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Se credete ancora che Vladimir Luxuria sia il massimo della trasgressione, è solo perché siete provinciali e non avete ancora visto i video del cantante zingaro gay bulgaro Azis.
La parola "trasgressivo", con lui, è
un eufemismo.
In questi due video (che recensisco assieme
perché essendo cantati in bulgaro non sono in grado di valutare
una sola parola dei testi) lo troviamo travestito in tutti i modi possibili
e immaginabili con pizzetto ossigenatissimo, ciglia lunghe, sopracciglia
rifatte, velette, sete, fusciacche orientali, ma anche completi maschili
e serissimi. La cosa risulta ancora più straniante per il tipo di
musica che accompagna le immagini, il cosiddetto "chalga",
che mescola musiche tradizionali bulgare, electro-pop e influssi arabi
e turchi. Decisamente gradevole, ma solo a patto di amare la fusione fra
musiche etniche e pop.
Questo cantante è riuscito a far
parlare di sé in varie occasioni, che vanno dal suo matrimonio
(in Germania, dove ha vissuto a lungo) col suo compagno Niki Kitaetsa,
ad una campagna pubblicitaria per un suo show televisivo che lo mostra
mentre bacia sulla bocca il marito, che ha provocato l'ira del sindaco
di Sofia, che ha fatto togliere i manifesti ad uno ad uno accusandoli di
essere "troppo sessualmente allusivi".
Ah, già che c'era ha pure partecipato
all'edizione bulgara del "Grande fratello"...
Nel primo video troviamo immagini di un
gruppo di culturisti succintamente vestiti, nonché oliati, che fingono
(poco credibilmente) di fare i muratori, demolendo una casa con mazze e
martelli pneumatici che ovviamente muovono in modo del tutto allusivo.
A queste immagini si alternano riprese
di Azis, abbarbicato su un muro del medesimo edificio, vestito come
una sultana orientale tutta velette e diademi (e barba), mentre si
contorce languido fra metri di sete svolazzanti al vento. Le drag queen
nostrane sono delle principianti, al confronto...
Alla fine del video Azis riappare in impeccabili
abiti maschili mentre riceve il gruppo di muratori (suoi dipendenti in
sciopero?), uno dei quali (e in lui mi pare di riconoscere suo
marito, però non ci giurerei) si tocca la bocca con due dita,
che si bacia per trasferire il bacio sulla bocca di Azis, con gesto tenero
ed allusivo, suscitando il suo sorriso soddisfatto.
Ripeto di non aver trovato alcuna traduzione
del testo, che per quanto ne so può essere anche l'esaltazione del
piano edilizio quinquennale del comune di Sofia; le immagini però
non lasciano il minimo dubbio sul desiderio di produrre un messaggio di
tipo omosessuale.
E con questo in Italia stiamo in coda
perfino alla Bulgaria!
Nel secondo video appare anche in duetto
la cantante Desislava... ed è una bella gara a chi fra i
due appare più femmina.
I cantanti si trovano in un appartamento
arredato con un terrificante lusso pacchiano, spaventosamente kitsch
(e non mi stupirei se fosse la casa del cantante...), dove si strusciano
e toccano con una passione talmente simulata che della sua serietà
non si lascerebbe convincere neppure Joseph
Nicolosi.
Al loro servizio sono due cameriere -
che nello svolgimento delle loro mansioni trovano il tempo per lanciarsi
lunghi sguardi di torrida passione lesbica - che portano su un vassoio
una siringa. Visto il contesto, dubito contenga aspirina -- opterei semmai
per l'eroina, tanto per dare un tono estremamente decadente
alla scena.
Ma giusto per non farsi mancare nulla,
la riccona travestita si tiene in casa anche un paio di culturisti seminudi
(con mascherina sul viso...) ai quali si affida per un supplemento di strusciate
e contorcimenti languidi: immagino che lo faccia giusto per il caso che
a qualcuno fossero sfuggite le allusioni al tema, magari ritenute un po'
troppo sottili e troppo poco esplicite...
Neppure qui, ahimè, comprendo le
parole. Ma dopo aver visto le immagini, che dire? Si resta comunque
senza parole...
Impagabile.
Un videoclip gay, con un solo personaggio,
e completamente privo di parole? Assurdo!
Però si può fare.
Come dimostra questo filmato, commento
d'una musica di Andrej
Danilko (cantante ucraino meglio noto col nome di Vera
Serduchka, col quale si esibisce vestito da donna... ma
guai a insinuare che potrebbe essere gay: s'è perfino sposato!!!!).
Di solito nei video musicali le immagini commentano o contrappuntano le parole. Qui invece le immagini dialogano con una musica per pianoforte solo, allo scopo di rendere l'emozione della solitudine che resta al momento della fine di una storia d'amore.
