KAZUMA, KODAKA, Kizuna 1, Kappa edizioni, Bologna 2001, pp. 208. Senso di lettura giapponese (dalla fine verso l'inizio e da destra a sinistra).
Kizuna
è una serie di grande successo, con innumerevoli
fans, da cui è stata tratta anche
una serie di cartoni animati, disponibili
anche doppiati in italiano:
Appartiene al
filone Shonen ai / shoonen ai / shounen ai / yaoi / boys' love (che
dir si voglia), scritto da donne per donne, e ne condivide pregi e
difetti (a iniziare dalla solita, stucchevole, ruolizzazione sessuale rigida
fra "quello che fa il maschio e lo dà" e "quello che fa la donna
e lo prende").
Ai difetti va aggiunta
anche una traduzione in certi punti surrealistica: ogni balloon
preso in sé ha senso compiuto, ma a volte non c'entra nulla con
il precedente o il successivo, al punto che non si capisce più cosa
stia succedendo. Fortunatamente negli ultimi numeri la traduzione migliora
nettamente e la narrazione diventa comprensibile.
Oltre a ciò, qualche
nota in più per spiegare dati e titoli e istituzioni tipicamente
giapponesi non avrebbe guastato. Ad esempio: se uno dei due protagonisti
lavora come "accompagnatore" in un bar gay, ciò implica
che si prostituisce coi clienti, o no? In Italia non vorrebbe dire altro
che questo, però da come si comportano i personaggi si direbbe che
in Giappone non sia così... E spiegarci come faccia il nome di Ranmaru
a diventare di botto "Ran-chan", era davvero tanto faticoso?
Ma passiamo al fumetto in quanto tale. La serie è ambientata nel mondo della mafia giapponese, la jakuza. Com'era già avvenuto con le serie Banana fish e Zetsuai, anche qui i personaggi sono un misto insolito di eroe negativo ed eroe positivo. Qui i "cattivi" possono usurpare la parte del "buono", al punto che l'oggetto del desiderio amoroso più tenero e delicato può essere un brutale mafioso che ha appena assassinato senza pietà un rivale. Se poi questo desiderio amoroso è quello omosessuale, il risultato non è decisamente "canonico"!
Kei Enjoji e Ranmaru
Samejima (Ran) sono una coppia di universitari che vivono assieme.
Kei è figlio illegittimo
d'un capo mafioso (le cui orme è determinatissimo a non voler seguire),
Ran è uno spadaccino di kendo, destinato, pare, a diventare
il primo del Giappone.
Purtroppo Ran subisce un
attentato (destinato ad eliminare Kei in quanto primogenito del capomafia),
che lo rende inabile a proseguire nello sport.
Nella vita della coppietta
irrompe Kai Sagano, pestifero figlio legittimo del padre di Kei
(e di un'altra madre) e suo erede. Kei adocchia Ran all'università,
e decide di farlo suo. Sfida quindi apertamente il fratellastro, anzi cerca
d'ucciderlo (l'autrice pare amare le tinte forti per checche dai nervi
deboli). Ma Kei nella lotta è migliore di Kai e la scampa, e Ran
è fedele al suo bel maschione. Il biondo adolescente resta quindi
a becco asciutto.
Dissolvenza.
Kei ci dà sotto col
kendo e diventa lui il primo spadaccino del Giappone. Certo di aver acquisito
fascino, si ripresenta in casa della coppietta, dopo aver litigato col
padre che l'ha cacciato perché gli ha confessato il suo amore per
Ran. Al che Kei prorompe nelle immortali, romantiche e delicate parole:
"Ma il buco di Ran rimane mio!".
Per vendetta di questa umiliazione
pubblica, Ran fa dormire in camera sua Kei, ma senza toccarlo.
Quando però un professore
universitario e suo superiore porta a tradimento Ran in un bar gay, nel
quale Kei lavora come cameriere, e lo droga con un afrodisiaco, Kei lo
prende a pugni e salva Ranmaru... ma approfitta del suo stato superinfoiato
per ottenerne il bucio tanto desiato...
