Novella 77
del Corpus Iuris civilis [538] [1]
.
LXXVII
Ut non luxurietur
contra naturam neque iuretur per capillos aut aliquid huiusmodi neque blasphemetur
in Deum.
|
77
Non si copuli contro natura
né si giuri "per i capelli [di Dio]" o per altra simile cosa, né
si bestemmi contro Dio.
|
Imp. Iustinianus
Aug. Constantinopolitanis. |
L'augusto imperatore
Giustiniano agli abitanti di Costantinopoli |
<Praefatio.>
Omnibus hominibus qui
sapiunt manifestum esse arbitramur omnia nos et studia et vota in eo collocare
ut ii qui nobis crediti sunt a domino deo recte vivant et eius clementiae
participes fiant, quoniam dei quoque benignitas non interitum sed conversionem
et salutem vult, eosque qui peccaverunt et in viam redeunt suscipit deus. |
Premessa.
Siamo testimoni per tutti
gli uomini che sanno che è manifesto che rivolgiamo tutti i nostri
sforzi e preghiere in modo che tutti coloro che sono affidati a noi da
Dio padre vivono rettamente e sono partecipi della sua clemenza, poiché
anche la bontà di Dio vuole non morte ma conversione e salvezza,
e Dio accoglie coloro che hanno peccato e ritornano sulla retta via. |
Propterea
omnes hortamur ut dei timorem in animo habeant et clementiam eius implorent,
ac scimus omnes qui deum diligunt et misericordiam eius expectant id facere. |
Perciò
esortiamo tutti ad avere nell’animo il timore di Dio e implorare la sua
clemenza, e sappiamo che tutti quelli che amano Dio e attendono la sua
misericordia, lo fanno. |
Caput I
|
Capitolo 1
|
Igitur quoniam quidam
diabolica instigatione comprehensi et gravissimis luxuriis semetipsos inseruerunt
et ipsi naturae contraria agunt, et istis iniungimus accipere in
sensibus dei timorem et futurum iudicium et abstinere ab huiusmodi diabolicis
et illicitis luxuriis, ut non per huiusmodi impios actus ab ira dei iusta
inveniantur et civitates cum habitatoribus earum pereant. |
Dunque poiché essi
stessi sono già inseriti, travolti da una diabolica eccitazione
e con gravissime lussurie e agiscono contro natura, ci affidiamo
alle loro capacità di provare il timore di Dio e il giudizio futuro
e di astenersi da tali lussurie illecite e diaboliche, affinché
non si imbattano a causa di questi atti empi nella giusta ira divina e
non muoiano intere città con i loro abitanti. |
Docemur
enim a divinis scripturis, quia ex huiusmodi impiis actibus et civitates
cum hominibus pariter perierunt. |
Veniamo
infatti ammaestrati dalle Sacre Scritture, perché per tali atti
empi sono perite sia intere città sia gli uomini <che le abitavano>
[nota]. |
|
Giustiniano
in una moneta d'oro del 527-538.
