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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2003
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
  
  

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2011
Ignoto 
Aggiunte

2003

2003 - Alice - "Cosa succederà alla ragazza" - da - Viaggio in Italia.
Ripresa della canzone di Lucio Battisti, del 1993.


2003 - Bernstrup, Tobias - "Venti sette" [single].
Questo brano è un capolavoro. Punto.
Al primo ascolto credevo che la data di pubblicazione del 2003 fosse quella d'una ristampa, visto che la musica e l'arrangiamento mi ricordavano la roba che andava di moda in discoteca quand'ero ragazzo. E invece no: la data è giusta ma, come spiega ottimamente la recensione che "Orrore a 33 giri" dedica a questo pezzo, siamo di fronte a un deliberato omaggio alla cosiddetta "Italo disco" degli anni Ottanta (come rivela smaccatamente anche la copertina), da parte d'un cantante svedese. Che ha ribaltato i canoni: mentre allora tutti si fingevano stranieri sfoggiando impossibili pronunce anglobergamasche, o siculiesi, o semplicemente ciociare e basta, ora è lo straniero a cantare in italiano.
Rubo il commento ad "Orrore a 33 giri": Va aggiunto che il cantante è in realtà un artista concettuale, e che il disco è stato prodotto (in vinile (!), e in soli cento esemplari) come "falso d'autore": in altre parole era principalmente l'oggetto-disco, più che la canzone incisa su di esso, a costituire l'opera d'arte offerta al mercato (il che non toglie che Bernstrup esegua comunque il brano nei suoi concerti).

Tutto quanto detto fin qui nulla toglie al fatto la canzone è un delirio assolutamente esilarante. Sfruttando l'odierna libertà di parola, che negli anni Ottanta si sarebbe solo potuto sognare nelle tamarrissime discoteche italiche, Bernstrup racconta in termini estremamente espliciti gli effetti del picco ormonale provocatogli da un ragazzone di provincia ventisettenne (incidentalmente, il titolo tradotto correttamente in italiano avrebbe dovuto essere o "27 anni" o "27nne": in inglese "si è 27", ma in italiano o "si hanno 27 anni" o "si è ventisettenne").
Il quale ragazzone viene invitato ad abusare di lui, magari - già che c'è - in compagnia d'altri ragazzi:

L'ha resa, l'idea?
Ebbene: un testo esilarante di questo tipo, che potrebbe essere proclamato "l'inno mondiale della sfranta", merita senz'altro un premio per il suo spirito camp.

Che l'artista abbia voluto intenzionalmente esagerare, è palese. Che il risultato della sua esagerazione sia esilarante, lo è altrettanto.
Ascoltate quindi questo "inno", e ditemi se non diverte anche voi.


2003 - Biancomat [già Articolo 3ntino; già Roldeg Stones] - "Recion" - da - Biancomat, in kaneva.
Dopo aver parlato di Bernstrup e della sua divertente provocazione, passare ai Biancomat è come precipitare dalle stelle alle stalle.
Da una provocazione concettuale che si destreggia fra stili, epoche e nazioni diverse, a una goliardata omofobica ripiegata nei confini asfissianti e intolleranti della "provincia", intesa nel senso gretto, ottuso e razzista, cioè il terreno che ha prodotto la Lega in tutte le sue varianti (incluse quelle del Sud!) e l'oscurantismo culturale in cui sta oggi soffocando l'Italia.
E non mi riferisco, sia chiaro subito a scanso di equivoci, al fatto che costoro cantino in dialetto trentino: mi riferisco al fatto che non è possibile che nel 2003 qualcuno scriva una canzone di pura e semplice minaccia fisica ("Te stampo sul faciòn le man") nei confronti di un "reciòn" che ha il solo torto di guardare un tamarro eterosessuale, o presunto tale. Il messaggio è che se non vuole subire atti di violenza fisica, il "recchione" deve "stare al suo posto", ossia "attaccato ai muri"... proprio come i negri, secondo gli appartenenti al Ku-Klux-Klan: Se questa è la cultura che ha da offrire la troppo sopravvalutata provincia, non posso che dedicare ai Biancomat "Trento is much better than Los Angeles" di Aggettivo Sette / Mortecattiva. Un freestyle che spiega le radici "culturali" di questo brano, più di mille trattati di sociologia.


