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Lo scandalo Krupp [Capri, 1902] e la stampa.

"La Propaganda"
 
L'imperatore Guglielmo II

Da: "La propaganda - Quotidiano socialista" [17/12/1902] [1].
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I Krupp desistono dalla querela

Quando, avendo la stampa di tutto il mondo riprodotte le nostre accuse contro Krupp e gli accoliti suoi dell’isola di Capri, il signor Krupp annunziò di sporgere e sporse querela contro il massimo dei giornali tedeschi che avevan fatte proprie le accuse, si comprese facilmente, da chi per poco conoscesse i fasti caprensi, che l’atto era una semplice minaccia per arrestare il dilagar dello scandalo, e per dare una base di difesa a quei giornali che avrebbero dovuto mettere fuori il vecchio bagaglio d’armi difensive contro i "vili calunniatori", i "briganti d’Italia", i "sacrileghi socialisti".

Ma forse un’altra ragione vi fu, che sfuggì a taluno; Guglielmo il Kaiser, per riaffermare l’amicizia all’amico aveva bisogno di smentire le accuse, e per smentirle non v’era che l’atto comodo che la legge offre: la querela. Ed impose quella condizione.

Ora per la condizione medesima gli eredi di Krupp hanno dovuto desistere dalla sporta querela.

I fatti da noi denunziati erano d’una verità indiscutibile. Quaggiù tutti ne avevano la piena convinzione, e la convinzione medesima avevasi in Germania. Ciò che sostenne fino a ieri la speranza degl’interessati fu la convinzione che sarebbe stato difficile raggiunger la pruova legale da parte nostra.

Ma il redattore capo del "Vorwaerts", Grad<e>nauer, deputato per Dresda al Reichstag germanico, venuto a Napoli, ha interrogata la nostra redazione, poi s’è recato a Capri col nostro Eugenio Guarino.[2] e vi ha raccolte le testimonianze e i documenti che avrebbero luminosamente pruovata la santità delle nostre intenzioni nel far quelle pubblicazioni, e la verità indiscutibile delle pubblicazioni medesime.

La piazzetta di Capri a inizio secolo
La Piazza di Capri a inizio secolo.

Di questo s’ebbe notizia in Germania, e non per via nostra che c’eravamo imposti il massimo riserbo, ma pei corrispondenti della famiglia Krupp, i quali si son fatti un dovere di avvisar quei querelanti che quaggiù i testimoni avevan parlato e che non c’era più modo di nascondere i fatti e far credere alla storia delle "calunnie brigantesche".

L’autorità giudiziaria tedesca avrebbe dovuto, innanzi alla luminosità delle pruove, assolvere gli accusatori socialisti e dar la sua sanzione ai fatti addebitati al "migliore amico" dell’imperatore.
Dopo tanto strombazzamento di discorsi e di più o meno dispettose chiacchierate, il Kaiser avrebbe avuto in pieno viso uno schiaffo dalla sua magistratura. 
E sarebbe stata quella la risposta che i socialisti han disdegnato di dargli.

Non ci avrebbe fatta la più bella figura il signor Guglielmo. 
E deve essere stato così che tutti d’accordo, magistrati ed eredi Krupp, han desistito dalla querela.

Facciano come credono. I galantuomini non han mai dubitato della nostra sincerità; ora hanno avuta la pruova [sic] che chiude la bocca a quelli che ci smentivano interessatamente.

Chi non ci fa bella figura è l’imperatore Guglielmo; poiché Krupp il quale oggi è confermato fosse il degenerato che abbiam detto, resta "il migliore amico" suo.

Ognuno ha diritto, del resto, di scegliersi gli amici che il cuore gli fa desiderare. Soltanto resta al popolo il diritto di giudicare.

I suoi proverbi non son sempre falsi: dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.

Officine Krupp ad Essen, 1899 circa.
Officine Krupp ad Essen, 1899 circa.

Imperatore ed operai

Nella "Münchener Neueste Nachrichter" del 12 corrente N. 578, leggiamo quanto segue:

"In seguito al discorso di Guglielmo II agli operai di Krupp, questi furono invitati a sottoscrivere un indirizzo di ringraziamento all’imperatore. 
Gli operai firmarono, ma ve ne sono stati due che si sono rifiutati (i cui nomi meritano di essere pubblicati in Italia): Kutzner e Andrè, tornitori in ferro, i quali, malgrado avessero il primo 22 anni di servizio e l’altro 16, sono stati licenziati".
Ecco dunque due oscuri lavoratori, i quali, fra i tanti che la necessità della vita spinge a chinare la fronte, hanno avuto il coraggio per tutti, di svelare ancora una volta il segreto del mondo moderno: lo sfruttamento!

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Note

[1].I Krupp desistono dalla querela, "La propaganda", 17/12/1902.

Ha copiato il testo Davide Locaputo, che ringrazio. 

I neretti e le spiegazioni fra [parentesi quadre] sono stati aggiunti da me.

[2] All'epoca consigliere comunale socialista a Napoli.
 


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