Il gay canzonato - L'omosessualità nelle canzoni
italiane - Parte 2
[da:
"Babilonia" n. 52, dicembre 1987, pp. 22-25]
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di: Giovanni
Dall'Orto e Stefano
Casi
Vagiti
rock: i primi passi (anni Sessanta e Settanta)
Ti
conosco mascherina: il gioco dell'ambiguità
Le
sorprese non finiscono mai
La
lira di Saffo: canzoni a tematica lesbica (più o meno)
Conclusione
Sul n. 39 di "Babilonia" (settembre 1986) abbiamo proposto la prima "escursione" mai tentata da un giornale gay nel campo della musica leggera. Cosa dicono di noi le canzonette? Qual è il messaggio che ricevono gli ascoltatori dai cantanti nostrani?
A distanza di un anno "Babilonia" vi propone un aggiornamento.
È stato in gran parte grazie alle informazioni inviateci dai lettori, se il nostro elenco di canzonette di tema gay s'è notevolmente arricchito in questo anno. Sorprendentemente sono anche venute a galla non poche canzoni risalenti agli anni Sessanta e ai primi anni Settanta.
Una volta di più emerge come la "mancanza di storia" che affligge gli omosessuali altro non è se non frutto di censura. Dopo le nuove scoperte non disperiamo più di poter trovare, prima o poi, qualche frusciante 78 giri di tema omosessuale, datato 1910 o giù di lì.
Vagiti rock: i primi passi (anni Sessanta e Settanta)
Non su tutte le canzoni "pioniere" siamo riusciti a mettere le mani: rintracciare un disco del 1950 spesso è tutt'altro che facile. Per questo non sempre siamo in grado di fornire descrizioni esaurienti. Nel passare a proporre i titoli più "sorprendenti" invochiamo perciò l'indulgenza dei lettori.
Apriamo
la lista con una canzone che abbiamo risentito nel 1981, ma che
risale addirittura al 1959 (anzi, era stata già incisa alcuni
anni prima, dopodiché era mancato ai discografici il coraggio di
renderla pubblica!): il 45 giri "Coccinella", un piccolo delirio
rock ispirato al caso di cronaca del francese Coccinelle,
il travestito forse più noto di tutto il dopoguerra, che in quegli
anni fu una celebrità a livello mondiale.
La
canzone fu un successo internazionale, vendette oltre un milione e mezzo
di copie (una cifra quasi incredibile, a quei tempi), ed ebbe covers
anche in spagnolo e francese. E questo nonostante il boicottaggio della
Rai, che giudicava "immorale" la canzone, e che cercò in tutti i
modi di ostacolarne la diffusione. Invano!
Il
testo, a dire il vero, era decisamente innocuo, ma si sa che a quei
tempi bastava poco per far spettegolare i benpensanti:
"Amore amore amorePiù piccante è stata la riproposta che della canzone ha fatto Ivan Cattaneo nel suo LP Duemila60. Italian graffiati (CGD 1981), con un arrangiamento nuovo di zecca e testi ritoccati dall'esuberante cantante bergamasco, che ha aggiunto di suo alcuni versi come:
io sento un frizzo al cuore
con te Co-Coccinella.
(...)Tu mi piaci di più
se non ti vesti di blu:
e metti quella gonna
che ti stava tanto ben'
(...).Tu sei come un whisky
io mi sbronzo di te...
(...)***
"Tu mi piaci di più
se non ti vesti di blu:
se ti metti in minigonna
puoi sembrare anche una donna".
Verso il 1962 circolò per l'etichetta EMI-Voce del padrone la canzone di Gilbert Bécaud, "L'absent" (L'assente).***
"veniva tutte le sere a quel tavoloMolto bella.
e non verrà più: la morte è miserabile,
pugnala il cuore e ti distrugge".
Nel
1965 Milly
incise per i "Dischi del sole" (Milly 1) la canzone "Ti ha detto
niente la tua mammina?". A un primo ascolto non sembrerebbe gay, visto
che la cantante si rivolge ad un "bambino" che è intenzionata a
portarsi a letto a qualsiasi costo, anche pagando se necessario. La cosa
però cambia quando si sa che il testo fu scritto e cantato originariamente
da Gino
Negri in un suo spettacolo.
[Nota
di G. Dall'Orto del 2003: sarei grato a chi
mi potesse aiutare ad ascoltare questa canzone].
