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Il gay canzonato.
Un elenco di canzonette a tema l, g, b & t:
di: Giovanni Dall'Orto
2011
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Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Schede di canzonette italiane - 1920-1976.
Schede di canzonette italiane - 1977-presente:
 
     
     

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Ignoto  
Aggiunte

 

2011

2011 - A'Clown - "Basta" - da - Nero su bianco. (Autoprodotto, pubblicato su "Youtube" e su "Soundcloud").
Questo rap ambisce ad essere una riflessione di sinistra contro, io credo, l'omofobia, come suggerirebbe la bandiera rainbow presente sulla copertina (virtuale): Eppure al brano mancano alcuni elementi per proporsi come analisi politica: in primo luogo non si nomina mai l'omosessualità, né in modo diretto né in modo indiretto (si parla genericamente di scendere in piazza per manifestare per il diritto ad amare) e questo è un errore strategico, dato che implicitamente si conferma il fatto che sia qualcosa di innominabile. Inoltre chi fa richieste, in politica, deve fare richieste chiare e nette: semmai tocca ai suoi avversari cercare di confondere le acque. E qui, di cosa stiamo parlando?

Un secondo punto debole è il bizzarro modo in cui si dà allo Stato e al governo (!) la colpa della condizione lgbt, come se la questione non fosse in prima battuta sociale e solo in seconda battuta partitico-politica: la tolleranza non può infatti essere imposta per legge: lo Stato può solo sanzionare o sancire comportamenti, non stati d'animo. Tanto è vero che poi che la cantante denuncia indifferenza, ipocrisia, egoismo, pregiudizi, ovvero atteggiamenti e non comportamenti:

Oltre a ciò, ci mancherebbe solo che "chi governa oggi" mi obbligasse per legge a provare fratellanza verso un naziskin... Lo decido io, come esercitare o meno il mio senso di fratellanza!

E ancora:

il che è falso, dato che anche altruismo e interventismo inquisitoriali vanno a braccetto col potere. Ci sono situazioni in cui l'indifferenza è preferibile a un malinteso sentimento altruistico che vuole a tutti i costi "aiutarti" a uscire da una condizione "infelice", come succedeva quando la società, per aiutare le persone omosessuali, le internava in manicomio...
Insomma, è giusto denunciare i problemi, però se tutto ciò che riesce a produrre l'analisi è "piove, governo ladro!", possiamo anche farne a meno...
Questa rapper, forse per la giovane età, ha mischiato in modo indistricabile piani diversi (il piano delle emozioni individuali e quello della politica di governo) come se fossero la stessa cosa. E voglio pensare che sia un errore, perché laddove l'eguaglianza fra i due piani è teorizzata apertamente, siamo all'Inquisizione e al totalitarismo puro.

La cantante ha una dizione a tratti impastata (canta troppo vicino al microfono) e in alcuni punti la voce va sotto alla musica, quindi qui e là l'ascolto del testo non è agevole, ma per fortuna il rap/comizietto è molto lento e poco ritmato.
La musica è elementare: una frase musicale ripetuta identica dall'inizio alla fine.
Il tipico brano autoprodotto, insomma.


2011 - Aggettivo 7 - Ricordati di santificare le feste. Freestyle autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal sito dell'autore.
Ogni brano porta il titolo di uno dei dodici comandamenti (sono infatti presenti anche: undicesimo, "Non inventarti comandamenti", e dodicesimo, "Non fare dischi di soli 11 pezzi"). Se ne vedano le tracce:

05 - "Non uccidere" - (feat. Easy Brothers).
Contiene un attacco con accuse d'omosessualità, che trovo troppo volgare per citarlo qui. C'è un limite a tutto...

