Da: Il barone Guglielmo von Gloden [1928] [1]
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Da
un articolo che il poeta Carlo d'Agostino - venuto da qualche anno a piantare, anch'egli,
le tende a Taormina, e del quale si legge, nel presente fascicolo di
RONDINE, la tanto suggestiva lirica intolata LA BARCA DEI SOGNI,
pubblicò, or non è molto, su di un giornale francese, intorno ad uomini
e cose di questo piccolo incantevole centro cosmopolita, stralciamo il seguente profilo del barone Guglielmo von Glöden.
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"Chi non lo conosce qui? Il
barone Guglielmo von Glöden, gentiluomo compito, studioso d'arte e
di letteratura e, per giunta, taorminese di elezione, tiene casa
aperta per tutti coloro — italiani o stranieri — che nell'arte e
nella letteratura hanno un nome. |
Vive
in un'atmosfera di bellezza e armonia, tra i fiori del suo giardino e
il canto degli usignoli, in mezzo a dipinti rari, a ricordi preziosi,
a libri che autori nostrani, francesi, tedeschi, inglesi, americani
gli inviano spesso con le dediche più lusinghiere. Possiede un album
pregevolissimo per gli autografi in esso contenuti: Ci si trovano
pensieri, massime, versi, schizzi di celebrità mondiali: Anatole
France, Michetti, Gerard Hauptmann, Eleonora Duse, Jean Lorrain,
Harold Mac Grant... |
Il
Glöden, appassionato di euritmica — poesia, musica, pittura e
scultura —, è una curiosa tempra di esteta multanime. Della
fotografia, da lui rinnovata, perfezionata, nobilitata, dopo assiduo
e paziente lavoro, egli è riuscito ad ottenere risultati
meravigliosi.
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Le sue riproduzioni di tipi e paesaggi siciliani
possono sostenere il paragone con ottimi acquarelli o pastelli del
genere, sia per inquadramento, sia per rilievo, sia per espressione:
il colore solo vi manca. I premi facilmente vinti da Glöden-fotografo
nelle varie mostre internazionali a cui ha partecipato, bastano a
dimostrare in modo perentorio quanto asserisco. |
Nonostante
gli anni ormai accumulatisi sulle ampie sue spalle di granatiere di
Pomerania, il barone von Glöden si ostina a non invecchiare.
Comunemente, gli uomini giunti ad una certa età, perdute le ultime
illusioni, si accasciano rinchiudendosi nella propria mestizia e nel
caratteristico senile languore. Ma il Glöden invece ha conservato —
per quale sortilegio? —, un atteggiamento mentale di sorprendente
agilità. Ad ascoltarlo mentre scherza o discute e a vederlo andare,
venire, affaccendarsi, vi credereste stare di fronte ad un giovane
venticinquenne.
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E se egli racconta episodi del suo passato o aneddoti riguardanti
alcuni dei personaggi illustri coi quali ebbe dimestichezza, tali
rievocazioni conservano ancora, a dispetto del lungo tempo trascorso,
una straordinaria freschezza di attualità, in grazia della di lui
verve miracolosamente primaverile.
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Immaginarsi
quindi la piacevolezza e l'interesse che irradia intorno a sé, nella
cerchia degli interlocutori, uno spirito così poliedrico, un
parlatore così efficace e un testimone così
documentato di avvenimenti svoltisi da mezzo secolo ad oggi, qual è
il barone Guglielmo von Glöden.
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L'Editore.
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Wilhelm von Gloeden negli anni Venti.
Illustrazione da "La Rondine", maggio 1928.
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L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1] Il
testo è quello pubblicato sul bollettino turistico taorminese: "La
Rondine mensile artistica letteraria mondana", anno III, nn. 5-6,
maggio 1928, s.i.p.
Ringrazxio Umberto Martorana per avermi gentilmente fornito un
esemplare del rarissimo testo, da lui ripubblicato con alcune piccole
modifiche nel suo: Ghumbert Catholicus (pseud.), I Milord di
Taormina, Giambra (ME) 2020, pp. 158-159.
La foto di Gloeden anziano che qui riproduco è apparsa nel medesimo articolo.
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