Infine, dopo qualche tempesta,
e una vendetta fisica ai danni del professore da parte dei due fratellastri
mafiosi, Kei e Ran sono ancora assieme, e a Kai resta solo da tornare a
casa accompagnato dal bruno e bellissimo mafioso Masa (Masanori
Araki), di cui è palesemente innamorato. Masa gli ha portato
il perdono del padre, che a dimostrazione della sua accettazione gli invia
una serie di foto di maschi fra cui può scegliere. Il diciannovenne
signorino s'incazza: lui non è mica gay, è solo per un caso
che si è innamorato di un uomo... Ah, buono a sapersi...
Fine prima puntata.
Questo albo sconta il fatto
d'essere il più acerbo della serie: non è decisamente il
migliore.
Anche il tratto del disegno
non è nulla di che, con errori di scorcio e altre goffaggini.
Infine, la caratterizzazione
dei personaggi presta al biondo uke, Ranmaru, i tratti d'una verginella
pudica (pronta a dare del porco al suo uomo ogni volta che desidera baciarla,
e pronta ad arrossire se la si vede nuda perfino mentre la si sodomizza)
che forse sono attraenti per il lettore giapponese, ma che ai nostri occhi
danno un tocco fra il ridicolo e il grottesco a una vicenda che pretende
invece d'essere altamente erotica, drammatica e... romantica.
Le scene di sesso, al solito,
vanno bene per chi è appassionata/o del genere, con un bonus
magari per chi condivide la passione di Ran che si eccita a farsi violentare
mentre strilla "smettila, porco!". Io se appena posso le salto... ma tutti
i gusti son gusti.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna 2, Kappa edizioni, Bologna 2001, pp. 192.
Senso di lettura giapponese.
Secondo volume della serie
di Kizuna, che comprende due episodi.
Il primo è un lungo
"antefatto" a quanto contenuto nel volume precedente.
Vediamo Kei e Ranmaru
che si incontrano alle scuole medie, il rozzo ma efficace corteggiamento
di Kei, il modo in cui Ranmaru riesce a far entrare Kei nella sua vita
coinvolgendolo (riluttante) nella sua passione per il kendo, la
morte della madre di Kei (che solo a questo punto gli rivela chi sia suo
padre), e tutta una serie di altri dettagli di questo tipo.
Apprendiamo pure che l'incidente
d'auto che ha subito Ranmaru ha avuto quell'esito solo perché lui
ha spinto via dalla traiettoria il suo amato, rimanendo paralizzato sul
lato destro del corpo.
L'autrice ha voluto creare una puntata ad alto tasso di romanticismo e a minor tasso di sesso e, sia pure con tutte le esagerazioni del fumetto strappalacrime, ci è riuscita. Ha così ben descritto il ribollire d'emozioni successive all'incidente, con Ran che si vergogna del suo corpo ferito, e Kei che riesce a rassicurarlo del fatto che il suo amore non dipende dal corpo, e che continua ad amarlo. Dando a Ran la motivazione per applicarsi alla riabilitazione con energia fanatica. Il racconto si chiude in effetti con Ran sorridente, che riesce a muovere i primi, incerti passi, da solo, verso Kei. Nonostante certe pagine zuccherose, a mio parere questo tentativo di rendere l'aspetto idealmente romantico della storia fra i due ragazzi è ben riuscito e, soprattutto, godibile.
In appendice un secondo fumetto,
"Fiorire in solitudine", che concentra tutto il sesso e tuta la
violenza avanzata dalla vicenda principale... Un giovane malvivente, innamorato
di Masanori Araki, uccide per gelosia la sorella, che ha una relazione
con Masa. Non contento, rapisce Kai Sagano, perché pensa
che sia stato lui a "portargli via" Masa, e lo stupra. Buona parte del
fumetto si compiace nella descrizione di questo stupro.