08 - "Non commettere [sic] falsa testimonianza".
Attacco a Trento, città sfottuta con l'accusa d'arrogante provincialismo, con un testo che si muove su un piano di surreale - ma divertente - nonsense. Nel bel mezzo d'un paragone fra Milano e Trento (nel quale ovviamente Trento vince - per finta), appaiono anche i versi: 11 - "Non inventarti comandamenti (Bondon calling)".
Questo brano è brioso e a tratti divertente, con un ritornello azzeccato, ma stavolta il qualunquismo flippato di questo rapper ha scavalcato il confine tra satira al "politicamente troppo corretto" e il razzismo, sfornando battute contro ebrei e froci decisamente degne d'un fascista.
Un'intera stanza del testo è dedicata a prendere in giro un non meglio specificato "tipo" perché è gay. Costui viene presentato secondo i soliti stereotipi omofobi, che oltretutto confondono omosessualità e transessualismo:
2011 - Anto Lesbo - Trilogy - Autoprodotto, dal sito - ''Soundcloud''.
Tre Cd (virtuali) con cento e passa tracce che continuano sull'impostazione della precedente raccolta del 2009. Qui mi limito a schedare, di questa iper-produzione, esclusivamente quelle che abbiano un minimo di contenuto. Ovviamente chiunque è libero di sciropparsi l'intera serie di brani per recuperare anche le briciole che io ho trascurato perché troppo brevi e/o troppo banali.

Cd 1

Cd 2 Cd 3
2011 - Casto, Immanuel - "Fluffer boy" - da - Adult music.
Come altri prima di lui, anche Immanuel Casto si rifugia nella lingua inglese (che tanto in Italia solo una minoranza comprende) per l'unico brano esplicitamente omosessuale di tutto il Cd.
L'io narrante qui è un "fluffer", il ragazzo incaricato di aiutare i pornodivi a mantenere l'erezione fra una ripresa e l'altra di un film porno.
Costui si rivolge a un pornoattore, che sembra abbattuto perché la scena non è venuta bene, e gli dice di non preoccuparsi perché sistemerà tutto lui con la sua lingua di velluto.
Il resto è su questo tono e preferirei non tradurlo perché il mio sito non è VM18. Grazie.
2011 - Casto, Immanuel - "Popper" - da - Adult music.
Per ragioni di marketing in questo Cd (il primo a godere di una distribuzione nei normali canali commerciali) il carattere gay delle canzoni di Immanuel Casto (con l'eccezione di "Fluffer boy", appena descritta) è stato eliminato: sia rivolgendosi a un "tu" generico di cui non è mai specificato il sesso, sia attraverso l'attribuzione a una voce femminile (corista o solista) delle parti del testo che, se fossero state cantate di persona dal "Casto Divo", avrebbero connotato il brano in senso gay.
Come esempio di tale prassi ho scelto questo brano, incentrato sul popper (la cosiddetta  "droga gay"), usato da una parte del mondo omosessuale per facilitare una certa tipologia di rapporti.
Tuttavia qui è una voce femminile a pronunciare le frasi più "compromettenti", cosicché la canzone assume un carattere indiscutibilmente eterosessuale (ed anche bizzarramente incongruo, per chi sia gay e sappia di cosa stia in realtà parlando il cantante).
Non considero la "defezione" di Casto una perdita per le tematiche lgbt: l'arte non ha mai abitato qui. Tuttavia è significativo che un'operazione che al suo nascere proponeva raccolte di canzoni tutte più che esplicitamente omosessuali, nel momento in cui arriva nell'orbita delle majors discografiche scopra improvvisamente l'eterosessualità e vi ci si converta. Proprio per l'insignificanza dell'oggetto su cui è stata esercitata credo che questa accanita censura la dica lunga non su Mr "Casto", quanto sull'industia musicale italiana.
Perché in questo caso non si può neppure sostenere che la tematica omosessuale avrebbe nuociuto alle vendite, visto che è proprio attraverso essa che Casto s'è fatto conoscere nel periodo in cui le majors non lo prendevano in considerazione. Ma qui è entrato in ballo il panico di chi non riesce a sopportare un cantante che parla in prima persona di pratiche omosessuali. In un mondo dominato dalle sfrante velate, si crea un precedente pericoloso. Meglio sopprimerlo...

(Post scriptum: non è mia, ma mi piace rubarla: adesso che ha avuto successo Casto è riconosciuto internazionalmente, perfino in Cina, dovi tutti concordano sul fatto che sia un glande cantante...).


