[Per
una rassegna stampa di articoli di quotidiano dell'epoca su questo caso,
fare clic qui].
Industriale tedesco, proprietario delle acciaierie Krupp (fu soprannominato "il re dei cannoni"), nonché l'uomo il più ricco della Germania del suo tempo: il suo reddito superava quello dello stesso imperatore di Germania, Guglielmo II. Fu il protagonista di uno scandalo omosessuale.[1] che ebbe implicazioni non solo finanziarie ma anche politiche: Krupp era infatti amico intimo dell'imperatore (ferocemente antisocialista), ed era l'uomo-chiave della politica tedesca nella "corsa agli armamenti" che avrebbe portato alla prima guerra mondiale. Poiché
l'imperatore era per legge intoccabile e incriticabile, colpire Krupp fu
un ovvio metodo per la sinistra per criticare le scelte di Guglielmo II,
che a sua volta usò il caso Krupp per gettare, in pieno stile berlusconiano,
quanto più fango poté sulla sinistra.
Krupp finì insomma per pagare con la vita l'assurdità e inumanità di una morale sociale di cui proprio lui era uno dei principali beneficiari... Lo scandalo
Krupp, che fece parlare l'Europa intera, ebbe per teatro Capri,
in Italia, ma le prime avvisaglie partirono com'è logico dalla Germania.
Sull'isola (ormai meta di turismo di massa) Krupp era arrivato per motivi di salute (soffriva d'asma) nel 1898, alloggiando all'Albergo Quisisana e dandosi, con l'ausilio delle migliori apparecchiature, al suo hobby: lo studio degli animali marini (fece anche qualche scoperta di rilievo, per esempio la larva di un'anguilla, che permise - ad altri studiosi - di ricostruire finalmente il complicatissimo ciclo riproduttivo di questi animali). A Capri, Krupp
passò gli inverni e le primavere dei suoi ultimi anni di vita, dispensando
denaro a larghe mani e accaparrandosi così la benevolenza degli
isolani.
Purtroppo
Circolarono anche foto delle presunte orge celebrate da lui e dei suoi presunti amanti nudi: in realtà erano foto di Wilhelm von Gloeden e di Wilhelm von Plüschow. Le cose comunque restarono sotto controllo finché Krupp ebbe un'idea davvero pessima: immischiarsi nella politica del posto, finanziando il partito clericale. Mal gliene incolse. Tutto iniziò
a precipitare, al solito, per un pretesto banale:
L'allusione a Krupp in quanto scopritore della larva dell'anguilla era perfida, perché in Campania "'o capitone" (l'anguilla) indica comunemente anche il membro virile. Dopo un po'
d'azione di P.R. Scarfoglio fu messo a tacere (a dire - maligno - della
"Propaganda", grazie all'ospitalità "tutto spesato" del proprietario
del Quisisana, e una mazzetta).
Se non si poteva averlo dalla propria parte (come aveva ottenuto il "partito Serena", che faceva capo al proprietaro del Quisisana) allora bisognava rassegnarsi a eliminarlo, per fare in modo che almeno non ne godesse la controparte nemica. Ogni prestesto,
alla lunga, sarebbe stato buono, ma le voci sulla "questione sessuale"
furono, al solito, le più efficaci, e riuscirono infine ad arrivare
alle autorità:
Che non si calmarono. I pettegolezzi
continuarono infatti a turbinare, finché trovarono ospitalità
sulle colonne del quotidiano socialista (che in epoca pre-tangenti voleva
dire marxista) di Napoli, "La propaganda", che il 15/10/1902 riportò
brevemente certe voci su orge compiute a Capri da un ricco capitalista
straniero (che non nominò) corrompendo minorenni del luogo.
La cosa si sarebbe probabilmente chiusa lì, col solito fervorino sulla corruzione morale dei ricchi e sull'inevitabile degenerazione psicosessuale della borghesia, se "La Propaganda" non fosse stata attaccata dai giornali di destra, che l'accusarono di aver sovversivamente infangato un uomo dabbene, cioè un capitalista. (I capitalisti sono sempre uomini dabbene, qualunque cosa facciano, come insegna anche Berlusconi, mostrandocelo con l'esempio). La difesa mai richiesta costò cara a Krupp, perché per tutta risposta "La Propaganda" (che probabilmente si sarebbe fermata lì, paga al massimo di aver fatto uin dispetto politico a qualche notabile di Capri) fu costretta da quel momento, per non perdere la faccia davanti ai suoi avversari, a difendere il proprio operato alzando via via il tono della propria (non si sa quanto sincera) indignazione morale e gonfiando lo spazio dedicato alla vicenda, alzando progressivamente il livello dello scontro e delle accuse. A questo punto
anche il quotidiano marxista nazionale, l'"Avanti!", fu costretto a riferire
la polemica in corso a Napoli, che così sfuggì ben al di
là dell'interesse "locale".
