F
Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette
a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2011
<--- 2010
- vai al - 2012 --->
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio
sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede
di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede
di canzonette italiane - 1977-presente:
2011
2011 - A'Clown - "Basta" - da - Nero su
bianco. (Autoprodotto, pubblicato
su "Youtube" e su "Soundcloud").
Questo
rap ambisce ad essere una riflessione di sinistra contro, io credo, l'omofobia,
come suggerirebbe la bandiera rainbow presente sulla copertina (virtuale):
"Ora basta indifferenza, / basta
con l'ipocrisia, /
e ci vuole resistenza / per spianare
questa via. /
E se amare una persona / è definita
una malattia /
moriremo da malati, / ma felici, e
così sia!".
Eppure al brano mancano alcuni elementi per
proporsi come analisi politica: in primo luogo non si nomina mai l'omosessualità,
né in modo diretto né in modo indiretto (si parla genericamente
di scendere in piazza per manifestare per il diritto ad amare) e questo
è un errore strategico, dato che implicitamente si conferma il fatto
che sia qualcosa di innominabile. Inoltre chi fa richieste, in politica,
deve fare richieste chiare e nette: semmai tocca ai suoi avversari cercare
di confondere le acque. E qui, di cosa stiamo parlando?
Un secondo punto debole è il bizzarro
modo in cui si dà allo Stato e al governo (!) la colpa della condizione
lgbt, come se la questione non fosse in prima battuta sociale e solo in
seconda battuta partitico-politica: la tolleranza non può infatti
essere imposta per legge: lo Stato può solo sanzionare o
sancire comportamenti, non stati d'animo. Tanto è vero che
poi che la cantante denuncia indifferenza, ipocrisia, egoismo, pregiudizi,
ovvero atteggiamenti e non comportamenti:
"Libertà, fratellanza,
uguaglianza e diritti / dovrebbero far parte della vita di tutti. /
Ma si sa che ancora oggi / se ne fa
una questione /
e grazie a chi governa oggi /
c'è chi vive nel terrore".
Oltre a ciò, ci mancherebbe solo che
"chi governa oggi" mi obbligasse per legge a provare fratellanza
verso un naziskin... Lo decido io, come esercitare o meno il mio senso
di fratellanza!
E ancora:
"Egoismo e indifferenza / va (sic)
a braccetto col potere",
il che è falso, dato che anche altruismo
e interventismo inquisitoriali vanno a braccetto col potere. Ci sono
situazioni in cui l'indifferenza è preferibile a un malinteso sentimento
altruistico che vuole a tutti i costi "aiutarti" a uscire da una condizione
"infelice", come succedeva quando la società, per aiutare
le persone omosessuali, le internava in manicomio...
Insomma, è giusto denunciare i
problemi, però se tutto ciò che riesce a produrre l'analisi
è "piove, governo ladro!", possiamo anche farne a meno...
Questa rapper, forse per la giovane età,
ha mischiato in modo indistricabile piani diversi (il piano delle emozioni
individuali e quello della politica di governo) come se fossero la stessa
cosa. E voglio pensare che sia un errore, perché laddove l'eguaglianza
fra i due piani è teorizzata apertamente, siamo all'Inquisizione
e al totalitarismo puro.
La cantante ha una dizione a tratti impastata
(canta troppo vicino al microfono) e in alcuni punti la voce va sotto alla
musica, quindi qui e là l'ascolto del testo non è agevole,
ma per fortuna il rap/comizietto è molto lento e poco ritmato.
La musica è elementare: una frase
musicale ripetuta identica dall'inizio alla fine.
Il tipico brano autoprodotto, insomma.
2011 - Aggettivo 7 - Ricordati di santificare
le feste. Freestyle autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal sito dell'autore.
Ogni brano porta il titolo di uno dei
dodici comandamenti (sono infatti presenti anche: undicesimo, "Non
inventarti comandamenti", e dodicesimo, "Non fare dischi di soli 11 pezzi").
Se ne vedano le tracce:
05 - "Non
uccidere" - (feat. Easy Brothers).
Contiene un attacco
con accuse d'omosessualità, che trovo troppo volgare per
citarlo qui. C'è un limite a tutto...
08 - "Non commettere
[sic] falsa testimonianza".
Attacco
a Trento, città sfottuta con l'accusa d'arrogante provincialismo,
con un testo che si muove su un piano di surreale - ma divertente - nonsense.
Nel bel mezzo d'un paragone fra Milano e Trento (nel quale ovviamente Trento
vince - per finta), appaiono anche i versi:
"C'è
discriminazione se sei un gay a Milano / a Trento ti rispettano anche se
ami l'ano / a Milano una rima così l'avrebbero apprezzata
/ per un trentino no, è un po' troppo scontata".
ù
11 - "Non inventarti
comandamenti (Bondon calling)".
Questo brano è
brioso e a tratti divertente, con un ritornello azzeccato, ma stavolta
il qualunquismo flippato di questo rapper ha scavalcato il confine
tra satira al "politicamente troppo corretto" e il razzismo, sfornando
battute contro ebrei e froci decisamente degne d'un fascista.
Un'intera stanza
del testo è dedicata a prendere in giro un non meglio specificato
"tipo" perché è gay. Costui viene presentato secondo i soliti
stereotipi omofobi, che oltretutto confondono omosessualità e transessualismo:
"Sta tutto il
giorno in chat - LOL - epic fail! / Va in giro per casa nudo col
tanga, / è un invertito inverso come il senso di un manga,
/
vuole in culo il dito medio di Mediobanca,
/ vuole i soldi solo per operarsi a Casablanca! /
Ruba alla mamma le scarpe col tacco,
/ si mette la parrucca, si mette lo smalto. /
Da piccolo io m'eccitavo con Occhi
di gatto / lui invece si toccava con Oliver
Hatton".
2011 - Anto Lesbo - Trilogy - Autoprodotto,
dal sito - ''Soundcloud''.
Tre Cd (virtuali) con cento
e passa tracce che continuano sull'impostazione della precedente
raccolta del 2009. Qui mi limito a schedare, di questa iper-produzione,
esclusivamente quelle che abbiano un minimo di contenuto. Ovviamente
chiunque è libero di sciropparsi l'intera serie di brani per recuperare
anche le briciole che io ho trascurato perché troppo brevi e/o troppo
banali.
Cd
1
-
02 - "Antonizer".
Parodia di "Womanizer":
"Ma tu lo sai che son l'Antò,
/ e tutto quel che vuol l'Antò /
è una ragazza / per la serata,
/ che è solo sesso / per l'Antolesbo".
-
04 - "Girls (a far la piscia)".
Cover di "Boys, boys, boys" di Sabrina.
"Lesbo Antò, / ubriacati con
me, /
Antoné, / dai andiamo a far
la piscia, /
Lesbo Antò... / Però
tu aspetti fuor!".
Occorre forse un commento?
-
10 - "Lesbo solitaria".
