Contro natura? Quale natura?
[da: Giampaolo Silvestri (a cura di), Il verde e il rosa, Cassero, Bologna 1988, pp. 61-65. Il .pdf di questa pubblicazione è online sul sito Academia.edu.]
di: Giovanni Dall'Orto
Nota:
questo saggio nacque a seguito a dichiarazioni di Giannozzo Pucci, dell'ala
"integralista" del partito dei Verdi, che aveva attaccato gli omosessuali
come "contronatura".
In
risposta, Giampaolo Silvestri, dello stesso partito, pubblicò un
libro, Il verde e il rosa, al quale questo fu il mio contributo.
È
una vecchia polemica quella che ha contrapposto alcuni Verdi "fondamentalisti"
al movimento omosessuale. Talmente vecchia da ripescare il concetto più
abusato nonché più amato da tutti gli omofobi, da duemilacinquecento
anni: quello
di "contro natura".
"purtroppo"
(per i fondamentalisti) spesso accade che le accuse talmente usate da diventare
stereotipate siano facili da lanciare, ma difficili da spiegare. Cosa vuol
dire infatti, oggi come oggi, "contro natura"? E soprattutto: cosa intendono
i fondamentalisti verdi per "natura", quando lanciano questa accusa?
Cerchiamo
di vederci chiaro.
Le
due principali accezioni del termine "natura"
Nella
tradizione culturale e linguistica a cui apparteniamo la parola "natura"
ha due significati principali (anche se il Grande dizionario della lingua
italiana del Battaglia registra trenta accezioni diverse).
Il
primo significato, assai diffuso nel linguaggio parlato, è
quello di "ambiente naturale", cioè: "l'insieme composto dagli
esseri, animali e vegetali, viventi sul pianeta Terra, nonché
dai suoli, dalle acque e dai cieli in cui essi possono vivere". In
questo senso diciamo che in un certo bosco la natura è incontaminata,
oppure che la natura ha provvisto i gatti di occhi che vedono al
buio eccetera.
Il
secondo invece è più filosofico, e indica "ciò
che fa sì che le cose siano così come sono". Naturalmente
questo "principio primo" delle cose è identificato in modo diverso
a seconda della filosofia a cui aderisce chi usa il termine. Ad esempio
per il cristianesimo la natura si identifica con Dio che è omnium
naturarum natura, "la natura di tutte le nature" e omnium naturarum
conditor "fondatore di tutte le nature", per usare una bella espressione
di sant'Agostino.
Questa
frase vuol dire che Dio è "ciò che fa essere" tutto ciò
che fa essere le cose del mondo; è insomma il principio primo, è
l'ordinatore delle cose del mondo.
Adesso
che abbiamo visto quali sono i due significati più importanti di
questa parola, applichiamoli agli esseri umani. Notiamo subito come entrambi
si mescolano per formare il concetto molto usato di "natura umana": la
natura umana è ciò che è tipico solo dell'essere umano,
e che lo distingue dagli altri animali, sia dal punto di vista del corpo
che da altri punti di vista.
Se
però esaminiamo separatamente i due significati di "natura" che
abbiamo già descritto, noteremo che l'espressione "natura umana"
significa cose diverse a seconda che si usi la parola "natura" nel primo
o secondo significato.
Nel
primo senso infatti "natura umana" indica la fisiologia, l'organismo degli
uomini. In questo senso diremo parlando che è "naturale" che l'uomo
abbia due gambe.
Nel
secondo senso, invece, indica quelle particolarità del modo di essere
che rendono l'uomo diverso da un animale qualsiasi, e cioè la sua
intelligenza e tutto ciò che da essa deriva. È in questo
senso che diremo per esempio che è "naturale" che un italiano non
parli cinese.
Contro
natura? Quale natura?
Ora,
in quale di questi due sensi il comportamento omosessuale può essere
"contro natura"?
Utilizzando
il primo significato di "natura" di cui si è detto (quello di "ecosistema
degli esseri viventi") il comportamento omosessuale sarà "contro
natura" se è estraneo a quello che succede fra gli esseri viventi
che hanno rapporti sessuali.
Ma
oggi, di fronte a un'affermazione ridicola come "gli altri animali non
fanno queste cose", verrebbe voglia di rispondere con la vecchia "boutade"
cinquecentesca: "che se questo vietasse la natura, / havrìa fatto
nei ca... altra misura".
