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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2005
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
         
         

1920-1976

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2010          
2011
Ignoto  
Aggiunte

2005
(Benvenuta Youtube!)

2005 - AA.VV. (a cura di Andrea K., Giovanni Dall'Orto e Francesco Belais), Pride compilation.
Compilation di canzoni italiane a tema lgbt, prodotta sotto gli auspici del mensile "Pride", di cui ero all'epoca il direttore.
(Commento ancora da scrivere).
A ripensarci oggi (2011), dopo appena un lustro, appare già strana l'idea che fu alla base dell'iniziativa: raccogliere una serie di brani ormai fuori commercio o introvabili, per far conoscere quanto già esisteva. Oggi a questo pensano iTunes, eMule, bitTorents, ma soprattutto Youtube, che sta diventando sempre più un catalogo enciclopedico di tutto quanto è stato dimenticato dalle case discografiche (tant'è che nessuno si dà pena di offrire in vendita su iTunes o altrove una parte enorme dei files presenti su Youtube).
La raccolta propone:


2005 ca. - Aggettivo Sette - "Rap per froci". (Autoprodotto, scaricabile dal sito di "Aggettivo sette").
Freestyle. La data del 2005 è approssimativa, ma è quella in cui appaiono notizie di questo pezzo in Rete (il sito dell'autore non tiene nota della data dei contributi più vecchi).

La musica di sottofondo è moscetta (gnente dde cché), e il testo è stupido, stupido, omofobo, volgare, stupido, cretino, insultante e offensivo, palesemente scritto da un ragazzino del ca**o che si diverte a fare il cretino, con tanto di vocine in falsetto!
Però lui ci si diverte talmente tanto, fregandosene di tutto e tutti, che alla fine, offensivo o no, uno finisce per trovare divertente 'sta roba, con le sue rime infantili e le sue incursioni nel puro nonsense:

Nel 2010 è stato pubblicato anche il "Rap per froci, parte 2", che però, a parte il tema dell'omosessualità, ha poco in comune con questo.


2005 - Ave e Cucciolo - "Un noto omosessuale" - da - Marinozzi discodance. (Autoprodotto).
Nel 2005 il progresso della tecnologia aveva ormai messo in grado chiunque di creare un brano musicale. E voglio proprio dire "chiunque", compresi i primi "Ave e Cucciolo" che passano per la strada.
Ed ecco nascere brani come questo, breve (due minuti) goliardiata autoprodotta, messa in Rete col file sharing, e non destinata a lasciare la minima memoria di sé nella storia della musica.
Qui, su una base dance, una voce dice (non canta: dice) infinite volte "Marinozzi, è un noto omosessuale" (ignoro chi sia la vittima di questa goliardata).

Quel che sorprende in questa operazione è la pulizia del suono e l'aspetto "semiprofessionale" del brano, che è ormai lontano anni luce dalle autoproduzioni che avevano circolato fino a pochi anni prima su musicassetta, suonate su strumenti sfiatati e registrate col microfono del mangianastri, fra rumori di fondo e casini vari.
Anche se chi ha messo insieme questo brano aveva accesso a macchinari che non stanno esattamente sul comodino di ognuno di noi, rimane il fatto che questo prodotto è un segnale del fatto che ormai nel 2005 la tecnologia aveva abbattuto la barriera che impediva al Signor Chiunque di improvvisarsi cantante per insultare una persona che gli stava antipatica...

E non a caso il 2005 è l'anno di lancio del sito "Youtube". A ripensarci, oggi sembra quasi che Youtube ci sia "sempre" stato, tanto pervasivo è diventato nella nostra vita, eppure sì, era nato "solo" in quest'anno. Per la gioia di tutte le Gemme del Sud in agguato, ma anche di tutti i giovani artisti che mentre scrivo oggi (2011) ormai lo usano come strumento di produzione e lancio delle proprie musiche.
Addio musicassette "demotape", magari prestate da amico ad amico. Per gli omofobi, i goliardi, i coprolalici e i musicisti demenziale di tutto il mondo, da questo momento in poi la Rete è il porto di lancio che non respinge nessuno, ma proprio nessuno. Ave e Cuccioli inclusi.
Ahinoi.