Parodia di "Lupi solitari" di Ivana Spagna.
"Siamo tutti quanti in cerca d'amore
/ come l'Antonella che sta sempre al sole: / aggrappata a un raggio d'illusione
/ lei cerca l'emozione / nella pineta del Mama".
-
12 - "Distùrbata".
"Voglio ballare stasera / senza controllo
/ con le lesbo intorno / tutta la sera".
-
18 - "Non è Antonella".
Parodia di "Non è Francesca" di
Lucio Battisti, di cui mantiene la struttura, modificandola per inserire
"Antonella" al posto di "Francesca", e il Mamamia/Hub come sfondo, con
frasi come:
"E se l'hai vista in pineta nel buio
/ con la Regina a flirtare sul cubo /
con la canotta stracciata / è
perché ha fatto a botte / con le lesbiche!".
Niente di che.
-
19 - "Zucchella".
Le sole parole di questo breve siparietto
dicono:
"Si chiama Antolesbo / ed è
libera / di farsi un po' tutte / come e quando le par".
Tutto qui.
-
28 - "Besame Antò".
Parodia di "Bésame
mucho". Cantata da un uomo, fa avances ad Antonella:
"Besame, / dolce Antonella, / cerca
qualcuno / stanotte, facciamolo in tre".
-
30 - "L'Anto è gay".
Non so di quale canzone questa sia una
cover, ma è un lavoro ben fatto, piuttosto gradevole, con
poche stonature, ed un uso abbondante di distorsioni elettroniche delle
voci che secondo me "cce stà":
"Antolesbo, la chiamavano per gioco
quando /
mi hai scritto in una mail: / "L'Anto
è gay". /
Non ci volevo credere / (ma sto con
lei) /
ha il look insospettabile / (l'Anto
è gay) /
cammina disinvolta per la strada, lei.
/ (Lesbo Antò, / lesbo Antò) / (...) /
Sempre in mezzo ai gay!".
Cd
2
-
02 - "Lesbonation".
"Beniamina di
noi gay, / Antolesbo: così ti chiamerai / nessun'altra come te /
saltar sul cubo è quello che fai. / (...) / Non ti fermare
/ it's a lesbo nation".
Graziosa la battuta
fatta pronunciare da Antonella: "Ma non ci siamo già visti prima?
Non ti avevo riconosciuto, con i vestiti addosso".
-
12 - "Non ti scordar
dell'Antò".
Parodia di "Non
ti scordare di me" di Giusy Ferreri. Il verso finale dice che Antonella:
"un donna troverà
/ che voglia non solo il pene, / ma un'avventura di una notte / che finisca
bene".
-
20 - "Lesbicherò".
Parodia
di "I will survive" di Gloria Gaynor.
"Io
se ci andrò / lesbicherò / (...) /
Mi
fermo a far 'na chiacchierata con un trans, / poi tiro dritto, / vado a
buttarmi fra i miei fans. / (...) /
La
camionista già mi chiede / se poi gliene lascio un po'."
-
25 - "Beautiful Anto".
"Ormai ho capito
/ che cosa vuoi da me: / sono lesbo, /
Lesbo Anto, Lesbo
Anto, / ma non te la do".
-
26 - "Tutto quel k'i'
vo' [2° version]".
"Tutto quel ch'i'
vo' / è solo una ragazza / per la serata. /
Tutto quel ch'i'
vo' / è solo fare sesso, ye eh".
Cd
3
-
11 - "Sei quella (che incanta)".
Panegirico ironico di Antonella, rappato
da una voce femminile:
"Sei quella che ho visto ballare /
la house commerciale a manetta in piazza, /
sei quella che volevo imitare / in
tutto e per tutto per sempre e basta, /
sei quella sul cubo la notte, / sei
quella che tutte le volte... incanta... me! / (...) /
Sei quella infinita che ardi / di sesso
/ per me! / (...)
Tu, lella dai mille colori, / tu, lella,
fai strage di cuori; / incanti... me!".
Nonostante la pochezza del pretesto da cui
nasce, è graziosa, e può essere considerata una vera canzone
a tutti gli effetti.
-
26 - "L'Icona (dei gay)".
Il testo viene pronunciato da voce elettronica
femminile:
Mi sento lesbo: che sballo! /
(...) /
Sono l'amica dei gay: la migliore,
la migliore. / Sono l'icona dei gay: la migliore, la migliore. /
Sono la regina dei gay... ma non al
Mama. / Sono la fi*a tra i gay: son l'Antolesbo. /
Son l'Antonella, ciao, tutti mi conoscono
/ (...) / Antolesbo per gli amici":
-
32 - "Lesbica latente".
Le prodezza di Antolesbo nei locali gay
della Versilia. Nei quali si rivela lesbica non proprio latente:
"Se la cerchi tra la gente / l'Antolesbo
è lì presente, /
sulla pista lì a ballare / cerca
di farsi rimorchiare. / (...)
Lesbica latente, / lesbica presente,
/ lesbica per sempre, / sulla pista tra la gente! / Lesbicaaa!"
-
34 - "Lella.. solo Antonella".
Contiene solo questa allusione:
"Io mi chiamo Antonella, / ciao. /
A volte mi sento lella, / mao. /
(...) /
Ho tanti amici bei, / o gay".
2011 -
Casto, Immanuel - "Fluffer boy" - da - Adult
music.
Come
altri prima di lui, anche Immanuel Casto si rifugia nella lingua inglese
(che tanto in Italia solo una minoranza comprende) per l'unico brano
esplicitamente omosessuale di tutto il Cd.
L'io
narrante qui è un "fluffer", il ragazzo incaricato di aiutare
i pornodivi a mantenere l'erezione fra una ripresa e l'altra di un film
porno.
Costui
si rivolge a un pornoattore, che sembra abbattuto perché la scena
non è venuta bene, e gli dice di non preoccuparsi perché
sistemerà tutto lui con la sua lingua di velluto.
Il
resto è su questo tono e preferirei non tradurlo perché il
mio sito non è VM18. Grazie.
2011 -
Casto, Immanuel - "Popper" - da - Adult
music.
Per
ragioni di marketing in questo Cd (il primo a godere di una distribuzione
nei normali canali commerciali) il carattere gay delle canzoni di Immanuel
Casto (con l'eccezione di "Fluffer boy", appena descritta) è stato
eliminato: sia rivolgendosi a un "tu" generico di cui non è mai
specificato il sesso, sia attraverso l'attribuzione a una voce femminile
(corista o solista) delle parti del testo che, se fossero state cantate
di persona dal "Casto Divo", avrebbero connotato il brano in senso gay.
Come
esempio di tale prassi ho scelto questo brano, incentrato sul popper
(la cosiddetta "droga gay"), usato da una parte del mondo omosessuale
per facilitare una certa tipologia di rapporti.
