GARRUSU (e le varianti ARRUSU, IARRUSU, JARRUSU)
Termine siciliano che indica l'omosessuale passivo. Sembra che una volta di più ci troviamo di fronte all'equiparazione fra il giovane e l'omosessuale passivo (cfr. bardassa).
L'etimologia, proposta da Giovanbattista Pellegrini (Gli arabismi nelle lingue neolatine, Paideia, Brescia 1972), fa infatti riferimento all'arabo (c)arùs, "fidanzata", "giovane", e potrebbe essere la stessa del controverso carusu, "ragazzo".
Del resto il termine indica oggi a Messina (proprio come bardassa in italiano) anche un ragazzo fin troppo vivace, un monellaccio.
Un'attestazione di tale parola troviamo già in una legge del XIV secolo:
Hai iniuriato ad alcuna fimina bagaxa, o i garzuni karrusu scassatu...
(Giovanbattista Pellegrini, Op. cit., vol. 1, p. 211). |
Ecco due attestazioni più recenti:
Un gruppo di omosessuali palermitani sfilava per una via cittadina con un gran cartello su cui era scritto: "Arrusi sì, ma contro la DC".
(Edoardo Ballone, Uguali e diversi, Mazzotta, Milano 1978, p. 91). |
I dialetti, che pure dovrebbero possedere un patrimonio di parole meno ricco della lingua nazionale, possiedono dei termini ben precisi e a volte simpatici per definire i "gay" (buliccio, frocio, finocchio, puppu, jarrusu, buco, ricchione...). ("Babilonia" n. 6, settembre 1983, p. 6). |