Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2004
<--- 2003
- vai al - 2005
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
2004
2004 -
Bruni, Carla - "Le plus beau du quartier "- da - Quelqu'un
m'a dit.
Segnalo questa canzone,
in lingua francese, unicamente perché la cantante è l'italianissima
top model Carla Bruni, oggi meglio conosciuta come madame Sarkozy.
Il testo, una semplice
ballata per voce e chitarra, sfotte il gagà del quartiere, tronfio
e pieno della propria bellezza, che lo rende conteso da tutte le donne...
e dai loro mariti:
"Io sono il favorito,
/ il cocco / di tutte queste signore... / e dei loro mariti / (...) /
E i bravi signori,
loro / amerebbero davvero spogliarmi..."
La musica è elementare,
e le qualità canore della Bruni sono tali che non si fatica a capire
come mai abbia avuto tanto successo... come fotomodella.
In breve: è
un brano che segnalo a titolo di curiosità, ma che non ha inciso
minimamente sulla realtà musicale italiana.
2004 -
Casto,
Immanuel - "Che bella la cappella" - da - Vento di erezioni.
Primo
album autoprodotto di "Immanuel
Casto", un giovane gay che fra i primi in Italia ha saputo usare intelligentemente
Internet come veicolo alternativo per promuovere le sue canzoni (nate un
po' per gioco), che per i contenuti sessualmente espliciti erano censurate
da radio e tv. I suoi testi sono infatti decisamente volga.. ehm, espliciti,
tanto da ricadere nella categoria del "porn
groove" (termine che in origine indicava le colonne sonore dei
film porno, ed ora si usa anche per le canzoni "per adulti" in genere).
Le
sue canzoni sono quindi state diffuse solo attraverso il
suo sito, Youtube
e il file-sharing, il che crea un bel marasma rispetto alle date
di pubblicazione, sia perché gli stessi pezzi appaiono ripetutamente
in diversi Cd, sia perché nessun sito conserva memoria dei vari
Cd (per lo più virtuali, dato che non erano in vendita in nessun
negozio) susseguitisi (il sito presenta via via soltanto gli ultimi della
serie, e cancella i precedenti).
Casto
ha usato una strategia molto scaltra per "sfondare": ha prodotto video
in cui è attorniato da ragazze, ed ha lasciato alle voci femminili
i ruoli di coriste per i ritornelli, in modo che gli ascoltatori eterosessuali
(e non solo loro...) non si accorgano del fatto che le pratiche sessuali
che esalta fanno riferimento in gran parte a rapporti omosessuali,
dato che in quel modo Casto sembra "solo" il portavoce dei personaggi femminili.
Ha
così accumulato un grosso seguito fra gli eterosessuali, e visto
che il mercato gay italiano è minuscolo, risulta irrilevante il
fatto che nel mondo gay abbia avuto un impatto piuttosto scarso. Casto
non
esprime infatti né una "sensibilità gay" né una camp
nelle sue canzoni, anzi, semmai è più vicino al genere
"pecoreccio" tradizionalmente coltivato dagli eterosessuali.
Va
però aggiunto che Casto può offrire testi estremamente volgari
sì, ma dal tocco decisamente più curato, e soprattutto videoclip
(la cui realizzazione segue di persona) molto più patinati del pecoraio
musicale medio (il che non toglie che anch'egli, per il modo straziante
in cui "canta", appartenga lo stesso alla categoria dei pecorai musicali).
Partito
con capacità vocali men che mediocri (era incapace di azzeccare
una sola nota, e se l'azzeccava per caso non riusciva poi a tenerla, glissando
su e giù per la scala musicale in modo assolutamente atroce)
e apprezzato dai fans esclusivamente per il carattere divertente
e dissacratorio dei testi, Casto ha via via dedicato una cura sempre maggiore,
nelle ultime incisioni, alla ripulitura delle stonature... ed anche dei
temi troppo "estremi" nonché di tutte le allusioni omosessuali (nel
primo Cd distribuito nei negozi, nel 2011, sono praticamente sparite).
