Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2006
<--- 2005
- vai al - 2007
--->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
2006
2006 -
Canzian, Adriano - The figuration of trans [Ep].
Nuovo
Ep di questo dj italiano che canta (o meglio, parla) in inglese.
Contiene
quattro versioni del brano "Trans/figuration".
La voce narrante rivolge avances
a un interlocutore di sesso maschile (la cosa è certa, in quanto
ne apprezza il "big cock") spiegando di volerlo e di non voler essere
uomo, stanotte, ma di voler cambiare identità (sic), di volersi
trasformare, altrimenti ne morrà, o almeno impazzirà.
Invita quindi a toccare il proprio corpo,
abbellito da rossetto rosso, biancheria intima femminile, smalto sulle
unghie e quant'altro ("Il tuo corpo mi fa sentire così diverso
/ quando mi baci, / quando mi tocchi"). E promette che stanotte farà
la ragazza cattiva...
Suppongo che nel produrre questo brano
Canzian pensasse di fare qualcosa di molto trasgressivo, ma è sorprendente
notare quanto alla fine risultino convenzionali le trasgressioni
proposte. Se rossetto e smalto riescono ancora ad apparire "trasgressivi"
nel 2006, allora le profumerie sono focolai di rivoluzione (e non a caso
il testo cita Christian Dior).
La musica è la solita house
che si ripete ossessivamente, da inizio a fine, con ritmo martellante e
ampio ricorso ai suoni elettronici; il testo è parlato, non cantato,
con forte accento italiano e voce distorta elettronicamente.
Strettamente per appassionati del genere
house.
2006 -
Caparezza - "La
mia parte intollerante" - da - Habemus
Capa.
La canzone, d'un cantante politicamente
impegnato a sinistra, è contro il bullismo scolastico.
Descrive la condizione d'un adolescente,
non gay, in una classe di maschi cresciuti nel culto della violenza e della
sopraffazione:
"Una classe di rissosi, eccitati dai
globuli rossi manco fossero Bela
Lugosi".
L'io narrante giustifica la propria diversità
e rivendica il diritto a essere diverso dal branco:
"Detesto il chiché dell’uomo
che non deve chiedere mai, / dato che se non chiedi non sai, /
dato che adoro Wharol e Wilde, / dato
che se mi cerchi / mi troverai / nel viavai di un gay pride /
(...) /
Cari professori miei, io vorrei / che
in giro ci fossero meno bulli del cazzo e più gay".
Che dire: wow!
2006 -
Casto, Immanuel - "Bondage" - da - Musica per palati forti.
Riedito anche nel
2007 in - Feel the porn groove.
Il
brano si apre con una citazione in francese delle Centoventi giornate
di Sodoma del Marchese de Sade, e con una musica elettro-dance dagli
effetti "spaziali".
Il
testo è un'apologia della pratica sadomasochista del bondage
(termine cantato con l'originale pronuncia francese), cioè l'immobilizzazione
con corde a fini sessuali:
"Lento
scorre il tempo a pancia in giù sul pavimento, / tu mi leghi fustigandomi
ad oltranza. /
Steso
così, sulla strada ora piove, / mentre agiti il tuo gatto a nove
code. /
Legami
al letto, fai un nodo stretto, / fammi gridare: Bondage, bondage!".
Anche
qui è stato usato il trucco di proporre testi a tematica gay (il
sesso maschile del "tu" è reso esplicito nei versi che dicono "Adesso
sei il mio boia / e dimmi: "Adesso ing**a!") , ma illustrarli sulla
copertina del disco con situazioni eterosessuali e accompagnati nell'incisione
da coretti femminili (che cantano "Marquis de Sade").
Per
quanto sembri incredibile, nessuno sembra essersene accorto per anni, a
parte i gay...
2006 - De André, Luvi - "Oggi domani"
- da - Io
non sono innocente.
A mio parere questa canzone non ha
tematica lesbica, checché ne dicano i commenti piccati degli ascoltatori
su Youtube.