Tuttavia qui è
una voce femminile a pronunciare le frasi più "compromettenti",
cosicché la canzone assume un carattere indiscutibilmente eterosessuale
(ed anche bizzarramente incongruo, per chi sia gay e sappia di cosa
stia in realtà parlando il cantante).
Non considero la
"defezione" di Casto una perdita per le tematiche lgbt: l'arte non ha mai
abitato qui. Tuttavia è significativo che un'operazione che al suo
nascere proponeva raccolte di canzoni tutte più che esplicitamente
omosessuali, nel momento in cui arriva nell'orbita delle majors
discografiche scopra improvvisamente l'eterosessualità e vi ci si
converta. Proprio per l'insignificanza dell'oggetto su cui è stata
esercitata credo che questa accanita censura la dica lunga non su Mr "Casto",
quanto sull'industia musicale italiana.
Perché in
questo caso non si può neppure sostenere che la tematica omosessuale
avrebbe nuociuto alle vendite, visto che è proprio attraverso essa
che Casto s'è fatto conoscere nel periodo in cui le majors
non lo prendevano in considerazione. Ma qui è entrato in ballo il
panico di chi non riesce a sopportare un cantante che parla in prima persona
di pratiche omosessuali. In un mondo dominato dalle sfrante velate,
si crea un precedente pericoloso. Meglio sopprimerlo...
(Post scriptum: non
è mia, ma mi piace rubarla: adesso che ha avuto successo Casto è
riconosciuto internazionalmente, perfino in Cina, dovi tutti concordano
sul fatto che sia un glande cantante...).
2011 - Cecchini, Erika
- "Pandora's jar" - da - Save yourself.
Se ne veda la mia
recensione
al videoclip.
2011 - Chain Rap - "Omofobia".
(Autoprodotto, pubblicato su Youtube).
Benedetto
ragazzino, è carino che nonostante tu sia etero ti sia posto il
problema della violenza omofobica: ciò dimostra sensibilità
da parte tua. Bravo bravo. Ma dovevi proprio farlo rappando in questo
modo? Sembra che tu stia leggendo la lista della spesa...
E
il problema non è solo questo (nella vita si sopravvive a tutto,
perfino ai rappers) il problema è proprio il contenuto
dei versi: l'omosessualità che ne esce è pura disperazione,
addirittura morte, senza spiragli di luce o prospettive per il futuro:
"Questi
omosessuali sono come pesci che sguazzano, / scappano da squali che li
mangiano, / omofobi irritati come meduse, / che per toccare uomini trovano
mille scuse. / La superiorità non si guadagna picchiando, / la superiorità
la si guadagna aiutando, / gli omosessuali vivono boccheggiando, / con
la speranza di esserci domani. //
Ora
Laura mette un fiore sulla tomba della sua ex ragazza / fra le mani ha
una bandiera colorata e cerca giustizia in una piazza / come se non bastasse
un cameraman l'ha ripresa in faccia / sua padre la vede, la chiama e la
minaccia, / graffi di disperazione sulle braccia / abbandonata a questo
triste mondo come carta straccia".
Aiutooo!
Abbiamo troppi pochi amici, negli ambienti da cui viene questo ragazzo,
per permetterci di essere troppo schizzinosi quando se ne fa avanti qualcuno.
Ciononostante, ancora un altro po' di "aiuti" come questo, e vedremo impennarsi
i suicidi fra gli adolescenti gay!
Ad
ogni modo, al di là del risultato, è impossibile non apprezzare
la buona volontà: considerato quanto ferocemente omofobico
sia in generale il mondo del rap, questo è uno di quei casi in cui
l'intenzione conta.
2011 - Crupi, Eleonora
- "Perfetti" - (Single digitale).
Cover della canzone
di Niccolò Agliardi, del 2009.
La Crupi ha
dichiarato nelle interviste di avere scelto questa canzone, con la
quale ha partecipato a un concorso canoro, per combattere l'omofobia.
Eleonora Crupi ha anche tratto
un videoclip dalla sua cover.
2011 - DegradoSSS -
"Quel gran pezzo di frocione col ca**one" - (Autoprodotto, pubblicato su
"Youtube").
Robaccia,
cretinata d'un ragazzino (che ha scelto un nome d'arte azzeccatissimo),
che ha fatto la parodia di "Piccolo grande amore" di Claudio Baglioni sovrapponendole
un testo violentemente omofobo e volgarissimo ("e mi manca da
morire / quel gran pezzo di gran frocione, / adesso che saprei cosa dire"),
relativo a un amico che lo aveva sedotto causandogli un trauma, e che però
adesso, passato un po' di tempo, è rimpianto "per il suo bel
gran ca**one".
L'io
narrante, alla fine, si dichiara fiero di essere "drogato e gaaaay".
Il
disastro non è redento né dal minimo talento musicale (il
cantante è stonatissimo e più d'una volta perde il
ritmo!), né da una qualsiasi capacità umoristica.
Da
dimenticare e basta.
2011 - Dirisio, Luca - "Non pensare" - da
- Compis
(A pretty fucking good album).
Al primo ascolto di questa canzone colpisce
l'aspetto totalmente esplicito della dichiarazione d'amore per un altro
uomo: gli aggettivi sono infatti inequivocabilmente maschili.
Il trucco però c'è:
si esce dall'asessuato "tu", ed il genere grammaticale emerge, solo
laddove l'io narrante riferisce ciò che vorrebbe sentir dire a
se stesso dalla persona che lui sta lasciando:
Ma se adesso arrivasse qui dietro di
me, / per fermarmi e per dirmi: "Rimani con me, / rimischiamo la vita la
mia con la tua, / nel mio cuore tu sei l'unico che ci sia, / non riesco
a pensarti lontano da me, / perché ti amo e il mio amore è
più forte di me"...
Insomma, il maschile si riferisce all'io narrante,
mentre il sesso della persona che dovrebbe dire quelle parole resta indefinito
in un asessuato "tu"...
Falso allarme, dunque? Probabilmente sì...
ma non con certezza. Perché nella frase precedente un aggettivo
isolato al maschile c'era:
"Questo è un gran momento /
da scordare: / quando sarai pronto / non pensare, non pensare".
Ma daccapo, a chi è rivolta questa
frase? Alla persona a cui è dedicato il resto della canzone, o a
se stesso?
È insomma palese che chi ha composto
la canzone ha voluto deliberatamente confondere le idee agli ascoltatori.
Il gioco di specchi che ha costruito è abile, e punta a far discutere
- e possibilmente spettegolare - sul fatto che la canzone sia gay o meno
(e infatti su Youtube gli
ascoltatori lo stanno facendo), riservandosi il diritto finale di dire
"Ma voi mi avete frainteeeeeso!". Come al solito.
È un gioco stantìo ed anche
un po' vile: a chi servono più questi alibi, in un mondo
musicale in cui le massime icone mondiali sono gay-friendly senza
alcun problema? Giusto ai canzonettari de noantri...