Nel
1969 "I Nomadi" incidono "Christine"
(il titolo allude ovviamente a Christine
Jorgenssen), "una arguta ma feroce presa in giro del ragazzo che
si mette reggiseno e giarrettiere", come la descrisse la rivista "Homo",
n. 9, p. 25.
Benché
il testo non sia proprio favorevole al ragazzo, fu già positivo
il fatto che rompesse la congiura del silenzio, che "osasse" parlare di
"uno di quelli".
[Nota di G. Dall'Orto del 2003: una volta rintracciato il testo, si scopre che è solo un divertissement in italiano medievaleggiante e che canta il puro amore per una "madonna Cristina". Delle due l'una: o il livello di allusività necessario per schivare la censura era tale che oggi non riusciamo più a decodificarlo (avendo perduto l'allenamento), oppure i gay dei primi anni Settanta, rivista "Homo" inclusa, erano talmente affamati di qualunque allusione omosessuale da vederne anche dove non ce n'erano]. |
Il
passo successivo era parlare di "quelli" in generale; e chi lo fece fu
Rita
Monico con la canzone "Quelli", dedicata agli omosessuali:
apparve su un 45 giri inciso nel 1969, con parole di Umberto
Bindi, dal tono patetico-sentimentale.
Altro
segno dei tempi che cambiavano: la canzone fu trasmessa dalla radio di
Stato. Purtroppo non lo abbiamo ancora potuto ascoltare.
[Nota
di G. Dall'Orto del 2003: sarei grato a chi
mi potesse aiutare ad ascoltare questa canzone].
Ancora
nel 1969 lo stonatissimo Beppe
Chierici incide in Chierici canta Brassens "Le trombe
della celebrità": traducendo
Brassens si chiede cosa si debba mai fare per diventare celebre: forse
sculettare e diventare un po' ricchione?
Ma
no, oggi neanche questo riesce a "far colpo".
Siamo al 1972 e inatteso fiorisce il movimento gay, "inaugurato" con il "Fuori!" a Sanremo nel 1971. L'olandese naturalizzato italiano Peter Boom, cantante ed attore, e militante gay, lancia un quarantacinque giri con le canzoni "Fuori" e "Lui ama lui (lei ama lei)".
Dice il testo della prima canzone [edita per la prima volta per il grande pubblico nel 2002 nella Gay Right compilation n. 1]:
Meno proclamatoria (ma i tempi eran quello che erano) e più intimista la seconda canzone:"Noi usciamo fuori
Peter Boom nel 1972
e con orgoglio al mondo
noi diciam così:
siamo omosessuali
e siam contenti
di saper amar così!
Via l'ipocrisia!
E con allegria
noi usciamo fuori".
Purtroppo questa "opera prima" non ebbe sorte felice: il produttore del disco applicò abusivamente sul 45 giri l'etichetta d'un noto settimanale musicale, che sporse querela e costrinse al ritiro e alla distruzione del disco. (Qualche copia si è però fortunosamente salvata: una è oggi nell'archivio del "Circolo 28 giugno" di Bologna)."Io amo lui
Peter Boom nel 2002. Foto G. Dall'Orto
lui ama me.
La società dice di no!
Ma noi, ce ne freghiamo,
perché l'amore
è più forte
di ogni cosa
al mondo.
Sì. Sì!Mio padre disse: guai!
Mia madre singhiozzò.
Non possono capire,
che l'amore, non è far figli.
Un puro amore
voler bene a lui
con la gioia
nel cuore.
Sì. Sì!".
Attorno al 1973 si collocano altre canzoni su cui non abbiamo molte notizie:
[Nota di G. Dall'Orto del 2004: era una segnalazione errata: il cantante si rivolge infatti palesemente a una donna, che lo vuole come "migliore amico" e non altro]. |
[Nota del 2003: Una volta rintracciato il testo, anche questo s'è rivelato un brano senza nulla di particolarmente gay, salvo una frase ambigua: "Come è strano essere amanti io e te. / Eravamo solo amici io e te. / E così, la vita cambia in me, / io amo te, la mia parola è sì". Ma esistono anche amicizie fra persone di sesso diverso...]. |
[nota
del 2006: un lettore mi ha scritto
per parlarmene (chiedendo di restare anonimo). Mi dice:
Sono finalmente riuscito ad avere il CD, acquistato a Milano presso la Fnac di via Torino. Il disco è molto bello, anche se di un'ingenuità spiazzante. "Specchio" accenna solo brevemente ad un "contatto" omosessuale, tra l'altro in chiave piuttosto negativa. Ecco il passo in questione:
alla sera mi spiava mentre mi infilavo il pigiama avevo dentro tanta paura e non sapevo cosa fare". "Come vorrei essereÈ un disco che mi sento di consigliarle, dopo tutto. Un documento dell'epoca piuttosto naif, ma in fondo plausibile e sincero (sono nato nel 1976, non posso andare troppo a fondo a questa mia opinione)]. |
Ti conosco mascherina: il gioco dell'ambiguità
Avvicinandosi
ai nostri giorni, cresce il numero di parolieri che si divertono a scrivere
testi di carattere omosessuale camuffati in modo da non essere riconoscibili
per un ascoltatore superficiale (o che non vuole capire),
ma assolutamente espliciti per chi sia sulla "lunghezza d'onda" giusta.
