Il gay canzonato. Parte 4
Un elenco di canzonette a tema l, g, b e t
(1981-1990).
[inedito,
2011]
di: Giovanni Dall'Orto
Prima
parte - Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (prima metà).
Seconda
parte - Saggio sull'omosessualità nella canzonetta (seconda metà).
Terza
parte: elenco di titoli 1920-1980.
Quarta
parte: elenco di titoli 1981-1990.
Quinta
parte: elenco di titoli 1991-2000.
Sesta
parte: elenco di titoli 2001-2010.
Settima
parte: elenco di titoli dal 2011 in poi.
Indice
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1981
-
1981 -
Banco [del mutuo soccorso] - "Baciami Alfredo" - da - Buone notizie.
Il mondo è così grigio ed inquadrato...
E
allora: "Baciami, Alfredo, / baciami, ti prego. / Amami, Alfredo / amami,
ti prego. / Chiudi gli occhi / e non sognare, Alfredo".
-
1981 -
Banfi, Lino - "Benvenuti a 'sti frocioni" - dal film - Fracchia la belva
umana. Breve stornello pecoreccio estratto da un film comico, che ha
circolato autonomamente sul peer-to-peer:
"Benvenuti
a 'sti frocioni / belli e grossi e capoccioni / e tu che sei un po' fri-frì
/ e dimmi un po' che ci hai da di'".
Lo spezzone
del film con la scena si
trova con facilità su Youtube. A quanto pare, la scena, nonostante
il suo cretinismo (o dovrei dire, "grazie al suo cretinismo"?) ha
incontrato il gradimento del popolo italiota.
-
1981
- Cattaneo, Ivan - "Coccinella (il primo travestito)" - da - 2060 Italian
graffiati. Ripresa, con qualche modifca al testo, della
canzone di "Ghigo" Agosti, in origine del 1959.
-
1981 -
Dalla, Lucio - "Ciao a te" - da - Q disk. Riappare più e
più volte la frase: "Ciao a te, ed al tuo figlio finocchio"
(tant'è che, curiosamente, qualcuno pensa che sia questo il titolo
della canzone!), e inaspettatamente anche la frase: "Ciao amore mio"
(rivolta a un uomo).
Devo
dire che è curioso il modo in cui Dalla ha sempre fatto piccoli
cenni di coming out nelle sue canzoni, riuscendo nel contempo ad
avitare per tutta la sua carriera che la questione della sua sessualità
-
1981 -
Fortis, Alberto - "Sailor" - da - La grande grotta. Invocazione
per un marinaio (in inglese: sailor) vagabondo:
"Sailor
mi mancherai, / sailor vela che vai / ti aspetterò / la notte sa.
/ (...) / Sailor abbi pietà, / sailor toccami e va', / dolce
verrai".
-
1981 -
Goggi, Loretta - "Assassina" - da - Il mio prossimo amore. Una donna
trascurata dal suo uomo che le preferisce altri amori prova il vago desiderio
di sperimentare a sua volta una scorreria sull'"altra sponda":
"E
mentre scrutavo il suo viso / truccata con poco colore / volevo scoprire
un mistero / e un altro tipo d'amore / e sono sicura che lui / non mi avrebbe
capita. / Mi avrebbe guardato / chiedendomi se ero cambiata".
E la protagonista
si giustifica spiegando:
"Non
che io sia assassina, / maliziosa, curiosa di amori un po' strani, / non
che io sia perversa / (...) / non che io sia diversa, / ma vorrei
capire il suo mondo domani".
-
1981 -
Greco, Gianni - "Donna
più donna" - (45 giri). Questa grossolana canzone, dal testo
tranciato con l'accetta, esprime le fantasie eterosessuali maschili sul
lesbismo, con una crudezza e una chiarezza che per motivi di decenza intellettiva
oggi ben pochi oserebbero ormai usare (anche se poi a pensarla come il
cantante sono ancora in moltissimi).
La
sua "lei" è sempre più attratta dalle altre donne e si chiede
se possa passare dal desiderio all'atto, e il fidanzato le risponde che
si può fare, ma solo a patto che "lui" possa fare il guardone e
"toccare un po'". Anche perché una donna non è una "vera"
donna senza la presenza del Maschio:
"Essere
donna non ti dà il diritto di pensare / che un'altra donna ti può
dare quanto io ti posso dare. / Ma per un capriccio o per un errore tu
non hai pensato a un trio / sarà un pasticcio senza sapore, se non
intervengo io. / Tu ricominci: "Vorrei..." / Io
ti interrompo: "Senza di me che donna sei?".
-
1981 -
Greco, Gianni - "Tommi"
- (45 giri). Orribile storiella pietosa del ragazzo che spregiando la ragazza
che in classe langue per lui ha deciso di bidonare il loro primo appuntamento,
per vestirsi da donna e andare a cercare uomini. Ma nello scendere da casa
di corsa gli si spezza il tacco e deve fare marcia indietro. Al che Greco
lo consiglia:
"Tommi,
quella ragazza a scuola, / Tommi, non la lasciare sola, / Tommi, è
innamorata di te. / (...) / Tommi, il primo appuntamento, / Tommi,
sarà forse un tormento, / Tommi, ma poi ringrazierai / quel tacco
rotto, Tommi".
Della
serie: basta fare un piccolo sforzo, poi all'eterosessualità ci
si abitua e non fa più tanto male come all'inizio...
Gianni
Greco qualche anno dopo avrebbe recidivato, scrivendo "L'elefante
gay", in cui riappare la sua equazione secondo cui gay = travestito.
-
1981 -
I semper alégher - "Metamorfosi" - da - Te offri ona canzon.
Gruppo umoristico che cantava in dialetto
milanese. La canzone, piuttosto stupidina, descrive un uomo che per dolori
al ventre va dal medico, il quale gli mette un dito dietro...
Il
paziente ci prende talmente gusto, che una volta guarito gli resta "on
hobby ben definì": ora lo si trova la sera sotto un albero,
e chi lo vuole chiamare usi il suo nuovo nome: Maria...
-
1981 -
Malgioglio, Cristiano - Artigli. Se ne vedano le canzoni:
-
"Caro
direttore". Lettera alla "Posta del cuore" di un periodico; lo scrivente
è innamorato cotto d'una donna ma afferma anche:
"E
pensare che ho avuto tutto / una casa di sogno / un lavoro interessante
/ e un amico ce l'ho... / o forse no...".
-
"Giornalista".
Più che una canzone, una scheccata molto camp.
"Giornalista
per il tuo giornale / aggiungi pure ciò che ti pare / se tu credi
puoi prendere appunti, / ma ti prego, cerca tu gli spunti / altrimenti
non do l'esclusiva: / dopotutto io ti servo / sono una Diva, / una Diva".
E quando
sarà vecchia, "avrà un amore, la Diva famosa / pardon,
ex famosa".
-
"Marlon".
Canzone d'amore per Marlon Brando, "tradito solo con James Dean":
"Marlon
/ ho tentato un suicidio una sera per L'ultimo
tango / la mia mano toccava il mio corpo, stava quasi morendo; /
sto danzando col poster sul petto, a ritmo di mambo".
-
"Quale
appuntamento". Non è specificato il sesso della persona a cui il
cantante parla, e a cui dice:
"Hai
dato appuntamento / al solito uomo / al solito corpo / al solito Dio. /
Hai dato appuntamento / per un incontro fino a non poterne più".
-
1981 -
Vanoni, Ornella - "Per un'amica" - da - 2301 parole; poi in - Noi,
le donne, 2003. Canzone di sorellanza per un'amica sposata (ma non
contiene nulla di esplicito).
-
1981 -
Zero, Renato - "La stazione" - da - Artide-Antartide. Vi appare
"una checca simpatica che / vuole solo svoltare una notte d'amore /
col suo macchinista". Qualunque cosa voglia dire "svoltare una notte"...