Il regista è riuscito a introdurre
il tema omosessuale con eleganza, evitando di prendere di petto una realtà
fortemente omofoba come quella russa, ma al tempo stesso alludendo al tema
gay in modo neppure troppo velato.
Lo ha fatto giocando sulle prospettive,
cioè sui punti di vista.
Il video presenta infatti un bel ragazzo
(Yuriy Avramenko, lo stesso attore di "Kukla")
da solo in una stanza, che prepara il tè (con i gesti dell'abitudine)
per due persone, e riflette, guarda un orologio aspettando qualcuno che
evidentemente deve arrivare (infatti mentre si sta lavando sussulta e s'alza
di scatto: qualcuno deve aver suonato il campanello)...
Il regista non chiarisce mai se il ragazzo stia ripensando alla persona che ha amato e ha perduto (come certamente penserà lo spettatore eterosessuale, dato che escluderà in partenza la prospettiva opposta), o se sia invece lui la persona perduta, vista attraverso gli occhi di chi sta pensando a lui come a un amore perduto (non a caso il titolo, tradotto, significa "Dopo di te", e non "Dopo di me" o "Dopo di lui/lei"). Perché ciò che a un occhio gay non può sfuggire, e che invece ad un occhio eterosessuale è totalmente irrilevante, è che le immagini sono piene di desiderio verso il ragazzo (io adoro il commento su Youtube dell'internauta etero ottusangolo che chiede: "Non capisco da dove la genta abbia preso l'idea che Danilko, o il suo video, siano omosessuali? (...) Non può essere una ragazza a lasciare un ragazzo?". Ma perché non esiste già un premio per l'eterosessuale più ottuso del mondo?).
Alla fine, con una metafora molto bella, gli oggetti della persona amata ancora presenti nella stanza (il secondo spazzolino da denti, le valigie accanto alla porta, le foto incorniciate del ragazzo) svaniscono nell'aria. Per un attimo si vede anche, fuori fuoco, una mano che regge la seconda tazza: la persona amata è quindi venuta a riprendere le sue cose? Sì, è così: le ombre che si spostano nelle inquadrature sono un indizio delicatissimo d'una presenza fisica che è al tempo stesso assenza nel cuore, dato che mentre il corpo si muove nella stanza per raccogliere le proprie cose e causa ombre nella luce, la stanza resta comunque vuota, anzi svuotata.
E passato questo momento il ragazzo, rimasto solo, nell'appoggiare la propria tazza ormai vuota, senza volerlo la spezza.
C'è insomma tutta una storia, piena di dettagli delicati, raccontata da queste immagini libere dal racconto con le parole. Tanti piccoli simboli, e metafore poetiche, da decifrare e poco a poco, e che smentiscono l'impressione di piatta elementarità ("ma qui non succede niente!") che lo spettatore distratto potrebbe avere alla prima visione.
L'insistenza con cui la macchina da presa
si sofferma sulla bellezza delicata e un po' gracile del giovane (mostrato
anche a torso nudo, chissà come mai), è una chiara strizzata
d'occhio allo spettatore omosessuale, per dargli la chiave di lettura
"alternativa".
Ma se questo non bastasse, allora un manifesto
con una foto di nudo di Mapplethorpe
appeso accanto al letto del ragazzo dovrebbe rendere chiaro il messaggio
anche allo spettatore più tonto... (A dire il vero, analizzando
col fermo immagine, i poster di nudo sono due, ed uno non è
di Mapplethorpe. Visto che in un'altra inquadratura appaiono ritratti fotografici
del ragazzo, non c'è nulla di più facile che immaginare che
il modello nudo del secondo poster sia il ragazzo stesso, fotografato dal
suo amante. Certo, bisogna proprio avere una mente gay per arrivare a queste
illazioni... ma per fortuna io ce l'ho!).
Non sono mai stato un estimatore dei linguaggi
ambigui. Nel 99% dei casi in questo campo vengono usati non per scelta
artistica o espressiva, ma per banale pusillanimità, per conformismo
e autocensura.
Però quando, di tanto in tanto,
il tocco e il tono sono perfettamente azzeccati, come in questo caso, allora
possono dar vita a un risultato artistico riuscito, e non possibile con
approcci più diretti.
Il solo aspetto vagamente stonato di questo
gioiellino di video è che al confronto di ciò a cui i videoclip
occidentali ci hanno abituati forse eccede un po' in romanticismo, quasi
come il tè arabo che pur essendo ottimo da bere tende ad essere
sempre troppo zuccherato, per i nostri gusti.
Ma qui probabilmente siamo semplicemente
di fronte al fatto che questo video è stato prodotto per il pubblico
russo, che verosimilmente avrà gusti diversi da nostri in fatto
di zucchero.
A parte questo, quello per "Posle tebja" è un video a mio parere assolutamente perfetto, totalmente diverso dalla produzione di clips musicali a cui siamo abituati, e per questi motivi merita d'essere visto, e consigliato agli amici.