Il
maestro di questo "sport" è senza dubbio Franco
Battiato. I testi delle sue canzoni, apparentemente nonsense,
meriterebbero un articolo apposito, tanto sono irti di doppi sensi maliziosi
e atmosfere finto-innocenti ("Chi? Io?!?").
Prendiamo
ad esempio Orizzonti
perduti (EMI, 1983):
Incastonata
in "Zone
depresse" ecco spuntare una frase malandrina:
"Dal barbiere al sabato per chiacchierare e a turno leggere il giornale.In "Campane tibetane" appare come in un flash un "misterioso" letto:
Le ragazze in casa o fuori nei balconi;
mi regali ancora timide erezioni;
guardavo di nascosto i saggi ginnici nel tuo collegio".
"Le scampagnate alle cascine,Senza contare "Un'altra vita", bella canzone d'amore rivolta a persona di sesso indeterminato, che ha fatto "suonare l'allarme" a molti.
(...)
entrando in punta di piedi,
letti di ottone a baldacchino, non scorderò, non scorderò".
In Patriots (EMI 1980) la canzone "Venezia Istambul" descrive poi Socrate che
"parlava spesso delle gioie dell'AmoreE poco più oltre:
e nel petto degli alunni si affacciava quasi il cuore
tanto che gli offrivano anche il corpo: fuochi
di ferragosto".
"L'Etica è una vittima incosciente della Storia: ieri ho(nota: la specificazione "uomini" appare solo sul testo che accompagna l'LP, ma non nel testo effettivamente cantato).
visto due uomini che si tenevano abbracciati in un cinemino di periferia...
e penso a come cambia in fretta la Morale".
Altre allusioni (che tralasciamo per brevità) appaiono nei rimanenti dischi del Nostro, nonostante i tuoni e fulmini contro l'omosessualità che lanciò quando fu intervistato da "Babilonia". Un dubbio: stava prendendo in giro l'intervistatore oppure stava prendendo in giro se stesso?
Anche Gianni Bella s'è divertito a giocare con l'ambiguità, al punto che ci era proprio sfuggita una canzone ("La vela") di un LP già segnalato nel primo articolo, G.B.1 (Avventura 1983). Vi si canta l'amore per un marinaio lontano, salvo poi scoprire nell'ultima strofa che
"questi versi di canzoneEppure la conclusione è - una volta di più - ambigua, perché non è chiaro se le parole siano dette dal cantante/io narrante o da "lei":
sembran quasi vita vera
ma per chi lei li compone?"
"Bentornato sporcaccione
ancor tu nelle mie braccia
sì è grande l'emozione
però in te non lascia traccia".
Bandido è "un caso da manuale", perché mai come in questo LP si ha l'impressione che il cantante desideri comunicare al pubblico qualcosa che i "numi tutelari" della casa discografica non vogliono che dica (si ricorderà l'incidente della canzone di Bosé dedicata a un "amico", subito ritirata dalla circolazione per un "pentimento" della casa discografica).
L' "amante bandido" del titolo è divenuto nella traduzione italiana un "Indio", edulcorando il significato di versi come "ti sfiorerò con le dita nel buio / come la neve accarezza gennaio", o "quanto coraggio ti chiede l'amore".
A volte la "chiave" è rimasta, ma non è stata tradotta in italiano, come in "Fiesta siberiana" che dice:
"Balla ragazzo al ritmo di una danza tartarache tradotto significa: "sono ricordi di una notte / il tuo sguardo che mi lega ahi / il tuo veleno che mi uccide".