2005 - Bono, Laura - "Io non credo nei miracoli" - da - Laura Bono.
Il testo della canzone è una sorta di confessione a un ragazzo che l'io narrante non riesce ad amare perché... perché... perché.. uff, "it's not you, it's me", ecco!
Assolutamente nulla di esplicito, ma le mie amiche lesbiche assicurano che loro la leggono senza problemi come l'addio di una donna che ha provato a rientrare nei ranghi con una relazione eterosessuale ("Tu sei stato per me l'eccezione... / anche solo per un attimo") ma che ha scoperto che la sua natura non le consente di innamorarsi d'un uomo, per quanto bene possa stare umanamente con lui, ed ora torna alla propria natura. Proseguire in quella relazione vorrebbe infatti dire solo "farti male, farmi male".
E in effetti, se la canzone parlasse del ritorno dell'io narrante a un altro uomo (e significativamente, il testo si guarda bene dallo specificare il sesso dell'altra persona amata!) non si capirebbe in cosa consisterebbe l'"eccezione", e soprattutto perché mai ci sarebbe voluto un "miracolo" per fare proseguire la relazione: Devo dire che, nonostante la reticenza, il testo della canzone è molto bello, e riesce a fotografare con simpatia umana e chiarezza una situazione certo non semplice.
Diligente, ma non memorabile, la musica, con arrangiamento da "Festival di Sanremo".

Nello stesso Cd anche in "Amo solo te" il sesso della persona amata non viene specificato mai, però per definirla vengono usate immagini poetiche (luce, perla, goccia, alba, stella) che permettono di concordare al femminile tutti gli aggettivi (un vecchio trucco per dire-e-non dire). Ma nulla più che questo.


2005 - Canzian, Adriano - Pornography.
Nonostante l'uso della lingua inglese, l'autore è italiano. E decisamente esplicito nella sua trattazione dell'omosessualità. Peccato che pratichi una musica house "dura", destinata a un pubblico di soli appassionati.
Il Cd contiene:
2005 - Casto, Immanuel - Deflorato.
Secondo Cd autoprodotto di questo cantante goliardico, venduto solo tramite il suo sito internet (all'epoca in Italia non aveva ancora preso piede iTunes) e mai distribuito nei negozi.
Andrea Scanzi ha così messo in rilievo i limiti di questo cantante: Eppure, pur essendo vere tutte le critiche mossegli, Cuni/Casto continua a sfonare canzoni, ad aver successo e a fare serate in discoteca su e giù per l'Italia. Cosa che invece non riesce a tanti artisti patinati, preparati, intonati, e soprattutto con una multinazionale del disco alle spalle.
Come mai? Non sarà forse questo un segno del fatto che il pubblico è stanco di star musicali che fanno la coda per cantare l'Ave Maria, e pur di ascoltare qualcosa di diverso sopporta stoicamente le stecche strazianti e i miagolii canori di Casto? È vero: "com'è bello far sesso da Trieste in giù" non è un messaggio particolarmente profondo. Ma lo diventa in un contesto in cui tutti i media martellano con i papa-messaggi grondanti di sessuofobia 24 ore al giorno, senza tregua.
E allora, a Casto non può essere imputato come delitto il fatto di piacere solo perché dice (stonando) quel che tutti pensano e che i media negano: che il sesso è bello.
In una camera a gas di moralismo clericale, com'è quella a cui è stata ridotta l'Italia, anche un refolo d'aria viziata può sembrare aria pura. Cuni, che non fa mistero di avere una formazione nel marketing, ha semplicemente individuato una nicchia di mercato vuota per mancanza di candidature e l'ha occupata. E nella logica corrente, ciò va a suo merito, non demerito. O no?

In questo Cd si vedano in particolare le canzoni (cito solo i brani comparsi qui per la prima volta, tralasciando le ristampe, flagello di tutte le compilation di Casto, che ha reimpacchettato sessanta volte le stesse trenta canzoni):


2005 - Cattaneo, Ivan - "Polisex4" - da - Luna presente.
Ulteriore versione del brano apparso nel 1980 prima, e poi nel 2005 nella Pride compilation.
Si tratta di tre arrangiamenti diversi, ma il testo è invariato.
2005 - Cattaneo, Ivan - "Giochi proibiti" - da - Luna presente.
Il testo invita un amante (chiaramente di sesso maschile, visto che lo s'invita dicendo: "Nella vita tuffati e poi / sarai uno di noi: / un uomo vivo") e giocare senza timore ai "giochi proibiti": La canzone s'ispira apertamente ai testi "libertini" degli anni precedenti alla fase delle canzoni-revival di Cattaneo, riproponendo anche un arrangiamento che, come quelle, occhieggia all'elettronica.
E tuttavia, purtroppo, secondo me qui il "clic" non scatta più, forse perché essendo cambiati i tempi la formula non riesce più a funzionare come prima.
O forse perché, raggiunta la maturità artistica, un cantante difficilmente può guardare indietro ai propri inizi, ed è condannato a non poter ripercorrere i propri passi.