Da nessuna parte si evince infatti il
sesso della persona a cui si rivolge l'io narrante, al quale può
essere imputata al più una frase "sospetta", "io sono un uomo
che si nasconde / io sono un uomo sono un uomo", la quale però,
se volessimo prenderla alla lettera, ci farebbe definire transessuale (f-t-m)
l'io narrante, e non certo lesbica.
Inoltre per il resto della canzone lo
svolgimento è quello di un'ennesima, innocua canzonetta d'amore
che si rivolge col "tu" ad una persona amata.
Come ho già avuto modo di dire,
lanciarsi in sottili distinzioni esegetiche sul testo d'una canzonetta
va bene per opere degli anni Sessanta, quando parlar chiaro era semplicemente
impossibile. Ma nel 2006, se una cantante vuole parlare di lesbismo, può
farlo apertamente; quindi se non lo fa, è perché non le
interessava farlo. Punto e basta.
Non capisco perché romperci il
cervello a ipotizzare che questa canzone possa parlare di lesbismo, quando
ormai abbiamo decine di brani bellissimi e sconosciuti che lo fanno in
modo aperto e dichiarato. E tanto basti.
2006 -
Dolcenera - "Resta come sei" - da - Il popolo dei sogni.
C'è sempre
un pericolo, nelle canzoni proposte da cantanti non gay per convincere,
come questa, le persone omosessuali ad accettarsi: cadere nello stereotipo,
o nel compatimento.
Due rischi a cui
Dolcenera è brillantemente sfuggita grazie a un testo pregnante
e intelligente, accompagnato da una melodia molto discreta ma non banale,
e sorretto da un'interpretazione di ottima qualità.
Qui non troverete
nessuno stereotipo, nessun compatimento, nessuno sguardo dall'alto in basso.
Questo è esattamente
il tipo di canzoni di cui s'è sentita troppo a lungo la mancanza
in Italia, e che finalmente stanno arrivando. (In margine, noterò
che perché ciò accadesse, è stato necessario un ricambio
generazionale completo dei nostri cantanti, con sole pochissime (anche
se illustri) eccezioni provenienti dai pochi "pionieri" delle generazioni
precedenti. Quanti anni sprecati...).
Dolcenera ha del
resto espressamente confermato
in un'intervista d'aver voluto dare un contributo all'abbattimento
dei pregiudizi:
"Sì, mi
ha colpito molto la vicenda di molte ragazze vittime di un pregiudizio
culturale".
E alla domanda: "Che
riguarda soprattutto le lesbiche?", ha risposto: "Direi che viene
dalla madre per le femmine e dal padre per i maschi".
In questa canzone
l'interprete si rivolge a un'amica, Laura, confusa e spaventata per i sentimenti
che prova per la sua migliore amica.
La cantante l'invita
a non avere paura e ad accettarsi per ciò che è, e soprattutto
a non farsi ingannare da quanti le promettono che la potranno "cambiare";
alla ricerca d'una "normalità" agognata ogni qual volta le viene
sbattuto in faccio e ripetuto che lei è "diversa".
Ma in questo fatto
non c'è nulla di male, conclude la cantante, dato che Laura non
fa del male a nessuno ed è capace di amare quanto chiunque altro:
"Lascia perdere
chi pensa che ci sia una cura, / non ci credere a chi è vittima
della sua cultura! // (...)
Guarda Laura,
non puoi fingere tutta la vita: / chi c'è chiusa in quella stanza?
/
Sei te, che ne
hai abbastanza / del giudizio della gente, che non sa niente, / che ti
dice, prepotente: "Tu, sei diversa!" / (...) /
E invece / resta
come sei: è la tua vita. / Non cambiare mai: è la tua sfida.
/ Resta come sei: tu sai amare."
Un brano eccellente,
sicuramente da ascoltare, e da consigliare.
E magari anche da
regalare a voi-sapete-bene-chi...
2006 -
Egokid - The K-Icon.
(Commento ancora
da scrivere).
Cd in lingua inglese. "Ogni
brano è diverso ed elaborato ma tutti si accordano in nome dello
spirito del sarcasmo gay". Contiene i brani:
-
1) "Sean Connery".