|
1. Et
quoniam quidam ad haec quae diximus et blasphema verba et sacramenta de
deo iurant deum ad iracundiam provocantes, et istis iniungimus abstinere
ab huiusmodi blasphemis verbis et iurare per capillos et caput et his proxima
verba. |
1. E poiché
a causa di ciò che abbiamo detto giurano su Dio con parole e giuramenti
blasfemi provocando la sua ira, ordiniamo ad essi di astenersi da tali
parole blasfeme e di giurare per i capelli, la testa e parole simili. |
Si
enim contra homines factae blasphemiae impunitae non relinquuntur, multo
magis qui ipsum deum blasphemat dignus est supplicia sustinere. |
Se
infatti le parole blasfeme dette contro gli uomini non sono lasciate impunite,
è molto più degno di sopportare i supplizi chi bestemmia
il proprio Dio. |
Propterea
igitur omnibus huiusmodi praecipimus a praedictis delictis abstinere et
dei timorem in corde percipere et sequi eos qui bene vivunt. |
Perciò
dunque consigliamo a tutti di astenersi da tali predetti reati e accogliere
il timore di Dio nel cuore e seguire coloro che vivono rettamente. |
Propter
talia enim delicta et fames et terrae motus et pestilentiae fiunt, et propterea
admonemus abstinere ab huiusmodi praedictis illicitis, ut non suas perdant
animas. |
Infatti
a causa di tali reati, accadono carestie, terremoti e pestilenze e perciò
ammoniamo di astenersi da tali illeciti predetti affinché non perdano
la loro anima. |
Sin autem et post huiusmodi
nostram admonitionem inveniantur aliqui in talibus permanentes delictis,
primum quidem indignos semetipsos faciunt dei misericordia, post haec autem
et legibus constitutis subiciuntur tormentis. |
Se poi, dopo tale nostro
avvertimento, si trovino alcuni che perseverino in tali reati, per prima
cosa si rendono essi stessi indegni della misericordia di Dio, poi sono
sottoposti alle torture dalle leggi costituite. |
Eventuale
dida di foto
|
2. Praecepimus
enim gloriosissimo praefecto regiae civitatis permanentes praedictis illicitis
et impiis actibus et post hanc nostram admonitionem et comprehendere et
ultimis subdere suppliciis, ut non ex contemptu talium inveniatur et civitas
et respublica per hos impios actus laedi. |
2. Infatti
ordiniamo al gloriosissimo prefetto della città regia che chi persevera
nei predetti reati e azioni empie, dopo questo nostro avvertimento, sia
imprigionato e sottoposto alle estreme torture affinché a causa
del disprezzo di tali individui la città e lo Stato non si trovino
ad essere lese a causa di questi atti empi. |
Si
enim et post hanc nostram suasionem quidam tales invenientes hos subtercelaverint,
similiter a domino deo condemnabuntur. |
Se,
infatti, dopo questo nostro avvertimento qualcuno, dopo averli trovati,
li nascondesse, saranno condannati in modo simile da Dio padre. |
Et
ipse enim gloriosissimus praefectus si invenerit quosdam tale aliquid delinquentes
et vindictam in eos non intulerit secundum nostras leges, primum quidem
obligatus erit dei iudicio, post haec autem et nostram indignationem sustinere. |
E
infatti se lo stesso gloriosissimo prefetto trovasse qualcuno che delinque
in qualcosa di simile e non ha fatto denuncia contro di loro secondo le
nostre leggi, prima sarà obbligato al giudizio di Dio, e poi dovrà
sostenere anche il nostro sdegno. |
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo latino dal sito (ora sparito) The
Roman online library, che riproduceva l'edizione a cura di Rudolf Schöll
& Wilhelm Kroll, Corpus Iuris Civilis, vol. 3, Weidmann, Berlin
1954.
Testo greco
e traduzione italiana anche in: Danilo
Dalla, Ubi Venus mutatur, Giuffrè, Milano 1987,
pp.
199-202.
La traduzione
dal latino qui proposta, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il contributo.
La revisione
del testo italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare
a me soltanto.
Le novellae
sono le leggi emanate per la prima volta dall'imperatore
Giustiniano, e da lui aggiunte, come sezione a parte, al Corpus
iuris civilis. Furono promulgate con doppio testo, greco e latino.
Oltre alla
novella
77
[ca. 535/539 d.C.], si veda la novella 141
[559 d.C.].
Con l'intento
dichiarato di evitare l'ira di Dio, che scatena carestie, terremoti e pestilenze,
l'imperatore prescrive "l'estremo supplizio" contro coloro che bestemmiano
e compiono "scostumatezze" (aselghéiai, eufemismo divenuto
"canonico" nella legislazione bizantina
successiva) contro natura;
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
Sources:
Authent. LXXVIII;
Coll. VI, tit.
5;
Epit. Theod.
77;
Athan. 12,
3;
Iulian. const.
LXXI.
|