Da: Great morning / Splendido mattino [1948] [1]
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/p. 85/
Of a very different nature was the Baron von Gloeden,
the photographer, and forerunner and archetype of many subsequent
followers of his profession; at which in some respects he excelled.
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(...)
/p. 85/
Di natura assai differente fu il barone von Gloeden, il fotografo, e il precursore
e l'archetipo di tanti successivi emuli della sua professione; nella quale per certi aspetti egli eccelleva.
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He specialised in neo-Greek studies and, by a kind of transposition of musical-comedy ideals, he was adept /p. 86/ in
the recording, for example, of young Sicilian shepherd youths, equipped
with a pipe to play, cut from reeds, a crook and a lamb, and reclining
naked and at ease under the dappling shadow of gauze-like clouds of
almond-blossom. |
Si
specializzò negli studi neogreci e, per una sorta di trasposizione
degli ideali della commedia musicale, fu abile /p. 86/ nella ritrattrattistica, ad esempio, di giovani pastori siciliani, muniti di un
flauto per suonare ricavato da canne, di un bastone e di un agnello, e
distesi nudi e a loro agio all'ombra screziata di nuvole, simili a garze, di fiori di mandorlo. |
The Baron himself, a tall, thickly-clad German, with a beard and heavy
spectacles, resided in the chief hotel with his sister, but received
visitors in a large studio in the town.
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Lo
stesso barone, un tedesco alto, vestito pesantemente, con la barba e
occhiali pesanti, risiedeva nell'albergo principale con la sorella, ma
riceveva i visitatori in un grande studio in città. |
He did not speak English very well, but possessed a favourite sentence,
explanatory of his sister’s preference for domestic life, which he
proffered to all strangers the first time he met them, and which, since
it possessed a fascinating syntax and rhythm of its own, I remember to
this day and here append: “My sister, the Baroness von Gloeden — or, as
you would call her, Miss —, she has not the artistic-spirit,
Sicily-loving, got, but in her rooms cakes
and-the-most-delicious-coffee-making, she stays”!
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Non
parlava molto bene l'inglese, ma possedeva una frase preferita, che
spiegava la preferenza di sua sorella per la vita domestica, che
offriva a tutti gli estranei la prima volta che li incontrava e che,
poiché possedeva una sintassi e un ritmo affascinanti loro propri, ricordo
ancor oggi, e qui allego: “Mia sorella, la baronessa von Gloeden – o,
come voi la chiamereste, la Signorina –, lei non ha l'artistico-spirito,
amante di Sicilia, ma nelle sue stanze, torte e-il-caffè-più-delizioso-facendo, resta”! |
Sovracoperta del libro
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L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1] Da: Osbert Sitwell (1892-1969), Great morning, MacMillan, London 1948, pp. 85-86. Online sull'Internet Archive.
Quest'autobiografia apparve nel 1948, ma le pagine su Taormina
riguardano una visita compiuta coi genitori quando l'autore aveva
diciassette anni, quindi nel 1909.
Importante la notizia sul fatto Gloeden viveva in "nell'albergo
principale" di Taormina, che era il San Domenico, e usava la casetta -
almeno fin quando ebbe i
soldi per abitare altrove - solo come studio e locale di ricevimento.
Sembra però di capire che l'edificio avesse anche un cucinino, se la sorella di Gloeden ci preparava le torte.
La sorella(stra) è ovviamente Sophie Raabe.
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