-
1981 -
Zero, Renato - "L'ammucchiata" - da - Artide-Antartide. Tutti i
problemi della coabitazione a due, con un coinquilino il cui sesso non
è comunque specificato.
1982
-
1982 -
Battiato, Franco - "New frontiers" - da - L'arca di Noè.
Nel finale appaiono quattro versi poi riutilizzato nel 1984 nella
canzone "Babilonia" di Giuni Russo, che è dedicata agli omosessuali:
"Uomini innocenti / dagli istinti un po' bestiali / cercano l'amore
dentro i parchi / e lungo i viali".
-
1982 -
Carrà, Raffaella - "Bambina sì, sì" - da - Raffaella
Carrà. Canzoncina dalle rime sciocche per una "bambina" a cui
la cantante dice:
"Ero
sola fra la gente / annoiata e indifferente / non credevo più a
niente / e adesso è tutto stravolgente / (...) ogni bacio
è una canzone / che non sapevo più / e la canteremo insieme
/ tu ed io io e tu".
Va reso
onore alla nonchalance con cui questa cantante ha abbordato un tema
in quegli anni ancora "scabroso", facendolo digerire al suo pubblico, che
non era certo non connotato come "impegnato" e tanto meno "di sinistra".
Il
paradosso di quegli anni fu in effetti che cantanti eterosessuali, come
la Carrà, riuscirono a proporre canzoni lesbiche al grande pubblico..
-
1982 -
Cattaneo, Ivan - Ivan il terribile. Allusioni omosessuali si trovano
nelle canzoni:
01
- "Toro! torero!". Nel delirio di parole in libertà, su un ritmo
flamengante, il cantante si permette d'infilare dichiarazioni d'amore in
ita-gnolo per un ragazzo:
"Chiquito
besame mucho / sul corazon mio, muchacho, / al puerto del mio calore /
te quiero mio dolce amore".
-
03 - "Italian
slip". Canzone terribilmente camp in cui una improbabile "bambina"
terribile, sulla spiaggia, ammira e commenta questo importante capo di
vestiario, lo slip... e il suo contenuto.
-
04 - "Odio
e amore". Canzone d'amore rivolta ad un "tu" il cui sesso non è
specificato.
"Ti
amerò anche se tu non vorrai / ti amerò ti odierò
ti amerò / (...) / vorrei spaccarti / il cuore in due parti
/ una per l'odio / e l'altra per l'amore".
-
13 - "Idolo
biondo". Gli inconvenienti dell'amore per un ragazzo bello ma crudele (e
un po' marchetta).
"Un
dio cannibale tu / tu mi fai stare in alto / poi mi butti giù /
e d'amore perverso / hai già vissuto / con la tua tribù:
/ con uomini e donne / lo fai tu".
-
14 - "Narciso
(Ivan il terribile)". Descrive un innamoramento... davanti allo specchio.
-
1982 -
Conte, Giorgio - "L'arredatore" - da - Zona Cesarini. Se uno è
gay, ovviamente può fare solo o l'arredatore o il parrucchiere.
Il gay di questa canzone ha scelto il primo dei due mestieri a sua
disposizione, e
"Anche
lui è solo / e poi mi ha guardato con due occhi languidi / confidenze
per un paio d'ore / io e l'arredatore / (...) / io gli ho detto
di no: mi ricorda la sua pelle, / il velluto proprio no".
-
1982 -
Conte, Giorgio - "Come una casalinga" - da - Zona Cesarini. C'è
ambiguità voluta e maliziosa nella descrizione di "questo giovane
cameriere / che ha sparecchiato tutto / si muove bene, come una casalinga"...
Il cantante vuol far capire che è gay, ma senza dirlo. E penso ci
sia riuscito.
-
1982 -
Easy Going - Casanova. Contiene:
-
01 - "Every
day, every night".
-
02 - "A
gay time latin lover". Disco-music con testo in inglese per un gruppo italiano.
Il testo dice: "Sei un latin lover dell'epoca gay"...
-
03 - "Day
by day".
-
04 - "Casanova".
-
05 - "You're
all I'll ever need".
-
06 - "Shine".
-
1982 -
Goggi, Loretta - "Arrivederci stella del nord" - da - Pieno d'amore.
In un momento di crisi "lei" ha tradito il suo "lui" con una donna straniera.
Ciò è servito a favorire il ritorno a "lui", ma il ricordo
è bello, e nel salutarsi la cantante sottolinea che il suo è
un arrivederci:
"Arriverci
stella del nord / può consolarci quel dolce amarcord / arrivederci
non dico addio / da quella sera il mio corpo è più mio. /
(...) / Vai canzone / ti affido questa strana emozione / e ora ciao
straniera / ti penso e forse è l'ultima sera / io con lui sto diventando
sincera"...
-
1982 -
Mina - "Sweet
transvestite" - da - Italiana - vol. 2. Cover (in inglese)
della celebre canzone dal Rocky
Horror picture show.
-
1982 -
Stadio - "Chi te l'ha detto" - da - Stadio. Personalmente sono stupito
da come, da un tema del tutto improbabile quale il dialogo con un giovane
prostituto, gli "Stadio" abbiano saputo trarre una canzone delicata e poetica,
anche grazie a una musica bella e a una interpretazione azzeccata. Anche
qui, come in tante altre canzoni italiane a tema "eretico", come per esempio
già in "Stella
di mare" di Dalla, il testo è perfettamente ermetico rispetto
al sesso della persona a cui il cantante si rivolge (ma si noti che è
definita "povero gatto" e non "povera gatta"). Soltanto l'atmosfera
lo lascia capire, assieme a qualche dettaglio, e quindi solo chi "può"
(e vuole) capire, capisce.
Le
parole dicono fra l'altro:
"Quanti
anni hai, dimmi, Occhi Blu? / Quanta gioventù! Quanti
anni hai? / Hai ragione tu: forse è meglio se andiamo via, / ma
fuori avrai freddo, povero gatto. / Allora scaldati sul mio petto, non
andare via / lascia che ti scaldi le mani, inventa una bugia / per quel
ragazzo che vedi domani / (...)
Chi te l'ha detto, / ma chi te l'ha
detto, / che il vero amore è qualcosa di eterno? / Ci si può
amare e farsi compagnia / senza andare all'inferno".
-
1982 -
Zero, Renato - Via Tagliamento, 1965-1970. Contiene numerose canzoni
con tema o allusioni omosessuali:
-
"Angeli".
Parla degli amici che sono volati via, lasciandolo solo.
"Dove
siete adesso, amici miei? / Questo inverno non finisce mai... / Nell'orecchio,
il vostro canto. / Io, non vi ho abbastanza pianto. / Quanta pena, vedervi
andare via...".
-
"Contagio".
Nota bene: il "contagio" a cui fa riferimento questa canzone non
è quello dell'Aids, che in quell'anno era ancora ai primissimi passi,
bensì il conformismo e la mentalità puritana:
"Pericolo
di contagio / che nessuno esca dalla città. / (...) / L'epidemia
che si spande / l'isolamento è un dovere oramai. / Dare la mano
è vietato, se mai / soltanto un dito e l'errore / punito sarà.
/ L'amore, inutile farlo / consuma energia".
-
"La fregata".
Terribilmente camp: una "regina" arruolata su una fregata militare
si dedica a sollevare il morale della ciurma:
"Chi
mi chiama Marilena / chi Silvana, chi mi chiama Sofia: / ho una faccia
per ognuno / ed ognuno si consola, perché quando c'è l'alzabandiera...
/ sono fiera di me! // Mare e cielo / cielo e mare / di quanto amore /
s'ha bisogno quassù... / Mi vuol bene l'equipaggio, / mi sorteggio:
/ tocca a te, a lui, / poi tocca a tutti voi...".
-
"Resisti".
