Una mala erba che
non si sradica.
DA CAPRI
A TAORMINA.
Gli omosessuali in Sicilia
[6/5/1908] [1].
Contro certe
gramigne, refrattarie alle cure sterminatrici del contadino e che sempre
rinascono e ricrescono, perché non se ne può svellere la
radice inaccessibile, la scienza agraria ricorre agli acidi e vince.
Vince perché
il rimedio è radicale, come l’incendio della vite per la filossera.
Che genere di
cura, che profilassi occorre per la malattia modernissima, che, nata in
Germania, ingigantitasi all’ombra dello stemma imperiale tedesco, volle
piantare e incrementare le sue succursali nel nostro paese?
Ecco: fnora
noi credevamo che l’omosessualismo fosse una vera e propria specialità
dei celibatari, religiosi, regolari o laici, e che il contagio trovasse
l'humus adatto solo nelle discrete penombre dei conventi e dei seminari,
ne' misteri delle sacrestie e dei confessionali, nelle regole degli istituti
preteschi.
Ma ora appare
tutt’altro.
Krupp,
fra un cannone e l’altro, trova modo, a Sorrento, di misurare altri
calibri.
A
Napoli
si scoprono le tribù degli imberbi giovani, compiacenti alle
lusinghe dei seguaci d'Eulemburg.
Le grotte azzurre
di Capri divengono ricettacolo di altre ben diverse investigazioni
artistiche ed occorre siano sorvegliate per impedire che maschi tentino
la vincita del milione!
A Taormina…
puntini di reticenza! Qui noi parliamo da testimoni de visu...alla
larga, intendiamoci bene!
Vi sono delle
coppie impenitenti, le quali si ostinano <a> voler osservare la luna
ed altri magnifici panorami sulla via che mena, per strade tortuose, alla
stazione ferroviaria.
Si mormorano,
in proposito, da male lingue, aneddoti piccantissimi, che ci duole non
poter riportare, perché nella narrazione di essi il signor procuratore
del re vedrebbe di sicuro quell'oltraggio al pudore che viceversa non sa
vedere nel fatto in sé stesso.
Difatti la
polizia… me la saluta lei?
Non sappiamo
con quale approssimazione di verità si narra l'avventura di una
squadra di cinque carabinieri travestiti – adibiti alla sorveglianza di
pratiche
molt<k>iane in seguito ad una
pubblicazione resa tempo indietro dal nostro giornale – la quale fornì
al colto ed all'inclita il meraviglioso spettacolo di uno dei suoi militi
tanto compreso della sua purificatrice missione da dover constatare
di persona i tristi effetti fisiologici delle lezioni sodomiache!! [2].
Ecco - signor Procuratore del re - un colmo!
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Vetrina
d'antiquario taorminese, all'inizio del XX secolo, con in mostra le foto
di Gloeden.
Da Gallo,
p. 29.
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Ma vi è
dippù.
Ci sono le
solleticanti fotografie del Glöden,
le quali continuano far bella e pubblica mostra di sé nelle vetrine,
travestite s'intende, da studi dal vero, in
atteggiamenti classici di pose fidiache.
Chi te lo avrebbe
mai detto, o Prassitele,
che la tua pura scuola dovesse un giorno arrivare come maschera di ellenismo
alla religione di Sada? [3].
Ci sono i cari
giovanotti paffutelli, dal labbro e dal mento accuratamente raso, dalle
guance vermigliette e procaccianti, dalle movenze espressive e voluttuose;
molte sacerdotesse di Milo [4]
potrebbero venire a disciplinarsi qui con tali preclari
maestri.
E ci sono tedeschi
stecchiti, dalle gambe a sedano e dagli zigomi sporgenti, le carni brunate
e l'andamento fiacco che guardano fissantemente i formosi macchinisti della
stazione con l'occhio dall'espressione indefinibile, da tirare gli schiaffi,
a dieci metri di distanza!
Puah!
**
A
parte che la casta ecclesiastica si potrebbe anche risentire di
questo vero e proprio plagio delle sue secolari costumanze,
come di una infrazione di monopolio, il che potrebbe condurre a un attrito
fra Stato e Chiesa, tanto più deplorevole in questi tempi di grato
connubio e di eccellenti relazioni per grazia a virtù della politica
giolittiana; a parte che l'uso
di queste pratiche omosessuali, di cui la Germania serba con amore
il brevetto, potrebbe tirarci in un conflitto diplomatico e
rallentare i buoni rapporti fra i due Stati, è certo che altre non
meno gravi conseguenze può produrre il incrudelirsi della piaga
ove non la si curi illico et immediate con un farmaco potente [5].