Eppure interpreto positivamente questo
giochino squallido. Perché resta il fatto che al primo ascolto la
canzone dà comunque di sé un'immagine gay, che solo in seconda
battuta viene smentita, e questo di sicuro un male non è. Vuol dire
che l'idea di essere "preso per gay" non causa più il terrore d'una
volta.
Non è quindi lontano il momento
in cui perfino i canzonettari de noantri da
isoladeifamosi potranno limitarsi a scriverle e basta, le canzoni gay...
se lo vorranno.
Alla buon'ora.
2011 -
Egokid - Ecce homo.
Contiene
le canzoni:
-
03 - "Credo".
Canzone
per sollecitare il ragazzo amato a non andare ai congressi di "Comunione
e Liberazione" a Rimini e a non lasciarsi condizionare dalle minacce della
Chiesa, che è un'istituzione che conosce solo il potere e non gli
esseri umani:
"Amore
mio, che male fa / la nuda e cruda verità: / che sei soltanto un
uomo / nemmeno troppo umano? /
Perciò
che fai a Rimini? / Dio non conosce gli uomini, / e la sete di potere /
è il suo primo motore. /
Per
questo non lo prego, / ma è solo in Me che credo".
-
04 - "Come
un eroe della Marvel".
Se
ne veda la
mia recensione al videoclip.
-
05 - "Ragazze
+ Ragazzi".
Cover
di "Girls & boys" dei Blur (1994) che segue, sia pure con una certa
libertà, il testo originale, che diceva:
"..alle
ricerca di / ragazze che sono ragazzi / a cui piace che i ragazzi facciano
le ragazze / che si fanno i ragazzi come fossero ragazze / che si fanno
le ragazze come fossero ragazzi: / dovrebbe essere sempre qualcuno che
ami davvero".
La traduzione
italiana lo rende (più stringatamente) come:
"Ragazze
vanno con / ragazzi che sono / ragazze dentro / ragazzi; non so / come
fare per / farmi amare da te? //
Ragazzi
vanno con / ragazze che sono / ragazzi, dentro ragazze; / non so / come
fare per / farmi amare da te?".
Di questa
canzone esiste un videoclip in cui i due frontmen del complesso
cantano sfoggiando una favolosa gonna, lunga fino ai piedi.
-
06 - "Non
si uccidono così anche i cavalli?"
Canzone d'addio per una persona con cui
è stata verificata l'incompatibilità, ricca di metafore piuttosto
audaci, a tratti anche divertenti. Il sesso della persona amata non è
però mai indicato con chiarezza.
"Non ci siamo simpatici, / io non ti
conosco nemmeno /
con te io mi asterrei dal giudicare:
/ vivono insieme anche la serpe con il seno / (...) /
Da te non vorrei farmi incastrare /
in una strana storia senza affidamento. /
Ma ci affianchiamo senza guardare /
noi spalla a spalla senza vedere".
-
10 - "Universo".
Canzone d'amore
per una persona dal sesso non specificato (la canzone si rivolve a lei
solo come "amore mio"), che viene definita "Universo" dell'io narrante,
il quale si lancia in una serie di metafore "astronomiche". Non essendoci
la chiara indicazione del sesso della persona amata non è significativa
per il nostro tema.
-
11 - "Non
mi hai fatto male".
Questa
è una di quelle canzoni che più si ascoltano e più
si apprezzano notandone i dettagli, specie del testo, ricco di finezze.
Il brano racconta un momento di difficoltà in una relazione:
"Con
te / un'illusione senza sogni sei tu; / fra i rumori della sera torni tu...
/ se solo amassi la mia vita anche tu... /
Le
cicatrici di questa felicità / non si vedono ancora / perché
è facile ora / saper dimenticare: chiedimi di restare. /
Non
è una sfida / ma so che voglio di più, / non mi servono errori
/ non mi serve imparare. / Non c'è niente da capire".
Una delle
canzoni che io preferisco in questo Cd.
2011 -
Farina, Walter - Onda gay - (Inedita. Disponibile in versione dal vivo
su - Youtube).
Cover
della canzone
di Renato Zero, del 1980.
Paradossalmente
a me questa cover piace di più dell'originale, forse perché
qui è cantata in modo meno sciattamente retorico e sopra le righe.
Sentita
così, la canzone in sé pare addirittura funzionare!
Goûtez
et comparez...
2011 - Ferro, Tiziano - "La
differenza fra me e te" - da - L'amore
è una cosa semplice.
Nota
il blog "Voglio sposare Tiziano Ferro" che (deludentemente,
aggiungo io) questa è l'unica canzone in chiave gay nel primo album
di Ferro edito dopo il suo coming out:
"La domanda che tutti noi ci ponevamo
fino all'altro ieri è stata sollevata alla conferenza stampa: "Nelle
canzoni degli album precedenti ha quasi sempre usato delle parole che non
esplicitavano se il brano era diretto a un uomo o a una donna. Dopo il
coming out le cose cambieranno in questo nuovo album?"
Risposta:
"Questa cosa me l'hanno fatta notare
in molti, ma non è stata volontaria. Io correggo molto poco i testi,
è un lavoro di inconscio. Tutto ciò che è successo
negli ultimi anni è stato fatto in una sorta di bolla nella quale
io ero allo stesso tempo il carceriere e il carcerato. È quello
il processo più complicato da superare, l'autocommiserazione. Sai
che non ti so rispondere a questa domanda sui nuovo testi? (ride) Oddio...
Beh, "La differenza tra me e te" parla al maschile, no?"
Da parte sua il
sito Gay.it nota come il video legato a questa canzone non lasci trasparire
la minima traccia del cambiamento d'immagine pubblica di Ferro. Come
se non fosse accaduto nulla.
Ora, è vero che lo spessore intellettuale
e culturale di Ricky Martin (altro celebre caso di coming out fatto
dopo molti anni di situazione alla "segreto di Pulcinella") e delle sue
canzoni non supera quello d'un foglio di carta, però almeno
Martin nel
suo primo videoclip dopo il coming out ha preso di petto l'argomento,
sia pure in modo tale da non offendere le sue fans di sempre.
E se lo ha fatto il bel Ricky, un piccolo
cenno Ferro se lo poteva anche concedere, sia perché ha l'ambizione
di avere qualche neurone cablato in più di Martin, e sia soprattutto
perché se no dà l'impressione di voler usare la questione
del coming out solo come bizzarra strategia di marketing e basta.
Al momento dell'uscita del disco ha infatti comunicato "Urbi et Orbi" di
essere fidanzato con un uomo e di essere felice, come
se a noi di questa cosa fregasse alcunché, mentre invece nel
Cd persevera nella vecchia politica del dire-e-non-dire.
