Home page Giovanni Dall'Orto > Scritti di cultura gay > L'omosessualità nei videoclip musicali |
Passano gli anni ed Azis non solo non si è eterosessualizzato, come avrebbe fatto qualsiasi cantante italiano "trasgressivo" una volta raggiunta la fama, non solo è diventato uno dei cantanti bulgari di maggior successo (anche economico!), ma i suoi video sono sempre più esplicitamente e sfacciatamente omosessuali. Se un tempo fanciulle discinte e in calore si contorcevano (invano...) in tutti i suoi video, adesso aumenta sempre più il numero dei clip di Azis nei quali la presenza femminile (a parte quella fornita dal cantante, chiaro) è stata giudicata superflua.
"Mrazish" è
interamente girato su un letto, dove Azis (al solito mezzo truccato e languidissimo)
giace, affiancato da due gemelli culturisti seminudi, intenti l'uno a chattare
e l'altro a guardare foto su un Ipad.
Ovviamente anche
il semplice gesto di strisciare il dito sullo schermo per girare le pagine
diventa languido e allusivo. Tanto più che a un certo punto l'inquadratura
mostra le foto: Azis abbracciato da un culturista nudo. Più espliciti
di così era impossibile essere.
Anzi no, per evitare
anche il minimo dubbio, i bononi portano tatuato, come i cani, il nome
di Azis (ovviamente in cirillico) sul collo.
Ho provato a cercare
una traduzione del testo online: ne esiste una in inglese, da cui
scopriamo che la canzone rimprovera alla persona amata il fatto che le
piace troppo splendere, posare, ingannare... Questa persona schianta tutto
sulla propria strada, inganna, si nutre di vanagloria, e non riesce a smettere
d'ostentare il proprio fascino.
Ecco: certo che
cantare queste parole mentre si posa come fetta di prosciutto nel mezzo
d'un panino di bonazzi palestrati risulta, come dire, un tantino allusivo...
Le trac-quin
nostrane dovrebbero andare a lezione da questa checca Rom bulgara sovrappeso,
al cui confronto Lady Gaga è una principiante.
Cioè, ma
ci rendiamo conto del fatto che questa pazza mi sta facendo parlare di
lei per un video in una lingua improbabile girato usando una mela, dieci
fragole, due gelati e due culturisti?
"Mrazish" è
insomma il punto in cui la spazzatura kitsch assurge all'empireo
del camp più sublime. Dieci e lode.
Purtroppo non ho
trovato una traduzione del testo, quindi non saprò mai cosa dica
Azis mentre esegue il ballo della gallinella in calore di fronte alla sedia
su cui sta intronato il suo maschione ignudo. Anche se la scena finale,
in cui il palestratone si alza e incede verso di lui, mostra che la danza
del coccodè ha ottenuto il suo scopo. Altro che Viagra!
Ma a parte il conto della sarta (che quando si tratta di un cantante gay una casa discografica deve avere per forza di cose preventivato) il video è girato con pochi mezzi, sia pure magnificamente sfruttati. Una stanza, una sedia, tre culturisti... e il conto della sarta. Tutto qui.
È palese che per questo video Erika Cecchini si deve per forza essere affidata alla regia di Sabryna Trash, nonché al trovarobato di don Attilio, notoriamente molto bravo a fare i costumi delle recite parrocchiali riciclando le tovaglie dismesse della mensa dei poveri (mai buttare via niente!).
Infatti, per tradurre in immagini la metafora del "Vaso di Pandora" la cantante appare "fatta su" in rotoloni di tovaglie che dovrebbero, credo, rappresentare chitoni e pepli antico-greci, su un fondale artisticamente pittato in modo "classico", che gnanca la "Cumpagnìa de nuàlter" della parrocchia di Venegono Olona accetterebbe mai e poi mai di usare...
Eppure, nonostante
l'assoluta mancanza di mezzi con cui è stato palesemente
girato il video sia agghiacciante, non è il caso d'infierire su
questo clip.
Erika Cecchini è
infatti una cantante coi controfiocchi, che ha come unico difetto, a mio
parere, la cocciuta ostinazione a cantare in inglese (come se all'estero
fossero tutti lì ad aspettare un'artista italiana da importare!),
col solo risultato che all'estero nessuno la nota ed in Italia nessuno
capisce ciò che canta, e quindi nessuno la nota davvero. Immeritatamente,
perché brava, capperi, lo è..