-
2) "S/M (sunday morning)".
-
3) "Touché".
-
4) "Golden egg".
-
5) "So cool the rain".
-
6) "Manuro".
-
7) "Railway".
-
8) "I'll love".
-
9) "No logo no pogo".
-
10) "You trust".
-
11) Santa Kraut Ep:
Songs in the K of E.
-
12) "Ron Jeremy".
-
13) "Egokid".
-
14) "Choke".
-
15) "Santa Kraut".
2006 -
Ferro, Tiziano e Antonacci, Biagio - "Baciano le donne" - da - Nessuno
è solo.
Ai tempi in cui
il coming out di Tiziano Ferro risultava un'opzione inimmaginabile,
questo cantante amava infarcire i suoi pezzi d'allusioni e strizzate d'occhio
alle tematiche gay. Ma "ovviamente", per quasi un decennio, anche solo
accennare in modo esplicito al tema omosessuale per lui è
stato un tabù: non si portano candele accese dentro a un fienile...
L'unico accenno esplicito
concessogli dai tremendi censori della sua casa discografica è stato
quello, tutto sommato marginale, contenuto in questa canzone. E per un
buon motivo: si tratta d'un accenno al lesbismo, che quindi in nessun
modo avrebbe potuto essere preso per autobiografico.
Il testo di questo
brano è una generica esaltazione danzereccia del sabato, del tipo:
che bello è festa e andiamo a divertirci e bla bla:
"Però
la musica la musica, stasera ti fa stare bene / è sabato e non ti
importa / di ciò che il mondo dica e quindi... //
Certe sere le
fortune... baciano le donne. / Anche senza commentare... baciano le donne.
/
Certe sere anche
le stelle... baciano le donne. / Certe sere anche le donne... baciano le
donne".
Ma non si pensi a un
messaggio profondo, o liberatorio. La tesi di tutta la canzone è
che di sabato si beve, ci si sente più disinibiti, non si fa caso
a chi si bacia (uomo o donna che sia) e nessuno ha diritto di fare il moralista,
per questo:
"Quando il tuo
amore beve / tutto il resto intorno è lieve / tutto il resto intorno
è assente / tutto il resto resta ambiente. /
Però se
molti anni indietro non giudicava Gesù / dimmi perché adesso
vuoi giudicarmi tu?".
Dieci anni per poter
ammettere una banalità come quella d'essere se stesso, ma neppure
un minuto di dubbi nel farsi cantore dello "sballo del sabato sera"? Eh
no, mi spiace, ma io voglio giudicare. Perché le priorità
in fatto di morale da parte di chi ha promosso queste canzoni sono, a mio
giudizio, alquanto bizzarre.
E state tranquilli:
coloro che pensavano solo al Dio Denaro, Gesù li giudicava eccome!
Chiedetelo ai mercanti nel Tempio, se non ci credete!
Magari non giudicava
le prostitute, quelle no, però in compenso andava in giro a dire
che è più facile che un cammello entri nella cruna di un
ago, che un boss di una casa discografica nel Regno dei Cieli.
O qualcosa del genere.
2006 -
Fossati, Ivano - "Denny "- da - L'arcangelo.
A
proposito di questa canzone Fossati
ha dichiarato in un'intervista al "Corriere della sera":
"Nascondere
un amore è sempre una fonte di dolore.
Volevo
capire se ero in grado di aggirare in qualche modo lo schema dell'amore
diverso, che ho sempre ritenuto abbastanza detestabile. Insomma volevo
dedicare a quell'argomento una semplice canzone d'amore poiché il
disagio non è nella storia, ma è quello portato dall'esterno,
da chi non è aperto, ha pregiudizi, crea inutili difficoltà.
Il disagio è dover tener nascosto un sentimento legittimo e condivisibile”.
E ancora:
"Io
volevo evitare nel brano qualsiasi aggancio che la rendesse "diversa".