Ma ciò fu vano. Inevitabilmente, infine, gli articoli della "Propaganda" e dell'"Avanti" arrivarono a conoscenza anche dei giornali tedeschi. Il primo a parlarne era stato il quotidiano cattolico "Augsburger Postzeitung" che l'8/11/1902 citava i resoconti dei due quotidiani italiani, ma senza fare il nome del personaggio implicato [9]. Il nome arrivò,
però, pochi giorni dopo, sul quotidiano marxista tedesco "Vorwärts",
che il 15/12/1902 attaccò quello che in fondo era uno dei suoi più
accaniti nemici in un articolo intitolato Krupp a Capri, che rivelava
(infilzando anche palesi esagerazioni) che
Ma ormai era troppo tardi per Krupp per pentirsi (se mai lo fece!). Krupp querelò il giornale marxista e mise in moto le sue amicizie in altissimo loco, compreso l'imperatore, che fece sequestrare il "Vorwärts" ovunque, perfino nelle case degli abbonati! Sembrava che Krupp fosse deciso a dar battaglia, e invece ormai i suoi nervi erano a pezzi, forse per il sospetto che stavolta lo scandalo fosse così grosso e ben fondato che nemmeno le sue ricchezze e le sue amicizie sarebbero riuscite a soffocarlo, se si fosse arrivati a un processo. E all'improvviso crollò; il 21 novembre 1902 Krupp si uccise. Ufficialmente la morte avvenne per infarto "o" (sic) per emorragia cerebrale: l'autopsia però non venne mai effettuata ed anzi, il cadavere fu addirittura sequestrato e chiuso in una bara sigillata senza che nessuno, neppure i parenti, potesse più vederlo. Oggi è
palese che si voleva evitare la constatazione del suicidio: un uomo come
Krupp, che fabbricava e vendeva (anche ai nemici della Germania!) "armi
di distruzione di massa", non poteva non avere il pelo sullo stomaco per
resistere ad una banalissima accusa "falsa" e "politicamente motivata".
Ai funerali, il 27 novembre, il kaiser ebbe addirittura un lapsus e attaccò i socialisti accusandoli di averlo ucciso loro, Krupp (ma non era morto d'emorragia cerebrale?). Nel testamento di Krupp erano presenti lasciti per il barbiere Adolfo Schiano e per un pescatore, Antonino Arcucci, nonché per "un notabile di Capri", mentre la grotta (Krupp non comprò mai una casa a Capri) e il giardino erano lasciati in eredità ai capresi. La moglie, improvvisamente "rinsavita" e liberata dal manicomio, ritirò la querela per diffamazione, col pretesto di voler sopire polemiche che avrebbero solo nuociuto alla memoria del defunto. La povera donna, scampata in extremis a un destino atroce, sapeva fin troppo bene sulla sua pelle quanto vere fossero le "diffamazioni" dei "fogliacci" marxisti... Lo scandalo Krupp ebbe infine uno strascico in Italia, nello stesso anno, nello scandalo Plüschow (dal nome del fotografo tedesco arrestato e condannato per le sue foto di nudo di ragazzi anche minorenni). Per buona misura "La Propaganda", affinché imparasse a non danneggiare ulteriormente in futuro il lucroso turismo sessuale verso l'Italia.[11], fu condannata (lei, e non i turisti che andavano coi ragazzini capresi!) per... "oltraggio al pudore" [12], e la cosa fu seppellita così. Amen, et requiescant in pace... Su Krupp si legga ora online anche l'articolo scritto da Stefano Bolognini. L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa scheda biografica, e chi gli segnalerà eventuali errori contenuti in questa pagina. |
Note
[1].Bibliografia: "La propaganda. Quotidiano socialista", consultata dal 15 ottobre al 31 dicembre 1902; "Avanti!, Quotidiano socialista", 6, 24-25, 28 e 30/11/1902; "Il Sud. Giornale del popolo del Mezzogiorno" (antisocialista), 31 ottobre, 23, 25-26, 28 e 30 novembre, 30 dicembre 1902; "Il Paese", 19-20/1/1903. Devo ad Enzo Cucco, che le raccolse nel 1980, le fotocopie di gran parte di questi periodici.