(...)
son recuerdos de una noche
tu mirada que me ata ay
tu veneno que me mata",
Stesso trucco in "Siviglia":
"SivigliaTraduzione: "e all'alba bianca racconterò / quanto io ti ho amato, / Siviglia. / Bandito muoio già per te, / sono stato la tua colomba, / Siviglia". Ulteriori commenti sono probabilmente superflui.
scorderai
i tuoi giorni bui,
ballerai
anche senza lui
sorriderai t'innamorerai
(...)
y al alba blanca le contaré
lo que yo te amé
Sevilla.
Bandido ya muero por ti
tu paloma fui
Sevilla".
Al contrario di Miguel Bosé, Alberto Fortis è un cantante che dà l'impressione di essersi lasciato scappare più di quanto avrebbe voluto. La sua ambiguità manca infatti di ironia, non ammicca invitando al disvelamento: è ambiguità perfetta, come nella famosa "Milano e Vincenzo" (è davvero solo lavorativo il rapporto fra l'"io narrante" e il cattivissimo Vincenzo che lo "picchiava tutto il giorno" e gli "faceva dire sì"?), in "La sedia di lillà", e "Il duomo di notte".
Dove Fortis si lascia andare un po' è in "Sailor" (LP La grande grotta, Philips 1981), che in inglese (naturalmente!) vuol dire "marinaio":
"Sailor mi mancherai
sailor vela che va
ti aspetterò
la notte sa.(...)
Sailor abbi pietà,
sailor toccami e va'
dolce verrai"...
Senza troppi problemi è invece Adriano Pappalardo in "Questa storia" (LP Oh! Era ora!, Numero Uno 1983) che racconta un'amicizia con un coetaneo:
"Con luiOggi questo amico è emigrato in città, "s'è messo in testa il corpo d'un'attrice" e nelle foto "posa da dea" oltre che "da ladro, da dio / e da amico mio".
rubavo mandorle
e tu puoi
chiamarlo un tarlo
ma fu per me
un caro vandalo.
(...)
Ma che ne dici se
uno così viene e mi fa "amore mio"?".
Con
Scialpi torniamo a un tipo
di cantante che dà l'impressione di voler dire più di
quanto gli altri gli permettano di dire.
L'LP
che lo ha fatto conoscere, Estensioni, contiene ad esempio la stranissima
"Mi manchi tu".
L'amico del cuore fugge con la ragazza di lui, ma è dell'amico,
non della ragazza, che il cantante ha nostalgia!
"La amavo lo saiNoti anche, il lettore birichino, il caso di "No high school", dove appare il seguente scambio di battute:
ma tu forse di più
ora lei sta con te
e mi chiedo perché
mi manchi tu".
"Are you man o woman?"Che, tradotto in italica favella, così suona: "Sei un uomo o una donna?" / "Un tizio" / "Hai detto "tizio" o "gay"?" Una volta di più, a quanto pare, il ricorso alla lingua straniera permette audacie non consentite nel linguaggio nostrano...
"A guy".
"Did you say guy or gay?"
Sempre parlando di Scialpi ci si trova di fronte al meraviglioso gioiello camp che è "Notturno", contenuto in Animale (RCA 1984). Nulla di esplicito, per carità: semmai è il tono complessivo, la sensibilità che traspare, ad imporne una "certa" lettura. Dice il testo:
"Sono un notturno e vivo cosìForse non è superfluo ricordare che la metafora maoista dell'"altra metà del cielo" indica normalmente il mondo delle donne.
vago nella notte in cerca di chi
mi può dare un po' di colore.(...)
Nei miei cromosomi qualche cosa non va
dicono che sono un criminale.L'altra parte del cielo
per me è un mistero
ma che c'è di strano
se corro contromano".
Per
quanti si dilettano in scritture ambigue, delizioso è pure il caso
di Franco Simone. Nel
suo Paesaggio (Rifi 1978) appare da un lato la bellissima
e dolce "La ferrovia", descrizione dei turbamenti di un giovane
"diverso" in un paesino del Sud.
[Nota di G. Dall'Orto del 2005: la canzone è stata riedita nell'estate 2005 come cover nella Pride compilation, nella quale è cantata da Antonino Inguì]. |
"Guardando i compagni mieiDall'altro lato appare invece la spermatica e golosa "Gocce":
rincorrevo il coraggio di essere uguale
a quegli altri davanti a me.
(...)
Che sforzi per potersi liberare
per dare un senso al tutto, per capire
che quel sesso parlato, temuto
poteva essere felicità
che i peccati, quelli veri, comportano
almeno mancanza di onestà".
"Raccolgo a gocceMalizia davvero sopraffina, quella capace di risultati così diversi...
il tuo piacere
e faccio perle
del tuo calore
bevendo il gusto
della tua pelle".
