CUPIO
Dal latino medievale cupa, "botticella", "recipiente" (che sopravvive anche nell'italiano semicupio, la tipica vasca da bagno in cui ci si lava seduti).
È termine dialettale piemontese per "omosessuale".
La riduzione dell'omosessuale a contenitore" (è facile immaginare di che cosa) ha riscontro in molti dialetti, per esempio nel napoletano vasetto, nel meridionale lumino, nel toscano buco e bucaiolo, e nell'emiliano busone.
Ecco un esempio d'uso:
A scuola, in un primo tempo, i compagni mi deridevano perché portavo i capelli tinti sul rossiccio. (...) Mi davano del cupio e mi sfottevano.
(Edoardo Ballone, Uguali e diversi, Mazzotta, Milano 1978, p. 111). |