Da: Epigrammaton
liber [14__] [1]
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XXXIV,
101.
In Nicolaum
Buciniensem.
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XXXIV,
101
Contro Nicola
Buciniense.
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Quis, Nicolae,
uir est nunc te prudentior alter,
quis uir
in Etrusca [2]
te magis urbe sapit, |
Quale altro
uomo, Nicola, è ora più previdente di te,
quale uomo
nella città etrusca [2]
ne sa più di te, |
unum
cum linquas praedurum forte cinedum,
ut possis
teneros hinc habuisse duos? |
poiché
lasci per avventura un finocchio incallito...
per poterne
avere poi due tenerelli? [quando potresti averne
avuti due...] |
Eventuale
dida di foto
|
XXXIV,
167.
Ad Tommam
scribam
principis
Mirandolani.
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XXXIV,
167.
Contro Tommaso,
segretario
del principe
della Mirandola.
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Non puero
casses tenero, neque retia cuique
tendere,
nec noui qua ualet arte capi. |
Non vacillare
per un ragazzo, non lanciare reti
a chiunque,
non so quanto valga essere presi con tali arti. |
At
nos si tales nunc demeriturus amicos
tam doctis
possum grata referre uiris, |
Ma
se ora, per ingraziarci tali amici,
posso rendere
il favore a uomini tanto dotti, |
inueniam
pueros, pueros tibi mille parabo,
ut uoti
tu sis nescius inde tui: |
troverò
dei ragazzi, ti procurerò mille ragazzi,
in modo che
tu non sappia da dove viene l’oggetto del tuo desiderio: |
nam,
Ganimede
putas si te non turpe potiri,
hunc quaesisse
putem iam mihi turpe minus. |
infatti,
se pensi di conquistare un Ganimede non turpe,
penso
che ormai lo consideri meno turpe di me. |
Eventuale
dida di foto
|
XXXIV
174.
In Grifum
pediconem.
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XXXIV,
174.
Contro il
sodomita Grifo.
|
Grife, quid
inter nos audes pro dire, quid inter
saepius
egregios isque redisque uiros, |
Grifo, perché
osi (stare) tra noi come un barbaro,
perché
vai e vieni di continuo tra uomini egregi, |
cum
constet pueri flagrare cupidine turpi
te modo,
qui fidei creditur usque tuae? |
mentre
è chiaro che ardi di turpe desiderio per un ragazzo
che finora
era stato affidato alla tua promessa? |
Hinc
scelus est duplex: uiolas, malus, ante pudicum
quod fuit,
inde fides est uiolata tibi. |
Perciò
il misfatto è doppio: tu, disonesto, violi prima colui che era virtuoso,
poi la tua stessa promessa. |
Pena
sed est praesens: nam, si pater ipse notabit
uteris ut
puero tam male, Grife, suo, |
Ma
il castigo è vicino: infatti, se il padre si accorgerà
che abusi del
figlio suo così male, Grifo, |
spectandus
tota prius urbe uagaberis, inde
Vulcano
facies ignea sacra deo. |
prima vagherai
guardato da tutta la città,
poi farai i
fuochi, sacri al dio Vulcano. [poi sarai guardato
dalla sacra faccia infuocata di Vulcano] |
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo latino da: Naldo
Naldi (Naldus de Naldis o Naldus Naldius), Epigrammaton liber, a
cura di Alessandro Perosa, Egyetemi Nyomda, Budapest 1943, come era stato
messo online sul defunto sito "Poeti d'Italia in lingua latina".
La traduzione
dal latino, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il contributo. La revisione del testo
italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare a me soltanto.
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Firenze.
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