2011 - Cecchini, Erika - "Pandora's jar" - da - Save yourself.
Se ne veda la mia recensione al videoclip.


2011 - Chain Rap - "Omofobia". (Autoprodotto, pubblicato su Youtube).
Benedetto ragazzino, è carino che nonostante tu sia etero ti sia posto il problema della violenza omofobica: ciò dimostra sensibilità da parte tua. Bravo bravo. Ma dovevi proprio farlo rappando in questo modo? Sembra che tu stia leggendo la lista della spesa...
E il problema non è solo questo (nella vita si sopravvive a tutto, perfino ai rappers) il problema è proprio il contenuto dei versi: l'omosessualità che ne esce è pura disperazione, addirittura morte, senza spiragli di luce o prospettive per il futuro: Aiutooo! Abbiamo troppi pochi amici, negli ambienti da cui viene questo ragazzo, per permetterci di essere troppo schizzinosi quando se ne fa avanti qualcuno. Ciononostante, ancora un altro po' di "aiuti" come questo, e vedremo impennarsi i suicidi fra gli adolescenti gay!

Ad ogni modo, al di là del risultato, è impossibile non apprezzare la buona volontà: considerato quanto ferocemente omofobico sia in generale il mondo del rap, questo è uno di quei casi in cui l'intenzione conta.


2011 - Crupi, Eleonora - "Perfetti" - (Single digitale).
Cover della canzone di Niccolò Agliardi, del 2009.
La Crupi ha dichiarato nelle interviste di avere scelto questa canzone, con la quale ha partecipato a un concorso canoro, per combattere l'omofobia.
Eleonora Crupi ha anche tratto un videoclip dalla sua cover.


2011 - DegradoSSS - "Quel gran pezzo di frocione col ca**one" - (Autoprodotto, pubblicato su "Youtube").
Robaccia, cretinata d'un ragazzino (che ha scelto un nome d'arte azzeccatissimo), che ha fatto la parodia di "Piccolo grande amore" di Claudio Baglioni sovrapponendole un testo violentemente omofobo e volgarissimo ("e mi manca da morire / quel gran pezzo di gran frocione, / adesso che saprei cosa dire"), relativo a un amico che lo aveva sedotto causandogli un trauma, e che però adesso, passato un po' di tempo, è rimpianto "per il suo bel gran ca**one".
L'io narrante, alla fine, si dichiara fiero di essere "drogato e gaaaay".
Il disastro non è redento né dal minimo talento musicale (il cantante è stonatissimo e più d'una volta perde il ritmo!), né da una qualsiasi capacità umoristica.
Da dimenticare e basta.


2011 - Dirisio, Luca - "Non pensare" - da - Compis (A pretty fucking good album).
Al primo ascolto di questa canzone colpisce l'aspetto totalmente esplicito della dichiarazione d'amore per un altro uomo: gli aggettivi sono infatti inequivocabilmente maschili.
Il trucco però c'è: si esce dall'asessuato "tu", ed il genere grammaticale emerge, solo laddove l'io narrante riferisce ciò che vorrebbe sentir dire a se stesso dalla persona che lui sta lasciando: Insomma, il maschile si riferisce all'io narrante, mentre il sesso della persona che dovrebbe dire quelle parole resta indefinito in un asessuato "tu"...
Falso allarme, dunque? Probabilmente sì... ma non con certezza. Perché nella frase precedente un aggettivo isolato al maschile c'era: Ma daccapo, a chi è rivolta questa frase? Alla persona a cui è dedicato il resto della canzone, o a se stesso?

È insomma palese che chi ha composto la canzone ha voluto deliberatamente confondere le idee agli ascoltatori. Il gioco di specchi che ha costruito è abile, e punta a far discutere - e possibilmente spettegolare - sul fatto che la canzone sia gay o meno (e infatti su Youtube gli ascoltatori lo stanno facendo), riservandosi il diritto finale di dire "Ma voi mi avete frainteeeeeso!". Come al solito.
È un gioco stantìo ed anche un po' vile: a chi servono più questi alibi, in un mondo musicale in cui le massime icone mondiali sono gay-friendly senza alcun problema? Giusto ai canzonettari de noantri...