Nel capo di lui che (...) non sa e non capisce, c'è qualche
sprazzo di possibile realtà, ma anche la consapevolezza che
(sic) all'esterno questo sentimento non sarebbe né capito né
condiviso.
Mentre
la cosa più naturale sarebbe gridarlo al mondo, visto che l'amore
e il potersi mostrare felici è (sic) il bene supremo che
alimenta la nostra ragione. Non poterlo fare è sofferenza, mentale
e fisica".
E direi
che questo tentativo sia riuscito. La canzone è infatti una tenera
dichiarazione d'amore, sulle note d'un "lento" romantico, che un uomo che
si alza al mattino per andare a lavorare fa al compagno, Denny, che dorme
accanto a lui:
"Nessuno
sa e nessuno / nemmeno mi capisce. /
Nessuno
vede l'amore, / nessuno lo intuisce. /
Io
fra i tuoi occhi splendenti / ci sto perduto nel mezzo: /
se
accendessi un'altra luce / non la vedrei".
La storia,
per una volta, non è ambientata fra i ricchi e stravaganti, ma è
volutamente raccontata a partire da un ambiente operaio, con
"il
mio capo al cancello / che aspetta. / (...) /
Lui
non lo vede l'amore, / e nemmeno lo intuisce".
La canzone
può farsi forza d'un testo di ottima qualità poetica,
ed ovviamente sulla musica, forse un po' raffinata per i gusti di massa,
ma senz'altro adeguata a creare un'atmesfera che s'intoni alle parole.
Particolarmente
bella e lirica trovo poi la stanza conclusiva del testo:
"Sto
fra i tuoi occhi splendenti / perché l'attimo è ora: /
toccami
la mano, e ti sentirò, / toccami la mano, e capirò; /
accendi
quella luce, e la vedrò".
Non ho
altro da aggiungere se non: applausi.
Ascoltate
questa canzone, non ve ne pentirete.
2006 -
Gautier, Valentina - "Be free" - da - Be free.
La
canzone, in lingua inglese, è un inno alla libertà generico
(cioè senza nulla di relativo alla condizione lgbt), che però
fu
offerto dalla cantante come suo contributo al Gay pride di quell'anno.
"Non
c'è barriera che non possa essere abbattuta / paura che non possa
essere sconfitta / non ci sono regole che non possano essere cambiate.
/
Non
girarti, non fermarti, vieni / non piangerti addosso, / non cercare di
essere diverso da quel che sei / cercando di essere accettato / non pensare
di essere sbagliato".
Sii
libero, sii libero / e spezza le tue catene e liberati".
La canzone
è accompagnata da un coro che la rende, ovviamente in modo deliberato,
un po' epica.
Il
motivetto è carino e la canzone si ascolta con piacere. Il solo
punto debole è la pronuncia, che toglie qualsiasi dubbio sulla nazionalità
della cantante fin dalle prime parole....
2006
- Gautier, Valentina - "Strega" - da - Be free.
Canzone femminista che gioca con i personaggi
delle favole per dire che l'io narrante rifiuta i ruoli tradizionali e
desidera uscirne.
Nel corso dell'elenco delle revisioni
che intende apportare ai personaggi delle favole specifica:
"Io non perdo scarpe di cristallo,
/ non mi sveglio con un bacio, io non temo il lupo, / (...) /
e mi sposo un principe, ma solo se
è gay, / e non m'interrogo allo specchio".
Personalmente io sconsiglierei quel genere
di matrimonio: chi lo prova di solito non ne è propriamente soddisfatta.
Ma, ovviamente, libera qualsiasi strega di lasciarsi affatturare da chi
preferisce.
2006 - Gem Boy - "Balla coi Lapi" - da - Ginecology.
La canzone nasce dallo scandalo che il
10 ottobre 2005 coinvolse Lapo E., membro di un'importante famiglia di
industriali torinesi, che rischiò di morire per overdose di cocaina
nel corso di un'orgia con alcuni transessuali.