Ascoltate con delizia come Cecchini si districhi in questa bella canzone con la massima disinvoltura e senza sbavature in una tessitura vocale particolarmente bassa e vagamente inquietante, ma proprio per questo perfettamente adatta all'atmosfera claustrofobica della musica e del testo.
Normalmente i video
servono di supporto a una canzone, per valorizzarla e promuoverla. Pensiamo
solo a Lady Gaga, che ha fatto uno sfracello con motivetti totalmente
privi di meriti e indegni di memoria, ma supportati da mega-video capolavorosi
che nessuno riuscirà mai a dimenticare, fosse anche solo per odiarli!
Qui invece la logica
funziona alla rovescia. È solo la bellezza della canzone, raffinata
ed elegante, a salvare dal naufragio totale questo allucinante
video casereccio, slanciatosi senza rimedio oltre il confine del kitsch
più puro. (Al confronto, Sabryna Trash ha almeno l'attenuante
della genuinità...).
Guardare questo video è il modo più comodo per potersi godere questa canzone che, scusate se mi ripeto, merita l'ascolto. Ma se, dopo averlo guardato, di notte avrete gli incubi, rassicuratevi: non c'era nulla di sbagliato nella cena. Era solo il ricordo del video.
Questo video è la drammatica dimostrazione di come, nella società contemporanea, qualsiasi tamarro dei bassifondi possa mettersi in testa di aver successo senza avere il minimo talento per meritarselo.
Privo di altre doti che non siano un gran
bel faccino (ma attaccato ad un corpicino pelle ed ossa), questo
cantante ha pensato bene di far colpo su noi mettendo due ragazze a
strusciarsi come cagne in calore per tutto il video, infilandosi
di quando in quando nel mezzo delle due. Perché llui, cioè,
è ccapace di farsi di brutto 2 fighe alla volta! Che poi sarebbe
questo, no?, il messaggio, no?, di 'sta canzone...
No?
Il video ci presenta le due signorine non
solo sulla pista da ballo, ma anche nell'intimità mentre il tamarrone
fa loro girare i fimmìni pònno ccu ddu fìmmini.
Più che un ragazzo che ha due amori,
a me pare un pappone che sta preparando il catalogo della merce
che vende.
Se la musica è di livello standard e si lascia ascoltare gradevolmente senza particolare sofferenza, il testo è scombinato fino all'incomprensibilità, e quando diventa comprensibile la situazione peggiora:
Balla, baby, hai quel corpo che hai e adesso usalo,Questo video mi ha disturbato e infastidito, non lo nego. È grezzo, volgare e narcisistico.
adoperalo su di me questa notte.
Un video dimenticabilissimo.
2011 - Egokid - "Come un eroe della Marvel". Dal Cd: Ecce homo.
La semplicità è il segno (vincente) di questa canzone e di questo video.
La canzone si basa sull'iperbole della "invincibilità" e del "superomismo" di cui si sente capace la persona innamorata (l'io narrante della canzone) nel corteggiare la persona che ama.
Una scelta da "cultura pop" degli autori del testo li ha portati ad usare come termine di paragone i supereroi dei celebri fumetti della ditta Marvel, con i quali l'io narrante sarà capace di competere, grazie al suo amore:
Come un eroe della MarvelNonostante la scelta dei supereroi dei fumetti come termine di paragone suoni, a sentirsela raccontare, alquanto barocca e cervellotica, e per nulla romantica, alla prova dell'ascolto la canzone funziona.
per te mi allungherò,
(...)
e se vuoi stare solo
per te sarò invisibile
(...)
Con occhi che passano il buio
ovunque ti vedrò,
e poi sentendomi sfiorare
torcia diventerò,
e volerò..
Qualche colorato intervento grafico ravviva
la semplicità "basica" dell'insieme, girato con pochi mezzi, come
denuncia l'illuminazione un po' casereccia e fai-da-te. Ma a parte questa
imperfezione, il risultato finale dell'insieme direi che ci sia.
Inoltre i due ragazzi che si baciano sono
teneri e simpatici, e riescono a comunicare il loro innamoramento, in un
modo che praticamente mai era stato mostrato nei bigotissimi videoclip
musicali italiani. Il 2011 si conferma insomma ancora una volta come l'anno
della caduta del tabù sugli amori omosessuali anche nei
clip italiani! (...Evviva!).
