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Lo scandalo Krupp [Capri, 1902] e la stampa.

"La Propaganda"
 
L'imperatore Guglielmo II di Germania

L'imperatore Guglielmo II di Germania.
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Da: "La propaganda - Quotidiano socialista" [29/11/1902][1].
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IL DISCORSO DI GUGLIELMO II

L’allegria dei farabutti e dei forcaiuoli d’Italia

"Essen 27 - Prima di partire, l’Imperatore riunì ieri, alla stazione, i membri della direzione delle officine di Krupp e i delegati degli operai. Disse loro che era rimasto commosso per la morte di Krupp, di cui era amico.

Soggiunse che le speciali circostanze che accompagnarono il doloroso avvenimento gli dettero occasione di venire qui anche come capo dell’Impero per mettere sotto l’egida dell’Imperatore tedesco la casa e la memoria del defunto.

- Krupp fu vittima della sua integrità inviolabile.

Il delitto fu commesso in paese tedesco perché si trattava di oltraggio ad un popolo intiero.

Questo delitto e [sic] un assassinio perché non vi ha differenza fra colui che avvelena e colui che dal suo tavolo di redazione toglie ad un compatriota il suo nome onorato e lo uccide con torture morali.

Il delitto fu compiuto da uomini fin qui stimati come tedeschi, ma ora indegni di tal nome, uomini che vogliono essere guide degli operai tedeschi e li privarono del loro amato capo, sorto delle [sic] classi operai [sic] tedesche e a cui essi debbono tanta gratitudine. 

Spetta ad essi proteggere la sua memoria e far sapere a tutti gli operai che in avvenire non vi saranno nuove relazioni comuni fra essi e gli autori di così abbominevoli fatti”.

Il magnifico scatto di Guglielmo II (così un giornale di... Napoli!) non è che una delle tante intrusioni del biondo sire che al popolo tedesco non fanno né freddo, né caldo.

Ma da noi, non abituati al contatto della divinità regale, queste cose fanno epoca. Pensate un po’ all’impressione se Vittorio Emanuele III si fosse pubblicamente posto a difendere il generale Afan de Rivera.[2] contro gli attacchi mossigli dalla pubblica ed onesta stampa sulla sua moralità di uomo pubblico! Tutti i funzionarii si sarebbero squagliati, i magistrati, tremando verga a verga, avrebbero stesa la sentenza di condanna prima del giudizio ed attorno agli accusatori si sarebbe di botto provocato il vuoto, come attorno ad appestati, che la sanzione regale bollò come tali.

Ritratti di Vittorio Emanuele III e Guglielmo II
Ritratti del re d'Italia e dell'imperatore di Germania [1902]. 
Italia e Germania erano alleate.

Ma i nostri in generale sono piccini e non hanno coraggio civile: mentre in Germania i tedeschi la pensano diversamente.

In Germania l’imperatore, per quanto arcifeudale ed arcidivino, è sempre, in certi atti della sua vita giudicato come un privato qualunque. Quante volte non ha egli nelle sue centinaia di discorsi attaccato questi o quello, senza cavare un ragno dal buco? Quante volte non ha dovuto piegare il capo innanzi al vice-borgomastro di Berlino che non gli lasciava approvare qualche suo progetto di architettura? Quante volte non ha dovuto chinare il capo dinanzi ai giudici, che gli mandarono a casa, assolti, gl’imputati di lesa maestà?

Evvia, i giudici di Germania non sono come certi giudici d’Italia, che cedono alle pressioni del primo Finocchiaro-Aprile.[3] o del primo Talamo!

In Germania l’Imperatore sbraita ed i tedeschi non si smuovono e restano tranquilli. Figuratevi un po’ se essi possono prendere sul serio le affermazioni del biondo sire, con le quali egli giura di difendere la memoria di Krupp e con un cenno del capo ordina che le masse operaie si stacchino dai socialisti.
Ma sono le cose che fanno sorridere: sono delle simpatiche originalità del sire teutonico, originalità che restano tali e che la Germania, nella sua operosità, si dà il lusso di permettere al suo imperatore.

Ma in Italia la originalità di Guglielmo è presa assai sul serio: i nostri porci ed i nostri forcaiuoli vorrebbero che Vittorio Emanuele, in nome del loro ordine scendesse in campo a difendere le truffe, gli stati di assedio, gli assassini legali. Udite come uno di questi giornali scrive:

"Il monarcato o il presidio di ciò che noi riteniamo e l’umanità ritiene ancora fondamento del vivere sociale (che cosa? Il furto? La concussione? La corruzione?) o è semplicemente un abbarbagliamento superfluo di nomi e di buffetterie, una pura e semplice spesa improduttiva".
Li sentite come questi monarchici trattano il loro re, solo perché il monarca non scende pubblicamente in piazza a difenderli dal Codice Penale?

Turba di malfattori, ad ogni vostro passo, vi colpiamo con la mano nel sacco.

Il comento [sic] dell’"Avanti!"

L’imperatore Guglielmo ha questa grande virtù, non molto frequente nei monarchi: la gratitudine.

Krupp gli aveva più volte messo a disposizione i suoi milioni, e l’imperatore ha voluto dimostrargli anche dopo la morte la sua riconoscenza.

Il discorsetto polemico di ieri è un’altra prova che il vile oro può molto anche sopra la grazia divina dell’impero.

