Ricchioni, femmenelle e zamel:
l'"omosessualità mediterranea".
di: Giovanni Dall'Orto [1]
Femminiello napoletano. Foto di Jean-Noel Schifano da "Masques"' n. 18, été 1983.
Indice del presente saggio:
1. Premessa
"Omosessualità Mediterranea" (o "omosessualità etnica") è una delle definizioni con cui è indicata una particolare concezione dell'omosessualità diffusa nei paesi di cultura latina (europea e sudamericana) e islamica del Mediterraneo, nonché nell'area balcanica. È una concezione non legata alla religione (essendo diffusa in paesi cattolici, greco-ortodossi e mussulmani) né all'etnia (essendo diffusa in nazioni latine, arabe e balcaniche). Una correlazione pare invece esistere fra struttura sociale patriarcale-contadina e omosessualità mediterranea: essa è infatti vitale nelle aree in cui l'industrializzazione è recente o agli inizi, mentre (in Paesi come l'Italia la Francia o la Spagna) non si riscontra nelle aree industriali e si dimostra più viva nelle stesse aree in cui la tradizione patriarcale-contadina resiste meglio.
2. Che cos'è l'omosessualità mediterranea L'"omosessualità mediterranea" può essere definita come un riuscito tentativo di interpretare e armonizzare un comportamento omosessuale esclusivo all'interno del medesimo quadro di riferimento utilizzato per l'eterosessualità. L'elemento più qualificante di tale concettualizzazione è la netta separazione fra colui che viene individuato come l'"omosessuale" in senso stretto, (cioè l'individuo che assume il ruolo "passivo" nel rapporto sessuale) e l'individuo che assume il ruolo "attivo". Per indicare il "passivo" esistono parole specifiche (in Italia arruso o recchione / ricchione, che indicano l'omosessuale passivo che non si traveste, e femmenella (che indica l'omosessuale passivo che si traveste); in Spagna loca, in Brasile bicha, in Nord Africa zamel.... (Per comodità utilizzerò arbitrariamente nel resto del mio scritto il termine sud-italiano ricchione). Al contrario l'"attivo" non si differenzia, né concettualmente né con un nome a sé, dal maschio/macho eterosessuale. Le conseguenze di questa diversa interpretazione dell'omosessualità sono importanti e saltano subito all'occhio.
La sottocultura omosessuale, nelle aree in cui è ancora vivo il modello dell'"omosessualità mediterranea", è in realtà la sottocultura dei ricchioni.
Il rapporto sessuale fra due ricchioni è indicato dal gergo con espressioni ironiche, come "lesbismo" o "fare l'uncinetto" (implicando che questo tipo di rapporto non sia altro che un coito fra due "donne", a cui manca l'apporto del "vero maschio"). Nell'ottica di questa sottocultura hanno significato solo i rapporti sessuali fra un ricchione ed un "maschio". I rapporti fra due "maschi" o due "ricchioni" sono privi di senso, se non inconcepibili.
3. Vantaggi dell'omosessualità mediterranea per la società. Questo approccio all'omosessualità presenta numerosi vantaggi per la società.
Anzi, esso viene addirittura riaffermato, proprio perché persino chi si sottrae al "naturale" corso delle cose, mostra di vivere poi la sua trasgressione secondo i modelli tradizionali.
L'alternativa proposta alla società è chiara: da un lato vivere in modo esclusivo e aperto i propri desideri, ma abbassandosi al livello di un essere caricaturale, la "checca". Dall'altro vivere i propri desideri e mantenere egualmente il ruolo privilegiato di "maschio", a patto di rinunciare a viverli in modo esclusivo. Per dimostrare la propria virilità il "maschio" deve infatti assolutamente sposarsi e produrre figli. L'adesione all'istituzione matrimoniale è insomma il prezzo da pagare per vivere i propri istinti omosessuali senza essere stigmatizzati.