Tanto
per non dimenticare nessuno, metteremo fra le canzoni che giocano con l'ambiguità
anche "(I love) muchacha", di Joe
Squillo (in: Joe Squillo, XXth century 1984), dove la cantante
si diverte a giocare sul cognome del fidanzato/produttore Muciaccia (che
suona come lo spagnolo muchacha, "ragazza") per sbandierare in tre
lingue il fatto che "I love muchacha".
Un
calembour malignetto ma tutto sommato innocuo.
Come
si vede il panorama delle canzoni "da leggere in trasparenza" è
tutt'altro che limitato. Ciò valga specie per i gay più giovani,
così abituati ai testi di canzoni ormai esplicite, che spesso dicono
di non riuscire a percepire il sottofondo omosessuale di testi del genere.
Non
dimentichino però che la dissimulazione, l'ambiguità
voluta, è una costante della cultura dei gay.
Spesso nei testi gay ciò che conta non è quanto è scritto nelle righe di carta stampata, ma ciò che emerge fra le righe, dall'atmosfera complessiva.
Passando ai cantanti che hanno prodotto canzoni esplicitamente omosessuali, si nota subito che non mancano certo le sorprese. Scorriamo, ancora in ordine alfabetico, la lista delle "novità".
Raffaella Carrà apre l'elenco con un incredibile "Luca" dall'LP Raffaella, CBS 1978. Lei, poverina, si affaccendava alla sua cucina Scavolini per l'amato Luca,
"ma un pomeriggio dalla mia finestraBel colpo Luca: con una mossa sola trovi l'amore e liquidi pronto la Raffaella!
lo vidi assieme ad un ragazzo biondo
chissà chi era forse un vagabondo
ma da quel giorno non l'ho visto proprio più".
Seguono i deliranti CCCP ("fedeli alla linea"), che nell'LP Socialismo e barbarie (Virgin 1987) hanno inserito in "Tu menti" un finale "a sorpresa". Eccolo, senza commenti (ce n'è bisogno?):
"Ma eri solo carino
proprio carino
pigro di testa
e ben vestito
senza blue jeans
eri carino
proprio un amore di ragazzino".
Nota
del 15/1/2005:
Un lettore mi segnala che questa canzone non è poi tanto gay, dato che "è esplicitamente dedicata a Jonny Rotten dei Sex Pistols, che viene accusato di non essere poi così trasgressivo come voleva. Infatti prima dice: non fai niente di maleche è un chiaro riferimento a "I don't know what I want but I know how to get it" (Anarchy in the UK dei Sex pistols)". Questa precisazione non mi pare per nulla fuori luogo. Ma a mio parere la frecciata con accusa finale c'è: all'epoca si lavorava di allusioni e cose dette-e-non-dette, e occorreva saper leggere fra le righe... Che poi non basti questo per farne una "canzone gay", sì, è vero, lo riconosco. Ma non lo avevo detto nemmeno prima che lo fosse: solo che aveva un finale "a sorpresa"... G. Dall'Orto. |
Di Fabio Concato ci era sfuggito la volta scorsa "Porcellone" (dall'LP Zio Tom, Philips 1979), in cui un padre di famiglia, inferocito perché il vicino gira nudo per casa, va a "sistemare la faccenda":
"Sto per scaricargli un pugno in faccia, ma è follemente bello.Sipario pudìco...
Mi prende per la vita, mi aggredisce, mi bacia sulla bocca.
Io sto perdendo dolcemente i sensi, è mano sapiente che mi tocca".
Un "Arredatore" gay è ciò che ci propone Giorgio Conte (da non confondere col fratello Paolo) in Zona Cesarini (Ariston 1982):
"Anche lui è soloIl Nostro non cede alle insidie arredatorie, però propone un'altra canzone, "Come una casalinga" volutamente ambigua e maliziosa nella descrizione di
e poi mi ha guardato con due occhi languidi".
"questo giovane cameriere
che ha sparecchiato tutto
si muove bene, come una casalinga"...
"Godi" è l'esaltazione della "perversione" e una presa in giro di coloro che la praticano sì,
"però di nascosto, nel cesso nel bosco,"C'è un posto caldo" è la divertente descrizione di una seduzione gay, dove il seduttore si trasforma da mostro in gradito amante:
nell'ultimo posto in cui Dio ti vedrà!".
"Resta, c'è un posto caldoDi "Benvenuti tra i rifiuti" avevamo già parlato; altre allusioni appaiono poi in "Bastardi" ed "Eccolo qua".
la gente fuori non capirà.
