Da: Carmina, liber
IV / Poesie, libro IV [15__][1]
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IV
71.
Eunuchus
sponte factus
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IV 71.
Di uno,
castrato volontariamente.
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Quod
puer Idaeo lacerauerit inguina saxo
credite,
priscorum fabula uera fuit. |
Che
un ragazzo si evirò con una pietra del monte Ida [Attis,
sacro a Cibele]
lo sapete,
fu una storia vera per gli antichi. |
Vidimus
et nostris alter Berecyntius oris
sponte sibi
Veneris sustulit arma puer. |
Abbiamo
visto con i nostri occhi un altro frigio,
un ragazzo
si è evirato di sua volontà. |
Dicite
cui maior debetur gloria, Musae:
iste uolens
facinus, ille coactus agit. |
Dite,
Muse, a chi si deve maggior gloria:
questo le fece
di sua volontà, quello fu costretto. |
Eventuale
dida di foto
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IV
73.
Epitaphium
Sertorii Colloretani.
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IV 73.
Epitaffio
di Sertorio da Colloredo.
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Raptus
Hylas nymphis, rapido Sertorius amne,
fata eadem
fluctu mersus uterque tulit. |
Ila
fu portato via dalle ninfe, Sertorio dall’impetuoso fiume,
entrambi, immersi
nelle acque, fecero la stessa fine. |
Sors
fuit ambobus similis sed gloria dispar:
seruit Hylas
nymphis, ille, Minerua, tibi. |
Per
i due la sorte fu simile, ma la gloria ben diversa:
Ila servì
le ninfe, costui, o Minerva [nota], te. |
Eventuale
dida di foto
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IV
81.
Hermaphroditi
Vtinensis epitaphium.
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IV 81.
Epitaffio
di un ermafrodita udinese.
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Vir
mulierque, imo neutrum ac utrumque sub ista
mole iacet,
duplex forma sed unus homo est. |
Uomo
e donna, anzi di nessuno ed entrambi i generi,
giace sotto
questa terra, il sesso è duplice ma la persona una sola. |
Hoc
uiuente luem nostrae Sol intulit urbi,
hoc moriente
luem sustulit urbe Deus: |
Quando
era in vita, ogni giorno portò la peste nella nostra città,
ora che è
morto, Dio l’ha spazzata via dalla città: |
sic
moriens uitam, uiuens mortem intulit urbi
androgynos,
duplex forma sed unus homo. |
così
morendo portò vita, vivendo portò morte in città,
androgino,
il sesso è duplice ma la persona una sola. |
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L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo da: Giuseppe Sporeni, Carmina, in: Maria Alessandra Romanelli,
tesi di laurea dell'Università degli studi di Padova, 1979-80, così
come pubblicato online dal sito "Poeti
d'Italia in lingua latina".
La traduzione
dal latino, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il l'aiuto.
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