Germania
docet
I FASTIGI
DELLA TAVOLA ROTONDA
A TAORMINA
Mercato
di carne umana [11/5/1908] [1].
All’Illustrissimo
Procuratore del re.
Eccellentissimo,
prima che io mi avvalessi di questo strumento di civiltà, il giornale,
per procurare a me l’onore e a Voi il disturbo di intrattenervi sopra un
argomento così scabroso e dolorante come le imitazioni nostrane
- non in formato ridotto - delle meravigliose avventure della camarilla
omosessuale tedesca, un distinto gentiluomo straniero, italianofilo e ricchissimo,
oltre che integro di carattere e persona di cuore, ebbe a dirigervi, in
merito alle stesse cose, alcune epistole.
Esse rendevano
fatti, esprimevano apprezzamenti, riferivano commenti e deplorazioni pubbliche,
mostravano, anzi dimostravano l’urgenza e il dovere di intervenire da parte
delle Autorità a che cessasse una buona volta lo scandalo diuturno
costituente ed attribuente obbrobrio immeritato, disistima all’Interno
o all’Esterno verso un paese gentile ed ospitale come Taormina.
Voi teneste
il documento e… rievocaste l’annoso episodio di Ponzio Pilato [2]!
Certo, Voi foste
in carattere.
È tendenza,
diciamo così, patologica, della polizia italiana ai nostri giorni,
di occuparsi a preferenza dei socialisti piuttosto che delle denunzie
di questi.
Ecco un partito,
il quale al di fuori e al di sopra della propria attività, nel campo
politico ed economico, ha caro di occuparsi un tantino della pubblica
moralità: stecca [3]
sindaci, barattieri
e deputati camorristi, ministri ladri e commendatori disonesti, svela le
mangerie e i disordini delle grandi amministrazioni, mostra a nudo le piaghe
cancrenose dei grandi Istituti, entra nelle cloache religiose a scovarvi
il morbo Fumagallico [4],
denunzia le violazioni alle leggi sociali,
si costituisce molto spesso vero e proprio tutore dell’ordine e della legge
in difetto dell’altrui vigilanza.
Voi - Eccellentissimo
Procuratore - e tutti, o quasi, i vostri colleghi in... ventisette del
mese [5],
o non aprite le orecchie al clamore o, se le aprite un momento, è
per sentire... il reato del socialista denunziatore, che fate arrestare.
Ecco perché
- o Illustrissimo - io conservo assai scarsa fiducia circa l’esito di questa
pubblicazione, a Voi dedicata, e stimo dubbio che essa sia destinata a
sortire il medesimo effetto delle epistole
anzidette.
Però,
come suol dirsi, <">a furia di scagliare acqua nel muro sempre se
ne attacca<",> [6]
eppoi noi parliamo per l’opinione pubblica<,> la quale si commuove e
s’è già commossa, guardando con occhio favorevole la nostra [7]
onesta campagna. C’è sempre un po’ di soddisfazione quando, nell’assolvere
un compito di giustizia e d’onestà, è dato raggiungere
l’assentimento benevolo del giudizio degli onesti.
Perciò
avanti! E sarà a lungo.
|
Taormina:
carretto siciliano. Cartolina colorata a mano, primi decenni del sec. XX.
(Questa foto non è di Gloeden).
|
***
Allorquando
chi scorre sui margini del delitto si sente
afferrato con violenza dall'apostrofe rivelatrice, corre sempre ai ripari
e, se gli basta l’animo, grida alla calunnia o ritorce l’accusa; se è
vile, vira di bordo e s’attacca a Loyola [8].
Così
nel nostro caso: una voce malignetta, alfonsinesca [9]
comincia a serpeggiare nel terreno adatto e tenta di germinare feconda
lo scopo traditore.
“È lotta
a Taormina" - si dice -; "si vuol disonorare il Paese!”.
Perché
non aggiungere che l’oro Francese od Inglese o quello di albergatori d'altre
Città, inspira le nostre accuse e le nostre rivelazioni?
Orbene, noi
diciamo chiaro e forte:
Chi c'inspira
è un alto e nobile senso moralizzatore; è carità
del natio loco [10]
offeso da brutture straniere; è sentimento di dignità
frustrata a sangue da pratiche disonoranti la natura umana; è
malinconia di vedere abbondanza di persone disertare Taormina per
le sozzure che si dileguano; è spirito innato ed irresistibile
di avversione al vizioso ed al brutto; è desiderio
intensissimo di sapere la fine di tanto ignobile mercato di carne e d’anima.