Il testo si concentra unicamente su questo
secondo aspetto (con spassosi doppi sensi in ogni verso a "tagliare", "tirare"
e "aspirare" "righe" e "linee" e "piste" e "polvere" e "ovetti"), tuttavia
il
videoclip di questo brano (una presa in giro di Jump di Madonna)
mette maliziosamente in scena il cantante travestito da donna, con una
tutina rosa, o in minigonna.
2006 -
Masucci, Marco - The dog is gay - (Brano mandatomi senza alcuna indicazione,
a parte un misterioso "Singolo house jett, giugno 2006").
Un altro pezzo house
che segue la moda di mettere la parola "gay" nel titolo, pur non avendo
che pochi secondi di testo (oltre tutto parlato, non cantato). Non è
rilevante per il nostro argomento, pertanto non mi sono preoccupato di
sapere meglio chi sia Marco Masucci, se davvero il brano sia suo, e da
dove spunti.
2006 - Mina - "Sull'Orient Express" - da -
Bau.
Cover (con titolo cambiato) della
canzone "Transessuale",
incisa da Andrea Mingardi nel 1985.
2006 -
Mines - "Per
diventare gay" - da - Di bar in bar.
Se ne veda la
recensione da me fatta al videoclip.
2006 -
Mines - "Trans" - da - Di bar in bar.
(Canzone non ancora
ascoltata. Commento ancora da scrivere).
2006 -
Nannini, Gianna - "Mi fai incazzare" - da - Grazie.
Canzone d'amore
per una donna, dal testo insolitamente comprensibile, anche se neppure
qui si rinuncia ai giochi di parole a indovinello, come
quello, già segnalato, relativo all'af(r)ica.
"Mi fai incazzare
quando dici che sei l'unica / e mi cancelli un sogno a tempo debito. //
Mi fai tremare
l'Africa / con la tua bocca sulla mia / (...) /
No, non ti lascio:
non ti liberi di me; / no, non ti lascio: ti ricorderai di me. /
Io vivrò,
morirò / per chiunque, anche per te. / Io vivrò, tornerò:
/ non ti liberi, non ti liberi di me".
La musica si basa su
rock suonato con un profluvio di chitarre; l'interpretazione è al
solito livello della Nannini.
Questo non è
il mio genere musicale preferito, lo confesso, però questa canzone
è all'altezza delle altre proposte di questa cantante. Quindi, se
si apprezza il genere, è una proposta musicale che merita senz'altro
l'ascolto.
2006 -
Pausini, Laura - "In una stanza quasi rosa" - da - Io
canto.
Cover
della canzone
di Biagio Antonacci, del 1996.
Proprio perché nel testo non è
indicato mai in modo esplicito il sesso della persona amata, la chiave
di lettura gay funziona anche in questa versione, cantata da una donna.
2006 -
Pausini, Laura - "She (Uguale a lei)" - da - San
Siro 2007.
Questa cover di "Tous
les visages de l'amour" di Charles Aznavour (1974) fu
presentata al festival di Sanremo nel 2006, ma non fu pubblicata su
Cd.
Una nuova interpretazione, live,
è stata però inserita nel 2007 nel Cd - San Siro 2007.
A tutta prima credevo che questa fosse
soltanto una cover della versione che Aznavour
aveva cantato in italiano come "Lei (She)". E invece no: la Pausini
nell'interpretarla non ha cambiato il sesso della persona a cui si rivolgeva
l'io narrante, tuttavia ha cambiato le parole, trasformando deliberatamente
questa cover in una canzone lesbica.
Così, per esempio, laddove Aznavour
canta:
"Lei, sarà lo specchio dove
io / rifletterò progetti e idee / il fine ultimo che avrò,
da ora in poi",
Pausini propone invece questo testo:
"Lei, lo specchio dove tornerai / dove
ti riconoscerai / semplicemente come sei, uguale a lei".
Credo addirittura che sia affascinante vedere
in che modo sia stato adattato (intelligentemente) il testo originale,
per adeguarlo alla situazione d'una relazione fra due donne:
"Lei, regala i suoi sorrisi senza mai
/ svelare al mondo quando non ne ha, / privando il suo dolore-libertà;
/
lei, forse è l'amore che non
ha pietà, / che ti arricchisce con la povertà / di un gesto
semplice ch'è eternità".
