Da: "La propaganda
- Quotidiano socialista" [24/12/1902] [1].
.
Commenti
al caso Krupp
Sotto il titolo:
Una
coda al caso Krupp, ovvero la morale a rovescio, pubblica un articolo
di fondo "L’Italia del Popolo" di Milano.
Dopo aver riassunti
i fatti, già noti ai nostri lettori, il valoroso giornale repubblicano
milanese continua:
Questa
è la cronaca pura dei fatti, e non sarebbe necessario un commento
a quest’ultima fase della questione, se non ci piacesse intrattenere un
poco i lettori sui fasti della diplomazia e anche su la perspicacia e prontezza
dell’illustrissimo nominato cavalier Rispoli.[2].
Il quali, s’intende,
non
ha operato di sua testa.
Come mai, infatti,
non sequestrò il giornale quando usciva con gli specifici attacchi
contro il Krupp?
E come mai
attese otto settimane e più per mettere insieme l’accusa?
E perché
ha ordinato il processo, a quanto si dice, per citazione direttissima?
Infine dove
ha trovato il signor Rispoli, negli articoli della "Propaganda", l’offesa
al buon costume?
Si noti che
tutte le accuse erano velate dall’allegoria, e espresse per accenni
fuggevolissimi, tanto che più d’un lettore si rivolse ai redattori
del giornale per sapere infine di quali reati si trattasse...
Abbiamo troppa
stima della intelligenza dei nostri magistrati, per poter credere che un
ordine non sia partito caldo caldo da Roma, a far istruire a tamburo
battente un giudizio qualsiasi contro il foglio socialista di Napolo [sic],
reo di aver detto la verità, protestato contro la prostituzione
del nostro paese all’oro straniero, e d’aver così procurata un’ora
di fastidio all’olimpico sire di Lamagna [3],
nonché affrettata la morte del suo "migliore amico".
È assolutamente
impossibile, inammissibile che qui non si tratti di un ordine perentorio
impartito ai magistrati di Napoli, per sedare, almeno un poco, le collere
di Guglielmo II, di questo imprudente signore, il quale tra gli altri suoi
gran torti, ha avuto quello di precipitarsi in una difesa che non ha potuto
sostenere. Noi aspettiamo il processo, ad ogni modo, e siamo curiosi di
sapere che cosa vorrà il sullodato Rispoli scoprire di offensivo
al pudore negli innocentismi articoli della "Propaganda".
Ma
intanto non possiamo tacere dinanzi a questa viltà, per la quale
coloro
che combattono da due anni, sciupando tempo e popolarità e rischiando
la vita (i fasti recenti della camorra informino!), per purificare
l’ambiente del Mezzogiorno, vengano, con un volgare colpo di mano, accusati
di corruzione. Questo è semplicemente una triste buffonata!... Se
si va di questo passo, in Italia, dove si andrà a finire?
Certo vedremo
i ladri, i falsari, i bancarottieri, i ruffiani, i manigoldi d’ogni stirpe
e generazione prendere il posto dei giudici e accusare gli accusatori dei
loro stessi delitti e delle proprie vergogne [4].
Come i nostri lettori
veggono, non tutta la stompa [sic] italiana è prostituita all’oro
e alla menzogna: d’altra parte le considerazioni della consorella repubblicana
concordano così armonicamente con ciò che già dicemmo
a proposito di questo curioso processo e dell’ineffabile signor cavalier
Rispoli, che noi le dedichiamo di cuore a questo rappresentante
del fisco.[5]
come piccola strenna di Natale.
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1].Commenti
al caso Krupp, "La propaganda", 29/11/1902.
Ha copiato il
testo Davide
Locaputo, che ringrazio.
I neretti
e le spiegazioni fra [parentesi quadre] sono stati aggiunti da me.
[2]
Non so chi sia. Da contesto si ricava che fu il magistrato napoletano che
aprì il processo contro la Propaganda per "offesa al pudore",
per il quale sappiamo che la "Propaganda" venne effettivamente condannata.
[3]."Serenissimo
sovrano di Germania" (sarà forse il verso di una qualche opera celebre
all'epoca, che però non ho riconosciuto).
Si
ricordi che Germania e Italia erano, in quegli anni, alleate, e
il grattacapo Krupp non venne quindi certo visto con piacere dalle autorità
italiane.
[4]
Cosa che effettivamente è accaduta alla fine del XX secolo e all'inizio
del XXI... Ma anche il progresso richiede il tuo tempo, per trionfare...
[5]
Nel senso dialettale napoletano di "Autorità giudiziaria".
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