2005 - Le Coccinelle - Porno rep. Il Cd è ora disponibile come "stampa su richiesta" (versione 2009 e versione 2011) su Amazon.com. Non me lo sono ancora procurato, quindi non ho ascoltato nessun brano, a parte il primo, disponibile su "Youtube".
Cd d'un "mitico" gruppo di femminielli napoletani. Avviso: cantano in napoletano stretto (oltre a tutto infarcito di doppi sensi sessuali) e quindi si fatica a capire cosa dicano. Su Youtube si trova però anche qualche video sottotitolato.
Il Cd contiene:
2005 - Coccobello, Giorgio - "Ma che ce pozzo fa' si nun so' gay?" - da - Ma che ce pozzo fa' si nun so' gay?.
Canzoncina che un tempo sarebbe stata relegata all'avanspettacolo ma che oggi (buon pro le faccia) gode invece addirittura dell'onore di un videoclip.
Il testo, in dialetto (credo) napoletano, o comunque campano, racconta d'un artista che vorrebbe lavorare alla televisione, ma che arrivato infine al provino si vede rifiutare con la motivazione che: "tieni 'nu difetto: cca ssi bbuono".
Al che sbotta: Insomma, ecco l'ennesimo esempio di inversione della situazione da parte della cultura omofoba: "In realtà sono gli omosessuali che perseguitano i normali, che li escludono e li discriminano. In realtà ormai è il fatto di essere normale che ti riduce ad essere un "diverso". In realtà..." Per farla breve, le presunte vittime sono i veri carnefici, e gli omofobi sono povere vittime perseguitate. Come condannarli quindi, poverini, se a un certo punto si ribellano a questa insopportabile persecuzione, aggredendo qualche frocio? Non se l'è forse meritato? Ovvio che sì!

Anche l'io narrante di questa canzone subisce una grave ingiustizia per mano della terribile lobby omosessualista. L'io narrante ha studiato tanto, ma dopo aver fatto tanti esami è disoccupato lo stesso, e solo perché non gli piace il "ramo".
La madre gli ha spiegato dove ha sbagliato: non si è mai iscritto a "frociologia"! (giuro, dice proprio così).
Allora ha pensato a un rimedio: un po' di trucco, una parrucca, un ancheggiamento accentuato, "e dopo, ce 'o futtimmo, a Platinette!".
(Il che dimostra quali siano le caratteristiche del gay: travestirsi da donna, camminare ancheggiando, e far parte della mafia dello spettacolo... Uno stereotipo razzista via l'altro).

Coccobello non è il primo né l'ultimo a lagnarsi del fatto che gli artisti "sani" sono discriminati dalla mafia dei gay. a quanto pare sembra che tutti gli artisti mediocri si consolino raccontandosi questa bubbola (anche se ora io mi chiedo che bubbola si racconteranno mai gli artisti mediocri e gay...).
Si vedano sul tema anche "Gay", di Renato Pareti (1979) e "Tu sei gay", di Leone di Lernia (1997) e "Rinasco finocchio" di Andrea Agresti (2009).

Si noti in ultimo la curiosa "dissonanza cognitiva" documentata dalla copertina, nella quale il gay è rappresentato attraverso lo stereotipo del "superfusto", che nel 2005 stava ormai facendo concorrenza allo stereotipo tradizionale della "donna mancata", presentato invece dal testo della canzone.
Un'interessante esemplificazione di confusione di stereotipi, a livello di cultura popolare.


2005 - Cortese, Pier - "Souvenir" [single]. Edito poi nel 2006 nel Cd - Contraddizioni.
Il motivetto di questa canzone, pur senza pretese, è grazioso (e infatti il brano fu un successo estivo di quell'anno), ma il punto di forza sta nel testo a sorpresa, che racconta un addio da parte di una ragazza conosciuta a Parigi.
Il cantante evoca i momenti belli trascorsi insieme, e parla di un biglietto che la ragazza gli ha consegnato prima di andarsene, con l'istruzione di leggerlo solo dopo che lei fosse andata via: Segue un'ulteriore ricordo dei momenti felici passati assieme, E finalmente il biglietto viene aperto.
E qui c'è il solo punto un po' debole del pezzo, dato che il messaggio della donna amata viene letto da un'attrice con un forte asscènto fransscès, che dopo la vineria e il concerto di viole costituisce la goccia che fa traboccare il vaso del "colore locale" a tutti i costi.

Comunque sia, l'amata Melisse ha lasciato scritto il motivo della sua partenza, e nonostante "a volte la sincerità sia così amara", doveva fargli arrivare questo messaggio:

Ovviamente non ci è consentito capire se parlando di "delusione" Melisse intendesse parlare del fatto che il suo cuore appartiene a un'altra persona (notizia che deluderebbe, sì, qualsiasi persona innamorata al mondo), e non del fatto che questo amore è di tipo lesbico... Ma voglio interpretare la cosa nel primo senso, e per questo non muoverò ulteriori critiche.

Concluderò perciò dicendo che il brano è grazioso, la musichetta - come detto - simpatica, il lesbismo è trattato in modo non isterico e tutto sommato rispettoso, il cantante ha una bella voce... Tirate le somme, con questo brano ci siamo.
Provate ad ascoltarlo.