2003 - Canzian, Adriano - "Macho boy" [Ep]. Poi nel Cd - Pornography (2005).
Adriano Canzian, dj italiano traslocato nel Regno Unito, esordisce con questo singolo con una musica house dai ritmi ultraossessivi, e testi che affrontano in modo diretto la sessualità, e specificamente l'omosessualità.
Questo brano nasce da un'intervista che Canzian ha realizzato a un amico che parla delle sue preferenze: ne sono state estratte varie frasi, che sono state montate su una base elettronica ossessiva, appunto. Le frasi (parlate, non cantate) dicono cose come:
"I like men, most" ("Mi piacciono soprattutto gli uomini"),  "After all, gays are human, maybe" ("Dopo tutto, i gay sono umani, forse"), "My favourite kind of men are Spanish, Saudi Arabian, Turkish, Mediterranean, maybe" ("Gli uomini che preferisco sono gli spagnoli, sauditi, turchi, mediterranei, forse"), "I like black eyes, and big dicks, oops!" ("Mi piacciono gli occhi neri e i c... grossi, oops!"), "I'm not a whore, I'm a bitch: it's different" ("Non sono una troia, sono una cagna: è diverso"), "I don't identify by my sexuality, I only identify by myself" ("Non mi identifico con la mia sessualità, m'identifico solo con me stesso"; frase che nel suo narcisismo cosmico rivela che chi parla può essere solo un italiano!), "People just want to have sex with me, and then, fuck off! Who's the next?" ("La gente vuole solo far sesso con me, e poi, 'fanculo! Chi è il prossimo?"). E così via.
Non essendoci online il testo di questo brano non provo il desiderio particolare d'impazzire per cercare di capirlo per intero, specie perché sono frasi slegate fra loro e perché è parzialmente distorto dagli effetti elettronici, tuttavia un'idea sul contenuto credo di averla data.

Su Youtube c'è una bella intervista, in italiano, a Canzian, che spiega com'è nato questo single (e il Cd in cui è stato poi raccolto, Pornography) e perché. Dicendo, oltre tutto, anche cose intelligenti.
Di questo brano esiste un videoclip girato da Paolo Cassina nel 2004 (nel quale le parole sono molto più facilmente intelligibili).


2003 - Egokid - "Hetero retro, homo superior" - da - The egotrip of the Egokid.
(Commento ancora da scrivere).


2003 - Elio e le storie tese - Cicciput.
In occasione dell'uscita di questo Cd, Roberto Cangioli intervistò il complesso sull'omosessualità nelle loro canzoni: l'intervista - prevedibilmente delirante - si può leggere qui.
Quanto al presente Cd si vedano le canzoni:
2003 - Ferro, Tiziano - 111.
Contrariamente alla leggenda d'un Tiziano Ferro che, poverino, fino al 2010 "non sapeva ancora di essere gay" e che solo dopo un lungo travaglio interiore eccetera eccetera ha capito eccetera, fin dall'inizio questo cantante ha saputo benissimo quel che era e chi gli piaceva (la Rete, implacabile, ha rintracciato un annuncio di ricerca di fumetti gay da parte di un Tiziano tredicenne...), ed ha provato sempre un enorme prurito di fare coming out, scontrandosi però contro il muro d'una casa discografica che cocciutamente non glielo permetteva. (Lo stallo prolungatosi per anni, con perfino un tentativo abortito di confessarsi su "Vanity fair" già anni fa, m'induce a pensare che dovesse esserci addirittura una clausola contrattuale per proibirlo espressamente, altrimenti non si spiega come mai un personaggio tanto di successo, e quindi con un potere contrattuale così alto, non abbia potuto fare per esattamente dieci anni - cifra tonda! - una mossa tanto semplice. Scusate se sono malizioso, ma uno tiene la bocca cucita per dieci anni tondi, allo scadere dei quali, infine... "Ops! Scusate, ho scoperto tutto d'un tratto che ero gay! Anzi, in attesa che scadessero i dieci anni d'embargo, ci ho anche scritto su un diario che casualmente avrei pubblicato").