Aldrich, Robert, The seduction of the Mediterranean. Writing, art and the homosexual fantasy, Routledge, London and New York 1993, pp. 127-128; Cerino, Angelo, I Krupp e la guerra come industria, Cremonese, Roma 1974, pp. 59-61; Dall'Orto, Giovanni, La rivoluzione contro gli omosessuali e la contro-rivoluzione del socialismo, "Lotta continua", 14/1/1981, pagine centrali; Douglas, Norman, Biglietti da visita [1933], Adelphi, Milano 1983, 171-181 (inattendibile: Douglas nega l'evidenza, per difendere se stesso, coinvolto in scandali analoghi); Fiorani, Tito, Le dimore del mito, La Conchiglia, Capri 1996, pp. 99-106; Greene, Graham, Una donna impossibile. I ricordi da Capri della dottoressa Moor, Mondadori, Milano 1978, p. 133; Knight, Carlo, Die Capri-Utopie von Krupp - L'utopia caprese di Krupp, La conchiglia, Capri 2002 (sostiene l'innocenza di Krupp, anche a costo di falsificare i dati); Knight, Carlo, Krupp a Capri - Uno scandalo d'altri tempi (e uno dei nostri), Civita, Napoli 1989. Manchester, William, I cannoni dei Krupp, Mondadori, Milano 1970, pp. 271-283 (la fonte moderna più completa, ma poco addentro all'accaduto; per lo più riferisce "di seconda mano"); Money, James, Capri. La storia e i suoi protagonisti, Rusconi, Milano 1993, pp. 82-85, 91-96, 240-241; Peyrefitte,
Roger, Eccentrici amori, Longanesi, Milano 1967, pp. 153-155;
Podrecca, Guido, La tavola rotonda in Germania, Mantegazza, Roma 1919, pp. 102-109. Ristampato come: Sessualità e politica della Germania imperiale (1890-1918), Bottega dell'antiquario O.E.T., Roma s.d. ma 1946, pp. 79-85. (Un interessantissimo resoconto di Silvano Fasulo, nel 1902 giornalista della "Propaganda", sulla vicenda Krupp). Sper, A., Capri und die Homosexuellen: eine psychologische Studie, Orania Verlag, Berlin s.d. ma 1903 (non vidi. Sostiene l'innocenza di Krupp).
[2] Margarethe von Ende, moglie di Krupp. [3].William Manchester, Op. cit., p. 272. [4].Ivi. [5].Riportati da William Manchester, Op. cit., p. 274, e soprattutto da Peyrefitte, che ne era goloso (Opp. citt., passim). [6]
Robert Aldrich, Op. cit., pp. 127-128.
[7]
Così William Manchester, Op. cit., pp. 274-275.
Si noti, osservando attentamente le date, che contrariamente a quanto si legge normalmente, l'attacco dei giornali socialisti (in autunno) fu successivo all'allontanamento dall'Italia di Krupp per questioni sessuali (in primavera), e quindi non ne fu la causa. Se mai qualche giornale avesse avuto un ruolo in ciò, si sarebbe trattato semmai del borghesissimo "Mattino di Napoli", e non dei quotidiani marxisti, che intervennero a scandalo già scoppiato, soffiando sul fuoco... e facendolo - questo sì - divampare. E
il "Corriere della Sera" dell'epoca spiega lo scoppio dello scandalo proprio
con la deliberata decisione - dei "popolari" - di far fuori un potente
alleato dei loro nemici politici, che avevano appena vinto le elezioni
(27 luglio 1902) mettendo in giro la voce secondo cui in caso di sconfitta
del partito di Serena Krupp non avrebbe più rimesso piede nell'isola:
L'omosessualità e la morale, come si vede, non c'entravano nulla... [8] William Manchester, Op. cit., p. 276. [9] William Manchester, Op. cit., p. 277. [10] William Manchester, Op. cit., pp. 277-278. [11]
I giornali borghesi arrivarono
a sostenere sfacciatamente che il turismo
sessuale era utile all'economia delle popolazioni meridionali. I marxisti
furono accusati di avere mandato in rovina tanti poveri proletari
che adesso non avrebbero avuto di che vivere.
[12].Silvano Fasulo più tardi scrisse: "'La Propaganda' fu processata e condannata per... offese al pudore! La morale cattolica infatti viene offesa soltanto da chi strappa le foglie di fico che coprono le vergogne del mondo cristiano. E il servilismo ufficiale del nostro paese non poteva esimersi dal dare, al solito goffamente, una soddisfazione ai padroni d'oltre Alpe" (in: Guido Podrecca, Op. cit., p. 109). |