Eppure interpreto positivamente questo giochino squallido. Perché resta il fatto che al primo ascolto la canzone dà comunque di sé un'immagine gay, che solo in seconda battuta viene smentita, e questo di sicuro un male non è. Vuol dire che l'idea di essere "preso per gay" non causa più il terrore d'una volta.
Non è quindi lontano il momento in cui perfino i canzonettari de noantri da isoladeifamosi potranno limitarsi a scriverle e basta, le canzoni gay... se lo vorranno.
Alla buon'ora.


2011 - Egokid - Ecce homo.
Contiene le canzoni:
2011 - Farina, Walter - Onda gay - (Inedita. Disponibile in versione dal vivo su - Youtube).
Cover della canzone di Renato Zero, del 1980.
Paradossalmente a me questa cover piace di più dell'originale, forse perché qui è cantata in modo meno sciattamente retorico e sopra le righe.
Sentita così, la canzone in sé pare addirittura funzionare!
Goûtez et comparez...


2011 - Ferro, Tiziano - "La differenza fra me e te" - da - L'amore è una cosa semplice.
Nota il blog "Voglio sposare Tiziano Ferro" che (deludentemente, aggiungo io) questa è l'unica canzone in chiave gay nel primo album di Ferro edito dopo il suo coming out: Da parte sua il sito Gay.it nota come il video legato a questa canzone non lasci trasparire la minima traccia del cambiamento d'immagine pubblica di Ferro. Come se non fosse accaduto nulla.
Ora, è vero che lo spessore intellettuale e culturale di Ricky Martin (altro celebre caso di coming out fatto dopo molti anni di situazione alla "segreto di Pulcinella") e delle sue canzoni non supera quello d'un foglio di carta, però almeno Martin nel suo primo videoclip dopo il coming out ha preso di petto l'argomento, sia pure in modo tale da non offendere le sue fans di sempre.
E se lo ha fatto il bel Ricky, un piccolo cenno Ferro se lo poteva anche concedere, sia perché ha l'ambizione di avere qualche neurone cablato in più di Martin, e sia soprattutto perché se no dà l'impressione di voler usare la questione del coming out solo come bizzarra strategia di marketing e basta. Al momento dell'uscita del disco ha infatti comunicato "Urbi et Orbi" di essere fidanzato con un uomo e di essere felice, come se a noi di questa cosa fregasse alcunché, mentre invece nel Cd persevera nella vecchia politica del dire-e-non-dire.

Ora, capisco che i dirigenti omofobi che hanno ostacolato per anni il suo coming out sono ancora sulla loro sedia, e immagino che stiano ancora facendo il possibile e l'impossibile per contenere il radioso Titti, intenzionato a pubblicare ogni suo frustolo di diario per fare sapere al mondo quant'è bello far l'amore (con gli uomini) da Trieste in giù, specie ora che non è più costretto ad andare fino a Londra per trovare uno straccio di partner per la notte. Ma sinceramente a me non sarebbe importato se la vita privata di Ferro fosse rimasta privata, e se il cambiamento lo avesse manifestato semmai nella sua produzione artistica, che è pubblica per definizione.
Insomma, il sospetto che Ferro abbia fatto al solito le cose all'italiana (cioè a metà) c'è. Anche se ammetto che il fatto che il coming out l'abbia fatto è stato comunque positivo, dato che è la prima celebrità musicale italiana a farlo nel XXI secolo (e a mio parere una piccola riflessione andrebbe fatta sul paradosso per cui c'erano più cantanti italiani dichiarati, come per esempio Ivan Cattaneo, negli anni Ottanta che oggi).

Quanto al testo di questa canzone in sé, c'è da dire che è vero che "parla al maschile", ma non dice nulla di memorabile. La differenza fra lui e l'altro è che l'io narrante della canzone è nevrotico e incapace di decidere, l'altro invece è un essere umano normale. Sai che scoop...