Nelle società contadine e patriarcali mediterranee la donna è (o era fino a pochi anni fa) in genere strettamente sorvegliata e segregata fino al matrimonio, mentre la condizione economicamente debole degli adolescenti non concede(va) un facile accesso alle uniche donne non "off limits", cioè le prostitute. Impossibile in questo contesto ottenere uno sfogo sessuale senza infrangere uno dei tabù basilari di questa società: la seduzione di donne vergini o sposate. In quest'ottica l'atto omosessuale costituisce perciò letteralmente un inconfessato "male minore", un'alternativa alla pericolosa seduzione di donne "proibite". Un riconoscimento implicito, anzi esplicito, di questo fatto si ebbe nel 1860 quando, al momento di estendere il codice penale piemontese al Sud Italia appena conquistato, si scelse di tenerne fuori l'art. 425 (che puniva i rapporti omosessuali fra maschi) in considerazione della "particolare indole" delle popolazioni meridionali. Come dire: l'omosessualità fa parte della loro cultura, e della loro struttura famigliare: meglio rinunciare a cercare di sradicarla.
4. Vantaggi dell'omosessualità mediterranea per l'individuo omosessuale Anche gli omosessuali ottengono vantaggi sociali da questo "patto sociale non scritto". Non si spiegherebbe del resto altrimenti perché decine di milioni di omosessuali in tutto il mondo continuino a restare legati a questo modello, rifiutando come "assurda" la figura del "gay", in cui non si riconoscono.
Fintantoché assume il ruolo "attivo", il "maschio" (etero od omosessuali che siano le sue tendenze) è generalmente disponibile a rapporti sessuali (di puro sfogo) con il ricchione, purché l'intangibilità dei ruoli sia garantita. (Qualora il ricchione cercasse di ribaltare i ruoli, potrebbe invece esserne punito da una reazione estremamente violenta, avendo infranto il "codice").
In genere comunque il "maschio", specie se adulto, non richiede dal partner altro che la riaffermazione del proprio ruolo dominante, "maschile", concedendosi gratuitamente al rapporto. Nei casi dei travestiti, poi, può essere addirittura lui, a pagare per la "prestazione".
Per quanto paradossale ciò possa apparire, molti ricchioni rifiutano di riconoscersi nel ruolo dell'"omosessuale" e del "gay", perché lo percepiscono come un ruolo "deviante", cioè come un ruolo che non ha spazio all'interno delle categorie umane "naturali" (il maschio e la femmina) e tende a crearne artificialmente una terza. (Contrariamente a quanto si crede, del resto, il concetto di "bisessualità" è estraneo a questa cultura: il "maschio" è semplicemente "maschio" finché è "attivo", tutto qui). Ciò non significa che il ricchione si senta donna. La sua coscienza d'essere diverso sia da una donna che da un uomo (cioè un ricchione, per l'appunto) è molto forte e netta, e si esprime in una sensibilità profondamente camp. Tuttavia la mancanza di un confine tra la condizione di ricchione e quella di donna favorisce in alcuni l'acquisizione di un'identità femminile, e in ultima analisi la transessualità. Il cambiamento di sesso permette infatti di portare a compimento il processo di "normalizzazione" e integrazione sociale iniziato con l'accettazione del ruolo di ricchione.
5. Origini dell'omosessualità mediterranea Fra tutti gli stili di vita omosessuali, quello dell'omosessualità mediterranea è stato fino ad oggi il meno studiato. Ciò in parte è dovuto al fatto che agli occhi degli studiosi gay esso racchiude tutti gli elementi di quell'immagine che i gay, a partire dagli anni Settanta, hanno combattuto. Il mitodella cosiddetta construction of the modern homosexual, ha sfortunatamente delegittimato qualsiasi ricerca su questo stile di vita, che male si adattava allo schema "costruzionista".