Masa irrompe sulla scena,
e dopo un breve duello (ovviamente a torso nudo) uccide lo stupratore.
Che muore dichiarandogli il suo amore e baciandolo.
Personalmente trovo che
qui i confini tra camp e kitsch siano stati ampiamente superati.
Ma io non sono una ragazzina giapponese con la passione per il sesso gay,
il bondage e l's/m, quindi...
Il tratto del disegno è
finalmente all'altezza delle aspettative. Anche se è ridicolo che
le prime tre pagine inizino coi due ragazzi coi capelli neri, e solo a
pagina 4, cambiato disegnatore, improvvisamente Ran imbiondisca...
KAZUMA, KODAKA, Kizuna 3, Kappa edizioni, Bologna 2002, pp. 192.
Senso di lettura giapponese.
Terzo volume della serie
di Kizuna, con tre episodi.
Il primo verte su un problema gravissssimo: Ranmaru non sopporta più i capelli lunghi di Kei, e lo costringe a tagliarli con un metodo violentissimo: una coltellata che gliene taglia una ciocca,,, e gli graffia il volto. Come si suol dire, un bel temperamentino...
Risolto questo "gravissimo" problema, ce n'è un altro: Kei ritorna dal suo lavoro come "accompagnatore" ubriaco, macchiato di rossetto e con una scatola di cerini d'un "hotel dell'amore". Scene di gelosia, tragedie e ttutte ccose. La donna, Rena, è in realtà solo un travestito amico di Kei, figlia del proprietario dell'hotel. Nel quale i due per rappacificarsi si danno alla ginnastica sessuale de rigueur in questo tipo di prodotto.
Nonostante l'alto tasso
d'isteria nevrotica, questo episodio è comunque interessante
perché svela chiaramente la mentalità sottostante a questo
genere di fumetti: Ranmaru dà infatti per scontato che il suo rapporto
con Kei sia solo un intermezzo giovanile sino al giorno in cui, per dovere
sociale, Kei troverà una donna e si sposerà. Sorprendentemente,
sarà Kei a rassicurarlo sul fatto che la loro è una scelta
definitiva, "matrimoniale", al punto che gli propone di scambiarsi gli
anelli, sia pure in forma privata.
Ma alle spalle del coraggio
di Kei incombe la cappa del conformismo sociale della società
giapponese, a cui il tradizionalista Ran (pronto ad arrossire sempre di
vergogna per tutto) è molto sensibile.
C'è qui anche una minima evoluzione psicologica dei personaggi: durante la scena d'amore in albergo Ran si comporta come stesse per penetrare lui Kei (che lo ha appena "violentato", per mostrargli cosa sia per davvero il sesso senza amore che Ran lo accusa di praticare). E "stranamente" Kei è descritto come speranzoso... di ciò che comunque non si verifica.
L'episodio conclusivo (non
sempre riuscito nei disegni, nonostante le pretese calligrafiche degli
sfondi) è un flash-back nel passato e mostra il motivo per
cui Masanori Araki ha una cicatrice fra gli occhi: Kai Sagano,
ancora adolescente, viene rapito da una banda di teppisti, e per salvarlo
Masa resta ferito. L'episodio rischia anche di scatenare una guerra fra
bande mafiose.
Il racconto è l'occasione
per mostrare quanto Kai sia in realtà innamorato di Masa, che a
sua volta è attratto dal ragazzino ma per rispetto non osa toccarlo.
Nonostante Kai cerchi esplicitamente di sedurlo...
KAZUMA, KODAKA, Kizuna 4, Kappa edizioni, Bologna 2002, pp. 192,
Senso di lettura giapponese.
In questo quarto volume della
serie di Kizuna, con un unico episodio, la narrazione
assume i ritmi del poliziesco.
Una nuova banda mafiosa
vuole farsi largo nel mondo della malavita. Per danneggiare la banda Sagano,
a cui appartiene anche Masanori Araki, fa spacciare droga da una
ragazzina che, travestita, assomiglia molto a Kai Sagano.