Noi - dico noi
a buon diritto, perché dietro all’umile scrittore sta la schiera
dei suoi nell’idea [11]
- ci guarderemmo e ci guardiamo bene nell’assegnare a tutto un paese collettivamente,
la responsabilità morale del disordine di pochi.
Anzi ci riserbiamo
di mostrare come la mala pianta sia esotica ed allignata qui solo
in virtù di pertinace resistenza culturale<,> e contro la naturale
e doverosa reazione dell’humus cittadino.
Ma anche la
filossera
si regalò ai nostri vigneti da terra straniera [12]
e nessuno ha mai compiuto l’assurdo pensiero di farne una colpa al... contadino!
Cosicché
blatera al vento l’umoristico rivendicatore del buon concetto paesano [13]<,>
e meglio farebbe a non rendersi complice, colla sua ingrata ed interessata
difesa di tanta jattura [14]
morale.
***
Il mercato è
fatto così [15]:
entra il... tedesco, a caccia di emozioni fisiologiche, nel retro negozio.
Gli si mostrano
fotografie artistiche; Socrate all’Aquarium
coi fanciulli disciuti e vezzosetti; il vecchio filosofo ammantato
in un bianco bardamento, l’aspetto flacco
e cadente, ma gli occhi scintillano e vanno a posarsi sulle procaccianti
forme tenerelle dei piccoli discepoli. Il quadro è molto ben fatto
e suggestivo.
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Wilhelm
von Gloeden (1856-1931), Socrate alla fontana [1902]. Collezione
Malcom Gain, Parigi.
|
Il secondo
rappresenta una rupe sorgente dal mare, perduta nell’azzurro di questo
bel cielo meraviglioso.
C’è
dell’ellenismo nell’aria e nell’arte.
Un satiro cornuto
dalla folta chioma costretta in un nastro, siede nudo sull’aspra roccia
, le braccia muscolose indietro tese, lo sguardo sfavillante, le labbra
frementi.
Vicino a lui,
appena coperto da una fascia nelle parti indispensabili è l’uomo-femmina,
la donna del satiro, un giovincello flessuoso, dal corpo ben modellato
e le forme plastiche.
I due generi
insomma… così il tedesco può scegliere!
|
Wilhelm
von Gloeden, Fauno e adolescente (dettaglio). Questa non è
la foto di cui parla Bianchi, ma il concetto è simile.
|
Un terzo
è il San Luigi, molto simile, almeno… nelle tendenze sessuali, egregiamente
reso da un quindicenne in atto serafico, gli occhi al cielo, le labbra
voluttuose, un atteggiamento da … aspettanti favori non proprio celesti!
È il tipo dell’erotismo mistico.
Un quarto:
busto di ragazzo ignudo fino alla cintola, capelli neri incolti sparsi
al vento, naso aquilino, occhi neri e vivissimi, postura maschia
ma procacciante: una corona di quercia gli cinge la fronte. È il
tipo selvatico.
|
Wilhelm
von Gloeden, Ritratto. Questa non è la foto di cui
parla Bianchi (la corona è d'alloro, il naso non è aquilino
ecc.) ma il concetto è lo stesso.
|
Vi sono poi gruppi
di schiavi greci nel peristilio antico, nudo del tutto e tutti giovanissimi;
il gruppo di suonatori di tibia; in costume adamitico, sulla terrazza
prospiciente il mare; vi sono infinite varietà di ritratti.
Il...
tedesco ammira e compera. Se è timido si accontenta delle fotografie,
eminentemente suggestive capaci di suscitare sensi erotici assai più
- Onorevole sig. Procuratore del Re - di
quelle tali illustrazioni dell’Asino in cui il vostro egregio collega di
Roma volle riscontrare oltraggio al pudore.
Se non è
timido, strizza l’occhio o modula acconce frasi ed allora il fotografo...
offre gli originali.
Messi su questa
via l’intesa è in breve raggiunta.
Il soggetto
è messo a disposizione per un certo numero di sedute, ovvero è
addirittura scritturato come groom,
cameriere o altro.
Da particolari
informazioni mi risulta che l’impresario ha in nota [16]
più di cinquanta soggetti, prelevati in diverse regioni e coi quali
tiene attiva corrispondenza, come pure con molti aristocratici assuntori
di simili generi d'appalti.
E
così avviene che si vedono partire, con forestieri, giovanetti imberbi
e poveri, che dopo qualche tempo tornano più... disinvolti e ben
vestiti. Fanno buona vita finché hanno denaro e poi rispiccano
il volo per lidi ignorati.
Testimonianze
autorevoli mi affermano che si son visti e si vedono stranieri andare con
fotografie alla mano in cerca dei modelli, chiamarli e trattare con loro.