Già in questo album abbondano le allusioni all'omosessualità, cifrate e in codice, che arrivano fino alla vera e propria dichiarazione contenuta in "In bagno in aeroporto" (chi mai incappa in "lui che bacia te" entrando, senza badarci, nel bagno... delle donne? Tutti i gay d'Italia han capito che la situazione ha senso unicamente se l'io narrante entra senza badarci nel bagni degli uomini, dove ad apertura di porta fatta sovrappensiero incappa, oplà!, in lui che bacia lui!).
Questa traccia di sassolini era già stata seguita e decifrata, ben prima del coming out ufficiale, da Fabrizio Picciolo, nell'articolo Versi xversi ("Pride", marzo 2005).
Dopo il coming out, Andrea Bordoni ha esteso quest'analisi anche alla produzione successiva al 2005, pubblicando nel suo blog, significativamente intitolato "Voglio sposare Tiziano Ferro", una disanima ironica ma puntuale intitolata: "L'amavo e l'amo ancora".
Diciamo insomma che il coming out di Ferro ha stupito solo chi voleva essere stupito, specie perché "Radio Checca" ha antenne anche a Londra, dove il Tiziano nazionale veniva avvistato di quando in quando in locali per "orsi", dei quali la vox populi lo dichiarava "cacciatore" (e beati loro!).

In dettaglio, questo Cd contiene "messaggi" più o meno in codice in:


2003 - Franchino - "Maybe (trans mix)" [single].
Musica house maniaco-ossessiva della peggior specie, di quella fabbricata con sei note in tutto e con lo stesso ritmo ripetuti dall'inizio alla fine senza mai cambiare.
Su questa base Franchino butta lì a casaccio e senza alcuna motivazione una serie di nomi di celebrità (da George Michael a Gorbaciov) aggiungendo dopo ogni nome "is transsexual" ("è transessuale").
Nient'altro che questo...


2003 - Gli inquilini - "Classe 03 - [Antirapper pt. 2]" - da - Bentornati nel paese dei mostri.
Rivomitata d'insulti sulla scia della moda del dissing (scambi reciproci d'ingiurie fra rappers), che nel prendere di mira gli "antirapper" non può astenersi dall'accusarli di scrivere "musiche per checche" e di essere "frocioni" e "recchioni". Omofobia scontata, testi chilometrici scritti in un gergo angloromanesco intelligibile solo a chi è fanatico del rap... E trovano pure gente che pubblica loro i Cd. Boh, l'Italia è uno strano paese...


2003 - Hobbit - Perché - da - ''Per la contea!''.
È una consolazione il fatto di constatare che gli schitarratori di destra riescono ad essere stonati e inascoltabili quanto quelli di sinistra. Vuol dire che (un po' di giustizia c'è, a questo mondo!) non tutte le croci sono state date dalla sorte a noi di sinistra: qualcuna tocca anche ai nostri nemici...
Questa canzone razzista mena colpi in tutte le direzioni, prendendosela prevedibilmente anche con i gay: e con i transessuali: La persona che mi ha segnalato il pezzo (del canale Youtube "Le introvabili"), mi ha aggiunto alcune considerazioni: La mia spiegazione dell'anomalia è duplice: da un lato in una sinistra che si elegge leader come Veltroni è difficile individuare non dico un nemico, ma neppure un disturbo; dall'altro vale sempre la celebre frase di August Bebel: "L'antisemitismo è il socialismo degli imbecilli". La sinistra è sì decaduta ma, signora mia, non ci sono più neppure i fascisti d'una volta! Ci si deve accontentare...
 

2003 - Lila, Elsa - "Valeria" - da - Elsa.
Questa canzone è stata presentata a Sanremo 2003 da una cantante d'origine albanese, naturalizzata italiana.
L'origine "esotica" di Elsa traspare abbastanza, sia dalla pronuncia, sia da un paio di punti in cui l'italiano del testo è un po' traballante (ad esempio laddove si dice "prometto" volendo dire in realtà "lo giuro": "prometto: anc-io vorei comprendere / questo mio mondo senza réggole"). Ma di sicuro nel bilancio finale il coraggio di scegliere un tema tanto "scomodo" compensa ampiamente due o tre difetti nel testo.