Ora, capisco che i dirigenti omofobi che
hanno ostacolato per anni il suo coming out sono ancora sulla loro
sedia, e immagino che stiano ancora facendo il possibile e l'impossibile
per contenere il radioso Titti, intenzionato a pubblicare ogni suo frustolo
di diario per fare sapere al mondo quant'è bello far l'amore (con
gli uomini) da Trieste in giù, specie ora che non è più
costretto ad andare fino a Londra per trovare uno straccio di partner per
la notte. Ma sinceramente a me non sarebbe importato se la vita privata
di Ferro fosse rimasta privata, e se il cambiamento lo avesse manifestato
semmai nella sua produzione artistica, che è pubblica per
definizione.
Insomma, il sospetto che Ferro abbia fatto
al solito le cose all'italiana (cioè a metà) c'è.
Anche se ammetto che il fatto che il coming out l'abbia fatto è
stato comunque positivo, dato che è la prima celebrità musicale
italiana a farlo nel XXI secolo (e a mio parere una piccola riflessione
andrebbe fatta sul paradosso per cui c'erano più cantanti
italiani dichiarati, come per esempio Ivan Cattaneo, negli anni Ottanta
che oggi).
Quanto al testo di questa canzone in sé,
c'è da dire che è vero che "parla al maschile", ma non dice
nulla di memorabile. La differenza fra lui e l'altro è che l'io
narrante della canzone è nevrotico e incapace di decidere, l'altro
invece è un essere umano normale. Sai che scoop...
"La differenza tra me e te / non l'ho
capita fino in fondo veramente bene. /
Me e te: / uno dei due sa farsi male,
l'altro meno. /
Però "me e te" / è quasi
una negazione. /
Io mi perdo nei dettagli e nei disordini,
tu no. / E temo il tuo passato e il mio passato / ma tu no".
2011 -
Giambrone, Giuseppe - "Miss senza slip" - (Autoprodotta. Edita
su - Youtube).
Continuano
le parodie en travesti di Giuseppe Giambrone, che questa volta si
è attaccato a "Mr Saxobeat" di Alexandra Stan.
Una
casalinga vogliosa cerca di sedurre il tecnico che è venuto a ripararle
l'aria condizionata, ma senza alcun successo. Al che conclude che deve
essere gay.
E,
testarda, decide di chiedere un secondo intervento:
"Con
tutti i masculazzi che ci sono in giro, dovevo incocciare proprio un uominosessuato?
Ora ci riprovo io, lo riporto nella retta via!".
C'è
da dire che la visione del video, nel quale la casalinga è orribile,
rende più probabili altre spiegazioni del rifiuto... (ho
usato qui sopra un fotogramma del video come "copertina" per questa canzone).
2011 - Guglielmi, Max e Pirolla, Mario - "Rosario
dei femminielli remix". (Autoprodotto, pubblicato
su "Youtube").
Irriverente, ma
divertente, arrangiamento (mandolini, e musica dance!) del blasfemo
rosario recitato in coro dai travestiti, in origine eseguito dalla
Nuova Compagnia di Canto Popolare nel 1976.
2011 -
J-Ax - "Tutta scena" - da - Meglio prima (?).
Canzone
(in parte rappata, ma in prevalenza d'impostazione rock) di denuncia delle
apparenze e delle pietose rappresentazioni a cui sono obbligati in troppi.
Eterosessualità
omofoba ostentata, bisessualità "trasgressiva" esibita, risultano
altrettanto fasulle, anche se per motivi diametralmente opposti:
"E
la gente non vuol credere che la porno attrice finge,
/ che il vescovo antigay è
palesemente homo; /
l'Indie
rocker dice che è bisex... e non si è mai visto con un uomo!".
Alla ricerca
di una "trasgressione" a buon mercato, che serva a "far scena", anche la
ragazzina in discoteca flirta col lesbismo (immagino per eccitare gli amichetti):
"Le
regine della scena con le mani su; / bacia
in bocca la tua amica e poi posta su Facebook".
Orecchiabili
il motivetto e il ritornello.
2011 - Jolaurlo - "Senza paura" - da - Meccanica
e natura.
Il pezzo, semplice ma efficace, è
cantato dalla cantante Marzia Sano in duetto con Sarah Fornito (delle "Diva
Scarlet") e parla di un coming out:
"Tu prova un po' / a non poter pronunciare
il nome di chi / ti ha riempito l'anima".
(...)
"Con una chiave semplice io vorrei
aprir la tua mente, / non siamo uguali solo perché.... / lo siamo
diversamente".
2011 - Lapi Daria - Canzoni
autoprodotte, pubblicate su ''Soundcloud''.
Una ragazza italiana, che vive a Londra,
pubblica queste canzoni a tematica lesbica scritte, dichiara, "per divertimento"
e per gli amici. Voce e chitarra, e null'altro (e forse musicalmente è
un po' troppo poco... ma ognuno fa quel che può).
Si vedano i brani:
-
"Lesbica d'annata "- Presente sullo stesso
sito anche in versione inglese intitolata: "O.w.l. (Older wise lesbian)",
che ritradotta sta per "Gufa"...
Questa canzone è una critica, affettuosa
ma pungente, della generazione delle lesbiche militanti "storiche",
accusate d'essere troppo felici di montare in cattedra e pretendere d'insegnare
alle più giovani, nonostante alcuni dei loro modi d'essere appaiano
"marziani" alla generazione più giovane:
"Lei è una vecchia lesbica e
ha tutto da insegnare, / lei c'era quella volta che tu non puoi ricordare;
/ lei è una vecchia lesbica, quindi lesbica davvero: / spiegarti
la tua vita non le sembra neanche vero! //
Non usa il vibratore, pene finto od
altro oggetto, / nemmeno la verdura è benvenuta nel suo letto; /
alla penetrazione è sempre stata assai contraria: / qualsiasi forma
fallica le dà un po' di orticaria".
In particolare dà (giustificato) fastidio
all'autrice l'atteggiamento del "tu non c'eri e non puoi capire"
e quello del "se oggi puoi essere quel che sei è solo grazie
a noi". Forse saranno anche vere entrambe le cose, ma non è
mai né intelligente né cortese buttarle in faccia a qualcuno:
"Lei è una vecchia lesbica,
lei sa cosa vuol dire / e tu sei troppo giovane, tu non puoi capire; /
se tu puoi essere lesbica senza doverti preoccupare / è per le vecchie
lesbiche, devi solo ringraziare!"
Considerato quanto sia "scottante" il tema,
Lapi Daria lo ha trattato con relativa mitezza e senza infierire,
e per fortuna senza cadere nel razzismo intergenerazionale.
-
"She's straight".
Testo
in inglese. L'io narrante inizia raccontando di quanto vada d'accordo con
la sua coinquilina, che è anche la sua migliore amica, che è
ben lieta di essere tale, mentre all'io narrante andrebbe anche un po'
di sesso.
E
si rimprovera: oh no, ci sono cascata di nuovo, non imparerò mai!
Lei è eterosessuale, ed io finisco sempre per innamorarmi di loro!