In più, come si viene
a sapere dalla narrazione, vuol vendicare l'omicidio del suo componente
che aveva (nel primo episodio) attentato alla vita
di Kei Enjoji, liquidato per vendetta da un killer professionista.
Lo scontro fra bande si avvicina, e Masanori affida a un riluttante Kai, come guardia del corpo, il killer responsabile di quel delitto, Tashiro. Che è apertamente omosessuale, fa avances a Masanori (e forse forse qualcosa con lui l'ha pure combinata), e suscita lo scandalo di Kai, che non vuole un "finocchio" in casa. E che in cambio riceve delle sfottenti avances.
La banda rivale assume a sua volta un glaciale killer americano, mister J. B., anch'egli omosessuale ed ex amante di Tashiro, per uccidere i capi della banda Sagano: il padre di Kai e Masanori.
L'episodio si conclude con Kei che, convinto di aver riconosciuto per strada il fratellastro, lo insegue, salvo scoprire troppo tardi che si trattava del sosia e che è caduto in un tranello della nuova banda.
Concentrato sull'azione,
questo nuovo episodio non lascia molto spazio alla vicenda sentimentale
della coppia protagonista (che ha in effetti ben più gravi preoccupazioni):
neppure una scena di sesso in tutto l'albo.
Al contrario, delinea bene
il rapporto sentimentale che lega Kai a Masanori. Kai, ancora un po' infantile,
pensa unicamente al suo sentimento, indifferente alle responsabilità
di Masanori, che invece le ha ben presenti.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna 5, Kappa edizioni, Bologna 2003, pp. 208.
Senso di lettura giapponese.
Anche in questo quinto volume
della serie di Kizuna, come nel precedente, prevale
l'aspetto del "poliziesco" rispetto a quello erotico, che era la ragion
d'essere dei primi volumi. Anche qui non appare più alcuna scena
di sesso.
Ranmaru e Kai Sagano
si mettono alla ricerca di Kei e, a rischio della vita, mirabilmente
assistiti da Tashiro, riescono a mettere fuori combattimento
la maggior parte dei rapitori. Per l'occasione Ran riprende in mano la
spada e si conferma l'impareggiabile spadaccino che era stato.
La storia si conclude con
uno sparo, che però non si sa diretto da chi a chi...
L'amore di Ran e Kai è
la motivazione degli atti di questa storia, che però è incentrata
sulla caccia in corso per liberare Kei Enjoji.
Nella vicenda diventa poi
ancora più evidente l'ambiguo legame tra Kai e Masanori Araki,
mentre riemerge brevemente l'antico legame fra i due killer, Tashiro e
mister J. B.
In appendice all'albo, "Scendono gli angeli", una diversione che mette in scena due angeli, o spiriti, del tutto simili alla coppia Ran e Kei.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna
6, Kappa edizioni, Bologna 2004, pp. 208.
Senso di lettura giapponese.
Sesto volume della serie
di Kizuna. Nella prima metà dell'albo si conclude, con la liberazione,
il rapimento di Kei Enjoji
Mister J. B. e Tashiro
si ritrovano e si rimettono assieme.
Ospedalizzato, Kei consegna
l'anello di matrimonio a Ranmaru, in una scena molto riuscita e
romantica; poi i due si accingono a consumare le nozze con un rapporto
orale, il primo che il vergognoso nonché schifiltoso Ran abbia mai
concesso. Vengono però interrotti sul più bello da Kai
Sagano.
Il quale riceve una lavata di capo da Masanori Araki per la leggerezza con cui mette a repentaglio la vita degli uomini di suo padre. Dalla scena si capisce che i due vorrebbero potersi dire altre cose, ma non osano.
