Il
traduttore non è un fantasma!
24/04/2010 Le scrivo perché nella sua recensione di Pazzo di Vincent (lo so, sono un po' in ritardo... ma solo ora me ne accorgo) lei non ha degnato di una sola parola il traduttore (cioè io) che non solo ha tradotto questo "libretto", ma che l'ha tenuto per ben 13 anni in un cassetto prima di trovare l'editore!!! E che l'ha amato come si ama un figlio... Almeno il nome, accidenti! Il traduttore non è un fantasma! Cordiali saluti Mariagrazia Rispoli |
Posso solo prendere atto del suo sconforto, e pubblicare qui la sua mail, ricordandole che come redattore e giornalista condivido la sua stessa maledizione: se qualcuno si accorge del nostro lavoro, allora sappiamo di aver fatto un cattivo lavoro. Infatti, e purtroppo, del fatto che esistiamo anche noi redattori ci si accorge solo quando l'articolo non scorre liscio, o i refusi formicolano, e il lettore arrabbiato (che magari è proprio il traduttore, che vede "sfigurato" il suo lavoro) si chiede: "Ma chi c... è quel cane che ha fatto 'sta roba?". Eppure, nemmeno noi redatorri siamo dei fantasmi...
Consoliamoci pensando che anche il merito di far correre i treni senza che deraglino, pur non essendo riconosciuto quale merito da nessuno, è più importante ed utile (e gratificante) della "capacità" di farli deragliare, ed esser così notati da tutti, ma proprio tutti...
C'est la vie...