Da: The anatomy
of melancholy / Anatomia della melanconia [1621] [1]
.
Pars
3 sec. 2.
Loves power
and extent
|
Parte
3, sezione 2.
Quanto possa
e fin dove arrivi l'amore
|
//
p. 437 // Semiramis equo, Pasyphae tauro, Aristo
Ephesius asinae se commiscuit, Fulvius equae, alii canibus, capris,
& c. unde monstra nascuntur aliquandò, Centauri, Sylvani, &
ad terrorem hominum prodigiosa spectra: |
Semiramide
si accoppiò con un cavallo, Pasife
con un toro, Aristone d’Efeso con un’asina, Fulvio con una cavalla e altri
lo fecero con cani, capre e altri animali, da cui talvolta nascono dei
mostri: Centauri, Silvani ed esseri mostruosi che atterriscono gli uomini: |
Nec cum
brutis, sed ipsis hominibus rem habent, quòd peccatum Sodomiae
vulgò dicitur; & frequens olim vitium apud Orientales illos
fuit, Graecos (k) nimirum, Italos,
Afros, Asianos: Hercules Hylam habuit,
Polycletum,
Dionem,
Perythoonta, Abderum & Phryga, alii
& Euristium ab Hercule amatum tradunt. |
e non si accoppiano
solo con le bestie, ma anche tra uomo e uomo, ed è il cosiddetto
peccato di sodomia. Un tempo fu vizio frequente presso gli orientali,
in primo luogo tra i greci.(k),
gli italici, gli africani e gli asiatici. Ercole
ebbe Ila,
Policleto, Dione, Peritoonte,
Abdero e Frige; altri tramandano che anche Euristeo fu amato da Ercole. |
Socrates
pulchrorum Adolescentum causa frequens Gymnasium adibat, flagitosoque spectaculo
pascebat oculos, quòd & Philebus & Phaedon, Rivales;
Charmides & reliqui Platonis Dialogi (l),
satis superque testatum faciunt: quòd verò Alcibiades
de eodem Socrate loquatur, lubens conticesco, sed & abhorreo;
tantum incitamentum praebet libidini. |
Socrate
andava spesso al ginnasio per i bei ragazzi e si riempiva gli occhi di
quello spettacolo scandaloso, come abbondantemente testimoniano il Filebo,
il Fedone, il Carmide e gli altri dialoghi di Platone(l):
passo volentieri sotto silenzio ciò che Alcibiade dice di Socrate,
ma esprimo anche il mio orrore, tanto è l’eccitamento che offre
alla libidine; [nota] |
At
hunc perstrinxit Theodoretus lib. De curat. Graec. Affect. Cap. ultimo.
Quin & ipse Plato suum demiratur Agathonem,
Xenophon Cliniam, Virgilius Alexin, Anacreon Bathyllum; Quod
autem de Nerone, Claudio; caeterorumque; portentosà
libinine <sic> memoriae proditum, mallem à Petronio,
Suetonio, caeterisque petatis, quandò omnem fidem excedat, quàm
à me expectetis, sed vetera querimur.(m). |
ma
egli fu rimproverato da Teodoreto nell’ultimo capitolo del suo “De
Curat<ione> Graec<orum>. Affect”. Anzi Platone stesso
si rimira il suo Agatone, Senofonte il suo Clinia, Virgilio il suo Alessi,
Anacreonte il suo Batillo; quello poi che si tramanda di Nerone, di Claudio,
della portentosa libidine di tutti gli altri, preferirei che lo cercaste
in Petronio, in Svetonio e in altri piuttosto che aspettarlo da me, poiché
tutto ciò supera ogni immaginazione. Ma ci lamentiamo di cose antiche (m). |
Apud
Asianos,
Turcas, ltalos, numquàm frequentius hoc, quàm hodierno
die vitium; Diana Romanorum Sodomia: officinae horum alicubi apud
Turcas,
---- qui
saxis semina mandant ---- arenas arantes,
& frequentes
querelae, etiam inter ipsos conjuges hac de re, quae virorum concubitum
illicitum calceo in oppositam partem verso magistratui indicant; nullum
apud Italos familiare magis peccatum, qui & post (n).Lucianum
& (o) Tatium, scriptis
voluminibus defendunt. |
Al
giorno d’oggi, presso gli asiatici, i turchi e gli italiani [Busbequius]
questo vizio è più che mai frequente; [il
culto di] Diana [era] presso i Romani [un pretesto per] la sodomia, le
scuole di costoro sono in qualche luogo presso i Turchi, che
“gettano i semi
in campi pietrosi” [Nota: Platone leggi]
e arano la
sabbia;
per questo sono
frequenti le liti anche tra i coniugi stessi, in cui le mogli indicano
al magistrato l’accoppiamento illecito dei mariti girando la scarpa al
contrario; nessun peccato è più diffuso tra gli italiani
che, anche dopo (n) Luciano e (o)
Tazio, lo difendono negli scritti. |
lohannes
de la Casa Beneventinus Episcopus divinum opus vocat, suave scelus,
adeoque jactat se non alià usum Venere. |
Giovanni
Della Casa, vescovo di Benevento, lo chiama opera divina, crimine soave,
tanto che si vanta di non aver avuto altro modo di accoppiamento. |
Nihil usitatius
apud monachos, Cardinales, sacrificulos, etiam (p)
furor hic ad mortem, ad insaniam (q). |
Niente è
più praticato da monaci, cardinali e preti, con furore (p)
che porta anche alla morte o alla follia (q). |
Angelus
Politianus, ob pueri amorem, violentas sibi manus injecit. Et horrendum
sanè dictu, quantum apud nos patrum memorià, scelus detestandum
hoc saevierit! Quum enim |
Angelo
Poliziano, per amore di un ragazzino, si dette una morte violenta.