Ma
restiamo seri e ribattiamo civilmente: se
qualcuno è tanto ignorante da non sapere che il comportamento omosessuale
fa parte dei "naturali" comportamenti degli animali (uomo incluso),
legga L'omosessualità
negli animali di Giorgio Celli o, meglio ancora, Il cosiddetto
male di Konrad Lorenz. Vedrà che assieme alla sua ignoranza
svanirà
anche la curiosa idea che l'omosessualità sia sconosciuta agli animali
ed alla "natura".
Visto
che l'omosessualità non può essere "contronatura" in questo
senso, può esserlo nel secondo, cioè contraria a quello che
rende uomo un uomo? Senza dubbio sì, a patto però che si
accetti il postulato finalistico secondo cui all'origine di "ciò
che è", esiste un principio primo e ordinatore che ha stabilito
un immutabile "scopo" per ogni comportamento dell'essere umano. La lettera
da cui ha avuto inizio la polemica accetta in effetti questo postulato,
e dà per scontato che la sessualità abbia uno scopo deciso
una volta per tutte dall'Alto: questo scopo è la procreazione di
figli e basta.
Questa
è anche la posizione dei cristiani, per i quali la natura
si identifica con Dio, e le leggi di natura con quelle stabilite da Dio,
cioè, guarda caso, con quelle che stabiliscono loro. Non
è tutto: per i cristiani il mondo animale e vegetale è lo
specchio della volontà divina, non deformata dalla capacità,
tutta umana, di peccare. Come piccoli robot che si muovono seguendo un
programma apposito, animali e piante vivono in perfetto accordo con la
legge che Dio ha stabilito per loro. La "natura" (nel senso di "mondo animale
e vegetale") ha perciò un collegamento strettissimo e immediato
con la "natura" (nel senso di "Dio"), al punto che le leggi della natura
sono tout-court le leggi di Dio e viceversa.
Solo
l'uomo, in quanto peccatore, è capace di trasgredire a questa
legge (ma al tempo stesso è chiamato a obbedire alla legge divina
per volontà e convincimento, e non automaticamente come "gli animali
privi di ragione").
Uno
degli esempi più celebri in cui il cristianesimo invoca la natura
(nel secondo, non nel primo senso) per condannare l'omosessualità
è quello di san Paolo in Romani, I 26, passo nel quale esecrando
il comportamento omosessuale si afferma che certe donne e certi uomini
"hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura" (Romani,
I 26).
Mangiare
salame è contro natura?
Dire
che l'omosessualità va contro la volontà di Dio è,
in una società come la nostra in cui esiste libertà di parola,
legittimo, proprio come è legittimo dire, come fanno gli ebrei,
che mangiare salame o, come fanno gli arabi, lavorare di venerdì
va contro la volontà di Dio (domanda: mangiare salame è "contro
natura"? Gli animali il salame non sanno neppure cosa sia...).
È
però altrettanto legittimo mettere in guardia la società
contro queste "scoperte", che prima o poi vanno a parare nelle superstizioni
più assurde. Per il già citato san Paolo è ad esempio
"contro natura" (ma le traduzioni italiane cercano di soffocare lo scandalo
rendendo il greco parà fusin con "indecoroso") che gli uomini
tengano i capelli lunghi (1 Corinzi, XI 14), oppure l'innesto dell'olivo
selvatico sull'olivo domestico (Romani, X 24)...
Come
si vede, la povera "natura" si vede attribuire capricci di ogni sorta,
che altro non sono se non quelli degli autori che scrivono: come non convenire
allora sulla conclusione a cui nel XVI secolo era giunto Michel de Montaigne,
secondo cui "noi chiamiamo contro natura quello che avviene contro la
consuetudine"? (Michel de Montaigne, Saggi, Mondadori, Milano
1970, vol. 2, p. 946).
Perché
è poi questo che in fondo vogliono dire i fondamentalisti verdi,
seppur con un linguaggio che tanto per darsi una pitturatina di verde cita
la natura a sproposito: che l'omosessualità è contro le
regole culturali oggi prevalenti. Il che è del resto perfettamente
vero. Ma perché mai ciò che non è maggioritario andrebbe
condannato?
Questo
è un atteggiamento, diciamolo pure, da Santa Inquisizione. Ed è
oltre tutto suicida: il movimento verde è (per ora) movimento di
minoranza, e se solo la società decidesse di trattarlo come i fondamentalisti
verdi vogliono trattare gli omosessuali, ci sarebbe poco da stare allegri.