Per questo forse il discorsetto ha avuto la intonazione volgare di una... inserzione a pagamento!

AD ESSEN

Beneficenza e mistificazione

Case operaie Krupp ad Essen [1903]

Case operaie Krupp ad Essen [1903].

In questi giorni, gl’interessati propinano notizie e raccontano storie che pongano in risalto la [sic] benemerenze di Krupp verso la classe operaia, per maggiormente attaccare la stampa socialista.

Ma il trucco si scovre subito: tant’è infelice.

La stampa socialista di Napoli e poi quella di Berlino hanno pubblicamente mosse delle accuse, che finora vagavano e che, ai briganti della penna, servirano [sic] da ricatto. Perché la famiglia Krupp non rende noto quanti ricatti dovè subire da gente che minacciò le accuse?

Ebbene noi abbiamo resi parecchi servigii alla moralità pubblica ed alla stessa casa Krupp. Li enumeriamo:

1) Abbiamo scoverta a nudo la [sic] piaghe di Capri, paese italiano, che da dieci anni vive sulla vergogna di aberrati sessuali;

2) Abbiamo accusato autorità e privati di aver prostituito il nome italiano all’estero, permettendo che molti stranieri cambiassero Capri in [scambiassero Capri per] una casa di tolleranza.

3) Abbiamo scovata una fitta rete di briganti in guanti gialli che ricattavano Krupp ed altri stranieri.

4) Abbiamo messo questi malfattori nella posizione di non potersi più giovare a scopo privato delle accuse ora rese pubbliche.

5) Pur di pulire una putrida stalla italiana, ci siamo posti contro le più grandi potenze del mondo: l’imperatore di Germania ed i miliardi di casa Krupp.

Ora la posizione sulla quale ogni persona onesta deve mettere il suo giudizio è la seguente:
Doveva una simile vergogna perdurare? 
Era ammessibile che tutti ne parlassero, tutti vi scherzassero, molti ne inorridissero e molti ne traessero profitto?
Doveva il nostro paese italiano passare come luogo di casa [latrina], e, per di più, come covo di ricattatori <delle> malattie sessuali altrui?

Ogni galantuomo risponderà di no. Ogni galantuomo dirà che abbiamo fatto bene, se i fatti sono veri.

Orbene, aspettate il giudizio: ecco la nostra risposta. Per ora, c’è già un processo pendente contro un famoso pittore, intimo di Krupp, accusato di corruzione di quattordici ragazzi. 

Per ora vi sono già alcuni rapporti segreti della polizia, rapporti che usciranno a suo tempo.

Ed allora vedremo da che parte stanno i galantuomini e da che parte gli sfuttatori [sic].

*
*    *

Chi conosce Essen, sa che questa città è il feudo industriale di casa Krupp, albergante oltre 20.000 operai.

Naturalmente, una massa così imponente, che crea i miliardi, non può essere trattata come i nostri tipici industriali trattano i nostri poveri operai. I nostri concittadini non comprendono come sia interesse della grande industria il miglioramento delle condizioni operaie, l’istituzione di casse di risparmio, di casse di assicurazione.
I nostri ignorano che per le leggi tedesche è obbligatoria l’assicurazione per la vecchiaia e per le malattie. 
I nostri ignorano che l’operaio inglese è più perfetto appunto perché meglio trattato.

Dunque, tutte le chiacchere sulla beneficenza di Krupp verso gli operai non sono che vittorie delle organizzazioni operaie riportate sugli industriali tedeschi.

E l’ultima regalia di tre milioni fatta dalla vedova Krupp non è che la milionesima parte di quei milioni che gli operai creano per lasciare ai Krupp ed agli altri colossi del danaro il lusso della isola di Capri!

Lasciamo dunque queste mistificazioni dell’ultima ora: lasciamole a quanti campavano ed oggi non possono più campare sulle spalle dello sciagurato Krupp.

A CAPRI

Manifesto di lutto del Comune di Capri

Manifesto di lutto del Comune di Capri [1902].

Quando noi accusammo tutta [sic] le autorità di Capri, e [sic] tutt'i privati colpevoli si chiusero nelle loro case. Si tapparono ermeticamente e non fiatarono.

L’altro ieri, il discorso di Guglielmo secondo dette loro quel coraggio che era scappato all’annunzio delle inchieste, all’arresto di un tale, alla fuga di un altro famoso pittore.

Ed allora hanno timidamente azzardato un pubblico funerale, chiamando per oratore un certo avvocato di Napoli.

Quando tali notizie si leggeranno, tutti penseranno alla gratitudine ed al dolore di Capri. Ma oggi tutti contemporaneamente sapranno che i funerali sono stati una mistificazione.

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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note

[1].Il discorso di Guglielmo II, "La propaganda", 29/11/1902.
Questo pezzo completa Guglielmo II ed i socialisti: i due pezzi, assieme, riempiono interamente la prima pagina de "la Propaganda" del 29/11/1902.

Ha copiato il testo Davide Locaputo, che ringrazio. 

I neretti e le spiegazioni fra [parentesi quadre] sono stati aggiunti da me.

[2] Non ho trovato dati.su questo scandalo.

[3].Camillo Finocchiaro-Aprile fu ministro della Giustizia. Non so a che episodio si faccia qui riferimento.
 

 


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