Canzone d'amore per una persona il cui sesso non è specificato;
descrive però un'atmosfera notturna assolutamente gay:
"Perché
ti trema la voce / mentre dici che te ne vai? / Tu così forte non
sei / se stai qui, stanotte. / Sguardi curiosi / si muovono nervosi, gli
amanti. / Un altro letto / diventerà un dispetto tra amanti... /
Ma / si ritornerà qui / ad accettarsi così, / con questi
no e questi sì! / Resisti! Fammi sentire che esisti, / ne abbiamo
avuti di momenti tristi: / non lasciamoci andare così".
-
"Soldi".
Per questa canzone basti la frase: "Io offro le mie virtù / a
chi mi dà di più... allora?".
1983
-
1983 -
Alice - "La canzone più bella" - da - Falsi allarmi. Insolita
canzone, anomala sia per la musica "minimalista" che per il testo poetico,
dedicata all'amore fra donne.
"E
la sala è vuota / e le due donne ballano / senza musica,
uniche! / Delicate e inafferrabili si muovono / e la luna è già
più bella! / Poi ti prendono per mano e con amore ti / fanno ballare
la canzone più bella: / il battito del loro cuore!".
La situazione non è molto chiara, anche
perché la cantante si rivolge a un uomo, dicendogli: "Sei esasperato
ma, credimi / oh, se non vuoi convincerti, / guardale e capirai". Forse
la cosa di cui deve "convincersi" l'uomo è la bellezza della scelta
"diversa" compiuta dalla sua (ex) ragazza? Lascio agli ascoltatori l'interpretazione
di questo testo, alquanto criptico...
-
1983 -
Barra, Peppe - "Aitàno" - da - Peppe e Barra. Poi in: Mò
vene, 1992. Canzone di De Simone, in napoletano, tratta
dallo spettacolo Peppe & Barra, dedicata ad un "femmenello"
napoletano.
Tutti ridono quando ti vedono passare,
gli dice il cantante: "Na femmena vera è cchiù masculo
'e tté". Gaetano fa la sua vita di prostituto, finché
viene accoltellato; la gente allora, insensibile e indifferente ai drammi
altrui, va a giocarsi al lotto i numeri del delitto...
-
1983 -
Battiato, Franco - Orizzonti perduti . L'approccio alle tematiche
ed atmosfere omoerotiche è caratterizzato in Battiato da un'ambiguità
studiata e assoluta. Solo chi sia gay e intenzionato a decodificare le
atmosfere e i testi, riesce a percepirlo, mentre al grande pubblico l'idea
stessa che Battiato abbia alluso al tema appare semplicemente ridicola.
In questo Lp ci sono però ben tre testi con doppi sensi o ambiguità:
-
"Campane
tibetane". Contiene le seguenti parole un po' ermetiche, ma non troppo:
"Le scampagnate alle cascine, / nei circoli creativi, / partite all'oratorio
/ (...) / Marinavamo dietro la scuola, / entrando in punta di piedi,
/ letti di ottone a baldacchino... / non scorderò, non scorderò".
-
"Un'altra
vita". Una canzone d'amore molto sui generis, in cui si nomina un
"tu" a cui "si vuole bene", ma senza specificarne mai il genere. L'ascoltatore
abituato all'assenza d'indicazioni di genere nelle canzoni omoerotiche
di quei decenni è quindi portato a decodificarla in questo senso:
del resto Battiato è sempre attento a lasciare indefinito il genere
delle persone a cui l'io narrante si rivolge nelle sue canzoni d'amore.
-
"Zone
depresse". La frase "Mi regali ancora / timide erezioni" è
perfettamente ambigua, in quanto non permette di chiarire se il "regalo"
stia nel fatto di causare erezioni all'io narrante, o se stia piuttosto
nelle erezioni che la persona in questione procura a se stessa perché
ne goda l'io narrante. L'affettuoso aggettivo "timido" mi fa propendere
per la seconda ipotesi (altrimenti sarebbe un rimprovero: in parole povere
vuol dire "riesci a farmelo rizzare solo a metà" e questo non è
decisamente un apprezzamento!). In ciò sono confortato dalla frase
"guardavo di nascosto i saggi ginnici nel tuo collegio", che assume
un significato preciso notando che la realtà descritta da Battiato
è quella arcaica, omosociale: Donne sotto i pergolati...,
uomini seduti fuori dai caffè.
-
1983 -
Bella, Gianni - G.B. 1. Il tema omosessuale sembra affascinare,
in questo Lp, Gianni Bella, che lo tratta in ben tre canzoni:
-
"Il patto".
(Anche su 45 giri). Un prostituto parla con Dio, e accetta di cambiare
vita, a patto che l'amore da quel giorno entri nella sua vita:
"Ho
venduto ormai / persino la mia dignità / sopra i marciapiedi / di
questa orribile città. / Non l'ho fatto per denaro / né per
evitar lavoro: / solamente perché son solo, / troppo solo. /
(...) / Ho bisogno d'amore / se Tu vuoi che creda in Te".
Questa
canzone è stata portata al successo dalla sorella di Gianni Bella,
Marcella Bella, ma ovviamente cantata da lei la tematica omosessuale svanisce
completamente.
-
"Io signore"
-
"La vela".
Una canzone volutamente ambigua perché parla di un uomo che fugge
sempre da chi lo ama, però è cantata da un uomo... in nome
di una "lei":
"Vecchio
caro smemorato / questa volta so che sei / per davvero un po' smarrito
/ sulla barca indaffarato / lasci il porto, dove vai / fuori il mare si
è gonfiato".
E infine:
"Bentornato
sporcaccione / ancor tu nelle mie braccia / sì è grande l'emozione
/ però in te non lascia traccia".
-
1983 -
Jaco D. - "Un ragazzo particolare" - (45 giri). Canzoncina leggerina, ma
allegra e briosa, che incita un ragazzo a non farsi condizionare dalle
male parole della gente grigia: lui è un ragazzo "particolare" e
deve essere orgoglioso di essere così speciale, e di portarsi l'allegria
nella vita come tutti i ragazzi "particolari"...
Il
prodotto è decisamente ruspante, a iniziare dal termine "particolare",
derivato dal romanzo Le amicizie particolari,
che negli anni Settanta fu usato come eufemismo per "omosessuale", soprattutto
nei piccoli annunci, dove la parola "gay" era tabù. In questo senso,
questo 45 giri è un epigono, rappresentando lo scatto d'orgoglio
di un paroliere che però, culturalmente, era ancora fermo al decennio
precedente.
Ovviamente
non è solo questo ad avere ostacolato il travolgente successo mondiale
di "Jaco D.", dato che il prodotto in sé è orecchiabile e
nulla di più. Oggi forse Jaco D. andrebbe al "Grande Fratello" o
ad "Amici", dove troverebbe il tipo di pubblico adatto al suo prodotto...
ma la storia non si fa coi "se".
-
1983 -
Malgioglio, Cristiano - ''L'importante è finire'' - da - Bellissime.
Scritta da Malgioglio per Mina, che ne fece un successo nel 1975, la canzone
(censurata
dalla Rai per il testo sessualmente allusivo) non ha tema gay. Quando
però Malgioglio l'ha cantata di persona nel 1983 senza cambiare
il genere (maschile) della persona a cui si rivolgeva, il tema gay è
venuto fuori... o meglio, tornato fuori, trasformando in doppi sensi
allusivi frasi come: "Ha talento da grande lui / nel fare l'amore /
sa pigliare il mio cuore"... E certo! "Vieni qui, che ti do via
il cuore!"
-
1983 -
New Trolls - "Un peccato luminoso" - da - America OK. Descrizione
di un ménage à trois: "un peccato luminoso / da
dividere per tre / (...) / come giochi di bambini / giochi di bambini
/ il gioco bello di stringersi vicini".
