UN PROCESSO SCANDALOSO
L'industria di un tedesco speculatore del vizio [1].
Quanto
prima a Roma si inizierà un processo che richiamerà l'attenzione della
stampa sulle tendenze delle quali si é tanta occupata la stampa
europea, unitamente, in rapporto ai processi di Berlino che rovinarono
moralmente generali del gabinetto dell’imperatore.
Si tratta di fatti scandalosi che investono determinate persone , ma non tutta la nazione [2].
Nella seduta del 28 novembre al Reichstag, il cancelliere germanico principe di Bülow, parlando degli scandali della Tavola Rotonda, affermò nettamente che il popolo tedesco non è psicopata e che nell'esercito tedesco non esiste uno stato di cose simile a quello che esisteva nell'impero romano decadente.
E molto opportunamente aggiunse:
"Il
volere delle mancanze commesse da membri delle classi elevate della
società, dedurre la corruzione della nobiltà e l’infezione
dell’esercito, é ingiusto e insensato, come tutte le accuse generiche,
parziali e tendenziose. In tutte le professioni, in tutte le classi,
esistono elementi indigeni: dappertutto vi sono privati che disonorano
la loro condizione e il ceto a cui appartengono.
Soltanto
se la società sopporta scientemente un tale stato di cose, se essa non
si purifica da se stessa, si rende colpevole di complicità".
Aveva mille ragioni il cancelliere: dovunque esistono privati che
disonorano la loro condizione e il ceto a cui appartengono, e si ha
gravissimo torto quando si generalizzano colpe personali.
Le accuse lanciate dal pubblicista Harden contro la "Tavola Rotonda"
non macchiano la società tedesca: rivelano tutt'al più uno stato
d'animo ed una degenerazione sessuale,
che sono per avventura più frequenti negli Stati del nord, che in
quelli del sud. Da noi, per esempio, si hanno talvolta a deplorare
colpe e delitti assolutamente contrari: violenze passionali, derivanti
da deficienza di educazione e da eccesso di vigoria.
Noi ci troviamo agli antipodi: e forse è per ciò che i degenerati
vengono assai volentieri nel Mezzogiorno dell’Italia. Anche in questo
caso si verifica il detto antico che gli estremi si toccano.
L'agenzia Pluskow
La prova materiale e poco lusinghiera che offre l’agenzia che teneva a Roma, al corso Umberto I n. 333 piano ultimo, il tedesco Guglielmo Pluskoff, con succursali a Napoli, a Capri e a Taormina.
Come abbiamo narrato a suo tempo il 16 dello scorso maggio, in seguito a denuncie di genitori,
i quali avevano scoperta la causa di traviamenti di figli poco più che
adolescenti, venne arrestato il Pluskow nella casa nella quale si
riunivano uomini che si chiamavano urninghi, in massima parte tedeschi, e giovani che venivano instradati al vizio.
Il commissario cav. Secchi, il vicecommissario avv. Falqui e il
brigadiere Rotili, sequestrarono nell'agenzia registri, corrispondenza,
elenchi di nomi, centinaia e centinaia di fotografie negative, molto
allegre, che venivano a testimoniare in modo anche eccessivamente
chiaro il triste mestiere esercitato dal Pluskow e delle tristissime
tendenze degli amici suoi, sudditi russi, inglesi, qualche francese, ma
per la maggior parte tedeschi.
Ad essi Pluskow provvedeva i... modelli di bellezza, giovinetti dai 16
ai 20 anni, vigorosi, aitanti della persona e simpatici di viso, che
venivano occupati in apparenza nella qualità di grooms[3]. In realtà le loro funzioni erano assai diverse.
Centinaia di modelli
Il Pluskow teneva a propria disposizione un centinaio di giovanetti, li
fotografava isolatamente e in gruppi in pose diverse e spediva le
fotografie alla numerosa clientela sparsa in tutto il mondo, composta
esclusivamente di persone dal costume depravato.
Questi si compravano le fotografie, formato gabinetto [4], ordinavano ingrandimenti a carbone dei soggetti preferiti e spesso chiedevano pure l'invio del soggetto.
Wilhelm von Plüschow (1852-1930), Ragazzo nella posa di uno degli "ignudi" di Michelangelo. Alle spalle appare la porta borchiata spesso presente nelle foto di Plüschow.
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Le corrispondenze
"Io sono homosexuel – gli scriveva un suddito dello zar – datemi
l’indirizzo di un laboratorio a Napoli ove si trovino fotografie di
studi maschili... indirizzatemi le spedizioni: Russie, ecc., ecc.".
Un altro gli scriveva da Parigi, boulevard Jules Sandau:
"Pel mio soggiorno a Venezia che sarà di 10-15 giorni, ho bisogno di un giovane domestico il quale dovrebbe servimi da modello.
Lo pagherei nel modo che giudicherete conveniente".
Non tutti questi individui... speciali [5] hanno la franchezza... delle loro opinioni.
C'è quegli che vuole apparire tutt'altro uomo e viene in compagnia di
una signora, che poi lascia all'albergo affidandola alle cure
dell'agente [6].
Un altro scrive all’ottimo amico Pluskow:
"Per vostra norma, il mio prossimo indirizzo sarà Gragnano,
albergo del Cervo, ove vi prego di avere la bontà di scrivermi se la
principessa Giulietta sta bene e se è allegra. Vi prego però di non
lasciar comprendere che essa è la bella Minka di Amburgo".