La seconda metà dell'albo è occupata per intero dalla storia dell'incontro, anni prima, fra Mister J. B. e Tashiro. J. B. ha insegnato ad usare le armi al ventenne Tashiro, che dopo essere stato salvato da morte sicura dalle mani di una banda di delinquenti (sterminati da J. B.) s'è innamorato di lui e gli ha offerto il suo corpo e la sua anima. Ma J. B. si sente come chi "ha violentato un angelo" e lo lascia.
Una storia d'amore e di morte
fra due killer di professione non è certo destinata a pareggiare
il romanticismo della storia fra Kai e Ran. E forse è solo per questo
che mi è piaciuta poco.
O forse per l'ideologia
da western che pervade la lunga storia: o si rinuncia a reagire ai soprusi,
come predica l'improbabile suora cattolica per cui Tashiro lavora, o ci
si fa giustizia da soli, pistola alla mano.
Una vera morale da mafioso.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna
7, Kappa edizioni, Bologna 2004, pp. 208.
Senso di lettura giapponese.
Settimo volume della serie di Kizuna. Concluse le sparatorie e le lotte con la spada (e senza morti... qui gli eroi buoni riescono a restare buoni anche nel mezzo di un massacro), e curate le ferite riportate nella colluttazione, questo albo si concentra interamente sugli aspetti romantici della relazione fra i due protagonisti... e per quanto possibile di quella fra Masanori Araki e Kai Sagano.
I due piccioncini si concedono una vacanza a Kyoto (a spese del padre di Kei Enjoji, mafioso ma... paterno) per visitare la tomba della madre di Kei, e per stare assieme. Fa loro da guardia del corpo Masanori, cosicché il pestifero Kai ne approfitta per imporre la propria presenza, alla ricerca di un'occasione "tranquilla" per chiarire le cose con Masa.
L'autrice dà qui fondo alla scorta di romanticismo, e di scene di sesso, che non aveva potuto usare nei due albi precedenti, aggiungendo un tocco di umorismo sistematico che allontana efficacemente il rischio del kitsch alla melassa. Ad esempio, si diverte per un po' a fare irrompere il troppo premuroso personale di servizio o altre persone in tutti i momenti di intimità che stanno per raggiungere il "clou"...
Il verginello Ranmaru, pur avendo difficoltà, per un eccesso di pudore, ad esprimere a parole il suo sentimento, si rivela qui il più maturo del terzetto di ragazzi, gestendo come una mamma affettuosa i patemi d'amore del capriccioso Kai.
Kai (che ha 19 anni, ma si lascia andare a scatti e capricci da ragazzino) riesce nonostante tutto a mettere infine le carte sul tavolo, cosicché Masa è descritto come lacerato fra un desiderio che è sempre più evidente e il senso del dovere che gli impedisce di toccare il figlio del suo capobanda... A cui potrebbe anche concedersi, indipendentemente dai suoi sentimenti effettivi, anche solo per renderlo felice, come lui desidera. Ma che resta il figlio del capobanda... Il quale, in una divertente scena, all'inizio, ha dato prova d'una morale alquanto contorta, per cui Kai è "finocchio" se desidera Ranmaru, però Ranmaru non è "finocchio" se ama Kei, dato che spada alla mano ne ha salvato la vita...
L'episodio si conclude su questo stallo emotivo di Masa che, pressato da Kei, non sa cosa fare.
Arrivata a questo punto la serie è maturata bene, ha smussato le esagerazioni dei primi volumi, sa dosare umorismo, erotismo e romanticismo (e azione), e può fare affidamento su una caratterizzazione ed una complessità maggiori dei personaggi, nonché su un disegno pulito ed elegante.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna
8, Kappa edizioni, Bologna 2004, pp. 192.
Senso di lettura giapponese.
Ottavo volume della serie
di Kizuna.
Avevamo lasciato i due piccionicini
Kei e Ranmaru in "viaggio di nozze", in compagnia del pestifero
fratellino Kai, innamorato della sua guardia del corpo, il mafioso
Masanori Araki.