Bisogna dunque
– Eccellentissimo Procuratore del Re – che ella si decida una buona volta
perché l'ulcera morale delle piaghe summentovate
si cauterizzi, applicandovi sempre il nitrato della sua energia, anche
per non costringere noi a ritornare su questo stuzzicante, ma ingrato,
argomento. E soprattutto i di Lei carabinieri non siano di quelli troppo
corrivi
ad indossare i bianchi calzoni [6],
come il summentovato...
Neanche le consiglierei
di adottarne un taglio [7]
protetto da corazze
del signor Krupp, visto che esse non sono valide nemmeno
ai proteggere l'integrità morale e corporea del loro legittimo proprietario.
***
Pour la bonne
bouche.[8],
un aneddoto gustoso, che m'è caro dedicare al collega
Harden,
il trip<r>ocessato fustigatore della tavola rotonda.
Giorni or sono,
i due principi Oscar ed Augusto Guglielmo,
figli di S.M. Imperiale il Kaiser, mentre gironzolavano per le vie di Taormina,
soffermaronsi una mezz'ora nello
studio del famigerato fotografo Glöden…
Prenda nota,
collega Harden, che i principi provenivano da un viaggio per mare, e che
si accingevano a intraprenderne un altro e che il paese, pel momento, non
offriva, in mercanzia muliebre,
valori degni di così augusti acquirenti.
|
|
Il principe
Oscar di Prussia.
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Il principe
August Wilhelm di Prussia.
|
Dunque essi – prenda
nota collega Harden – si fermarono mezz'ora da Glöden… ne uscirono
con un pacco di fotografie – erano studi di nudo, culture artistiche
s'intende – che... non pagarono!
Ci sarà
stato di sicuro, nel fascio, quell'elegante quadretto dove si vede un paffuto
ragazzo offerente belle rotondità alla luce del sole.
Quell'altro
col satiro robusto e il compagnello gracile e delicato accanto.
Quell'altro
giovanetto ignudo coll'aria serafica dall'isterismo maschile stile Santa
Teresa.
Tutte bellezze
che formano il genere di Glöden.
Dunque i reali
pr...incipi non pagarono.
Da Corfù<,>
parecchi giorno dopo<,> quando il fotografo si aspettava il saldo del
conto – ottanta lirette in totale – si vide ritornare il pacco degli studi,
con un laconico biglietto di un aiutante di campo in cui era detto che
le fotografie... non servivano più!
Naso del mercadante!
Questa storia
va
sans dire che noi intendiamo insinuare nulla a carico dei principi
– convinti come siamo della grande moralità che illustra tutta la
Corte germanica – e che per altro garantiamo della piena autenticità
di quanto abbiamo voluto narrare a edificazione dei lettori.
***
I rimedi?
Ecco: qui bisogna
intendersi anzitutto nell'assegnare, a buona ragione, le cause patogeniche
di tanto… disservizio morale e fisiologico.
Difatti, se
è vero che per i princìpi correnti in fatto di moralità
i fatti deplorati costituiscano effettive infrazioni e ripugnino alla gentilezza
dei sentimenti di ognuno, non è men vero che uno dei maggiori coefficienti
di dissoluzione e corrompimento dei mezzi sessuali stia nella stessa organizzazione
dei costumi stessi. Abbiamo detto uno dei maggiori coefficienti,
non la cagione esclusiva.
Difatti... pallanzerebbe
il prete, alfonsinerebbe la Taide
Fumagalli [9],
ove l'uno e l'altro avessero il mezzo legale e naturale di sciogliere i
debiti dell'organismo [10]?
E gli altri
uomini che riproducono con tale beatitudine gli antichi fastigi della Tavola
Rotonda, si renderebbero tali ove una maggior libertà
di celebrare a Venere, una maggiore stringenza dei cosiddetti buoni costumi,
un minore impeto del pregiudizio che fa consistere l'onore della
donna nella integrità di un foglio
di carta, trasformassero in un senso più lieve la società
attuale? Certamente che no!