In questo modo risulta ora palatabile per un pubblico sempre più
vasto -- e sempre meno gay.
In questo Cd si veda:
-
02 - "Che
bella la cappella".
Il
testo
descrive un rapporto sessuale fra un prete e l'io narrante, che furbescamente
nella prima riga del testo viene indicato al femminile. Ma è palese
che è un uomo a cantare, come del resto è evidente anche
nel videoclip...
"Dopo messa andai
di là / e lui mi disse: "Guarda qua", / mostrandomi
orgoglioso il suo bel seno. /
Ecco
il prete che mi benedirà / d'acqua santa costui mi schizzerà.
/ (...) /
Sull'altare
io m'inchinerò / il suo corpo così riceverò. /
Oh
che bella la cappella / dove mi inginocchierò. /
La
santa chiesa è la mia casa / e la fede è la mia strada: /
son certo che mi condurrai lontano".
-
03 - "Culinfranti".
Canzone tipicamente goliardica che fra
grugniti e gemiti erotici invita a Giordano a "spingere" di più,
ed esprime apprezzamento per Luca e i suoi amichetti che "fanno certi servizietti".
Il testo è di questo livello:
"I
finocchi van di notte / con le chiappe tutte rotte. /
Perdizione
nei festini / tra le orgie e i trenini: / vincerà
chi più ne prende, /
Claudio
certo non si arrende / (...)
/ e mi lascia a bocca aperta"...
Alla fine
l'insieme riesce anche ad essere divertente, nella sua trashaggine accuratamente
ricercata, ma non me ne si vorrà se invito chi vuole saperne di
più ad andare a verificare di persona. Grazie.
-
09 - "Sniffate rettali".
Dopo avere espresso il desiderio d'essere
nuovamente sodomizzato dall'uomo che ha davanti, l'io narrante ricorda
con piacere come, la prima volta che lo aveva visto, avesse pensato di
sniffare una striscia di cocaina sulla sua pelle tanto liscia.
Il testo punta a scandalizzare l'ascoltatore,
divertendosi alle spalle dei moralisti, però io trovo che una cosa
sia scherzare sul sesso, un'altra sulla droga, cosa che equivale a giocare
col fuoco (con le droghe non c'è preservativo che tenga...).
Ad ogni modo, ragionare su questo fatto
esula dal tema di questa bibliografia, quindi mi limiterò ad annotare
che la voce in questo brano è meno stonata del solito, e alcune
frasi riescono a strappare la risata:
"Quante volte abbiamo contato e ricontato
le stelle, chiedendoci: / "Ma noi, riusciremo mai a succhiare altrettanti
ca***?!".
-
10 - "Vento di erezioni".
Fregola
verbale all'idea di membri maschili eretti. Il testo
non contiene una sola frase che io possa permettermi di citare qui, ma
immagino che nessuno faccia fatica a immaginare di cosa possa trattare
la canzone.
2004
- DC4 - "Il frocio arrembante" - da - Desfo Compilation 4.
Già disponibile tramite Myspace,
e attraverso Emule e BitTorrent.
Parodia
dilettantesca di "Asereye".
(Commento
ancora da scrivere).
2004 - Di Lernia, Leone - "La vita è
bella (perché io sono gay)" - da - Trash compilation. Poi
in - Il presidente querela forte (2011).
Parodia di "I keep
on burning" di Billy More, metà in italiano e metà
in dialetto barese.
Ennesima porcata di Leone di Lernia,
nella quale "gay" significa "prostituto che si traveste al bordo di un
marciapiede".
Altro tipo di destino non sembra esistere,
nel mondo gay, per questa emerita testa di... omofobo:
"Ho le mutande, col pizzo e reggicalze,
/ e quanti sceme salult'n e sse nne vann'. /
Aspetta ancora, ancora: il cliente
non si ve'; / aspetto n'ora, tri jore, e 'n'albanese vie'; /
'nu marucchinu, 'nu turco, a me mi
vuol be'; / 'nu giapponese, cinese, nessuno me vuol paghé! /
La vita è bella, è bella,
perché io sono gay!".