È orribile a dirsi quanto questo delitto detestabile infuriò
da noi, al tempo dei nostri padri! Infatti, |
Anno 1538.
prudentissimus Rex Henricus Octavus cucullatorum coenobia, & sacrificorum
collegia, votariorum, per venerabiles legum Doctores Thomam Letum, Richardum
Laytonum visitari fecerat, & c., tanto numero reperti sunt apud eos
scortatores, cinaedi, ganeones, paedicones, puerarii, paederastae, Sodomitae,
((r) Balei verbis utor) Ganymedes,
& c. ut in uniquoque eorum novam credideris Gomorrham.
|
Nel 1538
il saggissimo re Enrico VIII aveva fatto visitare i conventi dei frati
e le comunità dei preti, legati dai voti, dai venerabili dottori
in legge Thomas Lee e Richard Layton ed altri, e tra di loro trovarono
un così gran numero di puttanieri, finocchi, crapuloni, invertiti,
amatori di fanciulli, pederasti, sodomiti ((r)
uso le parole del Bale), effeminati ecc., che in ognuno di questi posti
avresti potuto vedere una nuova Gomorra.
|
Sed vide
si lubet eorundem Catalogum apud eundem Baleum; Puellae (inquit)
in
lectis dormire non poterant ob fratres necromanticos. |
Ma, se ti interessa,
puoi vederne il catalogo presso il citato Bale; "le ragazze", dice,
"non potevano dormire nel letto a causa dei frati stregoni". [nota] |
Haec si
apud votarios, monachos: sanctos scilicet homunciones, quid in foro, quid
in aulà factum suspiceris? quid apud nobiles, quid inter fornices,
quam non foeditatem, quam non spurcitiem? |
Se questo avveniva
fra gente legata dai voti, monaci, cioè santi poveruomini, cosa
immagini che succedesse nelle piazze o nei palazzi di corte? Quali turpitudini,
quali nefandezze tra i nobili come nei postriboli? |
Sileo interim
turpes illas, & ne nominandas quidem monachorum (s)
mastrupationes; masturbatores Rodericus
à Castro (+).vocat,
// p . 438 // tum & eos qui se invicem
ad venerem excitandam flagris caedunt, Spintrias,
succubas, Ambubeias, & lasciviente lumbo Tribades
illas mulierculas, quae se invicem fricant, & praeter Eunuchos etiam
ad Venerem explendam, artificiosa illa veretra habent. |
Taccio per
ora di quelle turpi, innominabili pratiche masturbatorie dei monaci (s);
Roderigo da Castro (+).chiama
“masturbatori” coloro che, per eccitarsi al coito, si frustano a vicenda,
i finocchi, le donne libertine, le prostitute
e le lesbiche, quelle donnine in fregola che si sfregano tra loro e, come
gli eunuchi per supplire al coito, hanno quei noti falli artificiali. |
Immo quod
magis mirere, foemina foeminam Constantinopoli non ita pridem deperiit,
ausa rem planè incredibilem, mutato cultu mentita virum de nuptiis
sermonem init, & brevi nupta est: sed authorem ipsum consule, Busbequium. |
Ma cosa ancora
più straordinaria, non molto tempo prima a Costantinopoli, una donna
s’innamorò perdutamente di un’altra donna e osò apertamente
l’incredibile: cambiò abbigliamento, si finse uomo, parlò
di matrimonio e in breve si sposò; ma consulta l’autore stesso,
Busbeq. |
Eventuale
dida di foto
|
Omitto (t)
salinarios illos Aegyptiacos, qui cum formosarum cadaveribus concumbunt,
& eorum vesanam libidinem, qui etiam idola & imagines depereunt. |
Taccio (t)