In questa nuova puntata
l'attività di seduzione di Kai nei confronti di "Masa" prosegue,
anche grazie ai pazienti (e, devo dire, anche saggi) consigli che il "cognato"
Ranmaru gli dispensa, rivelando una disponibilità e una pazienza
insospettata.
Masa infine cede, forse
per l'atmosfera romantica del luogo, e si appresta a concedere il proprio
corpo a Kai... sennonché l'atto risveglia nel ragazzo il ricordo
traumatico dello stupro subito (nel volume 2) e
quindi Masa, saggiamente, soprassiede.
Appena passata la crisi,
purtroppo Masa è richiamato ai suoi affari mafiosi con urgenza,
per cui i tre ragazzi restano soli in vacanza.
Ranmaru dispensa ancora
pazienti consigli sull'amore (e qualche prestazione coniugale a Kei), dimostrando
anche di aver perdonato il mezzo-stupro che a sua volta Kai gli aveva fatto
subire nel primo episodio (Kai si è finalmente
reso conto di cosa aveva fatto!).
Kai è colpito da
tanta nobiltà d'animo, e gli chiede di avere l'onore di potersi
battere con lui a kendo. Kei accetta, e la vacanza ha fine: si torna
in città, per allenarsi adeguatamente.
Da qui ha inizio uno sviluppo
che occupa tutta la parte rimanente (cioè la maggior parte) di questo
volumetto: l'allenamento e lo scontro fra i due giovani, che confesso ha
momenti affascinanti, ma che non ha nulla a che spartire con l'omosessualità.
Solo, alla fine, Kei riconosce
fra il pubblico Masa, che è venuto per assistere all'incontro, e
tocca il cielo con un dito. Salvo cambiare umore non appena Masa è
richiamato, una volta di più, per urgenti affari di mafia...
Il volumetto s'interrompe
sullo screzio fra i due causato dall'improvvisa chiamata di Masa.
A parte alcune goffaggini
nei disegni, che sono più "tirati via" del solito (al solito il
tallone d'achille sono le figure di scorcio), il prodotto è ancora
una volta buono.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna
9, Kappa edizioni, Bologna 2005, pp. 208.
Senso di lettura giapponese.
Nono volume della serie di Kizuna.
L'autrice di questo fumetto giapponese ha raggiunto una sua innegabile maturità (salvo che nel tratto, che ha sempre un che di legnosetto... ma non si può avere sempre tutto...), e può permettersi quindi una puntata senza ricorrere mai al sesso per catturare l'attenzione del lettore, anzi: si diverte a innescare più volte situazioni in cui il sesso potrebbe iniziare... e invece non inizia. Quando si dice stuzzicare i lettori (e le lettrici)...
Questa volta i protagonisti
indiscussi sono Masa e Kai, e il loro sentimento. Che è
sempre più palese e sempre più accettato da entrambi. Masa
prende la cosa con infinita prudenza e calma, evitando mosse avventate.
Kai invece scàlpita come un puledro, ma si sente ormai rassicurato
dal comportamento di Masa.
In questo episodio (più
breve del solito) Masa si vede proporre un'alleanza da una banda mafiosa
minore attraverso nozze combinate con Ruriko, bella figlia
primogenita del capo.
Nel frattempo Kai ha fatto
amicizia col fratello adolescente di Ruriko, Tachibana, suo compagno
di studi.
Tachibana lo ha avvicinato
perché si sente solo, sapendo che anche lui è figlio di mafiosi,
e quindi non dovrebbe aver paura a frequentarlo, come invece hanno tutti
gli altri.