"Come un eroe della Marvel" fa parte del Cd Ecce homo, il secondo che la band milanese degli Egokid ha prodotto in lingua italiana (abbandonando l'inglese della produzione iniziale), trattandovi senza remore (come rivela orgogliosamente il titolo) anche d'amore gay. Anche se, paradossalmente, il sesso della persona a cui si rivolge il cantante non traspare dal testo stesso della canzone, e solo la scelta dei modelli nel videoclip lo rende esplicito.
Per questo album (ascoltabile
per intero su Youtube) gli Egokid hanno scelto un approccio
meno sperimentale (e come tale elitario) dei Cd precedenti, a iniziare
come detto dalla scelta della lingua, cercando il giusto equilibrio fra
il desiderio di rivolgersi a un pubblico più ampio e la volontà
di non svendersi con canzonette cretine.
La ricerca di nuove modalità d'espressione
ha prodotto in questo Cd risultati a tratti ancora un po' incerti. Basti
dire che a me è parso un po' strano che per il videoclip sia stata
scelta proprio questa canzone, che secondo il mio giudizio personale non
è la più bella dell'album, che conta diversi brani decisamente
azzeccati (il mio preferito è il geniale "L'uomo
qualunque", che ho continuato a canticchiare come un cretino per parecchi
giorni di fila...).
Eppure, nonostante le incertezze, dal Cd
si sente che questa è la strada giusta, e che il gruppo ha raggiunto
una sua maturità ed ha grosse potenzialità.
L'apprezzamento da parte del grande pubblico
è quindi una possibilità reale ed a portata di mano, anche
se forse gli Egokid dovranno sudare ancora, prima di farsi largo in un
mercato saturato dai "cantanti" di Amici e simili.
Nell'attesa, godiamoci questo simpatico video.
2011 - Kazaky - "Love" (single). Da: Youtube.
La "formula vincente" del
primo videoclip viene (prevedibilmente) riproposta anche in
questo secondo filmato dei Kazaky: quattro ragazzoni palestrati a torso
nudo che ballano con tacchi a spillo d'altezza vertiginosa, strizzando
sfacciatamente l'occhio all'estetica gay e camp.
Anche stavolta la musica, di tipo dance,
è un motivetto banale destinato all'oblio nel giro di un attimo,
ed anche stavolta il "testo" è costituito da quattro parole ripetute
all'infinito.
Anche stavolta, insomma, il "prodotto
Kazaky" fa forza quasi unicamente sul ballo, che è giudiziosamente
coreografato ed amorevolmente confezionato in un clip in bianco
e nero formalmente ben curato, anzi addirittura quasi leccato.
Esaurito l'effetto-sorpresa del "colpo di scena" dei tacchi a spillo, questa volta il regista punta molto sul fisico statuario e sul volto dei quattro ballerini, non a caso tutti degni di figurare come fotomodelli. Non esiste una narrazione: il video presenta un balletto con quattro bonazzi (ad un certo punto addirittura ripresi in "pose plastiche") e basta.
Forse ciò sarà anche banale e scontato, ma la formula ha pagato, come dimostra lo stesso canale Youtube dei Kazaky, che registra il vertiginoso moltiplicarsi delle loro esibizioni in giro per il mondo, anche come elemento coreografico di sfilate di moda (nelle quali i ballerini non sfigurano affatto al cospetto dei modelli in passerella).
Ovviamente il "prodotto Kazaky" è stato pensato più per il consumo all'estero che in patria ma, come già in precedenza le TaTu, dimostra come il tema gay, se usato in modo intelligente, lungi dal tagliare le gambe a un prodotto musicale possa addirittura servire come strumento di promozione.
(P.S. Nonostante il livello cretinetto della musica, almeno per i loro video i Kazaky si sono affidati ad un signor esteta coi controbaffi, il che spiega in parte il loro successo: spesso occorre gente molto intelligente per realizzare i prodotti per il pubblico molto cretino -- come me. Si veda solo il video nonsense ed ultra-estetizzante "Pohvir (Change, you can, I know)", infilato alla chetichella nel loro canale Youtube. A me pare splendido...).
2011 - Martin, Ricky - "The best thing about me is you". Dal Cd: Music + Soul + Sex.
Sembra un po' un
incrocio fra "We
are the world" e le pubblicità
della "United colors of Benetton", questo video che Ricky Martin ha
pubblicato dopo il
suo fin troppo rimandato coming out.