La canzone è il classico "motivetto da Sanremo": melodico, con arrangiamento orchestrale, abbastanza semplice e "predigerito" da poter piacere al primo ascolto, anche a scapito di un'inevitabile debolezza di fronte all'ascolto ripetuto. In ogni caso, sgradevole non è.
La cantante è brava, anche se nell'interpretazione dal vivo presente su Youtube qualche "stecca" le scappa, ahinoi.
La parte notevole è comunque il testo, che racconta di un'amicizia "inseparabile" fra due ragazze, una delle quali, Valeria, improvvisamente si chiude su se stessa. C'è un amore che la tormenta, e l'io narrante vorrebbe fare qualcosa per aiutarla.
Ma ecco la sorpresa: causa della sofferenza di Valeria è proprio l'io narrante.
E poi, nuova sorpresa, la causa della sofferenza di Valeria è un torto fattole dall'io narrante, una scappata da "vizietto" con un non meglio precisato "lui":

E devo dire che la situazione raccontata nella canzone, piuttosto insolita e nuova (in effetti sono pochi i casi di storie con "lei che torna da lei dopo una caduta con lui": di solito accade l'opposto e nelle canzonette l'eterosessualità trionfa), riscatta in parte il carattere anonimo della musica di questa canzone. E secondo me è stata la mediocrità della musica, più che l'inesistente scabrosità del testo, il vero handicap che ha fatto passare quasi inosservata questa canzone.
Che nonostante tutto, a mio parere merita l'ascolto.


2003 - Maxximo - "Tormento" [Ep].
Il testo di questa canzone non contiene frasi o riferimenti che facciano pensare a una tematica omosessuale. L'io narrante si limita infatti a specificare che "nel mio cuore c'è solo tormento". L'interpretazione in chiave gay viene quindi solo dal videoclip che fu prodotto per promuovere il brano, che presentava un amore omosessuale all'interno d'una chiesa, e il cantante/io narrante nelle vesti d'un sacerdote.
In questa presentazione il "tormento" era chiaramente il conflitto interiore del prete, lacerato fra un amore terreno per un ragazzo e i suoi doveri verso l'istituzione cattolica.

Il video ebbe una serie di vicissitudini, fu bloccato e ritirato, e infine è riapparso su Youtube con un nome e un titolo diversi: adesso si chiama "Sognando" e il cantante si chiama "Maximo De Marco", ma il testo e la musica sono invariati.
Non si può però dire lo stesso delle immagini, dato che gli spezzoni gay sono stati rimpiazzati da un primo piano del cantante che s'esibisce davanti a una foto della navata della chiesa.
Allo stato attuale delle cose, quindi, questa non può essere più considerata una canzone a tematica gay, a meno di ascoltarla nella prima versione del clip (che ho recensito qui), e che però è quasi impossibile procurarsi.



2003 - Mister Max, "Sotto i raggi del sole" - da - Chissà xché.
Canzonetta comica, parzialmente in dialetto siciliano, parodia di "Abbronzatissima" di Edoardo Vianello (1963).
Un bullo da spiaggia fa avances esplicite a una bellissima donna, ma quando riesce a portarla in un boschetto per avere un rapporto sessuale con lei, una serie crescente di strani dettagli trova infine una "tragica" spiegazione: Il testo è un po' goliardico, ma una volta tanto non raggiunge il livello della vera e propria volgarità gratuita, riuscendo persino a schivare l'omofobia.
Ascoltando la canzone ridiamo infatti non tanto del travestito, quanto della dabbenaggine dell'io narrante, incapace di notare la serie di segnali inequivocabili che aveva sotto agli occhi: i peli "troppu longhi assai", il vocione roco, i ruttoni che rilascia la bella "fanciulla"...
Tutto sommato, considerato il fatto che il cantante non è neppure stonato, è un brano che si lascia ascoltare.


2003 - Olcese, Massimo e Adolfo Margiotta - "A papà" - Inedito. Dalla trasmissione tv Il senso della vita.
Non mi risulta per ora che questo brano sia stato inciso o diffuso commercialmente, però si trova su Youtube l'audio di un'esecuzione dal vivo, avvenuta nel corso della trasmissione "Il senso della vita" del 2005/2007. Questa non era però la prima esecuzione, dato che in Rete restano tracce di una esecuzione precedente del brano al "Maurizio Costanzo Show", in data 15/7/2003.
Secondo la segnalazione fattamene dai curatori del canale Youtube "Le introvabili": (Commento ancora da completare).