2005 - Cosmo Parlato, Gennaro - Che cosa c'è di strano?
Segnalo questo Cd di Gennaro Cosmo Parlato non per i testi delle canzoni che contiene (sono tutte covers di celebri brani di cantanti italiane) quanto per l'atmosfera generale. Non solo infatti Parlato è dichiaratamente gay, ma si diverte nei suoi spettacoli nelle più svariate commistioni del camp e della sensibilità gay. Non a caso fra le canzoni di questa raccolta prevalgono quelle già cantate da "icone gay" italiane.
Ovviamente il fatto che Parlato canti i testi interpretati da donne senza cambiarli dà nuove implicazioni gay a tutti quei brani che si rivolgono a un uomo, ma trattandosi di covers direi che questo aspetto, per quanto non sia affatto involontario, non rende certo "canzoni gay" i brani da lui interpretati qui.


2005 - Dolcenera - "Lulù e Marlene" - da - Un mondo perfetto.
Ripresa della canzone a tema lesbico dei Litfiba, del 1985.
2005 - Dolcenera - "Pensiero stupendo" - da - Un mondo perfetto.
Riproposizione della canzone di Pattry Pravo, del 1978.


2005 - Fido Guido - "T’agghie ditte" - da - Terra di conquista.
Reggae, in dialetto tarantino strettissimo, contro l'omofobia e l'intolleranza dei testi delle canzoni reggae.
Mi sarebbe risultato completamente incomprensibile senza la traduzione fornitane dal blog "Nonsoloreggae". Anche se devo ammettere (e probabilmente dico una banalità) che questo dialetto sembra fratto apposta per il reggae: le parole si accavallano e incastrano perfettamente nel ritmo, che da parte sua è incalzante, mozzafiato. Un matrimonio riuscitissimo.

Poiché ho trovato online anche un frammento di trascrizione del testo dialettale, lo ricopio per darne un'idea:

Mi permetto di rubare la traduzione per dare un'idea di ciò di cui parla questa canzone, dato che il testo è decisamente notevole. L'omofobia dei testi della musica reggae giamaicana, che sotto pretesto di parlare a nome di Dio incita ad uccidere e bruciare vivi gli omosessuali, è diventato un problema serio. Non solo per chi vive in Giamaica, dove il fondatore del movimento gay è stato assassinato a colpi di machete, ma anche fra coloro che prendono per buono il messaggio in quanto fan della musica reggae.

La canzone è una risposta a un altro cantante reggae italiano che cerca di giustificare l'omofobia di queste canzoni col fatto che si tratta d'un punto di vista radicato nella religione rastafariana. A lui il cantante risponde:

E conclude: Ah, se solo tutte le canzoni fossero di questo livello!
Oppure non è affatto un caso che per parlare con tanta chiarezza occorra usare un idioma non capito dalla gran parte degli italiani?
(Nota: la mia domanda è retorica: si veda infatti quanto han fatto nel 2010 gli Africa Unite, in italiano).


2005 - Gay, Dario - "Il muro" - da - Ti sposerò.
Canzone dance, con arrangiamento elettronico, che pur non nominando apertamente l'omosessualità descrive "il muro" del pregiudizio che impedisce di vedere la comune umanità dei "diversi" Poiché però l'io narrante specifica di essere in grado di amare quanto la persona a cui si sta rivolgendo, è abbastanza facile immaginare a quale tipo di "diversità" si stia riferendo la canzone. Del resto lo stesso artista ha dichiarato, in un'intervista a "Pride": La conclusione è un invito a far crollare il muro:
2005 - Gay, Dario - "Ti sposerò" - da - Ti sposerò. Già edito come anticipazione, sempre nel 2005, anche nella: Pride compilation.
Una delle canzoni più belle di Dario Gay (anche grazie alla cura posta nell'arrangiamento e nell'incisione); fu scritta per Marco, che era, al momento di comporre il testo, il suo compagno.
Il testo di Dario Gay precorre le decisioni del movimento gay italiano, che all'epoca era ancora impaludato a cincischiare sulla richiesta dei Pacs (che ovviamente non ottenne) per dimostrarsi "moderato" e "ragionevole".
Nonostante ciò, questa canzone fu scelta come inno dell'iniziativa PacsDay, tenuta a Roma il 20 maggio 2005, alla quale parteciparono anche Dario Gay e Marco.
Di questo brano l'autore ha dichiarato in un'intervista: Molto grazioso il testo, che faceva oltre tutto un certo effetto quando il matrimonio gay non era ancora diventato una rivendicazione ufficiale del movimento lgbt italiano: Senza alcun dubbio, una canzone da ascoltare e far conoscere agli amici.


