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Lo scandalo Krupp [Capri, 1902] e la stampa.

"La Propaganda"
 
Ritaglio dalla ''Propaganda'' 19-12-1902

Da: "La propaganda - Quotidiano socialista" [19/12//1902] [1].
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Ancora Krupp
Articolo di esaltazione di Krupp
Articolo del 1903 in esaltazione di Krupp, definito "il benefattore di Essen". (Come? Qual è la differenza tra un "frocio di mmmerda" e un "benefattore"? Qualche miliardo in banca!).
I giornali tedeschi continuano i loro comenti [sic] sul ritiro della querela al "Worwaerts" [sic] da parte della famiglia Krupp. Essi, naturalmente, cercano di indorare la pillola, tanto amara per il loro bollente Kayser [sic], scrivendo, in generale, che il ritiro della querela è stato un madornale errore.Il solo "Berliner Tageblatt" mostra un po’ più di indipendenza e se la piglia - tanto per evitare un processo di lesa maestà [offesa al monarca] - coi consiglieri intimi di Guglielmo. Nessuno, però, dice la verità vera: arzigogolano, fanno deduzioni più o meno sballate, conclusioni più o meno tirate coi denti e fingono di non sapere la ragione vera della prudentissima mossa della famiglia del grande industriale tedesco.

Alla famiglia Krupp è stato certamente consigliato da persone che hanno saputo qualcosa della inchiesta fatta a Capri dal Deputato Granduaner [sic] e dal nostro Guarino.[2]; hanno saputo che furono raccolte prove a bizzeffe; la famiglia Krupp sa bene che in Germania i giudici non si fanno imporre nemmeno dall’Imperatore e, prevedendo l’esito del processo, batte in ritirata.

Chi ci fa la più bella figura è quel povero Kayser [sic] che ha tuonato tanto contro i socialisti e che ora si vede costretto ad accettare - poiché è inconcepibile che la famiglia Krupp agisca senza un’intesa con l’imperatore - la desistenza!
Meglio per me, avrà pensato il gran chiacchierone coronato, un ritiro spontaneo che una condanna sicura.
E si è mostrato, ritirandosi, intelligente come al solito.

Otto Sohn-Rethel - Ragazzo caprese

Otto Sohn-Rethel (1877-1949), Ragazzo caprese. (Foto: archivio GiovanBattista Brambilla).

Intanto, ecco i comenti [sic] dei principali giornali tedeschi:

Il "Berliner Tageblatt" comentando il ritiro della querela scrive: 

"I consiglieri intimi dell’imperatore dovevano impedire che il sovrano prendesse una posizione così decisa. Le parole aspre pronunciate nei reiterati discorsi di Essen, Breslavia e Greihz, anziché da una passione personale, appaiono dettate da ragione di Stato". 
E concludeva che il ritiro della querela sembra una sconfessione delle parole dell’imperatore.

La "Post" e il "Reichsbote" dichiarano che il recesso "mostra la generale debolezza di fronte al socialismo".

La "Taegliche Rundschau" afferma ch’esso può considerarsi soltanto come una vittoria del "Vorwaerts" e per esso è svanita l’opinione di azione energica che si era diffusa dopo il discorso imperiale di Essen.

La "Vossische Zeitung" scrive:

"Bisogna convenire che vi è in tutto questo affare un intreccio di errori che imbarazza. 
Krupp sapeva da lungo tempo che voci sgradevoli correvano sul conto suo non all’estero ma in Germania. Se allora Krupp ne avesse querelati i divulgatori nessuno sarebbe sorto nuovamente ad accusarlo".
La "Vossische Zeitung" critica il "Vorwaerts" per aver raccolto le accuse comparse in giornali italiani; e così prosegue:
Krupp sporse querela contro i giornali che furono sequestrati. Però prima che si apra il dibattimento Krupp muore. Deve considerarsi come un altro sbaglio che i medici abbiano evitato di pubblicare l’esatta diagnosi delle cause della morte, per evitare nuove dicerie. 

L’ultimo sbaglio è l’abbandono dell’accusa e la restituzione dei giornali sequestrati. Questa soluzione sorprenderà tutto il mondo. Dove mai poteva la procura trovare maggiore interesse a proseguire l’accusa dopo i notevoli fatti che si collegano alla pubblicazione del "Vorwaerts" ed alla morte di Krupp?
L’abbandono della querela poteva avvenire nel caso di private accuse, ma si tratta di accuse pubbliche.

Inoltre se Krupp volle accusare, perché oggi si dovrebbe ammettere il ritiro voluto da sua moglie?

Ancora: l’ordinanza della procura dice che la moglie (...) [3].

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Note

[1].Ancora Krupp, "La propaganda", 19/12/1902.

Ha copiato il testo Davide Locaputo, che ringrazio. 

I neretti e le spiegazioni fra [parentesi quadre] sono stati aggiunti da me.

[2] Georg Gradenauer era  deputato socialista al Reich, Eugenio Guarino era e consigliere comunale socialista a Napoli l'altro.

Gradenauer fu tutt'altro che convinto dalle "bizzeffe" di "prove" fattegli scoprire dalla "Propaganda": cfr. quanto detto nella nota citata qui.

[3] Purtroppo nella fotocopia donatami da Enzo Cucco (che ringrazio ancora per la sua disponibilità) manca il finale dell'articolo.
 


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