-
1983 -
Pappalardo, Adriano - "Questa storia" - da - Oh! Era ora. Storia
d'un'amicizia amorosa adolescenziale (probabilmente sessualizzata, dato
che l'io narrante della canzone la racconta alla sua ragazza avvertendola
che, se narrata fino in fondo, potrebbe farle "mancare l'aria"),
per un coetaneo scapestrato che crescendo ha scoperto la propria transessualità:
"Per
me un ladro fu. / (...) / E tu puoi / chiamarlo un tarlo / ma fu
per me / un caro vandalo. / E tutto il resto può / piacerti oppure
no, / ma che ne dici se / uno così viene e mi fa: 'Amore mio'?"
Alla fine
questo amico è emigrato in città, dove ora
"si
è messo in testa il corpo d'un'attrice / (...) / posando
da dea / in fotografia, / da ladro, da dio / e da amico mio".
Non reclamo
lo status di capolavoro per questa canzone dalla musica semplice
e discreta, fin quasi al minimalismo, con tocchi elettronici contenuti.
Non
lo reclamo, però si tratta, a mio personalissimo parere, d'una delle
migliori canzoni a tema lgbt di quel periodo, che secondo me è meno
conosciuta ed apprezzata di quanto non meriterebbe.
Ovviamente
nell'esprimere questo mio giudizio non ha nuociuto il fatto che Pappalardo
riesca a proporre un messaggio positivo, per cui un amico resta un amico
anche quando compie scelte "diverse", e soprattutto drastiche, come quella
di cambiare sesso.
E
poi m'è piaciuto il fatto che l'io narrante racconti, senza nasconderla
o vergognarsene, la sua relazione omosessuale alla propria ragazza. Certo,
l'esperienza è confinata nel recinto delle "cose che tutti fanno
da ragazzi", e che raggiunta l'età adulta e l'"inevitabile" eterosessualità
non contano più, secondo i moduli dell'"omosessualità
mediterranea". Quel che conta però
qui è che l'io narrante mantenga l'ammirazione e il rispetto verso
chi, a differenza di lui, in età adulta ha perseverato in quella
"ragazzata" dell'omosessualità.
Decisamente
non malaccio, per il 1983.
-
1983 -
Russo, Giuni - Vox. Giuni Russo non è mai stata esplicita
nelle sue canzoni: o meglio, lo ha fatto, ma solo parlando d'omosessualità
maschile, mentre sul lesbismo ha sempre mantenuto una reticenza ben custodita.
In questo Cd appaiono comunque alcuni doppi sensi e allusioni omosessuali,
percepibili solo da chi li cerca intenzionalmente, che si trovano in:
-
"Abbronzate
dai miraggi". Non so se qualcuno ci abbia fatto caso, ma in questa che
fu commercializzata come canzoncina estiva, il testo contiene allusioni
ammiccanti ad innamoramenti per donne:
Maestre
troppo elementari / mi complicarono la vita: / orizzonti ormai lontani,
/ ma una supplente di Pantelleria... / (...) / Donne troppo indipendenti
/ abbronzate dai miraggi, / ma innamorate solo al mare".
-
"Buenos
Aires". Contiene il verso: "dal terrazzo canta el mariquita" (cioè
"il finocchietto": allusione alla poesia di Federico García Lorca
intitolata: "La cancíon
del mariquita")
-
"Sere
d'agosto". La cantante si rivolge ad una "lei" invitandola a venire via
assieme, per godere assieme della bellezza delle serate estive:
"Che
cosa fai / da sola in quel caffè? / (...) / Lascia tutto
e vieni via con me. / Le sere d'agosto / profumano l'aria / bisogno di
sole / la voglia d'amare. / Le sere d'agosto / profumano l'aria / e nei
gelsomini / le nuove passioni. / E tu non sei più con me / che grande
importanza ha...".
-
1983 -
Squallor - "El Toro" - da - Arrapaho. A un "torero" per andare in
pensione manca ancora un'unica "marchetta", e si rivolge a un impresario
dei "tori" (dichiaratamente "femmenella" e "ricchione") perché gliela
faccia fare. Inutile sottolineare la profusione di doppi sensi di questa
canzone. Demenziale, volgare, ma irresistibilmente buffo. (Unico vero difetto:
il volume della "base" musicale è un po' troppo alto, il che rende
difficoltosa la comprensione delle parole al primo ascolto).
-
1983 -
Squallor - "La guerra del vino" - da - Arrapaho. La rivalità
enologica fra un italiano e un francese (ispirata a fatti di cronaca di
quell'anno) si conclude con una non metaforica "inculata" del francese
ai danni dell'italiano.
1984
-
1984 -
Bertoli, Pierangelo - "Maddalena" - da - Dalla finestra. Parla con
simpatia di un transessuale e della sua emarginazione. Peccato che i versi
siano un po' sforzati.
"Maddalena
fuori posto / tra i normali non ci sta / è una specie di contorno
/ paradisi non ne ha. / Maddalena a Casablanca / come al monte di pietà
/ per cambiare le sue carni. / (...) / Ha provato a trasformarsi
/ quasi fosse colpa sua".
-
1984 -
Bosé, Miguel - Bandido.
L'omoerotismo
di questo Lp è stato accuratamente sepolto nella versione italiana
rispetto a quanto avveniva nella versione spagnola: il bandido del
titolo rappresentava infatti l'outsider che si aggira di notte per
la città in cerca d'amore.
Edulcorate
le traduzioni la "chiave di lettura" omoerotica resta solo nei testi spagnoli
lasciati non tradotti nel bel mezzo delle canzoni: così in: "Fiesta
siberiana":
"balla
ragazzo (...); / son recuerdos de una noche / tu mirada que me ata,
ay / (...) / tu veneno que me mata" [balla agazzo (...); / sono
ricordi di una notte / il tuo sguardo che mi lega, ahi / (...) / il tuo
veleno che mi uccide"].).
Così
anche in "Siviglia":
"Siviglia,
scorderai i tuoi giorni bui, ballerai, anche senza lei, sorriderai, t'innamorerai
(...) y al alba blanca le contaré / lo que yo te amé,
Sevilla, / bandido ya muero por ti, / tu paloma fui, Sevilla" ["e all'alba
bianca racconterò / quanto ti ho amato, Siviglia, / bandito muoio
già per te, / fui la tua colomba, Siviglia].
Inoltre
la sostituzione della parola bandido con la parola "indio" nella
canzone "Indio" ha fatto perdere il significato originale a frasi come:
"io
sono l'indio che va verso il sole / nella notte che cambia colore / e le
mie unghie sul cuore sul cuore / avrai, / un desiderio d'amore che sale
/ un'Atlantide fuori dal mare".
-
1984
- Concato, Fabio - "Ti ricordo ancora" - da - Fabio Concato. Séguito
della precedente canzone: "Vito".
E va data atto a Concato di essere praticamente unico nel panorama della
canzonetta italiana ad aver saputo introdurre il tema degli amori fra bambini
in modo né morboso né moralistico:
"E
ti ricordo ancora / l'ingenuità la tua tenerezza disarmante / eri
un omino ma dentro avevi un cuore grande / che batteva forte un po' per
me. / (...) / Ti ricordo ancora / quando scoprirono che mi accarezzavi
piano, / e mi ricordo che ti tremavano le mani, / ed un maestro antico
che non capiva".
-
1984 -
Graziani, Ivan - "Limiti (affari d'amore)" - da - Nove. Anche in
45 giri. Esortazione a un amico indeciso che non osa avere storie d'amore.
Lo incita il cantante: "Vai, corri da lei, / o da lui se preferisci,
ma fallo!".
-
1984 -
Laszlo, Ken (pseud. di Gianni
Coraini) - "Hey hey guy" (12''). Nonostante il nome scelto e la lingua
usata per le sue canzoni "Ken Laszlo" è italiano.
Questo
cantante ha il merito d'aver messo in scena una storia d'amore apertamente
gay rivolgendosi al pubblico di massa, e non alle nicchie "colte" a cui
era riservato per lo più in quegli anni. Certo, in questo era protetto
dal fatto che l'inglese in Italia lo capiscono in pochini, però
l'audacia resta.
