Da: Carmina ad
Varchium / Poesie al Varchi [1552/3] [1]
.
1.
Ad Benedictum Varchium
|
1. A
Benedetto
Varchi
|
Immerito
ad coelum quod me, doctissime Varchi,
carmine
cum Thusco, tum Latio extuleris,
quas possum
certe, sed non quas debeo grates,
quasque
uelim memori pectore soluo tibi. |
Dottissimo
Varchi, poichè mi hai innalzato al cielo
senza merito,
con poesie sia toscane sia latine,
certamente
posso renderti ringraziamenti, ma non te li devo,
e li vorrei
per te, che ricordi il mio cuore solitario. |
Parcius
ipse tamen posthac laudare memento,
aut alios,
qui me plus meruere, cane.
Quamuis
quae nimio de me prolaxus amore
dixisti,
pro monitis sunt mihi non meritis, |
Tuttavia,
tu stesso ricorda d’ora in poi di tessere lodi
più
sobrie, oppure canta altri che meritarono più di me.
Anche se hai
detto che ti sei allargato troppo
nell’amore
per me, sono consigli che non merito, |
utque
tuis sim par hortatibus, ipse profecto
conabor,
si mi fauerit ipse deus.
Nulla dies
certe nobis obliuia ducet, |
e
come io sono pari alle tue esortazioni, anche io
senza dubbio
proverò, se dio stesso mi sarà favorevole.
Nessun giorno
certamente ci porterà l’oblio, |
meque
tui, dum uiuam, arguet immemorem
tu modo
perge tuum Permessi ad flumina Iulum
ducere,
et Aoniis, obsecro, siste iugis. |
e
mi potrà accusare, finchè vivrò, d'esseremi scordato
di te.
Ora tu continua
a condurre il tuo Giulio verso il fiume Permesso [fiume
della Beozia, sacro alle muse]
e, ti supplico,
fermati sui monti dell’Aonia. |
Eventuale
dida di foto
|
Benedicti
Varchi Iulio Stuphae
|
Benedetto
Varchi a Giulio Stufa
|
Iuli
Stupha, alto natus de sanguine, et alti
ingenii
excelsa exempla dature tui,
immo
tot hactenus, ac tam clara exempla dedisti
Romano,
Etrusco, Cecropioque sale |
Giulio
Stufa, figlio di nobile sangue, tu darai
eccellenti
esempi del tuo nobile ingegno,
anzi
finora hai dato tanti e tanto illustri esempi
con
la grazia latina, toscana e greca, |
ut
tibi bis septem qui uix compleueris annos
istius
aetatis, ordinis atque loci
conferri
nequeat, ne dum praeferier ullus.
Astrictus
numeris, siue solutus eas, |
che
a te, che hai appena compiuto 17 anni di questa vita,
nessuno
può essere paragonato per posizione
e
considerazione, a cui nessuno è ancora superiore.
Vincolato
o sciolto dai metri poetici, |
quod
te posse negas grateis mihi soluere dignas,
et
mea pro monitis accipis, haud meritis.
ingenue
ipse quidem, ceu te decet, atque modeste, |
dici
che non puoi rendere ringraziamenti degni di me,
e
accogli le mie parole come consigli, non certo meritati.
Almeno,
nel modo sincero e onesto che ti si addice, |
ut
mos est etiam uera negare facis.
Verum
ego, crede mihi, forsan mendacia dixi,
sed
non mentitus sum, bone Iule, tibi. |
come
è usanza, fai in modo di negare anche le cose vere.
Io,
invece, credimi, forse ho detto menzogne,
ma
non ho mentito a te, buon Giulio. |
Eventuale
dida di foto
|
Ad
Benedictum Varchium responsio
|
Risposta
a Benedetto Varchi
|
Et
flore et numeris et libro, quem mihi mittis,
nil poterat
nostro gratius esse animo:
flos mirus,
carmen cultum, liber est mihi uisus
egregie
herbarum: pictus imaginibus. |
Nulla
ha potuto essere più gradito al nostro animo,
del fiore, dei versi e del
libro che mi hai mandato:
il fiore mi è sembrato
meraviglioso, la poesia raffinata, il libro
ornato con [:] splendide
immagini di piante. |
Ipse
quidem nil opto magis quam discere causas
naturae,
et sophiae tradere me studiis;
haec te
meque decent, Varchi doctissime, dona
conuenit
haec solum te dare, me accipere. |
Certamente
non desidero nulla di più che imparare i principidella natura e
abbandonarmi agli studi di filosofia;
questi regali si addicono
a me e a te, dottissimo Varchi,
e questo solo conviene che
tu dia, ed io prenda.
(la
metafora è abbastanza esplicita...) |
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
L'autore ringrazia
fin d'ora chi vorrà aiutarlo a trovare immagini e ulteriori dati
su persone, luoghi e fatti descritti in questa pagina, e chi gli segnalerà
eventuali errori in essa contenuti. |
Note
[1]
Il testo latino da: Giulio della Stufa, Carmina ad Varchium (a cura
di A.______ Greco, _____,
______ 1969), così come online
sul sito "Poeti
d'Italia in lingua latina".
La traduzione
dal latino, inedita, è di Pierluigi
Gallucci, che ringrazio per il l'aiuto.
[2].
[3].
[4].
[5].
[6].
[7].
[8].
[9].
[10].
[11].
[12].
Di lui vedi
anche: STUFA, GIULIO della (1538/39-15..), Lettera a Benedetto Varchi [1553].
In: Guido Manacorda, Bendetto Varchi. L'uomo, il poeta, il critico, "Annali
della R. Scuola normale superiore di Pisa", XVII 1903, parte II, pp. 13-14
(BB, VEBN).
In data 8 marzo
1553.
Giulio, allora
quattordicenne o quindicenne, invita il Varchi a una maggiore discrezione:
non chieda d'inviare lettere di nascosto, perché non vuole si sospetti
che stanno scrivendosi qualcosa di men che onesto; non invii così
spesso il servitore con lettere e sonetti d'amore; nei sonetti usi, come
gli è stato chiesto più volte, un linguaggio più "honesto",
perché il padre e lo zio sbottano: "che amor è questo! che
ardore!".
Giulio comprende
sì che ciò succede solo perché gli altri non capiscono
il vero senso spirituale di tale amore... però preferirebbe lo stesso
un linguaggio più casto.
Di andarlo
a trovare a casa del Varchi o di riceverlo in casa sua non se ne parla:
il padre non vuole: già addirittura circolano per Firenze sonetti
sulla loro amicizia (cfr. in effetti quelli del GRAZZINI), e quindi è
proprio il caso di diradare le visite.
"Sandrino"
gli ha chiesto di ritrarlo nudo, ma non è proprio il caso.
Infine Giulio
chiede di distruggere, come lui ha fatto con quella del Varchi, la lettera,
"che non vo' che si riveggia mai simil mie lettere".
Credo che un
testo tanto esplicito si commenti da sé, ma si veda cosa dice il
MUZIO dei sonetti del Varchi per lo Stufa.
[Varchi, Grazzini,
amore, lettere]
STUFA, GIULIO
della (1538/39-15..), Tre sonetti [ca. 1553]. In: VARCHI Benedetto, Opere,
eccetera, pp...
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