2003 - Ottavo Padiglione - "Tutti gay" - da - Ultimafolliabastabestia.
Io mi sono rotto di questa storia per cui, per scrivere canzoni "spiritose" sul mondo gay, si afferma che essere gay equivale a vestirsi da donna e a prostituirsi ai bordi della strada. Perché è esattamente questo ciò che fa anche questa "spiritosa" canzone.
Qualcuno mi spieghi perché omofobia e razzismo in Italia si chiamino graziosamente "umorismo". Ideologicamente "Tutti gay" equivale a una canzone sulle donne che dicesse che "donna eterosessuale" significa zoccola che batte ai bordi della strade... per "scherzare". Ma siccome sappiamo tutti che mentalità abbia chi strilla che "le donne sono tutte puttane"; lo trattiamo per quello sfigato che è... e che sono anche queste poveracce dell'Ottavo padiglione (che, spiegano, sarebbe quello psichiatrico dell'ospedale di Livorno): Chiariamo: nessuno proibisce a un cantante d'affrontare il tema della prostituzione travestita, che è legittimo quanto mille altri. Sabryna Trash la racconta addirittura dall'interno, e nonostante sia volgarissima, io trovo persino divertenti certe sue intemerate musicali.
Ma qui il punto è che siamo di fronte a una pura e semplice diffamazione a mezzo  musica, con addirittura l'equivalenza finale tra prostituzione di strada ed Arcigay ("per scherzare", certo!!!), e giudizi morali sull'andazzo di "indefinibile individuo", "si vergogni" e "frocio, devi andare a Rio". Occhéi, come si vede qui siamo ai puri e semplici insulti.
E mi spiace, ma insultare qualcuno non è fare umorismo, e non vuol dire essere spiritosi, anzi.

Questo brano è un puro e semplice incitamento al linciaggio.
Bocciato, e senza appello.


2003 - Porcus Christi - "San Giuseppe, una vita da sodomita" - da - Quando il bue e l'asinello divorarono la Sacra Famiglia (musicassetta autoprodotta).
Questa brevissima "canzone" (appena 50 secondi, 18 dei quali di scorregge e suoni di, ehm, "persona che sperimenta qualche difficoltà nell'espletazione delle funzioni organiche") grindcore, un testo di qualche parola lo avrebbe anche, ma viene ruttato in modo tanto confuso, mentre le chitarre sovrastano il tutto col loro fracasso, che non ne ho compreso una sola parola.
Ma considerato il titolo del brano e il nome del complesso, ne sono solo lieto.
Giudizio sul complesso: braccia rubate all'allevamento delle vongole, nel quale potrebbero ben più utilmente rimestare nella melma.


2003 - Russo, Giuni - Demo de midi.
Raccolta di brani inediti, scartati (o censurati!) dai precedenti Lp della Russo e infine collezionati qui. Vi appaiono allusioni al nostro tema nelle canzoni:
2003 - Salemi, Silvia - "Guido di notte" - da - Gioco del duende.
La canzone, che si basa su una musica semplice e melodica, è il racconto dei pensieri dell'io narrante che "guida di notte" mentre sta lasciando la persona amata, che - dichiara - non dimenticherà mai. Ma che è stato giusto aver lasciato.
Al primo ascolto, la canzone sembra avere un innegabile carattere lesbico, dato che nel ritornello si sentono con chiarezza le frasi: Il trucco sta però nelle due frasi precedenti, che rivelano che questa è una frase riportata, cioè che era stata detta all'io narrante e non da lei: eccetera.
Dunque, che la cantante possa avere giocato un piccolo tiro a chi ascolta la canzone è vero, ma che questa sia una canzone a carattere omosessuale, no. È pur sempre possibile che la persona che ha respinto tanto brutalmente l'io narrante sia una donna, per carità, però nessun indizio permette di affermarlo...