2005 - Grandi, Irene - "Lady Picche" - da - Indelebile.
Canzone molto briosa (anche nella musica) e divertente, in cui l'io narrante si rivolge a una "Lady Picche" (il cui nome deriva, immagino, dall'espressione "dare il due di picche", nel senso di "rifiutare seccamente un approccio"), vera forza della natura, invitandola a conoscerla... meglio e infine a portarla via con sé: Io non ho la patente, quindi potrei sbagliarmi, ma "dare gas" o "sgasare" l'ho sentito usare solo in riferimento alle moto, quindi a me la frase finale mi fa pensare a una Lady Picche in formato Thelma & Louise, o a una dyke on byke. Entrambi riferimenti cari all'iconografia lesbica.
Oppure, in alternativa, il testo regge benissimo a una lettura erotica, nella quale la "lady Picche" è invitata a farsi pure avanti con le avances, e a proseguire "a tutto gas" travolgendo con sé l'io narrante.
In un caso o nell'altro, l'eterosessuale Irena Grandi ha qui strizzato consapevolmente l'occhio al pubblico lesbico, divertendosi pure un sacco nel farlo!


2005 - H.E.R. - Se avessi te [Ep].
Si vedano i brani:
2005 - Inquilini - "Aaa cercasi" - da - Il mondo nuovo.
Registrato nel 2004 ma edito nel 2005, questo freestyle ha il difetto di molti brani autoprodotti: la base musicale troppo alta rispetto alle voci, che risultano soffocate e non troppo comprensibili. Una buona parte del testo è però online, permettendo così di capire il tema della canzone: il giro di prostituzione che ruota intorno alle chat erotiche, sia su internet che con i numeri telefonici "144".
Vi viene fatto parlare il gigolò etero che però sfrutta i "froci" esibendosi per loro in cam a pagamento, il transessuale brasiliano, il virilissimo gigolò eterosessuale ma sieropositivo, un travestito un po' "andato" ma superdotato...
I testi sono decisamente espliciti ma a tratti anche sufficientemente "veri" da conferire dignità di satira a questo brano. Qualche punta di omofobia è giustificata col fatto di far parlare direttamente i prostituti, con tutto il loro rapporto conflittuale con i clienti: La base musicale, da parte sua, è piuttosto ripetitiva e non degna di particolare menzione.
Non siamo di fronte a un capolavoro, ma comunque un ascolto o due questo brano li merita, se non altro per l'originalità dell'impostazione.


2005 - Meneguzzi, Paolo - "Non capiva che l'amavo" - da - Favola.
Il videoclip di questa canzone è interamente eterosessuale, il che non toglie che il testo sia volutamente ambiguo.
E l'esecuzione a Sanremo assieme a Luca Dirisio ha fatto suonare un campanellino a tutti i gay italiani in ascolto: la vicenda somiglia troppo a quella d'un ragazzo gay che non può dichiarare il suo amore a un amico senza "sputtanarsi": Come si vede, non c'è nulla di esplicito. È l'insieme delle cose dette a far pensare alla situazione, piuttosto comune in età adolescenziale, nella quale si prova un amore che non solo è inconfessabile, ma addirittura impensabile per la persona amata.
Da adolescenti si tende infatti a innamorarsi delle persone che troviamo attorno a noi, con cui magari siamo anche cresciuti insieme, e che nel 95% dei casi sono eterosessuali. Infatti a quell'età non si frequentano ancora i luoghi gay allo scopo di evitare d'inciampare sulla persona "sbagliata", in quanto impossibilitata a reciprocare i nostri sentimenti per un orientamento diverso dal nostro.
Sarebbe stato quindi bello che Meneguzzi avesse trovato un pizzico di coraggio in più (dopotutto s'è esibito su Gay.tv senza nessun patema d'animo!) e avesse raccontato a tutti una situazione che è di moltissimi/e adolescenti gay e lesbiche, senza che nessuno sospetti neppure l'esistenza del fenomeno... però il mercato discografico italiano è quello che è. E quindi produce videoclip etero per un testo come questo. Mah.

(P.S.: A voler essere pignoli, un paio d'indizi c'è. Uno, l'io narrante ripensa: "quante sere passate allo stesso bar / con gli amici che adesso non vedo più", e in Italia la frequentazione serale dei bar è ancora un comportamento più maschile che femminile. Due: se l'altra persona "non capiva che l'amavo", persa per persa, perché non provare a dirglielo, o a farglielo capire almeno una volta? A meno che "dirglielo" avesse comportato un coming out per il quale era l'io narrante a non essere ancora pronto?).