Ma
lei non si rende neppure conto della situazione: non si accorge se l'io
narrante ha tagliato i capelli, e se poi l'io narrante prapare una torta,
la coinquilina lo offre al suo fidanzato, e insomma,
"sono
sicura che capirai cosa io intenda dire / se ti dico che / lei non gioca
nella mia stessa squadra".
-
"Mi sono fatta la tua ex". Anche in inglese
come: "The network".
Canzonetta
molto semplice ma azzeccata che scherza sui piccoli tradimenti e inganni
nelle coppie lesbiche.
Due
ex amanti si risentono dopo un po' di tempo e la prima confessa alla seconda
che "una volta mi sono fatta la tua ex".
Alla
reazione della seconda la prima reagisce con un'esatta contabilità
delle colpe commesse dalla seconda con una terza persona:
"Eddai
che sarà mai, ma che fai? non ti vorrai mica arrabbiare / e poi
non vorrei essere io a doverti ricordare / che una volta l'anno scorso,
/ 9:20, 3 di agosto / mi è parso di capire che..."
La situazione
s'ingarbuglia ed alla fine emerge che anche la terza persona è andata
a letto con la ex da cui era partita la confessione!
Una
trattazione della tematica della gelosia e del tradimento sufficientemente
leggera da evitare le implicazioni, tragiche e teatrali, spesso connesse
all'argomento.
2011 - Madrac feat. Caparezza - "Normale"
- da - L'esercito del sole.
Una
canzone contro l'ipocrisia morale, e soprattutto contro una morale che
ha bisogno di creare il "mostro" e il "diverso" per comportamenti o modi
di essere che non fanno male a nessuno, al solo scopo di dare potere ai
"custodi della morale":
"la
morale ha bisogno di tende per amar quel che in pubblico giudica, / la
morale ha bisogno del vizio per poter dar potere alla predica".
Il tema
gay vi è affrontato solo di striscio, in un paio di frasi,
"Anche
chi fuma erba è normale, anche chi pippa coca è normale,
/ e se lo Stato dice: "è illegale", tanto la gente non lo ascolta
uguale. /
Anche
chi è omosessuale è normale, anche chi fa le corna è
normale: / anche se il papa dice che è male, è una morale
stanca e un po' banale / (...)
Anche
chi è immigrato è normale, / anche chi si traveste è
normale...".
La musica
è gradevole, il testo tutt'altro che banale, gli interpreti bravi
(ottimo l'intervento-cameo di CapaRezza)... direi quindi che si
tratta d'un brano riuscito, che merita l'ascolto.
2011 - Nonéim, Giuseppe - "Sono gay"
- da - The incredible mixtape. Autoprodotto, scaricabile
gratuitamente dal suo sito.
In
questo brano c'è una differenza straniante fra la qualità
della base musicale, che grazie alle diavolerie moderne ha un suono assolutamente
professionale (Noneim confessa
infatti che non è farina del suo sacco, trattandosi di una cover
di "Phatom Part. II" dei Justice), e il dilettantismo della voce,
che pur non stonando in modo atroce (ci sono cantanti professionisti che
fanno di molto peggio di lui, dalla Nannini ad Antoniacci), ed essendo
quindi sopportabile, ha la sgradevole tendenza a glissare ogni volta che
deve prendere una nota. Musicalmente parlando, sembra un clone di Emilio
Rez, senza tutina fucsia.
Il
coming out di questo sconosciuto "artista" (tale
Giuseppe D'Angelo di Trento) è irrilevante ai fini dei contenuti
del testo, che non ha nulla da comunicare, tanto che al culmine della sua
significatività arriva a dire soltanto:
"Siamo
soli siamo positivi, / siamo malati forse radioattivi / (...) /
Siamo
soli io e te: / tu da solo senza me - mai più".
Wow, che
profondità di concetti!
Devo
però confessare che trovo che questo brano sia molto interessante
per come ci mostra come in Italia abbiamo conquistato più visibilità
di quanto siamo poi capaci di consumare. Letteralmente, non sappiamo cosa
farcene, dello spazio sul palcoscenico che a furia di sgomitare abbiamo
ottenuto. Ecco perché si può creare, come qui, una canzone
per dire di essere gay, e nient'altro, come se questa non-notizia dovesse
interessare in quanto tale al mondo.
La
carenza culturale non è ovviamente imputabile solo a questo ragazzo
(anche se un'altra delle sue canzoni ci rivela in un titolo quale sia il
"messaggio" della sua arte: "Io
sono il più FIGO" - il maiuscolo è nell'originale).
Il
movimento lgbt italiano, infatti, non investe da decenni in produzione
culturale, e la cultura non è una gramigna che cresca da sola anche
se non la curi: come dice il nome, ha bisogno di essere coltivata. In caso
contrario, se ti va bene hai il giardino culturale deserto, altrimenti
ce l'hai piena di gramigna.
A
voi decidere se canzoni come questa facciano parte della categoria del
"vuoto" o di quella della "gramigna".
2011 -
Novak, Perry - Le mie altre verità. Autoprodotto,
edito su "Soundcloud".
Questo
Cd virtuale e autoprodotto, reso disponibile nel dicembre 2011 (nota: l'immagine
qui sopra è presa dal profilo di "Perry Novak" su Soundcloud, non
da un'inesistente copertina), mi ha fatto capire che a questa data non
aveva ormai più senso continuare a recensire le autoproduzioni caricate
su Youtube o su Soundcloud (o simili). Quando ho iniziato ad ascoltare
la prima canzone, e sono arrivato alla "stecca" prolungata sulle parole
"che mi libererà", mi son chiesto chi me lo faceva fare... (E non
sono il primo a pensarlo, dato che un'intera canzone - la numero undici,
che porta l'eloquente titolo di: "Stonato" - si rivolge a coloro che
giudicano "Novak" troppo stonato per fare il cantante. Al che "Novak" risponde
che se ne impipa del giudizio... Libero lui di farlo, e libero io di prendere
le contromisure adeguate).
Non
che il povero "Perry Novak" (un nome d'arte che non penso durerà
a lungo, visto che c'è
già un cantante che si chiama così) sia peggiore di tanti
artisti prodotti dalle moribonde case discografiche, dato che da molto
tempo ormai i e le cantanti vengono scelti e lanciati per la loro bellezza
fisica, e non per le loro doti canore. Ma a differenza di costoro "Perry
Novak" non può contare sul paziente lavoro di postproduzione che
cancelli e sostituisca ad una ad una le stecche, e quindi la sua incisione
è semplicemente grezza, e a tratti francamente inascoltabile.
Oltre
a ciò, la voce non è sgradevole in sé, però
"Novak", per un qualche motivo che mi sfugge, tende a cantare nel naso,
e ciò gradevole non è.
Tutto
ciò contrasta con la relativa "pulizia" delle basi musicali (e questo
della traccia della voce "sporca", sopra una base musicale "pulita", è
un fenomeno sempre più comune, nell'epoca dei digitale).