Ascoltare per credere.
2006 - Proffe - "Ricchione" - (Singolo autoprodotto,
scaricabile gratuitamente dal
sito dell'autore).
Proffe
(che a giudicare dal suo canale Youtube era solo un ragazzino in vena di
goliardate) oltre che omofobo, è totalmente negato
per il canto: non solo non riesce a beccare le note, ma neppure a stare
a ritmo... Atroce. Perfino la metrica dei suoi versi zoppica!
E a differenza di
quanto accade a una sua collega in "qualità" canore come Sabryna
Trash, a salvare il risultato finale non gli vengono in soccorso né
ironia né autoironia.
In breve, un "negato
totale" che si esibisce in un "epic fail".
Questo brano è
una collezione di volgarità e insulti omofobi (una coppia gay? "Quattro
palle nella stessa casa").
Ciononostante,
è stata ripresentata nel 2009, spacciandola per presunta "risposta"
a "Luca
era gay", soprattutto tramite Youtube.
Tutto questo sforzo per poter annunciare al mondo (scheccando) che:
"Uuuh / A volte
io mi metto / le magliettine delle mie amiche: / attillate, molto fashion!
/ Ho le mutandine con le nuvole... /
I machi
più possenti / quando passano -- io muoio! /
Ed è qui
che tu pensi: / uuuh! / Raoul Bova è il mio idolo! / (...).
Va bene, sono
un ricchione, / ma è una grandissima emozione /
pensare che qualche
maschione / possa ascoltare questa mia canzone! /
Va bene, sono
un ricchione, / scoreggiando levo il goldone. / (...)
Con te qui accanto
/ il mio testosterone non si regola: /
stavolta so'
arrapato da spavento: / ciai du' pettorali che so' 'na favola...".
E credo di aver reso
a sufficienza l'idea.
2006 - Puni - "Dimmi se ti piace" - da - Tolleranza
zero.
Ennesimo rapper che si sente in dovere
di insultare come "culattoni" i
suoi rivali e detrattori:
"Dalla strada al vicolo / senz'alcun
vincolo / fotto fessi / coi complessi / per il cazzo piccolo, /
se sapessi quanti culattoni stritolo
/ messi contro me, / e in un niente / messi in ridicolo!".
2006 - Saga - "La Roma
per bene" - da - ...Un bacio ai pupi...
In effetti, non
sta scritto da nessuna parte che il rap debba essere di sinistra,
ed ecco qui un rapper romano che presenta una descrizione della
sua città che sembra uscita pari pari da un manifesto elettorale
di Alemanno, e magari pure di Casa Pound.
Il degrado avanza...
l'immoralità trionfa... le zozzonaggini dilagano... "tra spaccio
e mignotte e paura quand'è notte", e la perverzione, la trazgrezzione,
i nobbili ignobbili, i perzonaggi tristi, manca ordine, manca disciplina,
signoramiadoveandremoafinire, quiunavoltaeratuttacampagna, oggi invece
"le situazioni
strane / sono varie e tante quanto insane. / Poi lesbiche e puttane,
froci e travestiti /
(...) /
I trans a via
Ripetta, personaggi tristi, / auto e camion fermi nei parcheggi di scambisti".
La soluzione proposta
è quella tipica della destra: riaprire i casini, dove i virilissimi
maschioni romanacci, aò, se potrebbero sfogà. Ma purtroppo
l'ex sindaco di Roma, di centrosinistra, non aveva mai voluto farlo. (Oggi
che c'è Alemanno, invece...):
"Quartieri a
luci rosse, le case chiuse: / Veltroni le boccia tutte e due, non se ne
discute".
Peccato che i bordelli
siano stati chiusi (con la "Legge Merlin", del 20 febbraio 1958) dal Parlamento,
al quale solo compete eventualmente la decisione. Veltroni, anche
volendolo (e dobbiamo ancora vedere Veltroni capace di "volere" qualsiasi
cosa che non sia la propria elezione a qualsiasi carica) semplicemente
non avrebbe potuto.
