Da: Epistula ad
Petrum Abelardum / Lettera a Pietro
Abelardo [1117/1118] [1]
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Colonna
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(...)
Hoc quoque magni existimare
debes, quod nulli suspectus, ab omni hospite hospes tutissime recipiaris.
Maritus uxoris violationem ex te, vel lectuli concussionem minime formidabit. |
(...)
Devi apprezzare molto questo
ancora, cioè che, non essendo sospetto a nessuno, chiunque ti accoglierà
come ospite con la massima sicurezza. Nessun marito <infatti> temerà
da te la violazione della moglie, o del talamo nuziale. |
Decentissime ornatarum
turmas matronarum inviolabiliter pertransibis. |
Attraverserai inviolabilmente,
con il massimo del decoro, frotte di donne bellissime. |
Virginum choros flore
juventutis splendentium, quae etiam senes jam calore carnis destitutos
suis motibus in fervorem libidinis inflammare consueverunt, non timens
earum incessus et laqueos, securus et sine peccato miraberis. |
Ammirerai tranquillo e senza
peccato stuoli di vergini splendenti del fiore della gioventù (abituate
ad accendere con le loro movenze il ribollire del desiderio anche nei vecchi
ormai abbandonati dal calore della carne) senza più temere il loro
ancheggiare e le loro insidie. |
Sodomitarum
secretos recessus, quos detestatur super omnes turpissimos divinae
justitiae veritas, et eorum turpia et maligna consortia, quae quidem semper
odisti, de caetero te sine intermissione vitare verum est. |
Per
il resto è vero che hai <sempre> evitato senza posa i rifugi
segreti dei sodomiti (che la verità della giustizia divina
maledice come gli esseri più turpi fra i turpi) e le loro
compagnie sconce e malvagie, che hai sempre odiato. |
Et
omnino post hos hujus fragilissimae fragilitatis fluxus,
quod magnum Dei gratiae munus in hoc ordine
aestimo, nocturnas somniorum illusiones te minime sentire ita certum est,
sicut certum est quoniam voluntatem, si forte aderit, nullus sequetur effectus. |
E
insomma, dopo questa mollezza di estrema fragilità,
che ritengo grande dono della grazia di Dio in questo ordine,
è certo che non subisci più nemmeno un po' le tentazioni
notturne dei sogni [erotici], così come è certo che nessun
effetto seguirà all'intenzione, se mai si presentasse. |
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Abelardo
ed Eloisa in una miniatura del XIV secolo.
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Fulcone di Deuil (Fulco de Diogilo), Epistula ad Petrum
Abelardum, da: Patrologia Latina, vol. 178, coll. 371-376, alla
col. 373, così come pubblicato online (con traduzione tedesca) dal
sito "Heloïsa und Abaelard": Epistola
Fulconis prioris de Diogilo - Trostbrief des Priors Fulko von Deuil an
Peter Abaelard.
La traduzione
dal latino, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il contributo. La revisione del testo
italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare a me soltanto.
Questa lettera
è una sfottente "consolazione" a Pietro
Abelardo (1079-1142) al quale vengono crudelmente elencati i vantaggi
spirituali della castrazione che aveva subito, come punizione del suo
(celeberrimo) adulterio con Eloisa.
Fra essi viene
inserita anche l'impossibilità di frequentare i sodomiti, che peraltro
(riconosce Fulcone) un donnaiolo impunito come Abelardo si guardava bene
dal frequentare anche prima dell'incidente...
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