Questi
limiti mi fanno dire "peccato", perché questo ragazzo di Lecce ha
la volontà di affrontare il tema gay con relativa tranquillità
e naturalezza, con una disinvoltura che manca ad artisti più esperti
e blasonati - e super-velati.
Non
che questo disco sia "militante": il fatto che l'io narrante si rivolga
ad uomini e non a donne emerge solo in due o tre punti (per esempio in
"Da quando ci sei tu" laddove si rivolge a un "caro giullare alato"),
mentre per il resto imperversa ovunque l'usuale ed asessuato "tu". Ma forse
è proprio il fatto che il cantante non si ponga il problema, ad
essere prezioso: niente gli impediva di far sparire anche quei "due o tre
punti", volendo restare "velato"... e invece no.
Da qui testi come
quello de "Re dei popcorn", che chiede:
"Ho visto coppie
pomiciare / e scopare, baciarsi / davanti ai miei occhi, / basito. /
E mi son chiesto:
perché loro sì e noi no? / Non lo saprò mai. /
Ripeto,
è solo per un caso che questo Cd virtuale, e non un altro, mi abbia
fatto capire che ormai è cambiato il paradigma di produzione musicale
"amatoriale": non è peggiore di altri che ho già recensito,
e di sicuro è migliore di alcuni incisi da cantanti che sono riusciti
a farsi lanciare da questa o quella casa discografica (magari andando a
letto col produttore, ma questa è un'altra storia).
Certo, magari mi
ha spaventato il fatto che in quindici giorni "Novak" abbia pubblicato
brani da ben due Cd ed abbia iniziato a pubblicare un'anticipazione di
un terzo, la cui uscita era minacciata per il 2012... e tutti dello stesso
livello qualitativo.
Resta come dato di
fatto che il continuo abbattimento delle barriere d'ingresso nel campo
musicale (fra campionature, crollo dei prezzi dei macchinari, imperversare
del freestyle che non richiede neppure di cantare, musica in licenza
Creative Commons e quant'altro) l'ha reso un campo in cui ormai letteralmente
chiunque può letteralmente incidere, confezionare e pubblicare un
Cd tutto da sé, senza alcuna selezione preventiva.
Perciò da
qui in poi la selezione la farò io, e appena inizio a sentire una
sequela di stecche, stacco. Si tratti anche della Callas o di Caruso (in
versione gay) in persona.
Militante della
cultura lgbt va bene, però martire, no.
Ciò
detto, mi resta solo da concludere segnalando che la raccolta Le mie
altre verità contiene i seguenti brani:
-
01 - "Riflesso
limpido".
-
02 - "Da
quando ci sei tu".
-
03 - "Come
ti senti".
-
04 - "Ridere".
-
05 - "Ora
come ora".
-
06 - "Gorgone".
-
07 - [non
edito su Soundcloud].
-
08 - "Sfogo
allergico".
-
09 - "C'è
chi dice NO".
-
10 - "Penelope".
-
11 - "Stonato".
-
12 - [non
edito su Soundcloud].
-
13 - "Re
dei popcorn".
2012 -
Novak, Perry - Hermaphrodite. Autoprodotto,
edito su "Soundcloud".
(Nota:
l'immagine qui sopra è tratta dal profilo di Perry Novak su Soundcloud,
non da una eventuale copertina).
La
data di uscita del Cd è indicata come 2012, in realtà i brani
erano disponibili su "Soundcloud" già dal dicembre 2011.
Come
dichiarato alla voce precedente, non recensirò più raccolte
autoprodotte di questo tipo.
La
raccolta propone i brani:
-
01 - "Misinformation".
-
02 -
-
03 -
-
04 - "Doesn't
last forever".
-
05 -
-
06 -
-
07 - "Feels
like Vegas".
-
08 -
-
09 - "Lovesong
guy".
-
10 -
-
11 - "In
the dark (hit me hard)", feat. Sam.
-
12 -
-
13 - "Wonderlust".
-
Bonus
track - "Captive arms".
Inoltre
sulla stessa pagina di Soundcloud sono pubblicati in anteprima pure frammenti
di un terzo Ep:
2012
- Novak, Perry - Arancia meccanica - 03 - "Bukovsky".
2012
- Novak, Perry - Arancia meccanica - 04 - "Polistirolo".
E per
concludere:
2011
- Novak, Perry - "Sai che c'è".
2012
- Novak, Perry (feat. Simona) - "Dicembre".
Prosit.
2011 -
Okol - "Metti la checca dentro la busta" - (Autoprodotto,
pubblicato su "Soundcloud").
Canzone che incita
alla violenza bullistica contro gli omosessuali, in particolare a farli
rotolare per le scale: tanto la cosa non fa loro male, anzi fa loro bene,
e del resto se la sono meritata per il fatto che sculettano (sic):
"Oh mio Dio,
è arrivata la checca! /
Lui se sculetta,
non c'è alcun motivo: / crede che avere l'ano sia roba da divo!
/
E allora vedi
che non c'è niente di male / se facciamo rotolare la busta per le
scale? /
Non vedi che
non gli fa male? / Perderà un po' di peso / su quei grossi fianchi
di finocchio! /
Metti la checca
dentro la busta! / Metti la checca dentro la busta! / Metti la checca dentro
la busta! / Metti la checca dentro la busta!".
Chi crede che la violenza
antimosessuale sia un fatto "inspiegabile" ha semplicemente scelto di chiudere
gli occhi su quanto sia pervasiva e onnipresente la pressione sociale che
non solo la giustifica ("e allora vedi che non c'è niente di
male") ma anzi la esalta come cosa giusta.
Quando c'è
chi fa le canzoni "divertenti" per esaltare la violenza contro le minoranze,
non c'è proprio nulla di "inspiegabile": inspiegabile sarebbe il
fatto che non accadesse mai nulla, in questo contesto...
2011 -
Pravo, Patty - "Resta, vile maschio, dove vai?" - da - AA.VV., Dalla
parte di Rino.
Cover
della canzone
di Rino Gaetano del 1979.
Chiaramente, cantata da una donna, la
canzone assume un aspetto un po' assurdo, perché mette in scena
tre donne che si contendono un "vile maschio", che parla in prima persona...
ma che non c'è.
Peggiora la situazione il fatto che le
doti canore della signora Pravo iniziano a risentire un po' dell'età.
O della stanchezza.
Io, nel mio piccolo, continuo a preferirne
la versione originale.
2011 - Rez, Emilio -
Planetario.
Arrangiamenti elettronici
"spaziali" per accompagnare una voce decisamente terra-terra, che tende
alla mono-tonia, salvo quando stona, creando così finalmente un
po' di varietà. Il tema gay è (forse) accennato nelle tracce:
-
02 - "Il mio letto".
Non ha tema
gay, salvo forse un accenno alla "gente" che ha fatto del letto dell'io
narrante "un condomino", e che al mattino dopo però lo odia.