Come risultato, le radici e le origini di questa concezione sono così ancora oscure. A un esame superficiale sembrerebbe esistere una continuità ininterrotta fra i ruoli sociali del kìnaidos greco e del mollis mas romano ed il ruolo sociale del ricchione. In fondo Salviano di Marsiglia non si lamentava già nel 450 circa d.C., nel suo De gubernatione dei, degli uomini adulti vestiti da donna, sessualmente passivi, che a suo dire infestavano città come Cartagine.[2]? E un liber monstrorum del IX secolo non si apre forse con un "uomo di entrambi i sessi", così definito perché "d'aspetto sembrava maschio"; ma "preferiva i lavori femminili, e adescava i maschi ignari come una prostituta" [3]? Tuttavia la prudenza nel trarre conclusioni del genere, specie in presenza di un vuoto documentario di addirittura un millennio, è comunque indispensabile: conclusioni basate su somiglianze esteriori sono spesso fuorvianti. Occorrerebbe una ricerca... che per il momento manca. In effetti la prima descrizione di un ricchione finora rintracciata risale solo al 1586, nella Fisionomia di Giovan Battista Della Porta (1538?-1615).
Si noti l'inconciliabilità di questa figura con il sodomita rinascimentale così com'è stato messo in luce dagli studi fin qui compiuti (un adulto che assume solo il ruolo "attivo" con adolescenti, che assumono sempre il ruolo "passivo", e passano al ruolo "attivo" se vogliono proseguire ad aver rapporti sodomitici anche da adulti). Qual è il rapporto fra queste due figure?
Oppure potrebbe essere stato di coesistenza silenziosa, per secoli. Lo stesso improvviso emergere nel XVI secolo di documenti su questa figura può significare molte cose: o una banale insufficienza di conoscenze sulla documentazione precedente allo stato attuale della ricerca, oppure la fine, in passato, di una censura o di una disattenzione da parte di chi giudicava indegno di nota una figura di questo genere.
6. Presente e prospettive dell'omosessualità mediterranea Oggi l'omosessualità mediterranea è, almeno nei paesi industriali dell'Occidente, in lento regresso. Causa di questo regresso non sono le lotte del movimento di liberazione gay (per forza di cose debole in quelle aree in cui gli omosessuali ritengono un'aberrazione la figura umana del "gay"), né le teorizzazioni di medici e psichiatri (che non vengono capite dalle classi meno colte, baluardo di questa visione dell'omosessualità). Le ragioni dell'arretramento vanno ricercate piuttosto:
All'esistenza del substrato costituito dall'omosessualità mediterranea va probabilmente attribuito lo scarso successo nei paesi latini della cultura clone, il permanere di un certo gusto camp nei movimenti gay di queste nazioni, la maggiore difficoltà provata dagli omosessuali ad ammettere di essere tali, una minore ostilità nei confronti del travestitismo, nonché un diffuso gusto per il rapporto sessuale con il "maschio eterosessuale".
L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1].Originariamente edito in traduzione inglese sulla Encyclopedia of homosexuality (a cura di Wayne R. Dynes), Garland, New York 1990, vol. 2, pp. 796-798, voce "Mediterranean homosexuality". Bibliografia (non aggiornata):
Numero speciale Mediterranée, "Masques", été 1983 (numéro 18); in particolare di Gennaro Carrano e Pino Simonelli: Un mariage dans la baie de Naples, e Naples ville travestie, pp. 106-116, (da cui sono tratte le foto di questa pagina web). Stephen Murray, Male homosexuality in Central and South America, Gay Academic Union, New York 1987. [2].Salviano di Marsiglia (ca. 390/400 - ca. 480 d.C.), De gubernatione Dei, [ca. 450], Patrologia Latina, vol. 53, VII XVII-XXII, 76-100 (alle colonne 145-148). Traduzione italiana: Il governo di Dio, Città Nuova, Roma 1994.
[3] Anonimo, Liber monstrorum de diversis generibus / Il libro delle mirabili difformità, Bompiani, Milano 1977, pp. 38-39. [4].Giovan Battista Dalla Porta, Della fisionomia dell'uomo, Longanesi, Milano 1971, p. 813.
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