La
canzone narra una telefonata internazionale fra un ragazzo italiano ed
uno francese. "Ti amo", dice l'uno. "Anch'io", risponde l'altro.
"Dimmi:
è vero?" / "È vero, sì, è vero" / "Non pazzeggiare
troppo, è pericoloso". / "Non preoccuparti, baby d'oro". / (...)
/ Fammi vedere quel che hai fatto / fammi sapere cosa succede qui stanotte,
/ l'amore a pagamento è pericoloso, / fammi sapere che accade qui
stanotte. / Ehi, ehi, ragazzo!".
Per essere
esplicito, sì, è esplicito...
Una
prima nota divertente: in Rete si ripete un'unica trascrizione del testo
della canzone, fatta a orecchio da qualcuno che non capiva una parola su
due, il che rende surreale un testo già scombinato di suo.
Una
seconda nota divertente: il videoclip "originale" che si trova su Youtube
per questa canzone vede in azione il cantante e... una donna... Certo i
discografici, e forse lo stesso cantante, contavano su una certa dose di
disattenzione da parte degli ascoltatori (dopo tutto, chi le ascolta
bene, le canzonette da discoteca?). Questa strategia è stata usatissima
per le canzoni omosessuali che si voleva commercializzare al grande pubblico:
la usa tuttora Immanuel Casto,
che fa recitare nei video delle sua canzoni più sfacciatamente gay
uno stuolo di femmine in calore che si contorcono... e il trucco funziona
ancora, nel XXI secolo!
-
1984
- Mannelli, Erika - "L'elefante
gay" - da - Ambrogino 84. Ripresa da Platinette nel 2005 in:
AA.VV., Pride
compilation, poi in: _________.
Canzone sorprendente se non altro per la sua collocazione: in un disco
di canzoncine per bambini!
"Non
più lui ma lei", con le zanne di lamé e cinquanta nei
e le unghie laccate, l'elefante gay, "il
vizietto lui ce l'ha", e lascia sfogo "alla sua femminilità".
Ma
la cantante ritornella: "che simpatico che sei". Meno male: almeno
questo!
Su
questo brano si veda anche il
blog creato dall'autore della canzone.
-
1984 -
Mannoia, Fiorella - "Chiara" - (45 giri), poi in: Basta innamorarsi,
1989.
Canzone
d'amicizia per un'altra donna, amicizia tanto stretta da aver dato vita
a pettegolezzi nella cerchia dei conoscenti, che insinuano possa esserci
una relazione amorosa fra le due donne. E invece:
"Complice
amica mia / di quella compagnia: / su di noi le voci più maligne,
/ mentre la nostra idea d'amore / era parlarsi delle ore / e veder spuntare
il sole / ubriache come scimmie".
-
1984
- Russo, Giuni - "Babilonia" - da - Mediterranea. Attraverso un'allusione
in codice al nome dalla rivista gay "Babilonia" (all'epoca ai primi passi,
e quindi nota solo ai "diretti interessati"), descrive in modo un po' truce
l'ambiente omosessuale (maschile e femminile).
Nonostante
oggi una visione tanto cupa sembri più una critica che un omaggio,
nel contesto dell'epoca una canzone come questa appariva ancora più
la seconda cosa che la prima, visto che allora si faceva fatica anche solo
a farsi nominare (sarebbe stata solo l'esplosione della crisi dell'Aids,
nel 1985, a "sdoganare" il tema dell'omosessualità come legittimo
argomento di discussione, "perfino" in Tv).
ll
testo descrive la realtà omosessuale in questo modo:
"Uomini
di notte ai tabernacoli di vizi (sic...) / vanno in cerca dell'amore
/ e sono tanti. / Uomini in pelle / donne in doppiopetto / vanno a braccetto
/ alla corte dei miracoli".
-
1984 -
Russo, Giuni - "Champs Elysées" - da - Mediterranea. Canzone
ironica sugli "ambienti bene" del mondo omosessuale (quella che in gergo
è chiamata la jet-frociety).
"Hanno
corpi sottili e diafani / il veleno nel cuore. / (...) / Hanno autisti
che vanno / a prendere i loro amanti / su automobili che non corrono /
ma slittano dolcemente / sull'asfalto degli Champs Elisées
/. E seducono un uomo al primo incontro / a volte basta uno sguardo".
-
1984 -
Scialpi - ''Notturno'' - da - Animale. Una lettura in chiave gay
di questa canzone non è immediata: diciamo che la chiave è
suggerita dal tono complessivo, dalla sensibilità che traspare,
e non da una qualche frase esplicita. Dice il testo:
"Sono
un notturno e vivo così / vago nella notte in cerca di chi / mi
può dare un po' di colore. / (...) / Nei miei cromosomi qualche
cosa non va / dicono che sono un criminale. / L'altra parte del cielo /
per me è un mistero / ma che c'è di strano / se corro contromano".
E forse
non è superfluo ricordare per i più giovani che la metafora
maoista dell'"altra metà del cielo" (quella che per il signor "Notturno"
"è un mistero) indicava il mondo delle donne...
-
1984 -
Squallor - "A chi lo do stasera" - da - Uccelli d'Italia. Le canzoni
demenzial-partenopee degli "Squallor" presentano l'omosessualità
in modo a volte stupido e cattivo, con addirittura una punta che tende
pericolosamente all'omofobia, sono poi così irriverenti verso tutti
e tutto da riuscire a farsi accettare come un gioco goliardico. Oltre
che decisamente sfottente: questa è infatti una feroce parodia di
"A
chi la do stasera?" di Nadia Cassini. Anzi, un'auto-parodia, visto
che era stata scritta da uno dei componenti degli Squallor (Daniele Pace)!
In
questo caso siamo di fronte a una checchina o travestito che sia (la parte
femminile è infatti doppiata da un uomo) e a un trucido "tamarro",
entrambi alle prese con il quesito: "a chi darlo stasera". Il primo vuole
dare via il "cu... or", l'altro invece il "pupparuolo" ("ciucciotto").
Il
loro incontro risolve il drammatico problema: "Dammelo qui, sul cu...
or".
La
canzone è stata stuprata in una non indimenticabile cover
(in chiave metal) degli Immortadell, che si trova su "Youtube",
dove affiora anche una sequela di riprese da sagra di paese. Oltre alla
bassa qualità, queste riprese hanno tutte in comune una cosa: censurano
l'aspetto omosessuale! Segno che l'irriverenza degli Squallor fa ancora
centro e dà ancora fastidio, sorprendentemente, dopo un un quarto
di secolo.
-
1984 -
Squallor - "Dottor Palmito" - da - Uccelli d'Italia. In una clinica
sessuologica un cliente cerca invano di farsi aumentare le dimensioni del
pene, finché il medico ricorre alla... mano per farglielo "crescere".
Demenziale.
-
1984 -
Squillo, Jo - "I love muchacha" - da - Joe Squillo. Anche in versione
mix, "(I love) Muchacha".
Canzone
plurilingue (inglese/francese/spagnolo) costruita appositamente per essere
un concentrato di ambiguità.
Fin
dal titolo induce a pensare che si tratti d'una canzone d'amore per le
ragazze (in spagnolo, muchachas), ed infatti nulla smentisce questa
impressione nel testo (che proprio inspagnolo a un certo punto dichiara:
"Con le ragazze mie amiche / la mia vita è dinamite").
Poi
però la cantante ha fatto sapere sui giornali che questa canzone
era un omaggio al suo produttore/fidanzato, che di cognome faceva Muciaccia,
e che aveva scritto la canzone assieme a lei... Moooolto spiritoso...
-
1984 -
Zero, Renato - "Per non essere così" - da - Leoni si nasce.
