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Giuseppe Sporeni (ca. 1490 - dopo 1562)

dimensioni h 170 x largh 132

NOTA BENE. Questo testo è un semplice "appunto", pubblicato provvisoriamente
in attesa di trovare il tempo per curarne il commento.
 
Da: Carmina, liber IV / Poesie, libro IV [15__][1] 
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IV 71.  
Eunuchus sponte factus 
IV 71. 
Di uno, castrato volontariamente. 
Quod puer Idaeo lacerauerit inguina saxo 
credite, priscorum fabula uera fuit.
Che un ragazzo si evirò con una pietra del monte Ida [Attis, sacro a Cibele] 
lo sapete, fu una storia vera per gli antichi.
Vidimus et nostris alter Berecyntius oris 
sponte sibi Veneris sustulit arma puer.
Abbiamo visto con i nostri occhi un altro frigio, 
un ragazzo si è evirato di sua volontà.
Dicite cui maior debetur gloria, Musae: 
iste uolens facinus, ille coactus agit.
Dite, Muse, a chi si deve maggior gloria:  
questo le fece di sua volontà, quello fu costretto.
 
Eventuale dida di foto 
 
IV 73.  
Epitaphium Sertorii Colloretani. 
IV 73. 
Epitaffio di Sertorio da Colloredo. 
Raptus Hylas nymphis, rapido Sertorius amne, 
fata eadem fluctu mersus uterque tulit.
Ila fu portato via dalle ninfe, Sertorio dall’impetuoso fiume, 
entrambi, immersi nelle acque, fecero la stessa fine.
Sors fuit ambobus similis sed gloria dispar: 
seruit Hylas nymphis, ille, Minerua, tibi. 
Per i due la sorte fu simile, ma la gloria ben diversa: 
Ila servì le ninfe, costui, o Minerva [nota], te.
 
Eventuale dida di foto 
 
IV 81.  
Hermaphroditi Vtinensis epitaphium. 
IV 81. 
Epitaffio di un ermafrodita udinese. 
Vir mulierque, imo neutrum ac utrumque sub ista 
mole iacet, duplex forma sed unus homo est.
Uomo e donna, anzi di nessuno ed entrambi i generi,  
giace sotto questa terra, il sesso è duplice ma la persona una sola.
Hoc uiuente luem nostrae Sol intulit urbi, 
hoc moriente luem sustulit urbe Deus:
Quando era in vita, ogni giorno portò la peste nella nostra città,  
ora che è morto, Dio l’ha spazzata via dalla città:
sic moriens uitam, uiuens mortem intulit urbi 
androgynos, duplex forma sed unus homo.
così morendo portò vita, vivendo portò morte in città, 
androgino, il sesso è duplice ma la persona una sola.
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L'autore ringrazia fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà eventuali errori in essa contenuti.

Note 

[1] Il testo da: Giuseppe Sporeni, Carmina, in: Maria Alessandra Romanelli, tesi di laurea dell'Università degli studi di Padova, 1979-80, così come pubblicato online dal sito "Poeti d'Italia in lingua latina". 

La traduzione dal latino, inedita, è di Pierluigi Gallucci, che ringrazio per il l'aiuto. 

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