di quegli imbalsamatori egizi che si accoppiano con i cadaveri di belle
donne e dell’insana libidine di coloro che si innamorano perdutamente persino
di statue e pitture. |
Nota
est fabula Pigmalionis apud (u).Ovidium;Mundi
& Paulini apud Aegesippum belli Iud. lib. 2. cap. 4. |
È
noto il mito di Pigmalione in (u).Ovidio,
<e quello di> di Mondo e Paolina in Giuseppe Flavio
(Guerra giudaica, libro II, cap. 4). |
Pontius
C. Caesaris legatus, referente Plinio, lib. 35, cap. 3.
quem suspicor eum esse qui Christum crucifixit, picturis Atalantae
& Helenae adeò libidine incensus, ut tollere eas vellet si
natura tectorii permisisset, alius statuam bonae Fortunae deperiit,
(Aelianus lib. 9. cap. 37 alius bonae deae, et ne qua pars probro
vacet. (x) Raptus ad stupra
- (quod ait ille) & ne (y)
os quidem a libidine exceptum. |
Come
riferisce Plinio nella Storia naturale
(XXXV, cap. 3), Ponzio, governatore di Cesare (che sospetto sia quello
che crocifisse Gesù) si accese di libidine per le immagini dipinte
di Atalanta ed Elena, tanto che avrebbe voluto possederle, se la natura
dell’intonaco lo avesse permesso; un altro si invaghì della statua
della Buona Fortuna (Eliano, <_____>, IX,
37), un altro della Buona dea, e affinché nessuna parte fosse immune
da vergogna (x) “spinto allo
stupro” (come riferisce costui) “nemmeno la bocca si salvò
dalla libidine” (y). |
Heliogabalus,
per omnia cava corporis libidinem recepit, Lamprid.
vita ejus.(++) |
Eliogabalo
trovò soddisfazione con tutte le cavità del proprio corpo
(<Elio> Lampridio, Vita di Eliogabalo). |
Hostius
quidam specula fecit, & ita disposuit, ut quum virum ipse pateretur
aversus omnes admissarii motus in speculo videret, ac deinde falsa magnitudine
ipsius membri tanquam verà gauderet, simul virum & foeminam
passus, quod dictu foedum & abominandum. |
Un certo Ostio
[Seneca,
Questioni naturali, I] costruì degli specchi e li dispose
in modo che, mentre lui faceva il passivo, vedeva nello specchio tutti
i movimenti del compagno [lett. “stallone”]
pur voltato dall’altra parte; quando poi faceva il passivo e l’attivo,
cosa turpe e abominevole solo a dirsi, godeva del falso ingrandimento del
suo pene come se fosse reale. |
Ut verum
planè sit, quod apud (z).Plutarchum
Gryllus Ulyssi objecit. |
Quindi appare
vero ciò che in (z).Plutarco
il grillo dice ad Ulisse: |
Ad hunc usque
diem apud nos neque mas marem, neque foemina foeminam amavit, qualia multa
apud vos memorabiles & praeclari viri fecerunt, ut viles missos faciam,
Hercules imberbem sectans socium, amicos deseruit & c.
Vestrae libidines
intra suos naturae fines coerceri non possunt, quin instar fluvii exundantes
atrocem foeditatem, tumultum, confusionemque naturae gignant in re venerea,
nam & capras, porcos, equos inierunt viri & foeminae, insano bestiarum
amore exarserunt, unde Minotauri, Centauri, Sylvani, Sphinges, & c.
|
“Fino ad
oggi, fra noi <animali>, mai un maschio amò un altro maschio,
né una femmina un’altra femmina, come fecero da voi spesso uomini
onorevoli e illustri; per tacere delle persone comuni, Ercole, per cercare
il giovane compagno, abbandonò gli amici, ecc.
Le vostre
libidini non possono essere trattenute entro i limiti della natura, anzi
come fiumi in piena generano terribile turpitudine, disordine e confusione
della natura nella sfera sessuale: infatti, dei maschi si sono accoppiati
con capre, scrofe, cavalle e delle femmine arsero di insano amore per quelle
bestie, da cui [nacquero] i Minotauri, i Centauri, i Silvani, le Sfingi”
ecc.
|
Sed ne confutando
doceam, aut ea foras efferam, quae non omnes scire convenit (haec enim
doctis solummodo, quod causa non absimili (+++).Rodericus,
scripta velim) ne levissimis ingeniis & depravatis mentibus foedissimi
sceleris notitiam, & c. nolo quem diutiùs hisce sordibus inquinare. |
Ma non voglio
insegnare o divulgare, mentre le confuto, le cose che non è conveniente
che tutti sappiano (infatti, vorrei che queste mie righe fossero scritte
solo per i dotti, come dice (+++).Roderigo),
per non divulgare turpissime scelleratezze a indoli molto deboli e a menti
depravate, e non voglio contaminare più a lungo nessuno con queste
sconcezze. |
Eventuale
dida di foto
|
[Note]
|
[Note]
[nota:
le note nel testo originale sono al margine]
|
(k)
Lilius Giraldus, vita eius. |
(k).Autobiografia
di Lilio Giraldi. |
(l)
Pueros amare solum Philosophum relinquendum vult Lucianus dial. Amorum. |
(l)
Secondo Luciano, dialogo Gli amori,
solo al Filosofo doveva essere permesso amare i ragazzi. |
(m)
Busbequius. |
(m)
Busbeq., _________________________ |
(n)
Achilles Tatius lib.2. |
(n)
Achille Tazio, <Leucippe e Clitofonte>, libro 2 <capp. 33-38>.