La cosa più strabiliante è che
fino ad ora in Italia nessuno ha mai avuto nulla da ridire sugli insulti
chiari e diretti di 'sto tizio, mentre siamo
andati a contestare l'omofobia dei musicisti giamaicani, il cui pidgin
nessuno comprende quando cantano. Mah!
2002 -
Di Lernia, Leone - "Frocio" - da - Trash compilation.
Riedita in: The best of bestia (2004), cd 2.
Parodia
di "Emotion" di Dj Ross. Il testo non è meglio del solito: il cantante
parla a nome di un uomo che ha scoperto di essere "frocione" dopo aver
trovato un uomo che lo soddisfa più delle donne, che ha frequentato
a lungo senza soddisfazione:
"Con tante donne
non mi sono trovato / ogni contatto s'ammosciav'n le ppall': / ho trovato
la checca più bella del mondo! /
Con tante donne
non mi sono trovato, / e col mio uomo mo' mi son sistemato, /
e quando sono
nato, non me l'ha detto nessuno: / frocio! Frocio! Frocio! Frocio! Frocio!
/ Frocio! Frocio! Frocio! Frocio! /
(...) /
Mo', come farò
a dire a mamma, che sono un frocion'? / Papà lo sa: / lui è
ricchion', lui è ricchione, lui è ricchone! /
Ehi! Anche mio
padre usciva ogni sera / con un ragazzo che gli piaceva: / oh madonna,
è ricchione, è ricchione!".
Vale lo stesso commento
fatto poco fa.
2004 -
Fibra, Fabri - "Solo una botta" - da - Mr
Simpatia.
L'io narrante arriva strafatto in un locale
notturno, dove deve subire il fastidioso stalking di
"questo gay / che mi si avvicina: cosa
pensa tra noi esista? /
Quindi io gli volto le spalle, / ma
'sto gay mi tocca le palle! /
Io mi scanso verso l'uscita, /
(...) / e questa ragazza sì che mi ingrifa: / lecca la lingua
della sua amica, / poi mi ficca questa pasticca in bocca. /
Ma c'è un gay che mi è
dietro e tocca, / un altro gay che mi lecca il collo",
quindi l'io narrante fugge nuovamente, e incappa
in una "scrofa".
Il resto della "canzone" è la descrizione
del tentato rapporto a pagamento con la "mignotta", che non arriva a buon
fine "perché ho preso un po' di questo e perché ho fumato
un po' di quello", cosa che alla fine scatena il vomito e pone termine
al coito.
Per completare l'incubo, mentre
il giovanotto strafatto si riveste, "arriva il gay che apre la porta
e mi dice: ti faccio una pu**etta!".
Non ho bisogno di chiedere di cosa si
faccia uno che scrive testi come questo... Di "un po' di questo e un
po' quello", of course!
2004 -
Fabri Fibra feat. Nesli - "Andiamo" - da - Mr
Simpatia.
Nel corso d'una tirata contro la cucina
naturale, che poi tanto naturale non è, Fibra trova il modo di prendersela
anche coi trans (che solo lui saprà cosa c'entrino):
"ma qualcuno si cambia anche l'apparato
genitale: vedi / donne col ca**o che si vanno a masturbare, /
mentre pensano a un trans che si in**la
un omosessuale, / tra pecore geneticamente modificate, /
minorenni deformate, stuprate, carne
bovina andata a male".
Uela, ma sto rapper qui ci ha anche
la cossiensa sociale, eh?! Non ci facciamo proprio mancare nessun lusso,
al Gratosoglio!
2004 -
Giangio e le sue sbirre - "Topetto" [single?].
Brano
annunciato in
un articolo circolato sui siti gay, ignoro però se poi
effettivamente sia mai stato pubblicato.
[Chi
ne avesse eventualmente copia è
pregato di contattarmi].
2004 -
Marc in Cella [Marcella Spiaggiari], "La perla nera", già scaricabile
gratuitamente dal sito: "Coop for music".