2003 - Self service feat. Vladimir Luxuria - "Selfish" - da  - Selfish (Ep). Della canzone esiste anche un remix di D. Lewis, Emanuele Inglese & Dj Emix nell'Ep Belladonna, del 2005.
L'Ep contiene tre diversi remix del brano, in salsa dance.
Il testo è in inglese, con una pronuncia "broccolina" che rende piuttosto ameno l'ascolto.
Il ritornello ripete che l'io narrante è "egoista al self service" (selfish in the self-servce), qualunque cosa ciò voglia dire.
In conclusione appare un dialogo fra una voce maschile che proclama che il cassiere è super-eccitante, dichiarando di voler essere l'uomo dei suoi sogni, e una femminile che promette che sarà invece la donna dei suoi incubi.
Tutto qui.


2003 - Trash, Sabryna - "Bomba secsy" - (Singolo). Poi nel 2006 in: Confessioni in un cesso pubblico. (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Parodia di "American Life" di Madonna (2003).
Credo che nessuno si stupirà se dirò che anche questa canzone di Sabryna Trash è di una volgarità rara, tant'è che ne sconsiglio vivamente l'ascolto a chiunque ci tenga a un minimo di decenza nel linguaggio.
Eppure, porca miseria, una volta di più Miss Trash riesce ad azzeccare una battuta dietro l'altra, con trovate che strappano la risata per la loro stralunata assurdità ("Pago in natura al casellante: / buche rotte, ne vede tante!";  "Salgo in Paradiso / tutta schizzata in viso, / e Dio mi guarda indeciso: / non sa se ho pianto, o riso").

Questa "canzone" è un lungo peana in cui Sabryna si vanta della passione che nutre per l'esercizio della professione più antica del mondo, con autentica avidità per ciò che i clienti hanno da darle.
I tecnici qui han fatto miracoli in postproduzione, limando le stecche e le atrocità vocali fino a un livello di quasi sopportabilità canora del brano. Sul quale si sono poi sbizzarriti in una serie di remix, dei quali è inutile sottolineare che la musica occidentale non aveva certo un impellente bisogno. Eppure negli anni a venire molti dei "capolavori" di Sabryna sarebbero ormai stati donati al mondo in più versioni remixate, comprese a volte - come qui - versioni "a cappella" che sono puro sadismo sonoro. (Sabryna Trash canta come un gatto infilato in una centrifuga, e senza una base musicale che copra un po' la sua voce, ascoltarla è semplicemente una tortura).
Viceversa, la versione remixata dai GembBoy in questo singolo è insolitamente gradevole, decisamente al di sopra della qualità media trashesca, direi addirittura al livello di una produzione discografica commerciale. Ascoltare per credere.

Quanto al "messaggio" del testo, eccone un campione, scelto nella parte meno simile a una canzone da bordello (e quindi immaginate voi il resto):

Che però, assicura poco dopo la protagonista, è la sorte più invidiabile che ci sia. E se lo dice lei...


2003 - Trash, Sabryna - "W il sesso!". (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Parodia di "Aserejé" delle Ketchup, canzoncina da spiaggia che fece furore nel 2002.
Stranamente l'autodefinita "diva dall'ugola incrostata" in questa incisione riesce a cantare a ritmo, e perfino ragionevolmente a tono. Si vede che questa incisione le è venuta male: del resto non tutte le ciambelle riescono senza il buco...
Il testo è molto volgare e molto sessualmente esplicito, quindi preferisco evitare di citarlo (lo si trova comunque sul sito della diva). Non è semplicemente goliardico, è proprio osceno! (Vale a dire perfettamente in linea con i canoni estetici di Ms Trash).
Sabryna elenca i pregi dei suoi clienti (per chi si fosse sintonizzato solo ora, di professione la cantante batte i marciapiedi, travestita), dividendoli per categoria: "Tutti i muratori sono boni e abbronzati / e fra le gambe hanno"... eccetera eccetera. E poi vai con carpentieri, dottori, macellai, meccanici, bagnini, dentisti, pompieri, grossisti (che "lo danno a peso netto") e gli immancabili camionisti ("tutti boni, eccitanti e depravati / dentro i cessi sembra che ci siano nati")...
Segue una descrizione piuttosto "grafica" del tipo di attività intercorrente fra le signorine del tipo di Sabryna Trash e i suddetti clienti: c'è chi... e chi... eccetera.
Il tutto condito dal ritornello: "c'è chi lo fa / lo dà / ma va' / non è una novità"... per arrivare alla conclusione: "Tutti a far sesso!".