Un figuro tedesco
ebbe l’audacia di suonare alla porta di un distinto forestiero, il cui
servitore era stato fotografato, farlo discendere e presentargli proposte
oscene. Ci volle il bastone del gentiluomo per impedire il contratto.
Signor procuratore:
i nomi a vostra disposizione.
***
Mi domanderete:
dove è la pietra dello scandalo; chi
è il fotografo colpevole di tanta immondizia morale e di tanta abiezione?
Signor procuratore:
cercatelo, signor procuratore: indagate.
I fotografi
a Taormina sono in parecchi. Ma vedrete che uno solo si risentirà
di questo mio scritto. Mettetegli le mani addosso... ma calzatevi prima
i guanti. Egli potrebbe equivocare sul vostro atto! E sarebbe curioso che
voi pure - emerito magistrato - foste per essere fotografato da lui.
***
Illustrissimo,
proprio ieri, narrano i giornali, fu
tratto in arresto Eulenburg.[17]<,>
ed era un principe della Corte Imperiale.
Questo in Germania,
dove l’omosessualismo, come disse in una celebre testimonianza il
giornalista Hauften al processo Harden, è pratica
quasi normale<,> talmente [18]
da far esclamare al testimone con voce sicura: Io mi dichiaro omosessuale.
In Germania, dove il fastigio
della Corte si riverbera sui familiari dell’Imperatore in guisa
da renderli inviolabili e potentissimi.
Vorrà
dar prova la giustizia in Italia di delittuosa incuranza, accordando l’immunità
agli infami patrocinatori del vizio mostruoso e
continuare, per contro, l’inseguimento dell’Asino?
A voi la risposta.
A noi
frattanto il tranquillo lavoro di luce e di denunzia, la santa campagna
giornalistica epuratrice.
E... giù
le zampe!
I documenti
li abbiamo nel cassetto.
Taormina, 9
maggio.
|
Wilhem
von Gloeden, Nudo accademico. Foto n. 1404 [ca. 1895].
|
Questo
è il secondo articolo di una serie di quattro.
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
|
Note
[1]
Il testo da "Il Corriere di Catania", 11 maggio 1908, così
come riportato in passato nel sito (ora non più online) di Enrico Oliari. Germania docet significa,
in latino, "La Germania insegna".
Ho corretto
i refusi più evidenti e reimpaginato il testo, aggiungendo acapo
e neretti, per migliorare la leggibilità online.
Ho infine integrato
le lacune della trascrizione di Oliari (causate da aree bianche nel microfilm
da lui usato) con un riscontro sull'originale cartaceo conservato alla
biblioteca universitaria di Catania. (Ringrazio l'Arcigay
di Catania che, invitandomi a tenere due conferenze in città, mi
ha dato modo di effettuare tale verifica, assistendomi poi nella mia ricerca).
Ringrazio Enrico
Oliari, che ha rintracciato e pubblicato gli articoli, e Malcom
Gain, che ha rintracciato nella sua collezione gloedeniana alcune
delle immagini citate nel testo.
Sull'identità
dell'autore si
veda quanto detto parlando del primo dei quattro articoli della serie.
[2]
"Ve ne lavaste le mani".
[3]
"Bastona", "rimprovera".
[4]
Allusione allo scandalo
Fumagalli di Milano (un prete pedofilo che violentava una bambina),
già
citato da Bianchi nel primo articolo. "Morbo gallico" era detta
la malattia a trasmissione sessuale (specie la sifilide).
[5]
"Colleghi in stipendio". Gli sta dando dello scaldapanche, buono solo a
prendere lo stipendio una volta al mese.
[6]
"A furia di insistere, qualcosa si ottiene".
[7]
Emendo a senso in "nostra" il "Vostra" della trascrizione di Oliari.
[8]
"Il delinquente che si sente accusare e smascherare corre ai ripari, e
se ha baldanza grida alla calunnia e ribalta l'accusa, se è vigliacco,
cambia strada e si fa proteggere dalla Chiesa cattolica" (Loyola
è il fondatore dei gesuiti).
[9]
Altra allusione allo scandalo
Fumagalli.
Il
senso della frase (Bianchi scrive con uno stile tortuosissimo...) è
che i clericali, amici di degni personaggi come Fumagalli, insinuano che
Bianchi parli perché è stato pagato per calunniare, dai nemici
di Taormina e della Sicilia.
[10]
Inteso come Italia, non come Sicilia: Bianchi era di Firenze, come rivela
egli stesso.
[11]
"Dietro a me stanno coloro che condividono le mie idee" (marxiste).
[12]
Malattia parassitaria che arrivò in Europa dall'America e ne devastò
i vigneti.
