ha goduto di alcun privilegio.
L'adozione di cui parla Cecchi Paone è quella cosiddetta "speciale",
ed è pensata per dare genitori a un bambino minorenne che ne è
privo, e non è la stessa cosa.
-
09 - "L'altra
sponda".
Questa è la canzone che fu usata
mediaticamente per spacciare per qualche giorno la notizia che Zero aveva,
infine, fatto coming out grazie a questo testo.
Gli
chiese il giornalista:
"C'è una canzone, "L'altra sponda",
dedicata agli omosessuali. Perché proprio oggi?".
E Zero rispose:
"Molto tempo fa per
gli omosessuali c'era il confino. Ma è vero che ci siamo
mascherati per troppi secoli, è il momento di tirare fuori la nostra
identità, anche a costo di mettere in discussione rapporti e amicizie.
Il mondo deve sapere che gli emarginati non sono solo quelli che si vedono
ai bordi delle strade, può essere anche un direttore di banca, può
essere una persona di talento, anche un genitore".
Una volta ottenuto il clamore mediatico e
quindi la pubblicità al Cd, arrivò l'ormai abituale smentita,
da parte del manager, che accusò i giornali d'aver distorto le pure
e innocenti parole di Zero:
"So che tutti voi conoscete bene la
canzone "L'altra sponda": bene, dire che in quel pezzo Renato fa 'outing'
[l'ignorantone intendeva dire coming
out, e questo dimostra a che livello fosse sulla questione
gay il manager di Renato Zero in persona!, NdR] dimostra che chi scrive
è minimo male informato o, più realisticamente, in malafede.
(...)
Adesso vi dico come stanno le cose:
io, quando Renato faceva l’intervista, ero con lui e posso garantirvi che
i pensieri espressi erano ben più profondi e molto diversi da come
poi 'sinteticamente' riportati".
"Ben più profondi"? Ma che vuol
dire? Che fare coming out denota superficialità? Palesemente
qui si sta parlando senza neppure badare al senso di quel che viene detto:
l'importante è negare.
Oltre tutto, a leggere il testo, la canzone
è l'esatto opposto di quel che era stato capito: è
un furioso attacco al mondo omosessuale (e già l'utilizzo
di un'espressione tipica degli anni Cinquanta, quale "altra sponda",
per definirlo, denota l'orizzonte "culturale" di Renato Zero):
"L'altra sponda / non passarci mai.
/ Stanne fuori / fidati di noi!!
Una landa / dove tutto irreale è.
/ Non c'è luce, non c'è pace; / affonda / ogni dignità.
/
L'altra sponda / uomini a metà,
e Dio... che fa? / Trappole e serpenti: / da qui non si esce più.
/
Pensieri delinquenti, / errori
di una gioventù..".
Ma avete visto che razza di insulti elenca
Zero? Ma come si permette? Questa non è presunta velataggine, questa
è omofobia pura e semplice.
E questa secondo i giornalisti
avrebbe dovuto essere la canzone di coming out? Ma perché
non cambiano mestiere? Qui Zero sta dicendo che bisogna stare alla larga
dal mondo gay, che è popolato da "mezzi-uomini", serpenti, delinquenti;
è un mondo privo di luce e dimenticato da Dio!
E nei versi che non ho citato ci sono
ulteriori insulti ed attacchi (del tipo: "L'altra sponda: / una macchia
che non va via").
Ma quale ambiguità! Zero ha le
idee chiarissime, ed è un omofobo dichiarato e rabbioso!
Il prossimo "sorcino" che si azzarda
ancora a difendere costui, lo azzanno! Promesso!
-
11 - "Vizi
e desideri".
L'io
narrante chiude bottega e dichiara che non intende più usare il
letto per attività diverse dal dormire, né per donne né
per uomini.
"Il
terminal chiude: / né valigie né lacrime / niente promesse
ormai: / lui o lei, / soltanto inutili guai".
Fuori
dai miei vizi dai miei desideri / tutti via".
Considerata
la non smagliante forma fisica del nostro, del resto, l'assedio di cui
parla il brano non dev'essere particolarmente affollato.
<---
2002
- vai al - 2004
--->
Inedito.
Quest'opera è
pubblicata sotto una Licenza
Creative Commons "Attribuzione
- Non opere derivate 2.5" Italia.
La
ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto
i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è
concesso esclusivamente
previo accordo con l'autore: scrivere
per accordi.
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice delle canzonette gay]
[Mandami
correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]