Pace, amore, long
live and prosper, vvolemose bbene, sorridi, sii felice e non preoccuparti:
c'è tutto, anzi c'è troppo, perché tutto questo
Amore Universale alla fine è zuccheroso e stucchevole.
Martin canta attorniato
da ragazzi e ragazze uscite direttamente dalle agenzie di fotomodelli,
ma abbigliati in modo ostentatamente "casual", che dovrebbero presumibilmente
rappresentare (immagino) i ragazzi e le ragazze della strada, la ggente
qualunque.
Tutto questo spreco
diabetizzante di zucchero amoroso gli è stato necessario per far
entrare, dopo anni di menzogne e negazioni rispetto a ciò che tutti
sapevano già, il tema dell'omosessualità.
Un tema che tutti
si attendevano fosse infine sviscerato da questo video (la scena iniziale
in cui Martin si strappa il bavaglio che riporta la scritta "TU = ME" può
alludere solo a questo, in modo da soddisfare le attese fin dai primi secondi),
ma che la casa discografica non sembrerebbe ancora ben certa di come gestire,
dato che Martin è stato commercializzato per troppi anni come "il
cantante delle ragazzine".
La risposta delle
ragioni del suo coming out, per chi voleva averla, è nel
testo, chiara ma non troppo esplicita per non spaventare nessuno:
In questa situazione
non ha però certo giovato la scelta di rubare di peso l'estetica
ai filmati pubblicitari di moda.
I ragazzi e le ragazze
sembrano infatti intenti a pubblicizzare i capi di vestiario che indossano,
o qualche profumo, mentre di amore ne trasuda ben poco, dalle loro coppie.
Quel che ci vedo io è un gruppo di fotomodelli messi in posa in
uno studio a simulare coppie di varia combinazione. Non certo un inno all'Amore
Universale.
Il regista ha cercato
di darci lo zucchero dell'amore, tralasciandone l'amaro, ma a furia di
usare immagini troppo artificiali per essere vere ci ha dato solo saccarina.
Concludendo, il video merita la visione, specie per chi è curioso di sapere in che modo traspaia l'omosessualità ormai non solo dichiarata, ma esibita, di Ricky Martin. Basta solo non prendere sul serio il presunto "Messaggio" sull'Amore e il Senso della Vita che cerca di spacciare: i "Baci Perugina", al confronto, sono un trattato di filosofia!
Ancora una canzone
nel cui testo non appare alcuna allusione all'omosessualità, e che
però introduce lo stesso il tema nel videoclip che l'accompagna.
E ancora non finisco
di stupirmi del fatto che finalmente anche in Italia pure questo
tabù sia caduto...
Le immagini presentano
il cantante mentre s'esibisce con la sua chitarra su un lungomare, mentre
attorno a lui s'intreccia una serie di storielle fra coppie di passanti:
dal "galletto" che importuna una ragazza, ai due bulli che si contendono
una fanciulla, alla coppietta persa in effusioni decisamente focose...
fino a una coppia di simpatici ragazzetti (due maschietti, intendo) che
s'abbracciano e baciano sorridenti e felici, persi nel loro amore.
I due vengono presentati
con simpatia e tenerezza, allo stesso modo di tutte le altre coppie. O
meglio, una piccola differenza c'è: mentre il bacio eterosessuale
nel video è mostrato, per la coppietta gay si vede solo qualche
coccola e basta. Ma sinceramente io preferisco che sia andata in questo
modo, senza forzare. Così infatti l'attenzione dello spettatore
si concentra sulla "normalità" banale dei gesti affettuosi (e decisamente
impacciati!) dei due ragazzi, senza essere distratta dal solito
banale tentativo di scioccare chi guarda, che sinceramente ha stufato da
mo'.
Se poi volete pure
guardarvi il backstage del video, lo
trovate su Youtube. Certo, vederlo toglie un poco di poesia al clip:
un po' perché intervistando i due ragazzi della coppia gay
insiste sulla "difficoltà" della loro parte (e loro ci tengono a
specificare di non essere gay!), quasi che abbiano interpretato Jack
lo squartatore, e un po' per colpa del tono enfatico ed autoincensatorio
(ancora un po' e sembra che il cinema l'abbiano inventato loro...).
Ma insomma, la modestia
non è mai stata la virtù degli artisti. Freghiamocene e godiamoci
il clip.
2011 - Spuria, Adriana - "Non credo". Dal Cd: Il mio modo di dirti le cose.