2005 - Meneguzzi, Paolo & Luca Dirisio - "Non capiva che l'amavo".
Presentata a Sanremo, la performance (non memorabile e intarsiata di stecche) si trova con facilità su Youtube. Si noti la perfidia (o l'ottusità: scegliete voi) della presentatrice che commenta, dopo l'esecuzione: "Grazie a Meneguzzi e Dirisio (...) una bellissima coppia"...
Mi immagino le battute che si sono sprecate su questa canzone, dietro le quinte. Il che spiega se non altro perché Dirisio appaia tanto visibilmente terrorizzato nella performance, e canti ostentatamente come se Meneguzzi fosse uno che si trova per caso sul palco a fare le pulizie...


2005 - Nanowar - "Power of the power of the power of the power of the power of the power (of the great sword)" - da - "True metal of the World", poi in - Other bands play, Nanowar gay! (Demo Cd, distribuito anche attraverso il peer-to-peer).
Riedita nel 2007, in una versione dal testo diverso, come: "Gioca truè (Other bands play, Nanowar gay)" - da - Other bands play, Nanowar gay!  scaricabile gratuitamente qui. (Circola anche col solo titolo "Other bands play, Nanowar gay").
I Nanowar sono un complesso italiano che prende in giro i gruppi metal (fin dal nome, che scimmiotta quello dei Manowar).
Questa canzone è una presa in giro del "Gioca giuè" di Cecchetto, ma non è interessata alla tematica gay: la parte in inglese del testo afferma che le altre band sono "fighe", mentre i Nanowar sono sfigatissimi, concludendo che "other bands play, Nanowar gay!" ("Altre bands fanno musica, noi i gay!").
Nella seconda versione aggiunge anche un ritornello che dice "Heavy metal gay!".
Di nessun interesse per il nostro tema.
Nota: nel 2010  il gruppo ha prodotto un altro Cd intotolandolo: Into Gay Pride ride: neppure questo tratta di omosessualità.


2005 - Offlaga disco pax - "Robespierre" - da - Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione).
Testo parlato su una base musicale (tenuta a volume un po' eccessivo), che rievoca l'infanzia nella "rossa" Emilia, con un elenco di avvenimenti, aneddoti, fatti, oggetti, che cavalcano l'onda della nostalgia.
Di questa rievocazione dolceamara (più amara che dolce, in realtà, perché parla d'una realtà, quella di sinistra, che in Italia è stata annientata senza lasciar tracce), fa parte anche un ricordo privato: Della canzone esiste anche un videoclip.


2005 - Pennisi, Giuseppe - "E vui durmiti ancora" - da - Unwillingly (di malavoglia).
Il testo (tradizionale siciliano) non ha nulla di gay, ma questa musica è stata usata per un esperimento decisamente insolito: è la colonna sonora d'un film porno gay, liberamente ispirato ai Malavoglia di Verga, edita anche su Cd autonomo.


2005 - Povia - "Ma tu sei scemo" - da - I bambini fanno Oooh... la storia continua
Che ci crediate o meno, questa canzone dell'indimenticato interprete di "Luca era gay" inizia con queste parole esatte: L'intera canzone è un attacco alla chiusura mentale e ai fanatismi. E allora, alla luce di quell'apologia del luogo comune più becero e reazionario mai scritta che è "Luca", ci si chiede che razza di essere umano sia il signor Povia. Perché se uno è reazionario, e insiste a cantare canzoni reazionarie, non mi farà piacere averlo come vicino di sedia, però la democrazia garantisce a ciascuno il diritto alle proprie idee.
Ma che dire di chi dimostra di capire perfettamente i termini della questione, ma sostiene ciò che sa essere falso al solo scopo d'ingraziarsi i poteri più retrivi del nostro Paese? Per carità, compiacere ai potenti è il più antico mestiere del mondo. Ma chi lo fa ha un nome preciso.
(Ed è: giornalista...).


2005 - Rettore, Donatella - "Konkiglia" - da - Figurine.
Rettore conferma ai fans la nomea di "frociarola", dandone esplicita comunicazione al mondo in una frase di questa canzone, in cui dichiara: Non è molto, ed anche un po' ambiguo (quel "froci", sulle orecchie sbagliate, rischia di essere frainteso, anche se è abbastanza ovvio che qui il termine è usato con una connotazione affettuosa), ma è sempre molto più di quanto ci abbiano mai concesso nelle loro canzoni tante "icone gay" nostrane.
Avercene, come la Rettore...


2005 - Riquezza - "Save the music" [single]. Poi in - Italian dance music 2005, vol. 1.
Il testo non è direttamente gay, ma lo segnalo lo stesso perché la cantante è una trans brasiliana che vive in Italia.