La canzone parla un prostituto (e lo si capisce meglio ricordando che "così"
negli anni Sessanta era un diffuso eufemismo per "omosessuale"): "Mi
scelsi un abito. / Provai ad essere diverso. / Per non essere così!".
Si
conclude su una nota di ribellione e riscatto:
"Apri
il portafoglio / e paghi, quell'ora in più! / Ambiguo. / Diverso.
/ Perverso. / E adesso, come mi vuoi! / Più donna?/ Più uomo?
/ Non tremo. Adesso decido io / quale sarà il ruolo mio..."
1985
Dopo
l'interesse un po' anche morboso degli anni precedenti, il tema realtivametne
inflazionato dell'omosessualità inizia improvvisamente ad apparire
meno attraente per i cantanti, e a partire dal 1985 e per tre o quattro
anni uscirà meno d'una decina di canzoni l'anno, con un picco negativo
nel 1988:
-
1985
- Alice - "Prospettiva Nevski" - da - Gioielli rubati. (Anche su
45 giri). Ripresa della
canzone di Battiato.
-
1985 -
Borgia, Stefano - "Se ti senti veramente un amico" - (45 giri). Canzone
per un amico, presentata al Festival di Sanremo 1985, che descrive un'amicizia
che sconfina nel sentimento amoroso o quasi. All'epoca passammo noiosissime
ore a discutere sul tremendo quesito: ma è una canzone gay, oppure
non lo è? Ammicca, o non ammicca? Be', qualunque cosa volesse fare
il cantante, alla fine riuscì solo a passare inosservato.
"E
se ti senti veramente un amico non tradirmi mai, / e se hai qualcosa dentro
al cuore da dirmi / dilla quando vuoi / (...) / Però stammi
accanto sempre, ogni volta, / soprattutto se mi sento giù, / quando
la notte va tutta storta / una notte può trovare la svolta / se
con me ci sei tu".
-
1985 -
De Gregori, Francesco - "A Pa' " - da - Scacchi e tarocchi. Dedicata
all'uccisione di Pierpaolo
Pasolini da parte di un prostituto.
"Non
ricordo se c'era la luna / e né che occhi aveva il ragazzo / ma
mi ricordo quel sapore in gola / e l'odore del mare come uno schiaffo".
-
1985 -
Fornaciari, Zucchero - "Stasera se un uomo" - da - Zucchero & the
Randy Jackson band. L'omosessualità in questa canzone entra
solo come gustosa iperbole, per descrivere a quale livello sia arrivata
la solitudine e lo spleen esistenziale dell'io narrante della canzone:
"Stasera
se un uomo mi toccasse / forse non protesterei: / è tanta la mia
delusione che / non c'è una scelta che è rimasta in me, /
e quindi se qualcuno mi accarezzasse un poco, / non saprei dire di no".
-
1985
- Litfiba - "Lulù e Marlene" - da - Desaparecido. A quanto
mi è stato detto la canzone dovrebbe parlare d'una relazione lesbica,
ma il testo è talmente ermetico (o forse, più banalmente,
scombinato) che occorre credere sulla parola di chi me l'ha detto per trovarci
qualcosa di allusivo al lesbismo.
"Lulù,
/ ogni ora persa / è una ferita / che si apre in volto a noi. //
Marlene, / quanto odio ho visto, / quante ferite. / Alla mia anima persa
Marlene / suona la ribeca".
La canzone
è stata riproposta
da Dolcenera nel 2005.
-
1985 -
Vecchioni, Roberto (con O. Vanoni) - "Gaston e Astolfo" - "1099 " - da
- Bei tempi. Si tratta di due canzoni: l'una è il seguito
dell'altra.
La
prima è una canzonetta scherzosa su due crociati:
"E
quando so' partiti li crociati / con mille e mille e mille bei vestiti
/ Gaston francese e Astolfo l'italiano / s'innamoraro d'un amore amaro"...
La seconda
("1099") è il seguito di "Gaston & Astolfo": Astolfo, ormai
vecchio, ricorda i giorni trascrosi con Gaston:
"Il
male non è stare senza donne / di puttane ne ho da non poterne più,
/ il male è quella finestra / dove dietro c'è la donna che
eri tu".
Ed è
stupefacente che un cantante della fama di Vecchioni abbia potuto pubblicare,
senza creare scandalo, canzoni esplicite come questa.
-
1985 -
Vecchioni, Roberto (con O. Vanoni) - "Livingstone" - da - Bei tempi.
Canzone d'amore per un ragazzo "col costume da bagno arancione":
"E
corre col pallone di gomma / ma lo sa che è in età da marito
/ e in fondo / basterebbe una donna / per dimenticare un amico".
1986
-
1986 -
Cattaneo, Ivan - Vietato ai minori. Si veda:
-
"Gira
gira". Riciclando una vecchia canzone d'amore (di Rita Pavone) senza cambiare
il sesso della persona amata, Cattaneo ne ha perfidamente fatto una canzone
omoerotica, anzi, la canzone d'un uomo innamorato di un uomo che non sa
scegliere fra lui e le donne:
"C'è
chi vuol bene soltanto una volta / e invece tu t'innamori di tante
/ (...) ma perché se non sono chi vuoi tu / ma perché
tu non vuoi lasciarmi più".
-
"Hallo
I love you - Light my fire". Assemblaggio di due vecchie canzoni con inserti
di frasi di fantasia:
"tu
transvestaito (sic) story / un gattopardo sexy per voi signori /
l'obliquo mostro che / ti fa salire su: / sei la bestia sexy, / Eva uomo-donna
tu: / hallo!".
-
"Neo-latina".
Divertissement con assemblaggio di quattro vecchie canzoni latinoamericane,
compiuto in modo da dare al tutto un senso omosessuale.
"O
mama mama mama / sai perché / mi batte il corazón? / Ho visto
un bel muchacho / ho visto un bel muchacho / o mama / innamorato son".
-
"Il volto
della vita". Anche qui, riciclando una vecchia canzone d'amore, scritta
per Caterina Caselli, senza cambiare il sesso della persona amata, Cattaneo
ha "creato" una canzone omoerotica.
"Sei
vestito un poco strano / ma d'altronde come sempre / il mio cuore ti fa
festa / sono a un passo da te".
-
1986 -
Detonazione - Dentro me. Nulla di esplicito in questo Lp, che però,
oltre che con la foto di Pasolini in copertina, allude in: "Rinuncia all'estasi"
a "desideri torbidi", e in "Dentro di me" insiste nel finale sul
ritornello: "tu sei dentro me". La musica è mediocre, le
allusioni sono mininali, direi quindi che per il nostro tema questo Lp
non meriti considerazione.
-
1986 -
Nannini, Gianna - "Seduzione" - da - Profumo. Canzone per una donna
bella e seducente.
"Ti
sei tolta ogni mistero / sei rimasta solo tu / la tua pelle di serpente
/ ora non ti serve più / (...). / Seduzione, dammi il tempo di morire
/ seduzione, in un bacio troppo breve".
Si parla
d'omosessualità anche in altre canzoni dell'LP. (?)
-
1986 -
Nocera, Peppi - "Improvvisamente,
l'estate scorsa" - da - Un posto al sole. Dedicata a una certa
Damiana che si è messa ad "uscire con Sofia", abbandonando
il cantante, e che è ammonita che presto anche lei verrà
abbandonata nello stesso modo:
"Improvvisamente,
come con me l'estate scorsa, / ha preso il tuo amore, l'ha fatto rosolare
/ e poi bruciare sotto i raggi del cuore. / E notoriamente, come con me
l'estate scorsa, / lei poi ti lascerà tra pianti e lacrime amare".
