Da: "Bollettino mensile della Società fotografica italiana" [1913]
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Profili siciliani (RITRATTO) (Tav. LVI-LVII) [1].
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/p. 190/
Fra i numerosi ritratti e i mirabili studi etnografici della Sicilia
orientale di W. Von Gloeden, scegliamo questo profilo di «Fanciulla
taorminese» e questa graziosa composizione «Nell'attesa», che, mettendo
in rilievo il tipo femmineo siciliano, mostrano insieme l'evoluzione
che si fa nella fotografia e sopratutto nel ritratto, tenendo alla più
grande semplicità di mezzi.
Von Gloeden associa a una tecnica impeccabile uno squisito senso d'arte
e un certo spirito d'innovazione in fatto di canoni fotografici. Tutto
è armonia nelle sue composizioni, armonia di linee, di luce, di toni e
la fusione perfetta di tutto ciò conquista l'anima dell'osservatore per
la potenza della rappresentazione uguale alla realtà.
L. d. S.
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Profilo Siciliano - Gelosia (Tav. LXXII) [2].
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/p. 228/
La vivacità di espressione di questa fotografia, che sembra avere un'
anima, fremente e dolorante ci dispensa da ogni commento.
L'opera di
Von Gloeden anche in questo bozzetto riafferma come la fotografia,
eseguita con competenza dí tecnica e con sentimento, possa assurgere a
finzione d'arte.
Richiamiamo l'attenzione dei lettori su questa raccolta
di profili, in cui illustreremo tipi etnici di tutte le varie regioni
d'Italia, che conservano ancora bene individualizzato etnicamente e
antropologicamente il carattere di razza.
L. d. S.
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Profili siciliani - RASSEGNAZIONE (Tav. LXXXVII) [3].
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/p. 290/
Ancora un profilo Siciliano di W. Von Gloeden.
In questo ritratto,
come sempre, egli si fa ammirare per la morbidezza delle parti, dovuta a
un saggio e sapiente uso degli effetti di luce e alla posa naturale del
soggetto.
La fotografia non ha niente di duro e di urtato, ma essa
appare netta nei suoi dettagli e d'una grande dolcezza nelle mezze
tinte.
Le lacrime salutari hanno stancato quest'anima. Essa si piega
alla rassegnazione, ma non ancora su lei è scesa la serenità e la pace.
La posa è stanca come di chi ha lottato lungamente e con sforzo, ma lo
sguardo fisso, quasi interiore, non ha ancora ritrovato una visione
serena sulla quale si possa riposare, vi ha ancora come una speranza,
direi anzi un'aspettazione.
LILIA DI SINOPOLI |
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L'autore ringrazia fin
d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su
persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti.
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Note
[1] "Lilia di Sinopoli" (pseud.), Profili siciliani (Ritratto), da: "Bollettino mensile della Società fotografica italiana", XXIV 1913, p. 190. (Online su Google libri).
Appartiene a un gruppo di otto tavole di Gloeden, tre delle quali (qui
riportate), con un commentino. Per quanto irritante per dilettantismo e
retorica, il commento è comunque utile per definire in che modo l'opera
di Gloeden fosse consumata da un pubblico "generalista". Del resto Gloeden aveva bisogno di queste attestazioni sulla sua natura di "artista", dopo le accuse di pornografia del 1908 e del 1910.
Lo scatto qui presentato è il numero M 0010, pubblicato anche col titolo "La bella chiromante".
[2] "Lilia di Sinopoli" (pseud.), Profioi siciliano (Gelosia), da: "Bollettino mensile della Società fotografica italiana", XXIV 1913, p. 228. (Online su Google libri).
Si tratta d'un ragazzo travestito da ragazza, una marachella che divertiva molto Gloeden. Porta il n. 1738 del suo catalogo.
Nella frase finale l'autrice riesce a dare un inopportuno contributo
"nostrano" all'uso "razzialistico" della fotografia di Gloeden, che in
effetti nel 1898 era diventato socio corrispondente della "Berliner Gesellschaft für Anthropologie, Ethnologie und Urgeschichte", proponendo i suoi scatti come documentazione "antropologica" sulle "razze" del Sud Italia.
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