2005 - Rumorerosa - "Nancy" - da - Piccoli disturbi mentali.
La canzone, storia di una seduzione lesbica, è molto semplice, ma molto intima e perfettamente riuscita. Dapprima l'io narrante è turbata e trema, ma poi si rilassa e prova sensazioni che non aveva mai provato, e in conclusione del brano prende in considerazione l'ipotesi di "lasciarsi andare". E su questa decisione la canzone si conclude.
La situazione è descritta in modo mai volgare, anzi molto intimo e delicato, ma senza ambiguità su ciò che sta avvenendo.
Un applauso particolare alla cantante, che offre un'interpretazione splendida (invece l'accompagnamento musicale per i miei gusti contiene un frastuono eccessivo di chitarre elettriche, ma nella vita si sopravvive a tutto).
Una canzone consigliata.


2005 - Sally - "Alternative" - da - Alternative [Ep autoprodotto].
Non credo che questo Ep abbia mai avuto una distribuzione commerciale oltre a quella "militante" (io l'acquistai a un banchetto del movimento gay a Torino; nel 2005 iTunes e la vendita online non esistevano ancora!).
Si tratta d'un prodotto di qualità professionale, ben inciso e ben interpretato, con una musica non banale, degno di reggere il confronto con gran parte della musica commerciale di maggior successo. L'unico limite, a volerlo cercare, è la palese ispirazione alla Nannini, ma mi pare un difetto minimo.
Fra le canzoni "sconosciute" e penalizzate da una mancanza di distribuzione questa è una delle più interessanti nonché anche artisticamente riuscite (Sally, chiunque sia, canta molto meglio della Nannini!). Di sicuro, insomma, una canzone da riscoprire e valorizzare.

Il testo di "Alternative" è un'esaltazione delle donne che amano e che si amano. Non è mai esplicitamente lesbico (l'io narrante si rivolge a un asessuato "tu"), ma è sufficientemente chiaro per essere capito da chi lo ascoltasse con un minimo di attenzione:

2005 - Sally - "Prendimi" - da - Alternative [Ep autoprodotto].
Canzone d'incoraggiamento a vivere assieme un amore, rivolto a una persona il cui sesso non è mai specificato. Quindi, al di là delle possibili intenzioni dell'autrice, questa non è una canzone a tematica lgbt.


2005 - Sanfelice, Leo - Voglio fare la modella. Riedito come: Storielle di un pianista viaggiatore, 2006 (autoprodotto).
Leo Sanfelice (o "di Sanfelice") ha coltivato per tutta la vita la tradizione un po' rétro del café chantant per pubblici estremamente limitati, esibendosi sempre dal vivo salvo un periodo d'interesse da parte della televisione (consiglio di cercare su Youtube le sue esilaranti esibizioni). Quando la tv lo rese celebre non esisteva in commercio neppure un Cd con le canzoni in cui si esibiva, e le due copertine dell'incisione prodotta in fretta e furia denunciano lontano un miglio il carattere "fatto in casa".
Eppure si tratta d'un prodotto professionale e di tutto rispetto. Banalmente, Sanfelice non rientrava nei canoni del mercato musicale.
Lui stesso, del resto, è un personaggio agli antipodi del cantante prodotto in batteria dalle trasmissioni tv. Tanto per iniziare, sa cantare, sa suonare, e si compone da sé le canzoni che canta. Poi, ha una conoscenza non banale di un repertorio sia jazz sia d'intrattenimento che forse è marginale rispetto al pubblico giovanile, ma che ha un suo pubblico e un suo mercato. Infine, lui è un personaggio di per sé. Flamboyant. Sfacciato. Lancia urletti senza preoccuparsi del "cosa penserà la gente". In trasmissione appare con un'espressione paciosa e svagata, e poi va avanti come un treno senza curarsi di nulla o nessuno. Mitico!
Le sue canzoni grondano umorismo e sensibilità camp da tutti i pori. E non viene mai nascosto il fatto che si tratti di camp gay: evidentemente, al pubblico che Sanfelice si è coltivato la cosa non dà fastidio. O forse ostenta di non farci caso per darsi un'aria.
Ad ogni modo, in questo Cd il tema gay è affrontato in modo esplicito in quattro canzoni (e implicito nelle rimanenti!):
2005 - Stars music - "Give me hope" (singolo). Poi in: AA.VV., 1st pop / 1st groove (2006).
Anche questo è un complesso italiano, che canta in inglese.
Sulle note di un motivetto "dance" una voce femminile invita, in inglese, un "little child" a darle speranza, specificando: Nient'altro.


2005 - Trash, Sabryna - "Potrebbe essere gay!" - da - Zoccola imperettata. Il peggio di Sabrina. (Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito).
Decisione non proprio illuminata, quella di recuperare i materiali degli esordi per impacchettarli in questa raccolta e metterli online. Con gli anni c'è stato un miglioramento nei deliri di Sabryna, alcuni dei quali hanno ormai una postproduzione degna d'un prodotto professionale, quindi ripiombare nella qualità sub-amatoriale di quando era ancora Sabrina (senza la y) non è propriamente una festa, per le nostre povere orecchie...