Riedito
in Cd nel 2010 come: Marshell
[Dottoressa Marcella Spiaggiari] - "La perla nera" - da - Anche se non
vuoi.
La donna che costituisce l'io narrante
di questa canzone è stata mollata dalla sua ragazza:
"Non ti penso più: / non sei
nessuno; / fisso i tuoi occhi /
e non ci vedo più nulla; / nessun
amore / frulla sul mio cuore!".
Per vendicarsi pensa bene di farle sapere
che se ne frega: ciò che le interessava era solo la sua "perla nera",
e quella, d'ora in poi, se la può benissimo tenere per sé.
Tanto, chiosa l'io narante,
"non ti ho mai voluto bene / eri solo
un'amica: /
quello che che ho sempre voluto / è
la tua bella fi..".
Una canzone, al solito, molto nannineggiante,
con tante chitarre elettriche, e con un senso dell'intonazione molto vicino
a quello della Nannini.
2004 -
Mister Max - "Puppomix" - da - Fuori di testa.
Medley
siculo-italiano di quattro precedenti canzoni pecorecce dello stesso
cantante che presentano "puppi" (travestiti e transessuali): "Stessa
spiaggia stesso mare" (19..), "Ma
quanti peli hai?" (1994); "Lasciati
toccare" (2002); "Sotto
i raggi del sole" (2003).
(Commento
ancora da scrivere).
2004 -
Nava, Mariella - "Il gioco delle parti" - da - Condivisioni.
Cover
di canzone cantata
nel 1999 da Mietta.
2004
- Nava, Mariella - "La differenza" - da - Condivisioni.
Cover
di canzone cantata
nel 1997 da Tosca.
2004 -
Pravo, Patty - "Orient
Express" - da - Nic-Unic.
Ancora una canzone con suggestioni lesbiche
per Patty Pravo: evidentemente i suoi clienti le gradiscono.
Va detto che non c'è nulla di specificamente
"femminile" nello sguardo con cui l'io narrante osserva l'erotismo che
sprizza dal corpo della donna celebrata in questo brano: potrebbe trattarsi
benissimo della cover d'un pezzo cantato in origine da un uomo,
tanto "maschile" è lo sguardo dell'io narrante (al punto che un
verso specifica direttamente che la donna concupita "ruba agli uomini
/ il cuore e l'anima"):
"Entra in questo bar: / è fantastica:
/ tacchi altissimi, / un vestito blu. /
Il suo passo è poi / stelle
al seguito: /
è un incedere lascivo / che
non ho visto mai, / l'immoralità...".
Aggiungiamo che i giudizi di valore impliciti
in alcune parole usate dal testo, come "immoralità" o "lascivo",
stonano parecchiio, riportandoci indietro di cinquant'anni. Insomma, non
tutte le canzoni a tema lesbico parlano in realtà di lesbismo...
Sul lato positivo della bilancia c'è
però almeno il fatto che il desiderio dell'io narrante è
assolutamente esplicito:
"La vedo già svanire / senza
dire parole. /
Volo con la fantasia / e sei nuda qui
davanti a me: /
onda che cavalcherei / senza fermarmi
mai! /
Tu sei l'Africa, / il sole che scalderà!".
Dignitosa ma non strepitosa l'interpretazione,
di routine la musica (cont anto di reef arabeggiante di pessimo
gusto). In conclusione, una canzone graziosa, ma non imprescindibile: la
stessa Patty Pravo ha fatto di molto meglio, su questo stesso argomento.
2004 -
Tellina, Frank - "Sono gay" - da - L'urlo di Frank.
Ecco qui un clone
degli "Squallor", tanto sboccato e "politicamente scorretto" quanto lo
erano loro, ma privo del guizzo di follia che li caratterizzava, al punto
da essere piuttosto prevedile fin dal primo ascolto.
La differenza fondamentale
è che gli Squallor adoravano sguazzare nel camp, perfino
nelle canzoni maggiormente in odore d'omofobia, mentre Tellina tende a
prendere sul serio lo scambio di battute, che quindi non parte mai "per
la tangente" verso il surreale, il folle e l'esilarante.