-
1986 -
Nocera, Peppi - "Lussuriatango" - da - Un
posto al sole. La canzone si conclude con queste parole:
-
1986 -
Russo, Giuni - "I ragazzi del sole" - da - Giuni. Come era suo costume
fare, anche qui la Russo ha proposto un testo che è possibile leggere
in chiave omosessuale, ma senza mai offrire un appiglio che rendesse esplicito
quel che può essere solo sospettato:
"I
ragazzi del sole / sotto i jeans aderenti / hanno mille misteri / e concedono
al buio / rilassanti piaceri. / Hanno padri severi, / sguardi dolci e violenti;
/ vanno in giro da soli / con la notte tra i denti".
-
1986
- Teo - "Boys & boys" (45 giri). Cover della
canzone di Ivan Cattaneo del 1979, ripresa da un cantante tanto
bello (almeno a giudicare dalla foto di copertina) quanto stonato (almeno
a giudicare dall'incisione).
-
1986 -
Vecchioni, Roberto - "Sogni d'oro" - da - Ippopotami. Di questa
canzone si diceva avesse un testo gay, ma a leggere bene le parole ci si
rende conto del fatto che il cantante si rivolge sì ad un uomo,
dandogli congedo, ma quell'uomo... è lui stesso.
Segnalo
comunque il titolo, a titolo di chiarimento.
1987
-
1987 -
Barbarossa, Luca - "Roberto" - da - Come dentro un film. Secondo
le dichiarazioni del cantante ai giornali il ragazzo protagonista di questa
canzone dovrebbe essere un omosessuale, ma a dire il vero qui si trova
solo amor di mamma eccessivo, timidezza morbosa, mancanza di virilità,
e soprattutto incapacità di rapporto con le donne.
Forse
il signor Barbarossa ha qualche pregiudizio su quel che è un omosessuale!
-
1987 -
CCCP - "Tu menti" - da - Socialismo e barbarie. Canzone sfottente
contro un ragazzo che contiene fra l'altro questi versi: "ma eri solo carino
/ proprio carino / pigro di testa / e ben vestito / senza blue jeans /
eri carino / proprio un amore di ragazzino".
-
1987 -
Malgioglio, Cristiano - "Casanova" - da - Casanova. Invocazione
per un Casanova dalla presenza terapeutica. A parte il testo esplicito,
la canzonetta, leggerina e ripetitiva, non ha altro che meriti la segnalazione:
"Ti
vorrei come ogni sera qui / Casanova, Casanova, Casanova, ah ah / Ma tu
chi sei? Perché cerchi di guarire le mie ferite? / (...) Sei una
dose di serenità".
-
1987 -
Russo, Giuni - "Ragazzi al luna park" - da - Album. Ancora una canzone
di Giuni Russo con un testo ambiguo, che il suo pubblico gay poteva interpretare
come riferito a se stesso (i "ragazzi" sono i gay durante il "battuage"),
mentre il grande pubblico può leggerlo in modo totalmente innocuo,
per esempio come riferimento al "popolo della notte" che va in discoteca
a divertirsi. Scegliete voi la vostra interpretazione:
"Noi
di giorno non viviamo mai / ma la notte tutti insieme noi / noi cerchiamo
nuove mete, noi, / ma un deserto è tutto intorno a noi, / di notte
al luna park. / Ragazzi senza ieri / uccidono la noia con / insoliti pensieri".
-
1987 -
Vanoni, Ornella - "Carmen" - da - O. Anche in: AA.VV., Emozioni
in musica - De Agostini 1997. Delicata e poetica canzone sulle difficoltà
d'un amore fra due donne. La bellezza della musica ricca d'insolite dissonanze,
la cura dell'arrangiamento e soprattutto l'interpretazione di altissima
classe ne fanno una delle più belle canzoni italiane sull'amore
fra donne. Ne consiglio l'ascolto.
"Ah...
cosa ci è capitato / e come avranno riso in platea / del nostro
amore orgoglioso / del nostro amore indiscreto, arrabbiato, impietoso,
sfacciato / del nostro amore troppo affamato, / che s'inchinò a
baciarci sul cuore / e a noi questo bastò. / (...) Il nostro
amore (...) / che non si può raccontare, / che ci rende insicure"...
-
1987 -
Vanoni, Ornella - "Il blu" - da - Ornella. Vi si parla di una "Silvia"
portata via da un "lui".
"Silvia
dov'eri la notte a settembre / nei nostri pensieri io non mi trovai / e
l'anima / non ricordò, si addormentò, / si prosciugò
e finì./ Gli scaldi il cuore adesso tu / però il celeste
non è blu".
1988
-
1988 -
Charlie - "Giuseppe" (45 giri - retro di ''Faccia da pirla'').
-
1988 -
Nannini, Gianna - "Donne in amore" - da - Malafemmina.
-
1988 -
Nannini, Gianna - "Hey bionda" - da - Malafemmina. Riproposta
da Aida Cooper nel 2005 in: AA.VV. - Pride
compilation.
-
1988 -
Squallor - "Attrazione anale" - da - Cielo
duro. Il titolo prende per il culo il film Attrazione
fatale.
Riecco
il solito rock-and-roll demenziale degli Squallor che oltrepassa il confine
tra bizzarria e puro e semplice delirio. Al solito, quando parla
di omosessualità è fin troppo esplicito, nonché decisamente
volgare... Ciononostante, misteriosamente, fa ridere:
"Voglio
l'animale / anzi ho un'attrazione, / un'attrazione sì / ma un'attrazione
anale. // I preservativi / ci mantengono più vivi. (...) / Quando
inforco la Suzuki / te lo tiro in tutti i buchi, / quando prendo la Barilla
/ questo cazzo mi scintilla, / ma quando canta Baglioni...
/ che rottura di coglioni".
-
1988 -
Squallor - "Carceri d'oro" - da - Cielo duro. Demenziale descrizione
d'una carcerazione (il titolo allude a
uno scandalo dell'epoca, relativo ad appalti gonfiati per la costruzione
di carceri), che fra le altre cose presenta questo "raffinato" episodio:
"Mentre
ero lì che pensavo a Lucrezia mi sentii un coso duro venire da lontano.
Non
feci in tempo a parlare che avevo già preso trenta metri di cazzo
e non me ne ero accorto.
Mi
piaceva: mi doleva ma mi piaceva, mi doleva, ma mi piaceva".
1989
-
1989
- D.ablo [pseud. di Giancarlo Sessa] - "Volga(y)rep" (extended 45 giri).
Un
nuova versione completamente riarrangiata è apparsa nel 2002
in: AA.VV. - Gay right compilation. Un remix è stato proposto
nel 2000 anche da "Unabomber"
col titolo: "Sei etero o sei gay?".
Si
tratta di un rap dichiaratamente gay, divertente e provocatorio:
"Dai
dimmi se da bimbo ti sentivi gli occhi stanchi, / se quando eri ragazzo
già scuotevi troppo i fianchi, / se ti eccita un ragazzo che si
spoglia dietro un vetro, / se un maschio te lo lumi più davanti
o più di dietro, / se un petto tozzo e nudo ti procura un'ossessione"...
-
1989 -
Elio e le storie tese - "Cara ti amo" - da - Elio samaga hukapan kariyana
turu. Testo demenziale sui difficili rapporti fra uomini e donne. Tra
le altre contiene questo scambio di battute:
"Vorrei
palparti le tette".
"Porco".
"Mai
ti toccherei, nemmeno con un fiore".
"Finocchio".
-
1989 -
Elio e le storie tese - "Piattaforma" - da - Elio samaga hukapan kariyana
turu. I re del rock demenziale degli anni Novanta alle prese con una
trivellazione dai doppi sensi per nulla oscuri.
Il
punto è che sono un uomo e un bambino a parlare così:
"Questa
nostra immensa saldatura è perfetta, sai, e questo grazie a te.
Se ti attacchi a questa tubatura...". "Questa qui?". "... fra
un momento sentirai fluire l'antigelo paraflu". "No, non ancora,
che la temperatura è troppo bassa ed io non posso sublimar".
(...) "3, 2, 1, contatto! Urca! Guarda che pinolo!". "È
già il terzo pozzo che mi intasi!".