Resta, restami accanto.
Risposi: prendimi ancora se vuoi".
"Limiti" di Ivan Graziani (da: Nove, Numero Uno 1984) è semplicemente un invito all'amico Attilio a non stare chiuso nei propri limiti e a darsi all'amore:
"Va', corri da lei, o da lui se preferisci, ma vai".
Andrea Liberovici propone nell'LP Liberovici (CGD 1980) testi percorsi da fremiti di "diversità", velata da un generico richiamo a un ideale di "sesso tous azimouts", come in "Carino carina", "Tira tira tira", o nella blasfema "Padre Pio" ("È così dolce il tuo ricordo, / è così dolce come mille uccelli").
Cristiano Malgioglio si è presentato nel 1977 con un LP un po' immaturo, Scandalo (Rifi), dove tutti i testi sono rigorosamente eterosessuali, a parte "Scandalo" e "Tu mio padre tu mia madre", dove il sesso della persona amata non è specificato (e non a caso).
L'LP Sbucciami (Rifi 1979) è invece musicalmente assai riuscito e (per quel che riguarda i testi) un po' pazzo, con sconfinamenti nel camp più puro.
Da segnalare in particolare "Ernesto", canzone d'amore per un uomo scritta per il film omonimo e poi "saltata":
"Ernesto"Mi arrapa l'idea" ("di ballare coi gay", naturalmente):
ma che bordello fa la mia testa
non ragiona e si tortura
e ogni notte è la mia cattura.
Ernesto
quanta agonia dirti ti amo
ed è questo che spaventa
come un thrilling se non si inventa.
Ernesto
come è difficile volerti bene
il mio cuore si lamenta
non si sazia e si tormenta";
"Mi arrapa l'ideae l'incredibile "Orientale", vero inno degli amanti del macho arabo, colma di immagini falliche:
di venire con te
mi arrapa l'idea
di far l'amore con te
mi arrapa l'idea di ballare con te
stasera e non domani
mi arrapa l'idea di scovarti con lei
mi arrapa l'idea di giocare coi gay
regalandoti a lui
poi lasciarti con lui
stasera e non domani";
Da non dimenticare anche l'LP Artigli, che contiene la deliziosa (e molto camp) "Marlon", dedicata a Marlon Brando, "tradito solo con James Dean":
"Sono aperto alla spontaneità
non godere le sue capacità
se sospetto tutto e poi mi fa... capire
Orientale, questo amore
Orientale, mi chiama
Orientale, la lancia che strazia
Orientale, come lo amo
Se lo vedo lo abbraccio
Se mi lascia, mi ammazzo!"
"Marlon[Nota del 2003: Su Malgioglio e la sua inopportuna omofobia si legga l'esilarante satira di Giovanbattista Brambilla: prima puntata e seconda puntata].
ho tentato un suicidio una sera per L'ultimo tango
la mia mano toccava il mio corpo, stava quasi morendo
sto danzando col poster sul petto a ritmo di mambo".
L'LP Ambiguità cantato da Miro (Vedette 1979), contiene l'insipida "Ambiguità" ("Io uomo io / come tu mi senti / io donna io / quando tu mi difendi") e la velleitaria "Oh no dottore!", virtuosa difesa contro le avances dello psicanalista:
"Oh no dottoreForse "era meglio morire da piccoli" che ascoltare Miro.
tieni il camice allacciato
io non so curare
ciò di cui tu sei malato".
Nel 1983 i New Trolls hanno deciso di arricchire la lista dei "triangoli" erotici: ecco allora arrivare "Un peccato luminoso" (da America OK, Fonit Cetra):
"Io lei gli angeli e tu
che dico mai
lasciarmi andare così senza te insieme a te
(...)
Come giochi di bambini
giochi di bambini
il gioco bello di stringersi vicini".
Un
sorprendente Gino Paoli propone
invece nell'LP Il
mio mestiere (Durium 1977) una delicata metafora sugli omosessuali,
intitolata "I fiori diversi".
Questi
"fiori" che crescono nel suo giardino
"son sempre pronti a ridere con meUn po' troppo servizievoli in verità , un po' troppo pronti a nascondersi negli angoli per la vergogna, questi "fiori" di Paoli. Che comunque sia
non chiedono mai niente e, con la mia ragazza
son gli unici che parlano di vestiti".
"vivono volentieri insieme a meÈ già qualcosa.
sanno che per me un uomo è solo un uomo
sanno che per me un fiore è sempre un fiore".