Ma i punti di vicinanza
fra i due giovani non si limitano a questo. Il simpatico e tenero Tachibana,
in una scena molto bella, confessa a Kai di essere gay, e di essere
proprio come Kai innamorato del proprio guardaspalle, Nakatani,
che però sta sempre assieme a Ruriko. Nel paragonare, assieme a
Kai, le rispettive felicità, o infelicità, Tachibana confessa:
"Mio padre mi ammazzerebbe se solo gli dicessi che sono gay. (...) Noi... che abbiamo paura dei nostri padri, forse non possiamo fare altro che nascondere la nostra omosessualità per sempre....".Sorprendenti, quel "noi" e quel "nostra". Qui sono evidentemente cambiati i tempi, rispetto ai primi, acerbi volumi della serie, e ora Kazuma Kodaka riesce a concepire l'omosessualità come una condizione, che come tale può essere condivisa in un "noi", anziché come un giochino erotico che si può giocare fra due corpi maschili, puri oggetti che null'altro hanno in comune se non il tipo di genitale.
Data la brevità di
questa puntata, buona parte (quasi la metà) del volumetto è
occupata da Gun & rose, una storia che presenta ancora
il maturo ma sexy killer JB assieme il suo giovane amante
e discepolo Roy.
Qui, in un complicato
intrigo per sottrarre una nuova droga a uno spacciatore omosessuale,
Roy è usato (in tutti i sensi) come esca sessuale. Dopo scazzottate,
intrighi e molto sesso, alla fine i cattivi-ma-simpatici-e-sexy trionferanno
sui cattivi-e-brutti-e-loschi. La morale, immagino, è che alla fine
il sex appeal trionfa sempre...
Altri personaggi di contorno
condividono i gusti omosessuali dei protagonisti; fra essi Shu Fa
(ex amante di JB), un cinesino sedicenne dall'aria effeminata e i capelli
lunghissimi (una specie di clone di quello di Banana
fish), a sua volta amato dal connazionale Tin Wei, decisamente
macho: salverà Shu Fa a colpi di kung fu... come nei
film di serie C di Hong Kong. E vai coi clichés.
KAZUMA, KODAKA, Kizuna
10, Kappa edizioni, Bologna 2005, pp. 208.
Senso di lettura giapponese.
Decimo volume della serie
di Kizuna. (Su
di esso si veda la recensione di Veruska
Sabucco, Dieci anni fra gli yakuza, "Pride", febbraio 2006).
Un ottimo finale-non finale
per questa serie veterana, la cui autrice ha trovato un tono e un taglio
semi-umoristico quasi perfetto, tale da rendere gustoso questo fumetto
anche per chi non sia un appassionato del genere yaoi. Alle improbabili
(anzi, impossibili) incursioni nel mondo della mafia giapponese e ai killer
altamente stereotipati, la Kazuma ha preferito stavolta una commedia sui
rapporti famigliari delle sue due coppie gay. Il fatto che la professione
del padre di due personaggi sia il mafioso diviene irrilevante, rimanendo
giusto come retaggio dell'impostazione iniziale della serie. Potrebbe trattarsi
di un qualsiasi uomo d'affari e non cambierebbe nulla.
Ovviamente lo svolgimento è a tratti bizzarro per via delle tortuosità della psiche e della cultura giapponese (il nonno di Ranmaru deve infrangere una tradizione e una mentalità consolidata quando deve prendere la decisione di permettere ad uno "sconosciuto" di andare ad abitare assieme a Ranmaru nella casa di famiglia, affrontando il biasimo di vicini e parenti: boh!?). Nulla è più "innaturale" della cosiddetta "famiglia naturale", e quindi ogni popolo se la gestisce in modo completamente suo (e bizzarro), ed è certo divertente esplorare qui gli esotici meandri della famiglia giapponese.
Come dicevo, il tono di questo
albo è umoristico, e questa è una scelta azzeccata perché
permette all'autrice di raggiungere infine un climax leggero e non
strappalacrime su argomenti rimandati per dieci volumi, e dieci anni: Kei
riesce a portarsi a letto Masa, Ranmaru incontra infine il padre che credeva
morto e già che c'è fa anche coming out (e la Kazuma riesce
a rendere umoristica pure questa scena: "Scusa papà... Il mio
compagno... non è una donna". "Non è una donna? In
che senso?"), il nonno di Ranmaru convoca con una scusa Kei Enjoji
a casa propria per poter discutere con lui (visto che il nipote continua
a rimandare ed a schivare il discorso) del futuro di Ranmaru e della palestra
di kendo che gestisce.... e Kei a sua volta fa coming out, sia pure
prendendola alla larga. E causando un infarto a Ranmaru: "Ma nonno...
