Da: Parthenopeus
[1455/58] [1]
.
I 5.
Ad pueros
de columba.
|
I 5.
Ai ragazzi,
su una colomba.
|
Cui uestrum
niueam meam columbam
Donabo,
o pueri? Tibine, Iuli,
Num, Coeli,
tibi, num tibi, Nearche? |
A chi di voi,
o fanciulli, donerò
La mia bianca
colomba? Forse a te, Giulio,
o a te, Celio,
o a te, Nearco? |
Non
uobis dabimus, mali cinaedi;
non uos
munere tam elegante digni. |
Non
la darò certo a voi, luridi finocchi;
voi non siete
degni di un dono tanto raffinato. |
Quin
ite, illepidi atque inelegantes;
ales nam
Veneris nitore gaudet,
odit sorditiem
inficetiasque,
insulsos
fugit et parum uenustos. |
Anzi
andatevene, uomini senza eleganza nè stile;
infatti l’uccello
di Venere ama la grazia,
odia le cose
sordide e insulse,
fugge quelli
privi di gusto e di eleganza. |
Sed
cuinam cupis, o columba, munus
deferri?
Scio; nam meam puellam
amas plus
oculis tuis, nec ulla
uiuit mundior
elegantiorue. |
Ma
tu, o colomba, a chi mai desideri essere data in dono?
Lo so; infatti
ami la mia ragazza
Più
dei tuoi occhi, e non esiste nessuna
Più
raffinata o elegante. |
Haec te
in delitiis habebit, haec te
praeponet
nitidis suis ocellis,
nec tanti
faciet suam sororem. |
Lei ti avrà
cara, ti metterà davanti
Ai suoi piccoli
splendidi occhi,
e non stimerà
così tanto sua sorella stessa. |
Huius tu
in gremio beata ludes,
et circumsiliens
manus sinumque
interdum
aureolas petes papillas. |
Giocherai felice
nel suo grembo,
e, saltellando
intorno, le beccherai la mano,
il petto, a
volte i magnifici seni. |
Verum tunc
caueas, proterua ne sis;
nam poenas
dabis et quidem seueras,
tantillum
modo tam uenusta poma
de tactu
uities: et est Diones
tutelae
hortulus ille dedicatus;
numen laedere
tu tuum caueto. |
Ma allora stai
attenta, non essere sfrontata;
infatti avrai
fastidi e anche seri,
se sciuperai
anche solo un pochino con il tocco
dei pomi tanto
belli: e quel giardinetto
è consacrato
alla protezione di Venere;
stai attenta
a non offendere il tuo nume protettore. |
Impune hoc
facies, uolente diua,
ut, cum
te roseo ore suauiatur
rostrum
purpureis premens labellis,
mellitam
rapias iocosa linguam,
et tot basia
totque basiabis,
donec nectarei
fluant liquores. |
Con il favore
della dea [nota], farai senza pericolo questo,
che, quando
ti bacia con la rosea bocca
premendo il
becco sulle rosse labbra,
prenderai per
scherzo la sua lingua di miele,
e darai tanti
e tanti baci,
finchè
scorreranno fiumi di nettare. |
Eventuale
dida di foto
|
I 29.
In Antoninum
cinaedum.
|
I 29.
Contro il
finocchio Antonino.
|
Antonine
cinaedule,
huc ad nos
redeas, nanque per Herculem |
O Antonino,
piccolo finocchio,
torna qui da
me che, per Ercole, |
istas
turpiculas nates,
si te prenderimus,
iam usque adeo malis |
darò
a queste tue sporche natiche
se ti prenderò, |
uirgis
exagitabimus,
ut par sit
sceleri supplicium tuo. |
delle
vergate tanto brucianti
che il supplizio
sia pari alla colpa. |
Audes
tu media uia,
me praesente,
meae comminitarier? |
Osi
tu, in mezzo alla strada,
con me presente,
minacciare la mia donna? |
Audes tu
niueas rosas
e nostrae
gremio tollere Cinnamae? |
Osi tu strappare
dal grembo
Della mia Cinnama
le sue rose bianche? |
Post haec
tam male pallium
nixus surripere,
atque in teneris manus |
E dopo questo,
hai tentato di strapparle di dosso,
così
sfrontatamente, il mantello e |
immiscere
papillulis?
Quod si
compulerit me furor improbus, |
di frugare
con la mano tra i suoi teneri seni?
Ma se il furore
mi obbligherà ad essere crudele, |
disces postmodo
quid siet
tam bellas
manibus tangere foeminas. |
imparerai d’ora
in poi cosa significhi
mettere le
mani addosso a donne tanto belle. |
Eventuale
dida di foto
|
Da: Carminum appendix
(B.
Soldati, 1902)
9.
Lectorem
alloquitur.
|
9.
Si rivolge
al lettore.
|
Pruritum
feret hic nouus libellus
ad rubri
luteum dei sacellum, |
Questo nuovo
libretto darà prurito
Al giallo
tempietto della divinità arrossata [nota], |
qui
semper puerisque furibusque
minatur
gladioque mentulaque. |
che
minaccia sempre i ragazzini e i ladri,
con la spada
e il cazzo. |
At
tu, si sapias, caue, libelle. |
Ma
tu, libretto, se lo sai, stai attento. |
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Giovanni ("Giovano") Pontano, Parthenopeus sive de amoribus,
così come online sul sito: "Poeti
d'Italia in lingua latina", che ripubblica l'edizione ____
_____ _____.
Parzialmente
in: Francesco Arnaldi (a cura di), Poeti latini del Quattrocento,
Ricciardi, Milano e Napoli 1964 (vedine le pp. 329 e 416-418).
La traduzione
dal latino qui proposta, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il contributo.
La revisione
del testo italiano è mia, quindi eventuali errori sono da imputare
a me soltanto.
[Vedi le composizioni
latine numero:
5 (p. 329):
"Ad pueros de columba", versi 1-13:
29 (pp. 416-418):
"In Antonium cinedum":
Anche
I 31,4 Nam quidam mihi pessimus cinaedus
(ma è solo uno che ha toccato la sua donna).]
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
|