A ennesima dimostrazione del fatto che
il 2011 è l'anno mitico in cui anche in Italia l'omosessualità
è finalmente diventata (sia pure con decenni di ritardo)
un tema che può essere mostrato nei videoclip, ecco infine questa
"Non credo" di Adriana
Spuria.
Nel testo
di questa bella canzone dalle sonorità jazz non c'è
nulla, nemmeno una sola parola, che faccia pensare a una donna come destinatario:
Non credo che ritornerai da me:Però il video ci mostra con nonchalance, fin dalla prima inquadratura, due donne come protagoniste della vicenda amorosa narrata nella canzone, nella quale una "lei" se n'è andata per un'altra "lei".
col tempo tutto cambia,
questa è l'unica certezza.
La vita che ricordo di noi due
mi rende insofferente come cambi di stagione...
Benché questo clip soffra dell'eccessiva
schematicità della sceneggiatura, per scrivere la quale è
palese che nessuno ha certo passato le notti in bianco, il risultato complessivo
va ben oltre il "dignitoso".
Anche grazie alla raffinatezza
dell'arrangiamento e del buon gusto interpretativo della cantante.
Per queste ragioni, mi permetto di consigliarne la visione.
2011 - Swift, Taylor - "Mean". Dal Cd: Speak now.
In italiano la traduzione della parola mean, che dà il titolo a questo brano, si colloca a metà strada fra "mediocre" e "squallido".
Mean è tutto quello che riuscirà
mai ad esere il fidanzato della cantante (anche se nella vita reale
la Taylor ha detto che la canzone era espressamente diretta a un critico
che l'aveva presa di mira), che viene umiliata e disprezzata da lui.
E lei sogna allora una rivalsa: un giorno
lei canterà in una grande città, mentre il
fidanzato/critico resterà a sbraitare ubriaco in qualche bar,
parlando di calcio, mentre nessuno ascolterà quel che dice...
Il video, curiosamente ambientato negli
Stati Uniti rurali degli anni Venti (ma con varie licenze poetiche, dato
che una parte delle scenette si svolge ai nostri giorni) presenta una serie
di ragazzini e ragazzine vittime del bullismo dei loro coetanei,
perché poveri, o in altri modi "diversi" dagli altri.
Fra loro un ragazzo attratto dalla moda
anziché dallo sport, la classica sissy, che alla fine verrà
mostrato su una passerella dopo aver coronato il sogno di presentare una
collezione di moda tutta sua.
Carino... ma forse siamo già da
molti anni andati oltre i sogni di vendetta, sul tipo "un giorno ve
la farò vedere io".
Specie se la sola "vendetta" possibile
è confermare in pieno lo stereotipo secondo cui un gay, nella
vita, o fa la sarta, oppure non ha altri strumenti di rivalsa sociale...
Davvero strano questo clip, che
tanto per cambiare introduce una volta ancora la tematica gay in una canzone
nel cui testo non ne appariva traccia.
Il brano, che per accrescere l'effetto
straniante s'è divorato a mo' di ritornello la canzoncina infantile
"Giro giro tondo, casca il mondo", affronta un tema tutt'altro che infantile:
l'immoralità della morale dei fanatici religiosi. I quali sono ciechi
a tutto il vero Male che esiste nel mondo, e capaci solo di scandalizzarsi
per ciò che invece dovrebbe riguardare solo le scelte private delle
persone. E se Dio esiste e permette tutto questo, allora è un amorale:
Il video traduce in immagini questa linea di pensiero: contro un elegante ma inquietante sfondo interamente nero, un bel giovane dal tipico aspetto del "Gesucristo" dell'arte devozionale (capelli lunghi e barba bionda) cammina al rallentatore accanto a una serie di "quadri plastici" (che non sono i "tableaux vivants" dei nostri bisnonni, perché qui si vede semmai l'imitazione degli still frames dei filmati), che non suscitano il suo minimo interesse.
E su quest'immagine efficacissima si chiude il clip, che esemplifica alla perfezione l'indifferenza delle religioni (ma in massimo grado dell'istituzione cattolica) verso i veri mali del mondo, salvo poi essere ossessionate dal male immaginario di due uomini che si baciano. Perché diciamocelo chiaro: se qualcuno si scandalizzasse del bacio gay del Gesù, chiedergli perché non abbiano mai suscitato in lui scandalo i bungabunga con le minorenni, a questo punto diventa fin troppo facile...