2011 - Giambrone, Giuseppe - "Miss senza slip" - (Autoprodotta. Edita su - Youtube).
Continuano le parodie en travesti di Giuseppe Giambrone, che questa volta si è attaccato a "Mr Saxobeat" di Alexandra Stan.
Una casalinga vogliosa cerca di sedurre il tecnico che è venuto a ripararle l'aria condizionata, ma senza alcun successo. Al che conclude che deve essere gay.
E, testarda, decide di chiedere un secondo intervento: C'è da dire che la visione del video, nel quale la casalinga è orribile, rende più probabili altre spiegazioni del rifiuto... (ho usato qui sopra un fotogramma del video come "copertina" per questa canzone).


2011 - Guglielmi, Max e Pirolla, Mario - "Rosario dei femminielli remix". (Autoprodotto, pubblicato su "Youtube").
Irriverente, ma divertente, arrangiamento (mandolini, e musica dance!) del blasfemo rosario recitato in coro dai travestiti, in origine eseguito dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare nel 1976.


2011 - J-Ax - "Tutta scena" - da - Meglio prima (?).
Canzone (in parte rappata, ma in prevalenza d'impostazione rock) di denuncia delle apparenze e delle pietose rappresentazioni a cui sono obbligati in troppi.
Eterosessualità omofoba ostentata, bisessualità "trasgressiva" esibita, risultano altrettanto fasulle, anche se per motivi diametralmente opposti: Alla ricerca di una "trasgressione" a buon mercato, che serva a "far scena", anche la ragazzina in discoteca flirta col lesbismo (immagino per eccitare gli amichetti): Orecchiabili il motivetto e il ritornello.


2011 - Jolaurlo - "Senza paura" - da - Meccanica e natura.
Il pezzo, semplice ma efficace, è cantato dalla cantante Marzia Sano in duetto con Sarah Fornito (delle "Diva Scarlet") e parla di un coming out:
2011 - Lapi Daria - Canzoni autoprodotte, pubblicate su ''Soundcloud''.
Una ragazza italiana, che vive a Londra, pubblica queste canzoni a tematica lesbica scritte, dichiara, "per divertimento" e per gli amici. Voce e chitarra, e null'altro (e forse musicalmente è un po' troppo poco... ma ognuno fa quel che può).
Si vedano i brani:
2011 - Madrac feat. Caparezza - "Normale" - da - L'esercito del sole.
Una canzone contro l'ipocrisia morale, e soprattutto contro una morale che ha bisogno di creare il "mostro" e il "diverso" per comportamenti o modi di essere che non fanno male a nessuno, al solo scopo di dare potere ai "custodi della morale": Il tema gay vi è affrontato solo di striscio, in un paio di frasi, La musica è gradevole, il testo tutt'altro che banale, gli interpreti bravi (ottimo l'intervento-cameo di CapaRezza)... direi quindi che si tratta d'un brano riuscito, che merita l'ascolto.


2011 - Nonéim, Giuseppe - "Sono gay" - da - The incredible mixtape. Autoprodotto, scaricabile gratuitamente dal suo sito.
In questo brano c'è una differenza straniante fra la qualità della base musicale, che grazie alle diavolerie moderne ha un suono assolutamente professionale (Noneim confessa infatti che non è farina del suo sacco, trattandosi di una cover di "Phatom Part. II" dei Justice), e il dilettantismo della voce, che pur non stonando in modo atroce (ci sono cantanti professionisti che fanno di molto peggio di lui, dalla Nannini ad Antoniacci), ed essendo quindi sopportabile, ha la sgradevole tendenza a glissare ogni volta che deve prendere una nota. Musicalmente parlando, sembra un clone di Emilio Rez, senza tutina fucsia.
Il coming out di questo sconosciuto "artista" (tale Giuseppe D'Angelo di Trento) è irrilevante ai fini dei contenuti del testo, che non ha nulla da comunicare, tanto che al culmine della sua significatività arriva a dire soltanto: Wow, che profondità di concetti!