Ho perciò
trovato questa canzone a tratti buffa, però mai particolarmente
divertente.
Il brano è
imperniato sullo scambio di battute fa un cantante che imita Mina, dichiaramente
gay, e che propone in tutti i modi il proprio corpo al secondo protagonista,
il quale parla con accento napoletano, si dichiara eterosessuale e cerca
inutilmente di scrollarselo di dosso.
(Gay): "Io sono
gay: sarò come tu mi vuoi!"
(Etero): "E ti
vorrei da un'altra parte, lontano da me! / (...) / Ma tu si' n'ommo:
non puo' sta' ccu mmè".
Alla fine l'eterosessuale
si lascia un po' tentare ("Quasi quasi, ci penso!"), ma la conclusione
sarà un breve inciso di "sceneggiata" in cui l'eterosessuale proclama
d'essere padre di famiglia, e con voce affranta intima al gay d'andarsene
e di non tentarlo: la sua casa si apre "solo per gli amici suoi", "e
tu non si amic'ammè: tu sei gay!".
Buono a sapersi.
2004
- Tony T. [Tony Inguì] - "Drag queen" - da - Dance traxx compilation.
Motivetto dance, con testo in inglese,
che comunica che
"se solo vorrai / se solo vorrai /
sarò la tua drag, / la tua drag queen. / Drag queen! / Drag queen!",
e lo ripete infinite volte. Nient'altro.
2004 -
Trash, Sabryna
- "ImPENEtrabile" - (Singolo autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
Così la canzone è
presentata nel sito dell'autrice:
"Nella vita di una travestita arriva
sempre, prima o poi, un momento di sconforto o di nausea per il lavoro
che si fa. E il desiderio di ribellarsi. Ma quella di Sabryna è
vera vocazione, ed è tornata quasi subito a battere...".
Nel testo infatti Sabryna annuncia che "vende
tutto" e "si ritira", anche per accontentare la madre che è
convinta che il figlio non si prostituisca più. E quindi giura:
"Impenetrabile! Me la tiro? È
probabile! / Inconquistabile! /
Sai, ho chiuso coi clienti: / son tutti
dei fetenti, / dovevo accontentarli / anche col mal di denti! /
Sai, niente più bollette: /
mi sgonfierò le tette, / d'ora in poi mi vedrai / tutta piatta,
sai! /
Ma poi una vocina le obbietta:
"Tu sei nata per far la troia, /
(...) / sei una bastarda se giri le spalle!"
La parte più assurda è il dialogo
finale tra una voce maschile dal forte accento meridionale che rappresenta
i clienti che l'aspettano perché "li faccia divertire", e una vocina
da bambina dispettosa che ripete "no!" a tutte le richieste. Impagabile!
Se non trattasse d'un tema tutt'altro
che "leggero", sarebbe un capolavoro dell'umorismo.
Al solito, ondivaga l'intonazione della
"diva", anche se tutto sommato qui siamo a un livello superiore alla media
delle sabrynate.
2004 -
Valentina - Lei non sa chi sono io.
La
cantante è una trans napoletana. Tenendo presente questo fatto,
in teoria, tutte le canzoni in cui si rivolge a un uomo come amante hanno
tematica gay, ma visto che Valentina parla di sé femminile ne segnalo
qui solo due, dal tema più vicino a quello del nostro tema, vale
a dire:
-
"Ragazzo
gay".
Al primo ascolto di questa canzone (di
cui questo è un remix del 2004, ma che risale a molti anni prima,
anche se non sono in grado di stabilire quanti) non si sa che giudizio
dare, se soddisfatto o perplesso.
Questo è un inno gay, e ciò
fa piacere, però è anche scritto con le viscere e non con
la mente, ed il risultato è facilmente immaginabile. A iniziare
dal fatto che la cantante, una trans napoletana con storie personali anche
piuttosto difficili, presenti se stessa come una "vincente", e quindi come
un modello di ruolo...