Come al solito vale la regola del: o vi piace, o vi fa schifo, senza possibili vie di mezzo. Su quel che produce Sabryna Trash non c'è proprio niente da discutere, visto che le sue canzoni sono pensate espressamente per suscitare reazioni di tipo viscerale.
Io l'ho trovata divertente, ma per l'appunto il mio è un giudizio di pancia e non di testa: se chi mi sta leggendo troverà infame e ignobile questo brano, non me ne avrò a male, perché effettivamente lo è.
(Però l'ho trovato divertente lo stesso...).


2003 - Zero, Renato - Cattura.
L'uscita di questo Cd fu accompagnata da un patetico teatrino che propose un'altra, ennesima, puntata del tormentone "Lo sarò o non lo sarò? Mi dichiaro o non mi dichiaro?", grazie a un'intervista a Gino Castaldo per "Repubblica" (4 novembre 2003) prima concessa, e poi smentita.
Eppure la questione dell'orientamento sessuale di Zero è una non-notizia di cui non frega niente a nessuno e che ormai riguarda solo questo cantante ex "trazgrezzivo" (e che nel 2006 si sarebbe spinto fino a dichiarare: "Un tempo cantavo per un manipolo di disadattati e parlavo di depressione, disagio, paura di vivere, emarginazione. (...) Quello è un guardaroba storico, che forse sarà un giorno frutto di studi sociologici, chissà..."). Oggi invece preferisce intrattenere il papa (e buon pro gli faccia!).

Il vero problema con questo cantante non sono certo le sue tendenze (non credo sia rimasto nessuno che lo sogni come oggetto erotico...) bensì le dichiarazioni omofobiche, e queste invece sì che riguardano tutti, e qui magari un attimino c'incazziamo pure.
(Sul tema dell'omofobia di Renato Zero rimando alla spietata ma esaustiva analisi prodotta da Pasquale Quaranta, che include: Zero gay? Il manager smentisce, da "Gay.it", 15 dicembre 2005; un'intervista ad "alzo zero" con Fabio Canino, Renato, scandaloso ipocrita!, da "Gay.it", 19 dicembre 2005, e persino un'analisi delle giustificazioni che sul tema ha cercato di arrabattare il figlio adottivo: Omofobia Zero: parla il figlio, Gay.it, 30 dicembre 2005).

E si noti che noi c'incazziamo non tanto con Zero (libero d'essere felicemente omofobo), quanto con i suoi fans "froci e lelle", che come i soldati giapponesi nella giunga insistono a sostenere che senza er "Renato" loro, la canzonetta italiana "nun c'avrebbe avuto nissuno che cce portava avanti er discorzo nostro!". Be': e meno male, allora: visti i danni che combina il buon Zero ogni volta che apre bocca sui temi lgbt, se stesse zitto sarebbe solo un guadagno.
"Gli omosessuali sono un po' come i bambini Down: sono diversi, hanno il loro mondo, sensibilità acutissime", ha detto er divo, tanto per fare un esempio, nel 2005. Ed ha peggiorato la frittata specificando che per lui il paragone era una cosa positiva.

Il problema qui è insomma sapere se Renato Zero sia o no omofobo (fatti nostri), e non certo sapere se sia o non sia gay (fatti suoi).
Ciononostante, il mercato è mercato, quindi er guru all'amatriciana zitto non riesce proprio a stare (non a caso le ondate di polemiche sulle sue tendenze sessuali esplodono immancabilmente in coincidenza con l'uscita d'un suo disco, e vengono regolarmente innescate proprio da lui: e allora baaaaasta con 'sta pippa!!!).
Pertanto al suo florilegio di canzoni allusive, ammiccanti, ambigue, interpretabili in senso gay, che dicono-e-non-dicono, che alludono-e-smentiscono, che "mi si nota di più se ammetto o se nego?", che qui e lì, che tric e trac, che... vanno purtroppo aggiunti, da questo Cd, anche i seguenti titoli:


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Inedito.
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