Insomma, un ragionamento retorico ben congegnato,
che fa interagire efficacemente il testo e le immagini, come avviene nei
migliori videoclip.
Da vedere.
Ogni medaglia ha il suo rovescio, pertanto lo sdoganamento del tema lgbt nei videoclip italiani avvenuto nel 2010/2011 non poteva non avere il suo. Che consiste nel fatto che lo sdoganamento riguarda tutti: belli, brutti, ed anche orribili, come nel caso di questo trucidissimo video.
Qui abbiamo la sotto-cultura tamarra che,
come un fiume carsico, riemerge alla luce dalle profondità sotterranee
in cui ha allignato fin qui.
Trarre un video da questa "canzone" è
stato né più né meno che un crimine, e il regista
dev'essersene accorto, dato che il clip è svogliato e tutto al livello
del minimo sindacale, con due luci prese in prestito dal fotografo della
prima comunione, due sgallettate che sculettano, e tre o quattro zarri
assortiti che rappano frasi come:
Cosa ti devo dire fra'Il fatto che la signorina non desideri essere fatta dal cantante è incomprensibile, in quanto
mi sa che quella è lesbica,
si fa guardare e non la dà:
mi sa che quella è lesbica...
sono grasso,
però ce l'ho grosso
come un elefante
del materasso.
Spiegare ai truzzi
rappeggianti che se un ragazza non vuole darla a loro, forse è
solo perché è il loro modo di essere a renderli inscopabili,
è sicuramente inutile. Infatti, per sentirsi confidare da una ragazza
etero che i ragazzi etero sono troppe volte puzzolenti, volgari, infantili,
egocentrici, fallocratici eccetera, occorre essere gay.
Quindi i
tamarri etero in questione non scopriranno mai le ragioni del loro scarso
successo erotico, preferendo pensare che se una non la vuole dare non è
perché preferisca uomini meno cavernicoli di loro, ma perché
è lesbica.
Ah.
Poi però
non chiedano perché mai "tutte le fighe preferiscono andare in
giro con quegli stronzi fighette dei gay"...
(P.S. "Chi è
coatto danneggia anche te.
Digli di smettere"...).
Nella primavera 2011
il tam-tam frocio dei miei amici è entrato in subbuglio, ed hanno
iniziato ad arrivarmi segnalazioni di un link, accompagnate da commenti
del tipo: "Ma guardati questa PAZZA!". Era arrivata Arisa,
un'organizzazione di serate gay di Tel
Aviv (tecnicamente è una "one night", cioè un
evento che si fa ospitare di volta in volta da locali notturni sempre differenti).
Arisa ha affidato
la promozione delle serate a un team di PR che è uno dei più
azzeccati mai visti negli ultimi anni. Al punto che ho conosciuto ragazzini
che vorrebbero poter andare a Tel Aviv solo per poter partecipare ad una
delle loro feste. Potenza della pubblicità azzeccata!
Il filmato che inizialmente ha attratto l'attenzione di tutti noi è stato quello che promuoveva lo spettacolo della serata "in trasferta" del 12 maggio 2011 per il gay pride ad Eilat, che mette in scena una pazza col botto e col fischio, (Uriel Yekutiel, per metà metà truccato e vestito da donna, ma coi baffi: un vero gender-fucker) alle prese con un fidanzato (Eliad Cohen) "fisicato", che pare l'anello mancante tra la scimmia e l'uomo di Neanderthal, e che giustamente viene usato nei clip di Arisa nel ruolo della quintessenza del bruto. (Anche troppo: le nostre consorelle israeliane scherzano sull'abuso domestico con una spensieratezza che per un tema così drammatico è decisamente fuori posto, specie nel filmato del 27 gennaio 2011).
Nel filmato per il
pride di Eilat i due si stanno salutando all'aeroporto (con "lei" che spiega:
"Non ne posso più: non ami la musica mediorientale! Non posso
più vivere in questo modo. Ti amo... Ti lascio! Me ne vado ad Eilat!"),
e a nulla vale il fatto che il gorillone si tolga la maglietta di fronte
alla "divetta" in fuga.
Poi però
la sorpresa: il volo è stato cancellato, e "lui" è subito
da "lei". Con finale che non svelo.