Ma dopo un attimo di riflessione, alla
fin fine ci si accorge del fatto che tutto sommato la cosa funziona. Vero
è che la canzone rivela di avere alle spalle un contesto intellettuale
alquanto povero e semplicistico (ah, se davvero bastasse la forza dell'amore
per infrangere le barriere culturali e politiche!!), tuttavia questo è
il medesimo contesto del quale fa parte il pubblico di Valentina, che in
questo modo si rivela perfettamente adatta a parlare la lingua di chi l'ascolta.
Dopo tutto, non tocca alle canzonette fare analisi politico-culturali più
complesse, ma al movimento gay. Il quale però, proprio per questo
fatto, corre costantemente il rischio di arroccarsi in una torre d'avorio
senza riuscire a parlare alla massa. Cosa che invece questa canzone, indubbiamente,
riesce a fare:
"Ti faranno piangere / bere le tue
lacrime: / tutti quanti contro di te; /
e dovrai combattere / (...) / contro
il pregiudizio che c'è / (...) / ma
tu non lasciarti adare mai!. / (...) /
Dentro di te c'è l'amore / di
Chi ha creato ogni cosa: / l'anima non ha colore / né sesso né
età. / (...) /
Un giorno sarai libero di vivere e
di essere / (...) / cerca di
non perderti, / l'amore è la tua bussola / (...) /
ma tu se resisti vincerai!"
Leggendo il testo di questo motivetto da ballare,
oltre tutto eseguito con professionalità e impeccabile pulizia del
suono, ci si accorge del fatto che se il testo è argomentato con
una semplicità disarmante, la sua forza sta proprio nel suo difetto:
nella semplicità disarmante.
Le argomentazioni che porta sono infatti
d'immediata comprensione per chiunque, tant'è che sono convinto
che possa aver fatto più questa canzoncina allegra per il tanguozzo
adolescente napoletano di tanti convegni e dibattiti...
I quali servono, sia chiaro, perché
le idee non nascondo per grazia divina, ma necessitano di lavoro e riflessione.
Tuttavia se queste idee non diventano poi "senso comune", cioè se
non sono supportate a valle dall'opera di tante "Valentine Ok", rischiano
di restare lettera morta e di non giungere ai diretti interessati.
Valentina Ok santa subito!
-
"Una donna
al piano bar".
La
canzone inizia esprimendo la delusione verso un "lui" che ha dimostrato
di non essere diverso da tutti gli altri, scambiando un'artista che si
esibisce in un piano bar-karaoke (dietro la quale non occorre una laurea
per riconoscere la stessa Valentina) per una preda sessualmente disponibile:
"La
mia voce che canta diventa un messaggio indecente perché / <l'avventore>
non ha ancora capito: che cambia se adesso è una donna che fa
piano bar?".
Purtroppo,
continua l'io narrante, la tipologia degli avventori bulletti e ingrifati
è piuttosto uniforme: sono tutti uguali e intercambiabili nelle
loro strategie per ottenere qualche minuto di karaoke per fare avances.
Mi
sembra tutto così stupido: / s'innamorano! /
Che
tenerezza a volte fanno gli uommini: / per tre minuti guarda come cambiano
/
mentre
cantano... / così stonati fanno pure ridere! / (...)
Nessuna
differenza c'è negli uommini / che vengono ogni sera qui da me.
/ (...)
Com'è
triste sapere che un uomo per fare l'amore con me / ha bisogno di bere,
bruciando i problemi e la donna che c'è".
Pur venendo
da una cantante trash, si rivela a sorpresa un buon prodotto, professionale
e ben eseguito.
<--- 2003
- vai al - 2005
--->
Inedito.
Quest'opera è
pubblicata sotto una Licenza
Creative Commons "Attribuzione
- Non opere derivate 2.5" Italia.
La
ripubblicazione integrale è consentita a chiunque sotto
i termini di tale licenza. La ripubblicazione parziale è
concesso esclusivamente
previo accordo con l'autore: scrivere
per accordi.
[Torna
alla pagina principale] [Torna
all'indice delle canzonette gay]
[Mandami
correzioni, suggerimenti o proponimi un nuovo link]