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In difesa di Aldo Busi

26/02/2003

Gentile signore,

ho spesso letto e sentito parlare di Lei ed erano sempre giudizi positivi.

Le scrivo a proposito della risposta che lei ha dato ad un suo lettore.

La presente solo per criticare la frase: "Stai insomma dicendo che se Malgioglio (o Platinette, o Solange, o anche Aldo Busi) non fossero andati in TV a fare le foche ammaestrate per far ridere gli eterosessuali, tu a quattordici anni ti saresti accettato senza problemi e avresti finalmente trovato il coraggio di dire: "Mamma, papà, sono gay"?".

Mi sembra poco lusinghiero nei confronti di colui che è considerato l'ultimo intellettuale del nostro Paese, inserirlo in una sfilza di cabarettisti di avanspettacolo.

Capisco il senso che Lei avrebbe voluto dare alla sua lettera e alle Sue buone intenzioni ma credo sia stata una frase infelice. Una associazione  che lascia intendere che si possa accozzare persone, culture, (...) utilizzando il comune denominatore dell'omosessualità.

Mi creda, è poco rispettoso e assolutamente insensato inserire Aldo Busi in quel carrozzone. 
Che "carrozzone" lo è a prescindere dalle preferenze sessuali dei clown.

Distinti saluti

Filippo Nicosia
 

Caro Filippo,

non temere, la penso come te, sul valore di Busi come scrittore. Ma stiamo parlando di due argomenti ben diversi.

Tu mi parli infatti di Aldo Busi come scrittore. Però nella mia frase che citi, io stavo scrivendo di Busi come showman televisivo, attività che lui ha portato avanti con piena coscienza di quel che stava facendo e del motivo per cui lo stava facendo: perché siamo nella Società dello Spettacolo, e se vuoi "esistere" devi dare spettacolo (non necessariamente dignitoso.... anzi). Ok, suo diritto.

Ebbene, ciò che stavo dicendo è che certe persone cooptate dalla Società dello Spettacolo, e in particolare dalle TV, danno dell'omosessualità un'immagine clownesca, ma che noi gay possiamo sopravvivere nonostante lo spettacolo ridicolo che costoro danno di noi. Questo è l'argomento che sostenevo nella frase che tu mi citi. Non, che Busi scriva male.

Ciò detto, fra lo spettacolo e la realtà c'è una bella differenza: questo lo sostenevo nella risposta di cui sopra, e  questo sostengo anche con te ora: anche Platinette, quando è Mauro Coruzzi, è una persona intelligente, colta, gradevole. Ciò che è clownesco è solo il personaggio che recita, e Mauro Coruzzi ne è cosciente: la definizione di Platinette come "foca ammaestrata della TV" l'ho sentita dare proprio da lui!
Tutto ciò non toglie che, se dovessimo scegliere una figura "rappresentativa" del mondo gay (questo era il tema della mail a cui ti riferisci), io non vorrei proprio che fosse Platinette.
Tutto qui.

***

Ho avuto il poco invidiato piacere d'essere in trasmissione TV assieme a Busi. Dopo due volte che ti succede impari che Busi viene (o meglio, veniva) chiamato per dare contro a tutto gli altri ospiti, specie se gay. Era il suo ruolo nella trasmissione. Era il suo personaggio, esattamente come Platinette è il personaggio di Mauro Coruzzi.
Una volta che ero in TV con mia madre, Busi l'attaccò selvaggiamente, salvo andare da lei dopo la trasmissione a scusarsi: "Mi scusi signora, sa, ma mi chiamano per fare questa parte".
Dunque Busi in Tv recita una parte, e siccome non è scemo lo sa e lo dice (e non lo fa certo gratis, dato che è famoso per i cachet astronomici che esige(va): no, non è decisamente scemo).

Questa parte affidata a Busi dalla TV è d'una semplicità estrema: lui dice sempre, di fisso, l'esatto opposto di quel che dicono gli altri. Lo chiamano per far questo.
In una trasmissione sulla pedofilia difenderà i pedofili, in una di Forza Italia attaccherà Berlusconi, in una sul Gay Pride attaccherà il Gay Pride, in una sull'Aids esalterà il sesso senza protezioni... Se lo chiamano i cattolici parlerà male del papa, se invece lo chiamano gli atei annuncerà che Cristo è entrato nella sua vita... E così via.