[13]
"Della reputazione paesana".
[14]
Emendo "fattura" in "jattura" (sciagura, catastrofe).
[15]
"La transazione commerciale [di Gloeden] avviene così"...
[16]
"Ha nel catalogo", "ha in elenco". "Impresario" qui sta per "ruffiano".
Ciò detto,
le accuse di Bianchi sono calunnie o no?
Sul fatto che
la prostituzione fosse praticata in gioventù dagli indigeni non
occorre discutere: tutti sanno che in Italia molte fortune economiche,
in quel periodo, nacquero da relazioni sessuali con ricchi stranieri. I
quali ne scrivevano nei loro diari, nelle loro lettere e nei loro romanzi,
che ormai sono stati pubblicati da decenni.
Lo stesso accade
del resto oggi in Tunisia o Marocco fra giovani indigeni e omosessuali
italiani, che per gli standard locali sono "ricchi". Una sola "marchetta"
può rendere perfino quanto un mese di lavoro, secondo le paghe locali,
e una settimana o due quanto un anno di lavoro. Non stupisce che qualcuno
ceda, specie se è omosessuale egli stesso.
Ciò premesso,
Gloeden fu davvero l'organizzatore della tratta di ragazzi, fu cioè
un ruffiano, quale è accusato di essere qui?
Personalmente
non lo credo. Primo, perché non occorevano organizzatori, esattamente
come oggi in Tunisia o Marocco, dove vige la "libera impresa". Secondo,
perché la logica di Gloeden fu ben diversa da quella di
suo cugino Plüschow, che produceva anche pornografia
etero- ed omosessuale ed effettivamente metteva a disposizione i modelli
ai suoi "clienti" (e immagino non certo a titolo gratuito).
Ma Plüschow
viveva a Roma, Gloeden invece in un paesino di poche migliaia d'anime,
ed era conosciuto, visto e sorvegliato dalla pettegolissima e gelosissima
linguaccia siciliana.
Se riuscì
a restare fino alla fine suoi giorni a Taormina senza suscitare scandali,
ciò fu solo perché rispettò sempre il codice d'onore
del paese. Secondo il quale una cosa era andare a servizio presso un
ricco straniero ed approfittarne per fare per (molto) denaro quelle cose
"che tutti i ragazzi fanno tra loro" gratis, in attesa di
sposarsi.
Cosa del
tutto diversa era diventare un vero puttano, disponibile
su chiamata e su catalogo.
Erano (e sono
tuttora) due situazioni diverse, e lasciando da parte le considerazioni
morali, non penso che Gloeden fosse così sciocco da non accorgersene.
Certo, sapendo
che la natura umana è quel che è, non scommetterei la mano
destra sul fatto che Gloeden non abbia mai presentato a qualche conoscente
un ragazzo "che ci stava" e che non gli interessava.
O che possa
avere aiutato (secondo la molto peculiare morale dell'epoca) un
ragazzo in ristrettezze economiche trovandogli lavoro presso un amico gay,
immaginando bene che il lavoro prevedesse lo "straordinario notturno".
Ma questo,
per la morale dell'epoca e del luogo, finché non ledeva l'immagine
e l'onore dei contraenti, non era né illecito né immorale.
Insomma, qui
gli
indigeni ragionano in termini di "onore" ("ciò che non
disonora non comporta colpa") e Bianchi in termini di "colpa"
("ciò che è colpa morale, è di per sé disonorevole").
[17]
I continui richiami, fin dal titolo, al
processo tedesco detto "della Tavola rotonda" permette d'inquadrare
anche questi articoli di Bianchi nell'ondata d'attenzione (e preoccupazione)
verso l'omosessualità che investì il mondo, richiamando anche
in l'Italia le luci della ribalta su episodi e scandali che in altri periodi
sarebbero stati relegati a poche righe di cronaca nera.
[18]
"A tal punto".
In realtà
questo Hauften faceva probabilmente
parte del movimento
di liberazione omosessuale tedesco, fondato un decennio
prima.
Ma il suo coraggio,
e "orgoglio gay", fece scalpore in tutto il mondo (che seguiva il processo
ad Harden,
denunciato per diffamazione per le accuse di omosessualità che aveva
mosso alla cerchia di collaboratori dell'imperatore tedesco) come esempio
di suprema sfacciataggine.
Eppure il mondo
è cambiato grazie al coraggio di persone come questa.
Si noti a margine
che il termine "omosessuale"
divenne si diffuse nelle lingue occidentali durante questo processo, nel
quale fu usato come "eufemismo" asettico al posto di "sodomita", "pederasta"
o simili. |