Ci si dia atto
che l'omosessualismo è privilegio della razza umana, non esteso
alla bestia, e in ragione diretta col grado di civiltà: lo dice
Buffon
e lo si deve evidentemente al fatto che fra le bestie non vi sono fandette
morali
o sessuali [11].
**
|
Wilhelm
von Gloeden (1856-1931), Studio accademico di nudo.
|
A questo punto
vediamo spuntare dalle labbra di taluno l'ironia di un sorriso e osserviamo
l'incresparsi compassionevole di un labbro che sus<s>urra: Libero
amore dunque?
E perché
no?
Intendiamoci:
noi non chiediamo l'automatismo di una legge la quale di punto in bianco
stabilisca il libero amore come rimedio, davvero radicale, alla
piaga omosessualista.
Non abbiamo
mai fatto a cornate con l'evoluzione storica; solo domandiamo un certo
anticipo, come un acconto sulle civiltà divenenti: se
non il libero amore, domandiamo... un amore più libero.
Cominci per
esempio il Mezzogiorno d'Italia ad imitare, in questo, il settentrione,
ed il settentrione ad imitare i paesi del Nord dove i freni morali
dello
scambio sessuale calzano meno sulla ruota del buon costume<,> facendola
scorrere a miglior agio [12].
Noi vedremo
gli effetti immediati col diminuire dei delitti passionali, dell'incesto
e del sodomismo.
È l'opinione
di Liebenieth (sic) e di <Mario> Carrara.
***
Per intanto,
signor Procuratore del re, nell'attesa del pranzo, forniteci l'antipasto
di una maggiore vigilanza, di una maggiore energia nella repressione
dei brutti fatti sui quali ci siamo onorati richiamare più volte
la vostra attenzione.
Non vi fate
prender la mano dall'alto rango dei colpevoli.
Pensate agli
ultimi scabini.[13]
di Berlino che seppero fustigare a sangue gli… imperiali e reali maiali
del Reno.
Giardini-Taormina
4 aprile.
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Il titolo
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1]
Il testo da "Il Corriere di Catania", 6 maggio 1908, così
come riportato in passato nel sito di Enrico Oliari.
A causa della
cattiva qualità del microfilm usato da Oliari la trascrizione conteneva
imprecisioni e spazi vuoti, che ho emendato con una collazione col testo
cartaceo conservato presso la biblioteca universitaria di Catania.
Ho inoltre reimpaginato
il testo, aggiungendo acapo e neretti, per migliorare la leggibilità
online.
Ringrazio Enrico
Oliari, che ha rintracciato e pubblicato gli articoli, e Malcom
Gain, che ha rintracciato nella sua collezione gloedeniana alcune
delle immagini citate nel testo.
Secondo quanto
scritto nel
terzo articolo, questa è la prosecuzione d'una campagna moralizzatrice
iniziata sul quindicinale messinese "La provincia socialista".
L'identità
più probabile per l'autore dei tre articoli è quella dell'Umberto
Bianchi che nel 1911 sarebbe stato segretario della Camera del lavoro di
Forlì, e che fra il 1913 e il 1922 avrebbe pubblicato vari opuscoli
socialisti.
Bianchi fu
anche deputato nel 1919 e nel 1921 per i socialisti (riformisti) [nel
1922 presentò un'interrogazione parlamentare sul "caso Meucci"],
e fu pure arrestato dai fascisti come ex deputato socialista. Cambiò
però casacca, come molti politici di sinistra della sua epoca (e della
nostra), e dal 1939 al 1943 fu nuovamente deputato.
Nel 1946 è registrata la sua scarcerazione dopo un nuovo arresto. Non ho potuto trovare altro. (Ringrazio Stefano
Bolognini per il materiale sulla carriera politica di Bianchi).
[2]
Intende dire che uno dei carabinieri incaricati di sorvegliare gli "atti
osceni in luogo pubblico" compiuti da coppie omosessuali, dovette poi essere
curato per una malattia venerea contratta mentre esercitava l'incarico.
Se l'aneddoto
è vero (non ci giurerei), la dice lunga sull'atteggiamento dell'epoca
verso i turisti omosessuali: più occasione di sfogo sessuale e/o
guadagno, che problema. Kuno von Moltke fu uno degli implicati nello
scandalo Euleburg sopra citato.