"Qui non vale
più la pena di svegliarsi la mattina / e incontrare di buon'ora
tutto l'odio e la paura".
-
04 - "Sodomita".
Non ho ben chiaro
di cosa parli questa canzone, anche se il titolo dovrebbe dare un indizio.
Ma i versi sono scombinati e caotici: vedete voi se riuscite a cavare un
senso da frasi come:
"Assensi per
dissensi, / contro i miei interessi / metto in rischio tutto / stimolando
i tuoi silenzi. / (...) /
Non so / di rifugio
/ contro il fuoco in Sodoma, / così tu, / e fu Genesi!".
Strabiliante la linea del basso, che ripete
le stesse sette note dall'inizio alla fine senza variare mai. L'arrangiatore
doveva essere o sottopagato, o un computer tout-court.
-
05 - "Passepartout".
A mio parere descriveva
una situazione di "battuage" notturno all'aperto, ma senza rendere
esplicita la cosa,
"Luci soffuse
della notte, / strilli che rompono il silenzio, / occhi che incrociano
i tuoi occhi, / attento alla tua discrezione. /
Superflui gli
scambi di parole / converti in euro le sue ore. / Irte le carni di emozione
/ scopri un passaggio migliore".
2011 -
Serpenti - "Uomo o donna" (single).
Questo
complesso sembra pensare di aver fatto una gran figata proponendo questa
canzoncina rock-and-roll che chiede il superamento della dicotomia maschile/femminile,
che a loro dire costringerebbe a vivere a metà, ossia a vivere in
un mondo in bianco o nero, mentre la realtà è a colori:
"Lui o lei / lei o lui / non si sa:
/ la gente parla di una novità / come noi, / anche se / nessuno
è veramente uguale a me. //
Tutto è nero o bianco per chi
vive a metà / ma il mondo è pieno di colori".
Per queste ragioni il complesso rivendica
una sorta via di mezzo androgina che, per una qualche ragione che
mi sfugge, dovrebbe essere superiore alla somma delle parti:
"Ed io non sono uomo / io non sono
donna, / certe volte domo / certe volte uonna"...
Probabilmente non riesco a entusiasmarmi per
questa cervellotica canzonetta perché, in vita mia, ho conosciuto
troppi esseri umani, trans, per i quali la definizione e la fissazione
dell'identità di genere (cioè proprio il diritto a
dire "Io sono uomo", "Io sono donna") era una questione letteralmente
di vita o di morte. E non un giochino verbale ("uonna" e "domo":
mio dio!!!) per stupire il pubblico durante un intrattenimento musicale.
L'identità di genere non si sceglie,
si può al massimo accettare, e la volontà non
ha alcun potere sulla decisione di "essere" certe volte una cosa e certe
volte l'altra.
Il massimo che ci è consentito
scegliere è se comportarci o meno in conformità ai
ruoli sociali che la società e l'educazione ci hanno assegnato,
ma anche qui non sarà certo una canzonetta a risolvere una questione
drammatica, per la quale nel mondo ogni giorno ci sono donne lapidate e
uomini impiccati.
Consiglio finale: se non si sa come maneggiarlo,
è meglio non giocare con il fuoco...
2011
- Sora Cesira - "Gay" - (Autoprodotto. Edita unicamente tramite Youtube).
Parodia
sulla musica (e le immagini) di "A chorus line", è una
video-risposta parodistica, in inglese maccheronico, a tre frasi
di Silvio Berlusconi contro l'approvazione di leggi sul riconoscimento
delle coppie gay, che vengono citate in apertura di video:
"E nella famiglia, crediamo che deve
essere fatta come quella che è costituita da un uomo e una donna.
(...) Finché noi governeremo questo paese, le unioni omosessuali
non verranno mai equiparata alla famiglia tradizionale. (...) Non
saranno mai possibili le adozioni per i singoli, né per le coppie
gay".
Il testo
rinfaccia a Berlusconi di negare i diritti in un modo che non è
più d'uso "nemmanco" nel posto più sperduto e incivile. Per
ingraziarsi il Vaticano lui fa l'ipocrita, ma poi divorzia o frequenta
prostitute, e riporta l'Italia al medioevo per compiacere ai bacchettoni.
Ma
a questo punto è più decoroso essere gay che come lui. Al
punto che tutti gli italiani, pure mamma e papà, pure "mi nonna"
e il mio cane, per dispetto, sono un po' gay. Perciò, conclude il
testo, facciamo tutti i gay!
Il video è sottotitolato, cosa necessaria
alla comprensione del testo, data la bizzarria delle invenzioni
verbali della "Sora Cesira" (equivalente mediatico romanesco della "casalinga
di Voghera", ma decisa a dire la sua).
Ecco
un campione dell'ardito minestrone linguistico proposto dalla Sora Cesira:
"Gay. / All the Italian people, / pure
mom and dad, are gay! /
Gay, / anke sol a little / for dispett
we are gay! /
It's more decorous to love / one of
the same sex, /
than be a maial with women and
/ change the lex".
Nato come
video per Youtube, il brano esiste solo in questo formato.
Ovviamente la canzone si esaurisce nella
boutade satirica, e non ha pretese artistiche. Ma è stato
un messaggio azzeccato, premiato da un ottimo successo di pubblico (oltre
200.000 visualizzazioni).
2011 -
Spuria, Adriana - "Non credo" - da - Il mio modo di dirti le cose.
Se
ne veda la
recensione al videoclip (del resto, il testo della canzone non ha connotazioni
lesbiche: è solo dalla visione del video che le si ricava).
2011 - The superegos
- "We are the froci". Autoprodotto,
pubblicato su "Soundcloud".
Il significato di
questo pezzo mi sfugge: è un brano (di per sé non sgradevole)
in cui una voce distorta elettronicamente ripete: "Froci, froci, froci,
siamo froci".
2011 - Violento, Vito - "Gin e nerchia".
Autoprodotto, pubblicato
su "Youtube".
Boutade in musica, brevissima (37
secondi), nella quale il fantomatico "Vito Violento" (inesistente
sulla Rete, a parte questa sola "canzone") su una base elettronica afferma
di amare ciò che è elencato nel titolo, e quindi chiede di
bere un gin & eccetera.
2011
- Zero, Renato - "Medley Triangolo e Mi vendo" - da - Puro
spirito.
Un
medley inedito con un arrangiamento orchestrale particolarmente
pomposo (incredibile la quantità di trombe!) di due canzoni a tema
gay, "Triangolo"
(del 1978) e "Mi
vendo" (del 1977). Il mondo ne sentiva proprio un impellente
bisogno.
In questa compilation
sono altresì ripubblicati "Al
cinema" (1991) e "Profumi,
balocchi & maritozzi!" (1980).
2011 -
Zeus One feat. Lucido e DJ Airho - "Mi sa che quella è lesbica"
[single].
Se
ne veda la
recensione al videoclip.
<--- 2010
- vai al - 2012
--->
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