Questa uscita mi
ricorda la campagna elettorale contro Pisapia a Milano, nel 2011, con i
ragazzi del Pdl che mi davano volantini con su scritto: "Se vince Pisapia,
Milano approverà i matrimoni gay!". Ed io rispondevo: Magari!
Purtroppo è il Parlamento, non il Comune, a decidere in questo campo!
Ma la destra, omofoba
o maschilisa che sia, è sempre uguale a se stessa: vive di bugie.
2006 - Sbedinje - "Le
seghe a te" - da - AA.VV.
- Italiani brava gente vol. 7.
Riedizione, con
titolo cambiato, del
brano già edito come: Nedo Nadi & group - "Asereje"
(2002).
2006 -
Trash, Sabryna - "Calenzano".
(Singolo autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
A mio parere, uno dei "capolavori" dell'autodefinita
"zoccola imperettata", nonostante sia cantato in modo particolarmente straziante,
senza riuscire a tenere il ritmo, e men che meno (ma quando mai?) la nota.
Sul sito della "cantante" viene definita
come "Ode alla città che vede Sabryna professionista affermata
nel mestiere più vecchio del mondo".
Ma nonostante il tema, il testo fa decisamente
ridere:
"Piena di lampioni, Calenzano, / zeppa
di cojoni contromano. /
Tra Firenze e Prato: è fuorimano
/ qua non siamo mica in Vaticano! //
Passa a trovarci, / e soprattutto,
a pagarci! / Passa dal centro urbano, / e arrivi a Calenzano".
Volendo, potremmo fare un'analisi su come
Sabryna Trash sappia usare con efficacia la figura retorica dell'iperbole
a fini comici... ma a che servirebbe? Qua siamo nel trash puro e
semplice, praticato e conclamato!
Diciamo quindi solo che la canzone è
tutta un'esagerazione, ma un'esagerazione divertente.
Certo, non so quanto i calenzanesi avranno
gradito la descrizione del loro ameno borgo come una sorta di bolgia infernale,
ma insomma, dopo tutto anche di Brunetto
Latini ci ricordiamo che è esistito solo perché Dante
l'ha catapultato all'Inferno tra i sodomiti!
Ecco pertanto il claim to fame
di Calenzano secondo Sabryna:
"Questa è la mia Calenzano /
(il mio secondo amore dopo Gaetano): / la città del sesso nigeriano...
/ se non paghi ti cazzottiamo! //
Camionisti in cerca di viados
/ dalle dieci in poi qua è il caos; / tutti pazzi per Calenzano
/ tornare a casa con l'ano sano è... invano! / (...)
Trovare maschi qua è un arcano:
/ tutti lo vogliono nel deretano! / Ci siamo rotte il ca**o di fare le
attive: / solo chi lo usa, qua, sopravvive!"
Se poi questa musica celestiale non vi ha
ancora saziati, c'è
pure il video, che non è altro che un
video di Madonna ("Hang
up") sfacciatamente piratato, e usato per sovrapporre l'audio
della diva di Calenzano al video della diva di New York.
Un gemellaggio quanto
mai improbabile... però funziona! E tanto basta.
2006 -
Trash, Sabryna - "Tanto"
- (Singolo autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
Non credo proprio
che Jovanotti sappia di avere fatto un duetto assieme a Sabryna Trash,
che ha rubato la base musicale della sua canzone "Tanto" (da Buon sangue,
2005) e le domande del cantante, per dar loro risposte "adeguate", rivedute
e corrette by Sabryna.
Il botta-e-risposta
che ne è venuto fuori è divertente, ma anche volgarissimo,
dato che ruota attorno al fatto che il nostro travestito con ambizioni
canore reitera il concetto che lui va pazzo-per-il-...
E per questi motivi
mi astengo dal proporre una citazione del testo. C'è un limite a
tutto.
2006 -
Trash, Sabryna - "Travestitika".
(Singolo autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito).
