Reati e pene [15/5/1907] [1]
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Gli illeciti passatempi
fotografici
di un signore tedesco.
Un arresto.
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Ci telefonano
da Roma, 14, ore 24: |
Giorni
sono si recava negli Uffici del Commissariato di pubblica sicurezza di
Trevi un giovane, del quale si fanno solo le iniziali del nome E. M., cameriere
in un noto caffè posto nel centro della città. Era accompagnato
dal padre, e narrava di essere stato invitato da un signore straniero ad
andare nel suo studio di fotografia. Il vice-commissario di Trevi, iniziate
delle indagini, accertava che lo straniero era il fotografo Guglielmo Puschow
(sic), di 56 anni, di Vismar, il quale aveva uno studio in corso Umberto
33.
In una perquisizione nello
studio stesso, il commissario sequestrava molte fotografie di giovani completamente
nudi. |
Il
Puschow, fino a ieri, era un solitario, che viveva un poco oscuramente,
circondato soltanto da una clientela un poco misteriosa, di una piccola
schiera di modelli d'ambo i sessi, di cui si serviva per comporre i gruppi
fotografici, che talvolta, camminando come per un filo di rasoio fra l'arte
ed il realismo troppo spinto, venivano anche esposti in qualche negozio
di stampe.
I giovanetti e le giovanette
che si presentavano a farsi riprodurre dal suo obbiettivo erano quasi tutti
dai 12 ai 16 anni. Essi godevano della più ampia libertà
in casa del Puschow, e frequentemente quella che nemmeno ai bagnanti è
concessa.
II fatto più grave,
poi, era questo: che il Puschow non si contentava di riprodurre separatamente
i modelli, ma li disponeva in gruppi, in atteggiamenti dei più audaci.
A questa scuola di inverecondia convenivano in questi ultimi tempi molti
minorenni. Di quelle promiscuità fotografiche, poi, il tedesco raccolse
migliaia di negative. |
Alcuni giorni or sono
pervenne all'Autorità di pubblica sicurezza una denunzia aperta
del signor Alfredo Marinelli, il quale esponeva come il proprio
figliuolo Ernani, di 12 anni, fosse stato fotografato dal Puschow,
nel suo studio al corso Umberto, in atteggiamento non conforme alle leggi
del pudore.
L'Autorità giudiziaria
informò della cosa quella di pubblica sicurezza, la quale si adoperò
subito per appurare quanto vi fosse di vero nel fatto denunziato. |
Esistendo così
una denunzia su fatti precisi, fu incaricato il commissario di Trevi di
investigare senza esitazioni, e il commissario fece subito fare una perquisizione
allo studio del fotografo, e sequestrò varii album grossissimi,
pieni di ritratti di minorenni meno vestiti dei ragazzi che vivono nel
centro dell'Africa. In seguito a ciò, fu spiccato mandato di cattura
a carico del signor Guglielmo Puschow.
Il Puschow si dichiarò
commerciante in fotografie d'ogni genere, e si mostrò sorpreso assai
della misura adottata a suo carico. |
L'ambiente nel quale convenivano
i modelli è al riparo da ogni sguardo indiscreto.
Il Puschow aveva la propria
abitazione in corso Umberto, ed era addobbata molto elegantemente. Alle
quattro stanze che la compongono stamane sono stati posti i suggelli dall'Autorità
di pubblica sicurezza. |
Stamane si recarono a
cercare del Puschow due giovani addetti al suo gabinetto fotografico, ma
il portiere li avvertì che egli era partito, e che probabilmente
lo studio non avrebbe funzionato per molto tempo. |
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo, senza firma, da: "La stampa", 15 maggio 1907, p. 5. Online
sul sito storico de "La stampa".
La condanna
subita da Plüschow in questo processo è stata pubblicata da
Enrico Oliari qui.
Per altri articoli
sul processo e sulle vicende del fotografo tedesco si veda qui.
Ringrazio Stefano
Bolognini per avermi segnalato l'articolo.
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