In altre lettere costui richiede un giovanetto, e ne stabilisce
nettamente i patti affinché non abbiano poi a sorgere contestazioni,
così: "relazioni con altri uomini né con donne non dovrà averne finché rimanga con me".
Proseguendo lo ringrazia della collezione di fotografie maschili inviategli e dice:
"La vostra collezione mi ha procurato ciò che potrebbero dorsi piacevoli torture di Tàntalo. Che peccato è l'essere così lontano!".
Le relazioni fra clienti e agente sono frequentissime e affettuose: uno gli scrive:
"Gontrano
sta d'incanto: è divenuto più robusto e si va abituando a poco a poco
all'andamento regolare delle sue occupazioni. In principio a
Swengenberry, ciò diede luogo a qualche contrasto e difficoltà...".
Un inglese scrive anche peggio intorno alle sue visioni ellenistiche dei modelli italiani.
Perché certuni vengono a Roma
Molti clienti lo avvertono che verranno a Roma da lontano, dalla
Germania, dall'Inghilterra, dalla Russia, per vedere i bei giovani dei
quali hanno avute le fotografie... non si viene a Roma solamente per
vedere il papa.
Sono documenti umani preziosi per stabilire la profondità e l'estetica della piaga degeneratrice.
Per esempio un signore del Club nazionale liberale di Londra, scrive il 16 maggio 1907:
"Caro
signore, io sono rapito, estasiato per le fotografie e mandovi ora 34
fr. e 50 centesimi. Sono ansioso di sapere se venendo di questi tempi a
Roma vorreste incaricarvi di presentarmi due o tre giovanotti dei quali
già conosco le meravigliose fotografie".
Non sono generosi, i psicopati.
In generale questi individui partono da Roma, da Capri, da Taormina, da Napoli, portando con sé uno o più grooms,
vestiti in elegante costume attillato, dai colori vivaci, il berretto
senza ale sul cucuzzolo, i pantaloni corti, le calze lunghe, che
ordinano di preferenza all'Unione Militare [7].
La loro generosità non è però quasi mai in relazione diretta colla loro
passione. Fissano stipendi dalle 30 alle 60 mensili con obblighi
stranissimi, molto chiaramente, sfacciatamente, specificati.
E si lagnano se... i modelli chiedono più tardi un aumento di salario proporzionato all'aumento del lavoro.
"Un lato meno simpatico del carattere degli italiani – scrive uno di essi – è
quello di chiedere sempre qualche cosa in più della somma stabilita.
Avvertite la famiglia che sarò sempre puntuale nell'inviare il denaro
tutti i mesi: ma non mi annoi con richieste eccessive".
Le soverchie occupazioni stancano, sfibrano molte giovani vittime di
questi stranieri e vi è la lettera di un padre che lamenta l’eccesso...
di lavoro del figlio a Berlino, il quale stanco chiedeva di tornare a
casa.
Nelle stesse condizioni si trovano altri giovani, per quanto ben
nutriti e trattati con tutti i riguardi: ed allora i ricchi clienti
scrivono al Pluskow lagnandosi come di una merce soggetta a facile
avaria! "Mandatemene di più energici".
Ancora un po' e si scaglieranno contro la frollezza della gioventù italiana.
Allora l'agente promette l’invio di marinai.
E l'ottimo signor Pluskow si presta con molta buona grazia a cambiare,
a rifornire la merce, a sostituire i... modelli che non sono più
all’altezza della situazione.
Le messe nere
Una specialità di questi psicopati sono le famose messe nere.
Pare che a Capri abbiano parecchie celebrazioni, secondo ne riferisce quel maresciallo dei carabinieri in data 7 giugno 1907.
Egli scrive:
Presto si dibatterà, dunque, dinnanzi al tribunale correzionale di Roma
il processo contro Guglielmo Pluskow e vedremo sfilare ai Filippini [9] un centinaio di giovani dai 16 ai 20 anni! I quali deporranno sulle abitudini dei... nemici delle donne.
Il processo avrà luogo a porte chiuse.
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L'autore ringrazia fin d'ora
chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone,
luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1] Il
testo, relativo al processo del fotografo Wilhelm von Plüschow
(1852-1930), è copiato dal quotidiano "Il Messaggero", in data 4 dicembre
1907. Ho modernizzato l'impaginazione (corsivi, rientri e un poco di punteggiatura).
[2]
L'anonimo autore è preoccupato dell'uso politico che veniva fatto, in
chiave ostile all'alleanza politico-militare fra Italia, Austria e
Germania, degli scandali omosessuali scoppiati nel mondo di lingua
tedesca fra il 1904 e il 1907.
Per un esempio di questo uso si veda il pamphlet di Guido Podrecca, La Tavola Rotonda in Germania, Mantegazza, Roma 1919. Riedito come: Guido Podrecca, Sessualità e politica della Germania imperiale, OET, Roma 1946.
[3] Fattorini, ragazzi di servizio.
[4]
Era il formato che misurava mm 160 x 217, quindi relativamente
"lussoso" rispetto ai formati più comuni. Era però un formato diffuso
per la foto d'arte.
[5] "Eigene" ("speciale") era uno degli eufemismi usati per definirsi dagli omosessuali tedeschi del tempo.
[6] Nel senso di: "Un incaricato dell'agenzia Pluschow", non di: "un agente di polizia".
[7] Negozio di vestiario militare, in via del Corso a Roma.
[8] Si tratta palesemente di Jacques d'Adelswärd-Fersen.
[9] Intende: il "Tribunale dei Filippini", che prendeva il nome dai Padri Filippini.
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