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2005 - Cortese, Pier - "Souvenir" [single]. Edito poi nel 2006 nel Cd - Contraddizioni.
La
canzone che questo video illustra è piuttosto semplice, ed anche
il video lo è.
Il
clip è infatti interamente giocato su una piattaforma rotante, sulla
quale si alternano Cortese (che canta e suona la chitarra), un'attrice
che rappresenta la sua ragazza, e una serie di oggetti e ninnoli scelti
in quanto stereotipi dei luoghi comuni relativi alla Francia e a Parigi
(dalla Tour Eiffel in plastica al sapone di Marsiglia, alla fisarmonica,
fino alla "Gioconda" - con una piccola gag degli sceneggiatori che
sul retro della foto hanno messo in evidenza la scritta "Fac simile", per
sottolineare la falsità di tutti gli stereotipi con cui si
stavano divertendo).
La
canzone racconta infatti d'una storia d'amore vissuta a Parigi dall'io
narrante, anch'egli di nome Pier, con una donna che si chiama Melisse.
La
donna "riparte", e prima di lasciare Pier gli consegna un souvenir,
un biglietto, da aprire dopo che sarà andata via.
Nel
biglietto sta scritta la ragione della partenza: lei ama una donna.
Il
video, alla ferale notizia, non interrompe la sequenza d'oggetti rotanti,
ma si adegua. Appare così una bottiglia di spumante appena stappata,
poi una torta nuziale, sovrastata da due donne in abito da sposa (carino,
come commento visivo), poi un attimo in cui il regista, fingendo ingenuità,
si diverte come un pazzo mostrando un elmetto gallico alla Obelix (che
infatti è mostrato subito dopo) con due corna colossali,
per finire con una trasformazione: laddove c'erano, schiena a schiena,
Pier e Melisse, dopo uno stacco su un dettaglio la cinepresa torna sulle
due figure, ed ecco che c'è una donna, al posto di Pier, del quale
indossa il berretto alla franssscés e le bretelle. Come dire,
"mo' una donna s'è messa nei tuoi panni...".
E
sinceramente mi piace il modo ironico e leggero (anche se magari non
proprio simpatetico con il povero "cornuto", poverino!) con cui il
regista ha trattato la vicenda.
Le
due modelle che interpretano la coppia lesbica non hanno nulla di denigratorio
(anzi, sono semmai due strafighe tendenti un po' troppo al lesbo-chic)
e nulla viene fatto per metterle in cattiva luce.
Questo
video è insomma il gradito segnale di un'apertura alla tematica
lgbt anche nei videoclip italiani che, nonostante abbiano dovuto
attendere fino al 2010 per un vero e proprio "sdoganamento" del tema,
iniziano già qui a parlarne per immagini, finalmente, senza più
panico o isteria o stereotipi.
Era
ora...
Andrej Danilko è un cantante ucraino, diventato famoso grazie al personaggio comico en travesti di Vera Serduchka, una matronale cantante molto diva e molto volgarotta.
Grazie al successo ottenuto come "Platinette
d'Ucraina", è stato possibile a Danilko proporre sotto il suo vero
nome, nel cd Posle tebja, una serie di pezzi musicali seri, e perciò
d'impatto commerciale minore.
Danilko ha dichiarato (se sono attendibili
le traduzioni artigianali delle sue interviste rinvenibili in Rete) che
ha concepito queste composizioni per accompagnare idealmente spettacoli
circensi.
Si tratta di composizioni a metà strada fra la musica leggera e la musica classica, pezzi evocativi e "d'atmosfera", segnati da una forte vena Romantica.
Sono brani musicali nudi, privi di parole. Dunque, non possono avere testi a tematica gay. Nel caso di questo videoclip, però, ci pensano le immagini a inserire suggestioni omoerotiche, aggiungendole alla narrazione, così come accade anche in un altro filmato creato per lo stesso compositore: "Posle tebja" ("Dopo di te").
Il video è una lunga, amorosa
disanima d'un giovane artista di circo (un "pagliaccio triste"), l'attore
Yuriy Avramenko, presentato nel camerino mentre si trucca e si prepara
allo spettacolo, in una breve apparizione sul palcoscenico mentre ringrazia
il pubblico, e subito dopo mentre si lava dal trucco, pensieroso.
Buona parte dell'attenzione del regista
ruota attorno alla sua bellezza piuttosto acerba e direi gracile
(il protagonista ha molta grazia e certamente avvenenza, ma non ha certo
un fisico muscoloso come quello di rigore nei videoclip statunitensi).
Il ragazzo viene anche mostrato a torso
nudo: mentre fa una doccia, e mentre corre nella pioggia.
Il fim trabocca d'immagini simboliche (e
personalmente ammetto che non sono riuscito a decifrarle). Ad esempio,
mentre il ragazzo si lava, le piastrelle sul muro esplodono; una bimba
che gioca e una bambola vestite nello stesso modo si alternano ai primi
piani del protagonista; il ragazzo corre nella pioggia e a poco a poco
si riveste...
Non comprendendo il russo, non ho potuto
andare a cercare in Rete la spiegazione dei simboli. Desolato...
Alla fine il giovane malinconico apre
una borsetta in velluto, e ne estrae un cuore in metallo, forse un dono,
e sorride consolato, specchiandosi in esso.
È un pegno d'amore? Forse...
Allo spettatore gay balza immediatamente
agli occhi il fatto che l'intero filmato è una specie d'inno e omaggio
alla bellezza d'un ragazzo: il vero perno attorno al quale tutto ruota.
Lo spettatore eterosessuale, invece, privilegerà
l'atmosfera tardoromantica, quasi oppressiva, concentrandosi sul personaggio
notissimo del "pagliaccio triste" e ignorando il sottotesto gay.
L'ambiguità non si limita a questo.
La bambola che dà il titolo al brano, e che appare sul tavolo di
trucco del ragazzo, è un suo giocattolo? In altre parole: il ragazzo
è forse "uno di quelli" che giocano con le bambole, ed è
triste per questo motivo?
Oppure la bambola è il "doppio"
del ragazzo stesso, come suggerisce il fatto che un paio di volte il ragazzo
guarda verso lo specchio, e noi vediamo la bambola anziché il suo
riflesso? Quindi il ragazzo non ha una bambola, ma è una
"bambola", e daccapo è malinconico per questo motivo?
Oppure ancora, la bambola è il
ricordo d'una persona amata, come la bimba che appare mentre gioca?
Il filmato non ci offre chiavi per sciogliere
il dubbio... che in effetti è stato creato a bella posta.
Le immagini s'avvalgono dell'uso del rallentatore
e d'una viratura verso il blu per raggiungere un'atmosfera cupa e malinconica,
amplificata dalla musica lenta e solenne. Se a uno piace il genere romantico-malinconico,
il risultato non è per niente male.
Oltre a ciò, la cura estetica è
minuziosa fino all'esasperazione, la musica non sarà forse particolarmente
profonda ma è gradevole e di facile ascolto, e la delibazione del
ragazzo è molto tenera e struggente...
Il video che ne risulta non è per
nulla brutto (anche se, dal punto di vista gay, è molto meno
riuscito del testé citato "Posle
tebja"), e si lascia guardare con piacere.