In Ansio-lexo-dormipoc di Renato Pareti (Cetra 1979) esplode la nevrosi di un eterosessuale mediocre, ossessionato dal dispiacere che gli spregevoli froci possano avere più successo di lui. Vano è il goffo tentativo di fare il magnanimo ed il tollerante nella canzone "Gay" che riassunta in due righe dice: caro gay, non mi importa se ti metti il cerone e la gonna, basta che stai alla larga da me:
"Gay, rughe a zampa di gallina mai!Vo-mi-te-vo-le.
Metti il tuo cerone quando vuoi...
non badare a me!
Gay, l'eroismo è un senso e tu ce l'hai,
tu un commediante nato sei...
ingaggiarmi vuoi... no, no, no, no!
Ci risiamo,
hai quel quid di strano...
come ce l'ha un divano".
In "Barbie" Pareti si sbilancia di più e si lamenta che certe donne "fanno da sé" fra di loro (mentre lui "certe cose con un altro mai! / Il mio equilibrio lo perderei").
Ed
alla fine il suo livore antigay esplode, e nel pezzo che dà
il titolo al disco si lamenta che basti essere "diversi" per far successo,
mentre lui ciccia. E fa i nomi: "Guarda Bosé
come balla, Zero
come si muove, come si veste, e Sylvester?".
Povero
etero discriminato per la sua "diversità"!
Per fortuna è più ridanciano Dino Sarti che in Tre, Bologna invece! (Chappel 1977), propone in "Viale Ceccarini Riccione" un modo originale per fare le vacanze a Riccione senza pagare: poiché "la virilità non è un'opinione" basta darsi da fare un po' in giro... (Per chi non lo sapesse: Viale Ceccarini a Riccione era un luogo di battuage...).
Il giovane Teo, fornito di rimarchevole venustà ma ahimè di non altrettanto rimarchevoli doti canore, ha registrato in un 45 giri due canzoni di Ivan Cattaneo (Panarecords 1986): "Formica d'estate" e la esplicita "Boys & boys". Omaggio esclusivamente musicale ad un "maestro"? Il tempo lo dirà.
Poco avevamo detto di Vecchioni la volta scorsa, ed ecco allora qualche notizia supplementare. In Elisir (Philips 1976) troviamo "A. R.", rievocazione di Arthur Rimbaud che non tace del suo legame con Verlaine:
"E Verlaine che gli sparava e gli gridava:Nello stesso LP va segnalato anche "Velasquez", ermetica canzone su un curioso amore per Velasquez, forse essere mitico, forse conquistador o forse solo marinaio ed esploratore:
non lasciarmi no,
non lasciarmi, vita mia"...
"Ahi Velasquez, com'è duro questo amore.In Samarcanda, sempre di Vecchioni (Philips 1977), oltre alla bellissima "Blu(e) notte" di cui abbiamo già parlato la volta scorsa, appare anche "L'ultimo spettacolo", in cui si fa cenno alle figure di Achille e Patroclo:
Mi pesa la notte prima di ricominciare:
e tante veglie, come soglie di un mistero,
per arrivare sempre più vicino al vero.
(...)
Ahi Velasquez fino a quando inventeremo
un nido di rose ai piedi dell'arcobaleno,
e tante stelle, tante nelle notti chiare
per questo mondo, questo mondo da cambiare?".
"Ho visto fra le lacrime un amore:Inoltre l'addio di cui parla questa canzone, nonostante sia esplicitamente diretto a una donna ("non t'ho mai considerata roba mia"), suona meglio - per il tipo di rapporto fra gli amanti che si lasciano - se pensato per un ragazzo.
e lui che fece stendere sul letto
l'amico con due spade dentro il cuore,
e gli baciò piangendo il viso e il petto".
Persino in Calabuig, Stranamore e altri incidenti (Philips 1978) non manca un paio di brevi accenni in "L'estraneo".
La lira di Saffo: canzoni a tematica lesbica (più o meno)
Per
concludere vorremmo proporre le (non molte) canzoni di tema lesbico che
non abbiamo ancora citato.
Loretta
Goggi apre la lista con "Arrivederci
stella del nord" (LP Pieno d'amore, WEA 1982), che racconta
un'avventura con una "lei", conclusa con il ritorno a "lui" dopo un attimo
di crisi, ma con un ricordo bello.
Nel
salutare la cantante dà un arrivederci: "Vieni a trovarci, la
strada la sai".