Enjoji cosa ti ha detto precisamente di noi?". "Piuttosto che
trovarvi una moglie preferite stare insieme voi due, no?". "Esatto".
(Pensiero di Ranmaru "Che interpretazione sottile... Mi verrà
un infarto").
L'umorismo serve anche a
rendere più potabile la mielosità appiccicaticcia dei "buoni
sentimenti" che stilla a tratti da questo albo, impedendoci di prendere
il tutto troppo sul serio..
I personaggi di questo fumetto sono cresciuti ed hanno acquisito spessore psicologico. E invece di perdere tempo a raccontare improbabili sparatorie e intrecci polizieschi totalmente prevedibili, l'autrice si concede infine un po' di scavo psicologico. Magari presentandoci il giovane Kai che si confida con un compagno di università (anch'egli figlio di un mafioso ed a sua volta innamorato del suo "angelo custode") chiedendosi quale possa essere il suo futuro con Masa (un mafioso non può avere una relazione omosessuale, ovvio...) e soppesando i pro e i contro di un coming out nella conformista società giapponese.
Ovviamente, da qui a spacciare un fumetto boys' love per un fumetto gay all'occidentale, ce ne passa. L'autrice continua a intervallare la vicenda con le sue scene di sesso (ma disegnate con un persistente pudore che, in questo contesto, "ci sta bene"), i due ragazzi hanno una mentalità decisamente non occidentale (in particolare, continuano a sprofondare in abissi di vergogna non solo quando devono affrontare con terze persone il tema della loro relazione, ma perfino quando devono parlare di sesso fra loro stessi. Accennare agli atti sessuali compiuti continua a fare arrossire Ranmaru. Tant'è che il più giovane Kai (sui cui tratti da "bamboccione" l'autrice calca un po' la mano per accrescere l'effetto comico) viene descritto mentre se ne esce con domande e osservazioni di assoluto candore, da figlio d'una generazione ormai "s-vergognata" sul tema, suscitando l'imbarazzo nei suoi compagni più anziani di fronte a tanta franchezza (si veda come esempio la pagina iniziale dell'albo).
Ma a parte questo direi che nel mare altamente ripetitivo e inflazionato dei boys' love giapponesi questo numero 10 di "Kizuna" spicchi come un esempio del fatto che la ripetitività esasperata di questo filone dei fumetti non è una "caratteristica", ma un vero e proprio difetto, visto che in questo albo si dimostra che quando un'autrice è brava ed ha avuto la possibilità di maturare e far maturare i propri personaggi, il ricorso a mitraglia ai cliché non è necessario.
(P.S. Una piccola bizzarria: a p. 205-206 si accenna allo scompiglio che le presenti recensioni del sottoscritto hanno suscitato nell'ambito del fandom femminile, che mi rinfacciava il fatto che un uomo gay non può capire nulla di questa produzione, penstata da donne etero per donne etero. Wow. Ho lasciato una traccia nella storia...).
(Recensione
da scrivere).
Gulp! Una bibliografia sull'omosessualità maschile e il lesbismo nel fumetto. Parte 1: A-L.
Gulp! Una bibliografia sull'omosessualità maschile e il lesbismo nel fumetto. Parte 2: M-Z.
Gulp! Una bibliografia sull'omosessualità maschile e il lesbismo nel fumetto. Parte 3: Kizuna
Gulp! Una bibliografia sull'omosessualità maschile e il lesbismo nel fumetto. Parte 4: Zetsuai 1989
Gulp! Una bibliografia sull'omosessualità maschile e il lesbismo nel fumetto. Parte 5: Banana fish
Repositorio (Fumetti ancora da recensire).