"Potrebbe essere gay!" è una canzone assolutamente assurda, non solo per il modo ignobile in cui è "cantata" (stonando, e cercando di sovrastare a forza di strilli la base musicale), ma soprattutto per il punto di vista contorto che esprime.
Il testo consiste infatti in una serie di consigli e ammonimenti scambiati fra travestite, incapricciatesi di questo o quel ragazzo (e il testo fa nomi di persone e di locali gay e non, noti solo alla cerchia degli amici della "cantante").
L'assurdità consiste nel fatto che da un lato viene espresso il timore che il ragazzo concupito possa "dare un calcio" alla sua spasimante e disprezzarla a scapito delle f... ehm, delle donne, dall'altra però c'è il timore parallelo che possa rivelarsi "un finocchio", anziché "un toro", procurando così una grave delusione.

È la contraddizione irrisolta che sta alla base della mentalità di tutti coloro (Pasolini era il più celebre) che essendo omosessuali disprezzano violentemente gli altri gay, al punto da aborrire l'idea di avere rapporti con loro ed esigendo di aver rapporti omosessuali esclusivamente con "maschi" garantiti eterosessuali. Il che è una contraddizione in termini...
Sia quel che sia, la presente "canzone" è tutto fuorché una delle meglio riuscite di Sabryna Trash (non fa ridere neanche un po') e può quindi essere tranquillamente ficcata nel dimenticatoio.
(E tirate l'acqua, dopo averlo fatto).

2005 - Trash, Sabryna - "Lecciona" - da - Zoccola imperettata. Il peggio di Sabrina.
Anche questo è un recupero delle canzoni dei primi tempi, con Sabrina che canta scippando la musica al cantante originario (che non riconosco, ma ciò non è poi tanto importante).
Il brano è dedicato alla Lecciona, pineta della Versilia con annessa spiaggia, luogo di "battuage" gay per decenni. Il testo, per gli standard di questa cantante, contiene un numero relativamente contenuto di parolacce (relative alle attività sessuali tra le frasche), e la canzone risulta fondamentalmente una blanda e affettuosa presa in giro del mondo gay toscano: Ebbene, non ci siamo. A me questa ricorda le canzoni che si scrivevano in gita scolastica cambiando il testo d'un motivo celebre, e si cantavano tutti assieme con il foglietto davanti.
Il fenomeno "Sabryna Trash" è stato possibile solo per il fatto che negli anni successivi il personaggio avrebbe preso una tangente tutta sua, lunatica e stralunata, trovando nell'eccesso la sua misura. In questa canzone, invece, siamo ancora nel campo dell'insignificante: "oh quanti gay vanno alla Lecciona, c'è quello così e quello cosà, oh come mi piace andarci".
Tutto il contrario di un brano imperdibile, insomma.
2005 - Trash, Sabryna - "Schecco schecco!" - da - Zoccola imperettata. Il peggio di Sabrina.
Parodia di "Ballo ballo" di Raffaella Carrà (1983).
Il brano sembrarebbe scritto per una situazione privata, una festa di compleanno non molto riuscita, nella quale Sabrina è costretta a contenersi e "fare l'uomo" quando tutto ciò a cui pensa è semmai "farsi Marco" (e fare la pazza, scheccando): Anche qui Sabrina canta spolmonandosi su una musicassetta per sovrastare la voce originale in sottofondo. Ed anche in questo caso trovo che non sia stato una buona idea recuperare questo brano "delle origini", che è solo uno scherzo un po' goliardico fra amici, e che non ha nulla da dirci. Di brani così, su Youtube, ne appaiono ormai decine.


2005 - Tuccitto, Pia - "Non so baciarti" - da - Un segreto che.
La canzone parrebbe a prima vista scritta dalla Tuccitto (autrice per molti cantanti, oltre che cantautrice) per un uomo, almeno a giudicare dal verso "come quell'attimo abbracciati". Eppure tutti gli altri aggettivi del testo sono sempre concordati al femminile per entrambi i personaggi, quindi quell'"abbracciati" va interpretato solo come l'ennesimo insulto alla lingua italiana da parte d'una canzonetta, e nient'altro.

Il testo parla di un'intimità fra donne che si trasforma in una tentazione e in un desiderio:

E sì che l'occasione si era già presentata, ma l'io narrante non ha mai trovato il coraggio di superare la soglia che la porta verso ciò che "non si fa" (e che invece lei vorrebbe fare eccome): Complessivamente il testo rende efficacemente la paura e la reticenza dell'io narrante nei confronti del "grande passo".
La musica, dall'arrangiamento un po' spartano, è dignitosa e diligentemente eseguita, ma nulla di più.
Ma tutto sommato, un ascolto questo brano lo merita.


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Inedito.
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