Antonietta Laterza, femminista, ha proposto nel disco di autori vari Alle sorelle ritrovate (Cramps 1975), una prima canzone che tratta della difficoltà dell'amore fra donne, "Simona":
"Simona due donneSuccessivamente la Laterza ha pubblicato un LP interamente composto di canzoni sue: Le belle signore (Divergo 1979) che contiene "Carla è una mia amica" (che tratta di un'amicizia amorosa fra due donne spezzata dall'arrivo di un ragazzo), e "Dove guardi":
non possono smarrirsi
negli occhi.
Simona
un uomo col cappello c'è
sempre che ci trascina con sé.
(...)
Simona sei bella sei cara
ma lui stringe la realtà".
"Dove guardi così lontanoAlto il livello di coscienza politica della Laterza; un po' meno quello delle sue doti canore...
pensi all'amore, lo so,
se fossi un uomo ti amerei
troppo in questo momento
mentre ti giri sembri tutta d'oro".
Nulla da eccepire invece sulle doti canore di Milva; peccato che la breve canzone intitolata "I suoi vent'anni" (LP La mia età, Ricordi 1979) abbia poco o nulla da dire:
"Sta lì
sorride appena un po'
nuda si muove come se
fra me
e lei
ormai
fosse deciso"...
Diverso il piglio di Gianna Nannini, dolce e deciso al tempo stesso. In California (Ricordi 1979) appare "Lei", che parla di amicizia amorosa per una donna, con l'immancabile "lui " che fa da guastafeste:
"Solo lei,Più di recente in Profumo (1986) la canzone "Seduzione" mette in scena la donna "bella e crudele" che fa strage di cuori:
gli occhi suoi come stelle sulle strade
mi portavano a viaggiare, viaggiavo ed ero vento
sconfinavo le pareti, nel silenzio
ero notte sul suo seno
e sfuggivano le mani senza più paura".
"Ti sei tolta ogni misteroTorna in cima
sei rimasta solo tu
la tua pelle di serpente
ora non ti serve più
(...)
seduzione dammi il tempo di morire
seduzione in un bacio troppo breve".
Nel Cinquecento era costume dei nostri avi terminare i banchetti, per rinfrescare l'alito, mangiando finocchi.
Avendo però noi esaurito i finocchi nelle portate precedenti, concluderemo con due canzoni eleganti come un cetriolo: "Tommi" e "Donna più donna". Prodotte in un 45 giri (edizioni Atlas Music, senza data ma 1981) sono cantate da Gianni Greco.
"Tommi" è uno squisito frutto di delirium tremens all'ultimo stadio. Parla infatti del solito gay che indossa la solita gonna e si mette il solito rossetto (eh no! non siamo più ai tempi di Coccinelle! Trent'anni saranno passati per qualcosa, si spera!).
Eppure Greco, non contento, raddoppia sul retro: la sua "lei" preferisce una donna: si può fare, "ma almeno lasciami guardare", chiede; e del resto che donna sei senza un maschio come me?
Pentesilea, dove sei mai col tuo regale corteggio, perché non trafiggi tu questo empio con mille strali attossicati, a meritato guiderdone di tali cetriolate?
[Nota
del 2008: l'autore mi ha scritto una
mail di replica e contestazione a questi pareri, che ho pubblicato qui].
Nota
finale del 1987: Ricordiamo ai lettori che tanto il "Centro
d'iniziativa gay" di Milano che il "Circolo
28 giugno" di Bologna hanno iniziato a raccogliere nei loro due archivi
dischi e musicassette (anche di trasmissioni radiofoniche gay) per un'audioteca.
Le donazioni sono graditissime: il materiale in nostro possesso è
ridicolmente scarso e ci mancano persino tutti i dischi "fondamentali".
Anche
ulteriori segnalazioni ci saranno preziose.
Un grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno aiutato in passato e a coloro che ci aiuteranno.
Nota finale del 2003, di Giovanni Dall'Orto: Il mio lavoro di ricerca di dati sulla canzone non si è mai fermato. Non escludo di scrivere una terza parte di questo studio per parlare del quindicennio trascorso ed elencare nuove scoperte sugli anni precedenti. Se vuoi segnalarmi canzoni italiane, specie se sconosciute, o se hai pubblicato un disco sul tema e sei disposto a farmi avere almeno l'mp3 per ascoltarlo, scrivimi.
Tratto da "Babilonia" n. 52, dicembre 1987, pp. 22-25. Ripubblicazione consentita previo permesso degli autori: scrivere per accordi.