[3].Sic,
ma palese refuso per "Sade".
[4]
"Molte prostitute potrebbero venire a lezione da loro". Milo richiama la
"Venere
di Milo", la dea a cui era consacrato l'amore, anche fisico. E "sacerdotesse
di Venere" era all'epoca un eufemismo per "prostitute".
[5]
"Illico et immediate" = "Subito e immediatamente". L'Italia era
in quel momento alleata di Germania ed Austria. Le allusioni agli scandali
omosessuali tedeschi erano anche, quindi, critiche alla politica del governo
italiano.
[6]
Ipotizzo che intenda dire: vestirsi come i turisti (omosessuali) stranieri
e comportarsi proprio come loro, ma forse i "bianchi calzoni" sono una
frase in codice per segnalare gli omosessuali (vedi oltre).
[7]
"Un taglio d'abito", cioè un vestito.
[8].Espressione
idiomatica francese che equivale a dulcis in fundo: "tenendo la
parte migliore per concludere".
[9]
Bianchi sta sostenendo che i "casi di costume" in questione derivano da
responsabilità individuale e non da una generica "corruzione
dei costumi" (come sostenevano i cattolici), a parte alcuni casi
precisi, come quelli del... collegio
religioso marianista di Pallanza (casi di stupro dei collegiali) o
lo scandalo
Fumagalli di Milano (prete pedofilo che violentava una bambina).
L'uso di verbi
come "pallanzare" e "alfonsinare" (per dire
"stuprare"), creati a partire da questi scandali, proviene
dal settimanale satirico e anticlericale "L'Asino", che infatti Bianchi
nomina espressamente in
un articolo successivo.
Quanto a Taide,
basti dire che fu indicata da Dante con l'icastico aggettivo di "puttana".
[10]
"Questi fatti non accadrebbero se costoro potessero soddisfare in modo
legale e naturale il loro bisogno fisiologico relativo alla sessualità".
[11]
In altre parole, Bianchi riduce l'omosessualità a un dato puramente
"culturale", negandogli
una componente "animale" e quindi "naturale", nonostante le
prove del contrario, note
anche prima e dopo Buffon (no, non so a quale brano di Buffon
Bianchi si riferisca).
Al tempo stesso,
poco sopra Bianchi ne aveva negato il carattere di problema "morale", secondo
l'approccio cattolico.
La spiegazione
di Bianchi (alquanto ingenua, ma comunque meno idiota di quella dei suoi
contemporanei omofobi), è quindi che l'omosessualità nasce
a causa della repressione sessuale, che impedisce il "legittimo"
sfogo dei desideri (etero)sessuali.
Dunque: sì
alla liberazione sessuale (che egli definisce col termine dell'epoca:
"libero amore") se si vuole la scomparsa di certi brutti fenomeni;
no
invece alla scelta di fingere di non vederli (come facevano le autorità
siciliane).
La parola "fandetta"
non appare sui dizionari: sarà un refuso, o termine straniero.
[12]
Nonostante la sua ingenuità Bianchi, forse perché toscano
e quindi estraneo alla cultura
dell'"omosessualità mediterranea" allora prevalente in Sicilia,
aveva ben percepito come l'omosessualità fosse parte integrante
della
cultura mediterranea, che segrega la donna in quanto "proprietà
esclusiva" del maschio (padre/padrone, marito/padrone), e che allo sfogo
sessuale dei maschi non sposati lascia solo due strade: il ricorso alle
prostitute
per chi avesse denaro, e
i rapporti con altri maschi per i poveri (cioè, per definizione,
i giovani e giovanissimi).
Come vedremo,
i suoi interlocutori siciliani lo
tratteranno da "rompiscatole" che viene a ficcare il naso, da settentrionale
che non capisce nulla del Sud, in fatti che non devono riguardarlo,
in quanto "disonorevoli" e disonoranti se sottratti alla congiura
del silenzio..
Ma Bianchi,
almeno in questo, aveva fatto centro.
Per un'interessante
analisi criminologica della situazione a Catania un ventennio dopo
questo articolo si veda, nel presente sito, Amedeo
Dalla
Volta (1892-195?), Una associazione a delinquere nel reato di violenza
carnale contro natura [1929].
[13]
Emendo in scabini ("impiegati comunali") lo scalini
del testo. |