Un brano eseguito
in modo insolitamente intonato (per quanto riesce ad esserlo Sabryna Trash)
e a ritmo.
Sul sito di Sabryna
questo è descritto come un pezzo che:
"Riassume tutta
la filosofia di vita di Sabryna. Un testo che parla di spiritualità
(?), cessi ed eccessi, la mamma che è sempre la mamma (e non ha
mai capito la vocazione del "figlio"), il futuro (nero come un pozzo nero)
che Sabryna intuisce".
Il testo esercita le
sferzanti virtù del sarcasmo ai danni della stessa cantante, che
si descrive in termini decisamente sfottenti:
"Davanti a una
società allibita / magno come una scrofa / scrivendo anche questa
strofa; /
fumo come una
turca / (mi manca solo il burka) / bevo quando devo fare un prelievo...
/ (...)
Mia madre continua
a dire in giro: che bravo ragazzo! /
Ma quale bravo
ragazzo! / Sono un coccio da incarto (sic), / oltre il cu*o da scarto
ho un cuore da infarto: /
una vita fatta
di eccessi / proiettata verso i cessi".
E alla madre che protesta
"Andrea, non parlare così!"
l'implacabile Sabryna
mette i puntini sulle zeta:
"Mamma, fin da
piccola già si vedeva / che sarei diventata zoccola! / Ma quale
bravo ragazzo!".
Al solito: Sabryna Trash
ha fatto sua l'estetica dell'orrido. Piace solo a chi è disposto
a seguirla su quella strada decisamente insolita. E fra tutti i pezzi che
ha ruttato finora, questo non è affatto tra i più sgradevoli,
anzi.
2006 - Ultimo mondo cannibale (con: "Engulfed
in flies" e "Bestial vomit") - Ménage
à trois. Nell'ottobre 2011 l'intero album era scaricabile
gratuitamente da questo link.
Considero pura zavorra
nella presente bibliografia questo split album, che propone grindcore
e che, seguendo una moda assai diffusa tra i culturi di questo genere,
si diverte a dar titoli evocativi di rapporti omosessuali a brani che non
hanno nulla a che vedere col tema. In questo caso poi si aggiunge pure
la copertina, pornografica, sulla quale preferirei evitare commenti.
Le tracce coinvolte
nel giochino di questa band sono:
-
14 - "Assalto anale".
Brano di musica da film (rubata), privo di testo, del tipo "arrivano i
nostri" (la ritmica gioca a imitare una cavalcata). Credo che per capire
la boutade del titolo occorrerebbe conoscere l'episodio del film
da cui è stata rubata la musica... ma non vedo a che pro ammattire
per 'sta robaccia.
-
15 - "Bananal". Non
ha testo, solo qualche grugnito nel microfono.
-
16 - "Froci". Audio
di un
dialogo tratto dal film L'eretica, di Fernando de Ossorio (1975)
in cui una bambina chiede a un sacerdote se anche i preti facciano sesso,
e alla risposta negativa grida: "Allora lei deve essere un frocio o
un impotente!". Tutto qui.
-
17 - "Preti pedofili".
Brano esclusivamente musicale.
-
18 - "Sodoma". Brano
esclusivamente musicale.
-
19 - "Mangia il mio
ca**o". Brano esclusivamente musicale.
Inoltre, del complesso
dei "Bestial Vomit", appare anche:
-
28 - "The evocation
of Platinette". La povera Platinette
non c'entra nulla, e questo brevissimo spezzone è unicamente sonoro,
senza alcun testo.
2006 -
Varechina, Loredana - "Pedofilo" - Edito
su Myspace. Poi in - Live
in studio.
L'io narrante di questa breve canzone
è un bambino di 13 anni che racconta d'un conoscente dei suoi genitori
che viene a casa loro nei weekend, e ne approfitta per abusare di lui:
"Mi tocca, / mi tocca, / mi spoglia
/ dei miei 13 anni. /
Arriva in camera mia / e subito comincia
/ a respirare piu forte".
<---
2005
- vai al - 2007
--->
Inedito.
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