Devo però confessare che trovo che questo brano sia molto interessante per come ci mostra come in Italia abbiamo conquistato più visibilità di quanto siamo poi capaci di consumare. Letteralmente, non sappiamo cosa farcene, dello spazio sul palcoscenico che a furia di sgomitare abbiamo ottenuto. Ecco perché si può creare, come qui, una canzone per dire di essere gay, e nient'altro, come se questa non-notizia dovesse interessare in quanto tale al mondo.
La carenza culturale non è ovviamente imputabile solo a questo ragazzo (anche se un'altra delle sue canzoni ci rivela in un titolo quale sia il "messaggio" della sua arte: "Io sono il più FIGO" - il maiuscolo è nell'originale).
Il movimento lgbt italiano, infatti, non investe da decenni in produzione culturale, e la cultura non è una gramigna che cresca da sola anche se non la curi: come dice il nome, ha bisogno di essere coltivata. In caso contrario, se ti va bene hai il giardino culturale deserto, altrimenti ce l'hai piena di gramigna.
A voi decidere se canzoni come questa facciano parte della categoria del "vuoto" o di quella della "gramigna".


2011 - Novak, Perry - Le mie altre verità. Autoprodotto, edito su "Soundcloud".
Questo Cd virtuale e autoprodotto, reso disponibile nel dicembre 2011 (nota: l'immagine qui sopra è presa dal profilo di "Perry Novak" su Soundcloud, non da un'inesistente copertina), mi ha fatto capire che a questa data non aveva ormai più senso continuare a recensire le autoproduzioni caricate su Youtube o su Soundcloud (o simili). Quando ho iniziato ad ascoltare la prima canzone, e sono arrivato alla "stecca" prolungata sulle parole "che mi libererà", mi son chiesto chi me lo faceva fare... (E non sono il primo a pensarlo, dato che un'intera canzone - la numero undici, che porta l'eloquente titolo di: "Stonato" - si rivolge a coloro che  giudicano "Novak" troppo stonato per fare il cantante. Al che "Novak" risponde che se ne impipa del giudizio... Libero lui di farlo, e libero io di prendere le contromisure adeguate).

Non che il povero "Perry Novak" (un nome d'arte che non penso durerà a lungo, visto che c'è già un cantante che si chiama così) sia peggiore di tanti artisti prodotti dalle moribonde case discografiche, dato che da molto tempo ormai i e le cantanti vengono scelti e lanciati per la loro bellezza fisica, e non per le loro doti canore. Ma a differenza di costoro "Perry Novak" non può contare sul paziente lavoro di postproduzione che cancelli e sostituisca ad una ad una le stecche, e quindi la sua incisione è semplicemente grezza, e a tratti francamente inascoltabile.
Oltre a ciò, la voce non è sgradevole in sé, però "Novak", per un qualche motivo che mi sfugge, tende a cantare nel naso, e ciò gradevole non è.

Tutto ciò contrasta con la relativa "pulizia" delle basi musicali (e questo della traccia della voce "sporca", sopra una base musicale "pulita", è un fenomeno sempre più comune, nell'epoca dei digitale).

Questi limiti mi fanno dire "peccato", perché questo ragazzo di Lecce ha la volontà di affrontare il tema gay con relativa tranquillità e naturalezza, con una disinvoltura che manca ad artisti più esperti e blasonati - e super-velati.
Non che questo disco sia "militante": il fatto che l'io narrante si rivolga ad uomini e non a donne emerge solo in due o tre punti (per esempio in "Da quando ci sei tu" laddove si rivolge a un "caro giullare alato"), mentre per il resto imperversa ovunque l'usuale ed asessuato "tu". Ma forse è proprio il fatto che il cantante non si ponga il problema, ad essere prezioso: niente gli impediva di far sparire anche quei "due o tre punti", volendo restare "velato"... e invece no.
Da qui testi come quello de "Re dei popcorn", che chiede:

Ripeto, è solo per un caso che questo Cd virtuale, e non un altro, mi abbia fatto capire che ormai è cambiato il paradigma di produzione musicale "amatoriale": non è peggiore di altri che ho già recensito, e di sicuro è migliore di alcuni incisi da cantanti che sono riusciti a farsi lanciare da questa o quella casa discografica (magari andando a letto col produttore, ma questa è un'altra storia).
Certo, magari mi ha spaventato il fatto che in quindici giorni "Novak" abbia pubblicato brani da ben due Cd ed abbia iniziato a pubblicare un'anticipazione di un terzo, la cui uscita era minacciata per il 2012... e tutti dello stesso livello qualitativo.