La
trappola dell'egemonia culturale dei nostri avversari.
Quanto
si è detto fin qui dimostra come far politica "verde" senza essersi
sbarazzati dalle categorie mentali tradizionali riduce il movimento verde
a succursale dei movimenti più reazionari. Forse ciò importa
ben poco a certe persone, ma tra gli effetti funesti tale subordinazione
ne ha uno molto grave: danneggia la stessa causa "verde".
Infatti
riproporre la contrapposizione fra "secondo natura" e "contro natura" significa
utilizzare gli schemi ideologici costruiti proprio da coloro che hanno
portato allo sfascio ambientale.
In
altre parole, la lettura (tipica dei verdi "fondamentalisti") della tematica
ambientalista in termini di "aut aut" ("o progresso o protezione
dell'ambiente") non ha nulla di diverso da quella del "Corriere della
sera" o della Confindustria.
Fra
i due corni del presunto dilemma i primi scelgono la protezione dell'ambiente
a scapito del progresso, mentre i secondi scelgono il progresso a scapito
della protezione dell'ambiente; ma al di là di questa apparente
divergenza entrambi sono perfettamente d'accordo su un punto: la devastazione
dell'ambiente è sempre un prezzo inevitabile da pagare
al progresso.
Perché
essere così babbei da cadere vittime di questo ricatto? Se c'è
una speranza che il movimento Verde può offrire alla società,
non è quella di tornare all'età della pietra per "salvaguardare
l'ambiente", ma quella di creare una sinergia in cui ambiente ed uomo si
rafforzino a vicenda, creando un equilibrio che tenga conto delle esigenze
di entrambi.
Bruciare
gli alberi è un modo assolutamente "naturale" di utilizzare l'energia
proveniente dal sole. Utilizzare delle cellule fotovoltaiche è invece
palesemente un modo "contro natura". Se però mi si chiede su quale
strada investirei per il futuro, non ho dubbi: scelgo il metodo "contro
natura", perché è maggiormente rispettoso della natura (intesa
come "ambiente").
In
definitiva, la pretesa riscoperta di una "legge di natura" sbandierata
dai verdi fondamentalisti è un trucco fatale. Non dimentichiamo
che l'attuale devastazione dell'ambiente è stata causata proprio
da una presunta "dura ma inflessibile legge di natura" applicata
nell'Ottocento dal darwinismo sociale, quella rapace "legge del più
forte" che recita: "Chi è più forte, arraffa tutto, e
buona pace ai diritti altrui".
La
realtà è che l'ambiente naturale non ha "leggi". Sono
gli uomini a volere leggi, e a scriverle e imporle alla "natura" per i
propri scopi. E spesso sono proprio le ideologie più violente
verso l'ambiente a pretendere di agire in nome di "leggi di natura",
quali la citata "legge del più forte" o la "legge della giungla".
L'ecosistema
del nostro pianeta non ha leggi: ha solo equilibri, sempre transitori
e potenzialmente molto adattabili al mutare delle condizioni. La vita infatti
è mutamento, ed è frutto del mutamento. Fossilizzarla, imporle
la morale umana, impedirle di seguire il suo corso, questo sì è
"contro natura".
Un
bosco in cui gli uomini non tagliano gli alberi vecchi e secchi, prende
fuoco con estrema facilità. Dunque è "naturale" lasciare
che i boschi brucino, e che con essi brucino gli animali. Fa tutto parte
di un ciclo "naturale". Però, se si ha qualche reticenza a lasciar
arrostire vivi orsi cinghiali e caprioli, si deve ammettere che in certi
casi si può aiutare la "natura" (intesa come "fauna") abbattendo
alcuni alberi.
(Incidentalmente:
se persino la distruzione della natura è prevista dalle pretese
"leggi di natura", perché la sola omosessualità dovrebbe
esserle estranea?).
Drammatico
epilogo
I
brontosauri si sono estinti "naturalmente" benché fossero, così
ci assicurano, rigorosamente eterosessuali. Semplicemente, non sono riusciti
ad adattarsi al cambiare dei tempi.
Anche
la rigidità mentale e il conservatorismo di certi verdi fondamentalisti
costituiscono per il movimento verde una minaccia di far la fine dei brontosauri:
quella dei fossili.
L'auspicata
estinzione di questa corrente dei Verdi sarà perciò, posso
assicurarlo, del tutto "secondo natura".