Questa contraddittorietà sorprende (almeno all'inizio), spesso shocca, comunque fa spettacolo, e quindi serve a chi gestisce lo spettacolo, che sa di avere sempre il contraddittore assicurato. Oltre tutto, un contraddittore brillante e spiritoso. Come lo è un clown... appunto.
Ma qui stiamo, insisto, parlando di uno showman. Non di un intellettuale. Un intellettuale non cambia opinione o bandiera a seconda delle idee di chi ha davanti in televisione, pur di stupire a tutti i costi. Non a caso nei suoi interventi scritti Busi non arriva mai alle esagerazioni a cui si lascia andare ogni volta che abbia davanti una platea: negli scritti si limita a un uso sapientemente dosato del paradosso. Che, come figura retorica, è assolutamente legittima. E, usata come la usa lui, è anche gradevole.

Purtroppo il signor Aldo Busi non s'è mai limitato a scrivere. Ha cantato (male). Ha ballato. Ha recitato. Ha scritto sceneggiature per fumetti. S'è esibito nudo in teatro. Ha anche promesso di fare la cacca sul palco, ma il teatro gliel ha proibito... o almeno, così lui ha dichiarato, magari solo per épater le bourgeois... e anche in questo caso si tratta d'una pura logica di "società dello Spettacolo": far parlare anche male di sé, purché parlino.

***

Io però non appartengo a coloro che pensano: "purché parlino". A me interessa che se si parla dei gay lo si faccia nel modo più positivo possibile.

Non a caso Busi è solo uno scrittore, mentre io sono un militante.
Busi non è uno scrittore gay, rifiuta questa definizione, si arrabbia se la usi, i suoi libri non sono libri gay, e lui rifiuta anche tale definizione.

Aldo Busi scrittore, con l'omosessualità, non ha nulla a che spartire, ripeto, nulla.

Io invece sono uno scrittore gay, dirigo un mensile gay, scrivo libri gay, e tengo un sito gay.

A ciascuno il suo, per favore.

***

Ho amato molto Seminario sulla gioventù e quasi altrettanto La delfina bizantina e trovo che il Manuale per il gentilomo di garbo sia una delle cose più spiritose e godibili mai scritte sul mondo gay italiano.
Ma qui stiamo parlando di libri, di letteratura, di Busi come "intellettuale". Cosa che non c'entra con le sue apparizioni in TV.

Ebbene, il mio parere - assolutamente legittimo, se mi consenti - è che Busi, quando parla in TV d'omosessualità, fa la foca ammaestrata. Tutto qui.

Quanto a farne un eroe, non esageriamo. Busi non ha mai mosso un dito per il movimento o per il mondo gay italiano. Ricordo una sua risposta quando gli chiedemmo d'essere presente a una manifestazione gay a Milano, una decina d'anni fa: "Io costo anche per le barricate".
Risposta spiritosa senza dubbio, detta col lo humour che lo contraddistingue eccetera... ma il concetto che sta sotto, mi permetterai, non è tale da innalzare al signor Aldo Busi il monumento che mi chiedi d'elevare: il concetto che ha espresso è che lui agisce solo per interesse economico. Perfino in caso di barricate.

***

Se però parliamo di Aldo Busi come scrittore, allora stiamo parlando di un'altra cosa, e qui, come ti dicevo all'inizio, siamo d'accordo. Trovo che Busi sia in assoluto uno degli scrittori più interessanti della sua generazione.
Ne raccomando la lettura a chi mi chiede qualcosa di diverso dal solito.
Eccetera eccetera eccetera.
Ma tutto ciò non ha nulla a che spartire col fatto che, per caso o per necessità, malauguratamente ci sia in circolazione uno showman che di nome fa Aldo Busi, e le cui clownerie danneggiano l'immagine (anche se non gli incassi) dell'ottimo scrittore Aldo Busi.