Resta come dato di fatto che il continuo abbattimento delle barriere d'ingresso nel campo musicale (fra campionature, crollo dei prezzi dei macchinari, imperversare del freestyle che non richiede neppure di cantare, musica in licenza Creative Commons e quant'altro) l'ha reso un campo in cui ormai letteralmente chiunque può letteralmente incidere, confezionare e pubblicare un Cd tutto da sé, senza alcuna selezione preventiva.
Perciò da qui in poi la selezione la farò io, e appena inizio a sentire una sequela di stecche, stacco. Si tratti anche della Callas o di Caruso (in versione gay) in persona.
Militante della cultura lgbt va bene, però martire, no.

Ciò detto, mi resta solo da concludere segnalando che la raccolta Le mie altre verità contiene i seguenti brani:


2012 - Novak, Perry - Hermaphrodite. Autoprodotto, edito su "Soundcloud".
(Nota: l'immagine qui sopra è tratta dal profilo di Perry Novak su Soundcloud, non da una eventuale copertina).
La data di uscita del Cd è indicata come 2012, in realtà i brani erano disponibili su "Soundcloud" già dal dicembre 2011.
Come dichiarato alla voce precedente, non recensirò più raccolte autoprodotte di questo tipo.
La raccolta propone i brani: Inoltre sulla stessa pagina di Soundcloud sono pubblicati in anteprima pure frammenti di un terzo Ep:

2012 - Novak, Perry - Arancia meccanica - 03 - "Bukovsky".
2012 - Novak, Perry - Arancia meccanica - 04 - "Polistirolo".

E per concludere:

2011 - Novak, Perry - "Sai che c'è".
2012 - Novak, Perry  (feat. Simona) - "Dicembre".

Prosit.


2011 - Okol - "Metti la checca dentro la busta" - (Autoprodotto, pubblicato su "Soundcloud").
Canzone che incita alla violenza bullistica contro gli omosessuali, in particolare a farli rotolare per le scale: tanto la cosa non fa loro male, anzi fa loro bene, e del resto se la sono meritata per il fatto che sculettano (sic): Chi crede che la violenza antimosessuale sia un fatto "inspiegabile" ha semplicemente scelto di chiudere gli occhi su quanto sia pervasiva e onnipresente la pressione sociale che non solo la giustifica ("e allora vedi che non c'è niente di male") ma anzi la esalta come cosa giusta.
Quando c'è chi fa le canzoni "divertenti" per esaltare la violenza contro le minoranze, non c'è proprio nulla di "inspiegabile": inspiegabile sarebbe il fatto che non accadesse mai nulla, in questo contesto...


2011 - Pravo, Patty - "Resta, vile maschio, dove vai?" - da - AA.VV., Dalla parte di Rino.
Cover della canzone di Rino Gaetano del 1979.
Chiaramente, cantata da una donna, la canzone assume un aspetto un po' assurdo, perché mette in scena tre donne che si contendono un "vile maschio", che parla in prima persona... ma che non c'è.
Peggiora la situazione il fatto che le doti canore della signora Pravo iniziano a risentire un po' dell'età. O della stanchezza.
Io, nel mio piccolo, continuo a preferirne la versione originale.


2011 - Rez, Emilio - Planetario.
Arrangiamenti elettronici "spaziali" per accompagnare una voce decisamente terra-terra, che tende alla mono-tonia, salvo quando stona, creando così finalmente un po' di varietà. Il tema gay è (forse) accennato nelle tracce:
2011 - Serpenti - "Uomo o donna" (single).
Questo complesso sembra pensare di aver fatto una gran figata proponendo questa canzoncina rock-and-roll che chiede il superamento della dicotomia maschile/femminile, che a loro dire costringerebbe a vivere a metà, ossia a vivere in un mondo in bianco o nero, mentre la realtà è a colori: Per queste ragioni il complesso rivendica una sorta via di mezzo androgina che, per una qualche ragione che mi sfugge, dovrebbe essere superiore alla somma delle parti: Probabilmente non riesco a entusiasmarmi per questa cervellotica canzonetta perché, in vita mia, ho conosciuto troppi esseri umani, trans, per i quali la definizione e la fissazione dell'identità di genere (cioè proprio il diritto a dire "Io sono uomo", "Io sono donna") era una questione letteralmente di vita o di morte. E non un giochino verbale ("uonna" e "domo": mio dio!!!) per stupire il pubblico durante un intrattenimento musicale.