Tutti i video di Arisa si basano sugli stessi ingredienti ormai collaudati: (1) la bellezza animale di Cohen (e di altri "ragazzi immagine", tutt'altro che da buttar via), (2) la simpatia e la vena cabarettistica di Yekutiel, sempre perfetto nelle sue varie satire di donne mediorientali (dalla "vamp" alla cameriera, dalla matrona all'odalisca...), (3) ambientazioni mediorientali, a cavallo fra cultura ebraica e cultura araba (i clip di Arisa prediligono la musica mizrahi, cioè sefardita e influenzata dalla cultura dei paesi arabi), e infine (4) una irresistibile, irriverente, costante vena camp.
Recensire i singoli video di Arisa sarebbe impossibile (anche perché ne viene prodotto uno al mese, con instancabile solerzia). Fra i tanti a me è piaciuto quello del 21/4/2011, con i nostri camuffati da improbabile gruppo "folk" di ebrei ultraortodossi, o la divertente festa sul tema del calcio, con Yekutiel in tacchi a spillo (e qualche piuma di struzzo) che arbitra una partita di calcio fra "manzi" a torso nudo. Ma direi che sul canale Youtube di questa organizzazione ci siano ormai video per tutti i gusti.
2011 - Randy Blue - Get outta my way! (The boys of Randy Blue tribute to Kylie Minogue). Da: Youtube.
A suggello dell'amore
(ricambiato)
della comunità discotecara gay verso Kylie
Minogue, ecco spuntare questo fan-clip della canzone di Kylie
Minogue, "Get outta my way".
Non si tratta strettamente
parlando di "fan-art" visto che il filmato proviene non da un fan
qualsiasi ma da una vera e propria casa di produzione cinematografica,
la Randy Blue, sia pure d'un tipo
particolare, dato che produce video porno gay. Dunque, chi ha girato
il video aveva già a disposizione apparecchiature di qualità
superiore a quella del telefonino o della webcam usati da gran parte di
coloro che caricano video su Youtube, aveva conoscenze tecniche di regia
e montaggio, e soprattutto aveva a disposizione un catalogo (letteralmente)
di modelli da usare.
Per questi motivi,
il risultato è stato comprensibilmente convincente, e nella
sua semplicità (banalmente: una sequela di "manzi" palestrati balla
a torso nudo sulle note della canzone della Minogue, cantandone le parole)
è perfino più convincente del video "ufficiale", che
sconta un'impostazione faraonica che lo rende confuso e farraginoso.
Di fatto questo
è anche e soprattutto un video promozionale per la casa di produzione
porno, e presentato in questo modo funziona benissimo, come non avrebbe
invece mai funzionato un semplice "catalogo" di facce e nomi.
Ma anche così questo video dimostra per l'ennesima volta come la tecnologia digitale abbia ormai scatenato energie nascoste, rendendo ardua la vita ai registi di videoclip, che vengono sfidati sul loro stesso terreno con budget che a volte sono solo una minima frazione del loro, e che ciononostante sempre più spesso perdono il confronto.
In risposta a questo video, un locale italiano ha preparato una parodia (miracoli di Youtube: siamo già alle parodie delle parodie!):
2011 - Queever - Get outta my queerway! Da: Youtube.
Queever ha confezionato
questa parodia come protesta dei ragazzi "normali" contro i modelli impossibilmente
belli presentati nei filmati gay americani. E come parodia il clip funziona,
anche perché i ballerini italiani sono molto "convinte" e
palesemente credono d'essere molto più Kylie Minogue che modelli
della Randy Blue...
Purtroppo, più
che "normali" i ragazzi di Queever sono, in un paio di casi almeno, decisamente
"bruttini"... ma in una parodia la cosa va benissimo. È come quando
si mette una vecchietta a fare la parte di Lady Gaga, per capirci: i gesti
del video preso di mira diventano ridicoli per il semplice fatto che sia
la vecchietta anziché Lady Gaga a compierli.
Anche in questo caso,
insomma, l'idea è carina, anche se non è particolarmente
originale, dato che i locali gay che caricano un filmato su Youtube per
farsi promozione si stanno moltiplicando ormai come il fuoco in una prateria
dopo una siccità. Ma visto che io sono qui a parlare del clip, è
palese che il locale ha centrato lo scopo di far parlare di sé,
nonostante il fatto che la parodia funzioni come tale solo per la prima
volta e solo se si ha presente l'esistenza del video che parodizza.
Ma è sempre
meglio poco che nulla... specie poi se a costo zero o quasi.