Grazie per avere scritto.

Con stima

Giovanni Dall'Orto
 

Ancora su Aldo Busi

27/02/2003

Ciao Giovanni,
ti ringrazio molto per avermi risposto.

Avevo capito che non ti riferivi a Aldo Busi scrittore ma Aldo Busi "showman" ma Aldo Busi è sempre Aldo Busi... anche quando va in tv ed ironizza su se stesso (molto) e su gli altri. È una ironia non sempre elegante ma sempre intelligente. Se lo chiamano per far fargli fare il ruolo dell'avvocato del diavolo è, credo, proprio per questa ironia e per la sua indiscussa intelligenza. Del resto ogni cosa su questa terra ha dei motivi per essere criticata (anche se francamente mi sembra difficile che Busi possa annunciare che "Cristo è entrato nella sua vita"). Ma non mi sembra che Busi cambi bandiera a seconda delle idee di chi ha davanti in televisione.

So anch'io che Busi non si definisci "scrittore gay" (e perchè dovrebbe?!), come Pasolini non era un cineasta gay. Anzi.. detesta proprio la definizione di omosessuale e chi tenta di definirla. Si può condividere o no ma sono affermazioni fatte con coscienza e non buttate al vento solo per fare il bastiancontrario. 
Proprio ieri ho sentito Busi affermare che lui è un omosessuale dichiarato... ma più che altro per far contenti gli altri perché, fosse per lui, eviterebbe l'uso del termine omosessuale, specialmente se riferito a se stesso.

Egli, come dici tu, non ha mai mosso un dito per il movimento gay. Non vogliamo farne un eroe ma neanche crocifiggerlo per questo. Come se ogni persona, perché omosessuale, avesse il dovere di partecipare alle manifestazioni gay. Come se ognuno non potesse decidere secondo propria coscienza se e a cosa partecipare.

Detto questo concludo dicendo che anche se ho capito meglio il senso della tua frase e condivido buona parte di ciò che mi hai scritto.. credo ancora che sia eccessivo mettere sullo stesso piano Aldo Busi (pur "showman") e Solange.

Ciao

Filippo Nicosia

Caro Filippo,

mi spiace, ma qui vedo una contraddizione bella grossa.

Se l'Aldo Busi scrittore non smette di essere lo stesso Aldo Busi anche quando fa il clow... ehm, lo showman, allora non esiste nessun motivo per cui Aldo Busi, o chiunque altro, smetta di essere "omosessuale" quando inizia ad essere "scrittore". Come invece lui pretende che accada.

In altre parole, o il discorso che fai è vero, e allora è falsa la pretesa di Busi di non essere uno "scrittore omosessuale"; oppure è falso, e allora è legittimo voler distinguere - come faccio io - aspetti diversi in uno stesso personaggio. E quindi è legittimo dare giudizi diversi del suo valore: per esempio in quanto scrittore, e in quanto showman clownesco...

Scegli tu quale delle due alternative preferisci. A me basta aver sottolineato come una posizione culturale come quella di Busi sia auto-contraddittoria, e alla lunga insostenibile.
Solo un atto d'amore, come quello che dimostri tu per lui in quanto "fan", permette di lasciar correre.
Ma se si fa cultura in modo serio, in modo vero, allora le contraddizioni pesano... e prima o poi scoppiano.

Sul resto che scrivi, ti concedo volentieri l'ultima parola, com'è corretto che sia.
Ti rispondo solo alla domanda sul perché fare una colpa del fatto che Busi non ha mai mosso un dito per i gay. Risposta: perché nel 2000, quando ci fu il World Pride, Busi si lamentò pubblicamente coi massmedia del fatto che i gay non gli erano grati di tutto quello che aveva fatto per loro.
Anche tu però riconosci senza fatica che non ha mai fatto nulla.

Tu hai ragione a dire che non era tenuto a farlo.
Ma penso di avere ragione anche io a dire che ci vuole una bella faccia di bronzo per pretendere di essere ringraziati per avere fatto... un bel nulla.

Ciao

G. Dall'Orto

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