Come se
ancora non bastasse i due alla fine si salutano: "Ciao, papà",
"Ciao, Enzo"...
-
1989 -
La
redazione di Emilio - "Emilio". (Single
esteso). Anche in: AA. VV., Fuori di testa, Fonit Cetra, Milano 1989.
1989
- Mecano - "Per lei contro di lei" - da - Figlio della luna. Traduzione
italiana della canzone "Mujer contra mujer" dei Mecano, del 1987. Presentazione
molto delicata ed artisticamente riuscita (la musica si sposa perfettamente
col mood creato dalle parole) dell'amore contrastato fra due donne, costrette
a nascondersi dagli sguardi della società:
"Di
speciale cosa c'è / se si danno per la via la mano? / Il particolare
è / se lo fanno sotto il tavolo di un bar, / se da sole nell'ombra
che verrà / quella mano la pelle scioglierà. / (...)
/ Una pensa: "Con lei io peccherò"; / l'altra pensa: / "Peccato
è dirsi no / e non importa se la gente penserà".
-
1989 -
Nuti, Giovanni - "Uomini in transito" - da - Al parco dei silenzi.
L'Lp, riflessioni di un nottambulo inquieto (ovvero: la vita inizia a mezzanotte)
è quasi tutto giocato sull'ambiguità del sesso della persona
amata. In questo "Uomini in transito" è descritta una scena notturna
con "travestiti da sogno".
"Voi,
parodie / delle dive d'antan, / decalcomanie / di desideri hard / eravate
solo uomini / ora siete regine / per una notte sola: / credervi, perché
no?".
-
1989 -
Piattons - "Finocchio rock" - da - Incredibilmente Piattons. Canzone
rock di un gruppo di goliardi toscani. Omofoba.
-
1989 -
Prophilax - "La megaceppa sorgerà" (musicassetta autoprodotta).
Poi in: Nerchiology (1996)
-
1989 -
Turci, Paola - "Due donne" - da - Paola Turci.
1990
-
1990 -
Busi,
Aldo - Pazza!. Musicassetta allegata a un volume dallo stesso
titolo. Dimostrazione concreta del fatto che Iddio toglie totalmente
le doti canore a coloro a cui dà doti di scrittore.
Contiene:
-
01 - "Pazza".
-
02 - "Nuova
idea". Il titolo fa riferimento ad una delle primissime discoteche gay
di Milano, anzi, d'Italia.
-
03 - "Le
piace Brahms".
-
04 - "Mi
chiamano Mina (ma il mio nome è Aldo)".
" Vent'anni e via, le gonne a palloncino / Tu madre mi diceva 'Birichino!'"
-
05 - "Atti
osceni (intermezzo)".
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06 - "Piccolino".
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07 - "La
giornata al mare Alèoò".
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08 - "Anestesia".
-
09 - "Gran
Finale".
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1990 -
Crystal Ltd - "Señorita torero" - da - ........ [Cover della canzone
di Ivan Cattaneo del 1976].
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1990 -
Di Bella, Rosario - "Come se parlassero due amici" - da - Pittore di
me stesso.
-
1990 -
Gautier, Valentina - "Angeli" - da - Quasi un angelo.
-
1990 -
Mietta - "Piccolissimi segreti" - da - Canzoni.
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1990 -
Nannini, Gianna - Scandalo. La Nannini si lascia andare un po',
e finalmente offre un piccolo raccolto di allusioni e i testi "bisessuali".
Oltre alle canzoni che nomino qui sotto, ne appaiono altre in cui non è
specificato il sesso della persona amata (per esempio "Madonna Welt") e
che si si presterebbero a una lettura lesbica, tuttavia la Nannini
si preoccupa sempre d'inserire nei suoi Cd abbondandi canzoni d'amore e
sesso per uomini, in modo che diventi più logica una lettura di
default in chiave eterosessuale. Ovviamente le sue (numerose) fans
lesbiche preferiscono leggerle altrimenti...
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01 - "Scandalo".
(Poi anche in: Giannissima, 1991). La Nannini reagisce infine e
prende di petto tutto lo spettegolare che si faceva ormai da anni sulla
sua sessualità. E minaccia uno "scandalo", che però nella
vita reale non ha mai avuto il coraggio di affrontare:
"Sei
più bella / nuda e senza fiato / lecca lecca / il gelato. / Voglio
uno scandalo / tutti lo sanno / in prima pagina io e te... / e tutti i
figli tuoi". Fosse vero...
Per quel
che ne penso io, Nannini è stato per il mondo lesbico italiano quello
che è stato Renato Zero per il mondo gay: un'occasione mancata,
un'elevazione al ruolo di "icona comunitaria" che non è mai sato
cercato, voluto e tantomeno gradito dalla persona direttamente interessata:
al massimo sfruttato commercialmente per costruire un fandom fidelizzato,
che però in cambio ha ricevuto molto meno di quanto il fandom
di qualsiasi icona gay eterosessuale riceve regolarmente fuori d'Italia.
Le
rivoluzionei di costume non le fanno i cantanti, che le mode le seguono
sempre e non le creano mai, ma anche così i casi Nannini-Zero dimostrano
l'indeguatezza del mondo culturale italiano, nel quale non è mai
riuscita a maturare una posizione di onestà a chiarezza che ha invece
permesso ben altre scelte, all'estero, a figure di artisti decisamente
non "politicamente impegnate" o "Di sinistra", ma che volevano semplicemente
essere se stess. In Italia le stiamo ancora aspettando.
-
04 - "Dea".
(Poi in: Giannissima, 1991). Questa canzone m'era stata segnalata
come esplicitamente d'ispirazione lesbica e dedicata a una donna, esaltata
come "dea", e invitata a condividere una vita bohemienne e zingaresca.
Ebbene:
non è vero. La lettura del testo dimostra infatti che il termine
"dea" si riferisce all'io narrante, e che il sesso della persona a cui
è rivolta la canzone non viene mai specificato... tanto per cambiare.
Sicuramente
l'ambiguita del testo è studiata a tavolino:
"Con
quell'aria di sultana mi distinguo stasera, se mi vuoi. / Dea, io ti porto
in mezzo al blu, e chi ci vede? / Dea: io che voglio perdermi con
te, e amare al ritmo delle strade".
Confesso
d'essere infastidito da questi giochini (mezzucci da poche lire) che servono
solo a dire-e-non-dire. Nessuno ha mai obbligato la Nannini ad un coming
out che da parte sua lei non ha mai desiderato fare. Suo diritto, per
carità.
Ma
se desiderava mantenere private le sue scelte sessuali, come han fatto
decine di altre sue colleghe, allora poteva risparmiarsi i giochini.
Oltre
tutto, il fatto che la tessitura della canzone sia troppo bassa per la
Nannini (che pertanto fatica parecchio a tenere l'intonazione) non ha certo
contribuito a farmela amare: in questo pezzo sembra un'esordiente su Youtube...
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12 - "Una
luce".
-
1990 -
Pavone, Rita - "Gemma" - da - Gemma e le altre.
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1990 -
Pooh - "Uomini soli" - da - Uomini soli. Contiene la frase:
"Ci
sono uomini soli per la sete d'avventura, / perché han studiato
da prete o per vent'anni di galera, / per madri che non li hanno mai svezzati,
/ per donne che li han rivoltati e persi, / o solo perché sono dei
diversi".
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1990 -
Skiantos - "Il sesso è peccato, farlo male" - demo tape,
FGCI & Motown Modena. Poi in: Doppia dose (2 cd). Canzone sbarazzina-provocatoria
che esalta il sesso (sicuro). Contiene i versi: "Per l'ambiguità
sessuale / c'è il servizio militare / che t'inizia al rapporto anale".
Questa frase è stata però censurata nella
cover fattane dai Datura!
----> Per
la parte relativa agli anni dal 1991 al 2000 fare clic qui.
Inedito.
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