(Questa nota e la successiva appaiono invertite di posto). |
(o)
Lucianus Charidemo. |
(o)
Luciano <di Samosata apocrifo>, Caridemo, o della bellezza. [nota:
Si tratta di una discussione sulla bellezza, di secolo ignoto, attribuita
apocrifamente in antico a Luciano di Samosata, in cui si citano anche esempi
di amori omosessuali]. |
(p)
<">Non est haec mentula demens<">. Mart<ialis>. |
(p)
"Questo cazzo non è pazzo". Marziale. |
(q)
Iovius Muse.<um> |
(q)
<Paolo> Giovio, Museo. |
(r)
Praefat.<io> lectori lib.<ri> de vitis pontif.<icorum>. |
(r)
Prefazione al lettore del libro “I vizi dei papi” [Nota:
John Bale (1495-1563), Acta romanorum pontificum , s.e., s.l. 1560.
Ne esiste anche una traduzione inglese del 1574, che è quella qui
citata, intitolata The pageants of the popes.]. |
(s)
Mercurialis cap.<itulo> de Priapismo.
Coelius
l.<iber> 11 antiq.<uarum> lect.<ionum> cap. 14.
Galenus
6. de locis off. |
(s)
Mercuriale, <_______ _______> capitolo "sul priapismo";
Celio <Rodigino (1469-1525)>, Lectionum antiquarum libri XXX,
libro 11, cap. 14; Galeno, De locis offic., 6. |
(+)
De morb.<is> mulier.<um> lib.<er> 1 c.<aput> 15. |
(+)
<Rodrigo da Castro>, De morbis mulierum, liber 1, cap. 15. |
(t)
Herodotus l. 2 Euterpae: uxores in signium virorum non statimvita functas
tradunt condiendas, ac ne eas quidem foeminas quae formosae sunt, sed quatriduo
ante defunctas, ne cum iis salinarii concumbant. & c. |
(t)
Erodoto, Euterpe, libro 2: “Raccontano che le mogli defunte degli
uomini insigni non debbano essere seppellite subito, neppure le donne che
sono belle, ma dopo quattro giorni, in modo che gli imbalsamatori non si
accoppino con loro”. |
(u)
Metam. 13. |
(u)
<Ovidio>, Metamorfosi, 13. |
(x)
Seneca de ira, l. 11. c. 18. |
(x)
Seneca, Sull’ira, I, 18. |
(y)
<">Nullus est meatus ad quem non pateat aditus impudicitiae<",> Clem.<ens>
Alex<andrinus,> pedagog.<us> lib.<er> 3. c.<aput> 3. |
(y)
<">Non c'è un solo orifizio che non dia accesso all'impudicizia<">,
Clemente Alessandrino, Pedagogo, libro III, cap. 3. |
(++)
Seneca 1. nat.<uralium> quaest.<ionum>. |
(++)
Seneca, Questioni naturali, 1. |
(z)
Tom. P. Gryllo. |
(z)
<Plutarco>, Grillo. [Nota: Plutarco (ca.
46 - ca. 120 d.C.), Che i bruti usano la ragione (Bruta animalia
ratione uti, sive Gryllus). In: Opuscoli, Sonzogno, Milano 1825-1829,
parr. 990d-991a (= cap. 7)]. |
(+++)
De morbis mulierum lib.<er> 1 c.<aput> 15. |
(+++)
<Rodrigo da Castro>, De morbis mulierum, liber 1, cap. 15. |
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo copiato da: Robert Burton (1577-1640), The anatomy of melancholy,
Cripps,
Oxford 1638, pp. 437-438, online in formato .pdf
sul sito _______.
La traduzione
dal latino, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il contributo. La revisione del testo
italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare a me soltanto.
Esiste traduzione
italiana a stampa di quest'opera: Malinconia d'amore, Rizzoli,
Milano 1981, pp. 104-108.
Il testo di
quest'opera è in inglese, ma trattando di una materia scabrosa,
l'autore passa qui al latino per restringere la comprensione ai soli "dotti".
Burton sta esaminando
a quali eccessi possa condurre la passione rabbiosa d'amore: anche alla
sodomia. E ad altre "perversioni sessuali".
.
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
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