L'identità di genere non si sceglie, si può al massimo accettare, e la volontà non ha alcun potere sulla decisione di "essere" certe volte una cosa e certe volte l'altra.
Il massimo che ci è consentito scegliere è se comportarci o meno in conformità ai ruoli sociali che la società e l'educazione ci hanno assegnato, ma anche qui non sarà certo una canzonetta a risolvere una questione drammatica, per la quale nel mondo ogni giorno ci sono donne lapidate e uomini impiccati.

Consiglio finale: se non si sa come maneggiarlo, è meglio non giocare con il fuoco...



2011 - Sora Cesira - "Gay" - (Autoprodotto. Edita unicamente tramite Youtube).
Parodia sulla musica (e le immagini) di "A chorus line", è una video-risposta parodistica, in inglese maccheronico, a tre frasi di Silvio Berlusconi contro l'approvazione di leggi sul riconoscimento delle coppie gay, che vengono citate in apertura di video: Il testo rinfaccia a Berlusconi di negare i diritti in un modo che non è più d'uso "nemmanco" nel posto più sperduto e incivile. Per ingraziarsi il Vaticano lui fa l'ipocrita, ma poi divorzia o frequenta prostitute, e riporta l'Italia al medioevo per compiacere ai bacchettoni.
Ma a questo punto è più decoroso essere gay che come lui. Al punto che tutti gli italiani, pure mamma e papà, pure "mi nonna" e il mio cane, per dispetto, sono un po' gay. Perciò, conclude il testo, facciamo tutti i gay!

Il video è sottotitolato, cosa necessaria alla comprensione del testo, data la bizzarria delle invenzioni verbali della "Sora Cesira" (equivalente mediatico romanesco della "casalinga di Voghera", ma decisa a dire la sua).
Ecco un campione dell'ardito minestrone linguistico proposto dalla Sora Cesira:

Nato come video per Youtube, il brano esiste solo in questo formato.
Ovviamente la canzone si esaurisce nella boutade satirica, e non ha pretese artistiche. Ma è stato un messaggio azzeccato, premiato da un ottimo successo di pubblico (oltre 200.000 visualizzazioni).


2011 - Spuria, Adriana - "Non credo" - da - Il mio modo di dirti le cose.
Se ne veda la recensione al videoclip (del resto, il testo della canzone non ha connotazioni lesbiche: è solo dalla visione del video che le si ricava).


2011 - The superegos - "We are the froci". Autoprodotto, pubblicato su "Soundcloud".
Il significato di questo pezzo mi sfugge: è un brano (di per sé non sgradevole) in cui una voce distorta elettronicamente ripete: "Froci, froci, froci, siamo froci".



2011 - Violento, Vito - "Gin e nerchia".  Autoprodotto, pubblicato su "Youtube".
Boutade in musica, brevissima (37 secondi), nella quale il fantomatico "Vito Violento" (inesistente sulla Rete, a parte questa sola "canzone") su una base elettronica afferma di amare ciò che è elencato nel titolo, e quindi chiede di bere un gin & eccetera.


2011 - Zero, Renato - "Medley Triangolo e Mi vendo" - da - Puro spirito.
Un medley inedito con un arrangiamento orchestrale particolarmente pomposo (incredibile la quantità di trombe!) di due canzoni a tema gay, "Triangolo" (del 1978) e "Mi vendo" (del 1977). Il mondo ne sentiva proprio un impellente bisogno.

In questa compilation sono altresì ripubblicati "Al cinema" (1991) e "Profumi, balocchi & maritozzi!" (1980).


2011 - Zeus One feat. Lucido e DJ Airho - "Mi sa che quella è lesbica" [single].
Se ne veda la recensione al videoclip.


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Inedito.
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