Arte, creatività e omosessualità
16/11/2003 Buongiorno sig. Dall'Orto,
Ho notato (in passato mi ero interessato di Turing sul piano scientifico) che la componente omosessuale risulta sempre molto marcata nei documenti che si occupano di grandi personalità della scienza e della letteratura che sono stati gay. Mi chiedevo se questo fosse congruo sul piano degli equilibri tra vita personale e caratura artistico scientifica. In altre parole certe volte sembra che gli "atti" che un artista produce siano proposti (ma mi potrei sbagliare) come il risultato della propria abitudine sessuale. Ovviamente è doveroso ricordare le vessazioni subite da queste personalità per queste ragioni, ma può diventare totalizzante (se il sito si occupa di tematiche gay ha un senso, ma se un sito si occupa di Wilde lo ha?). Di Wilde mi piace una frase (tra molte altre): "Mi piace vivere al di sopra delle mie possibilità". È corretto poter avere con Wilde una affinità intellettuale senza che questa "navighi" nelle tematiche sessuali? La ringrazio se mi risponderà. Saluti
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Gentile Fabio D'Alfonso,
la mia opinione sul rapporto fra creatività, genio ed omosessualità è che... non esiste.
Le persone omosessuali sono assolutamente identiche
alle persone eterosessuali, sia negli aspetti positivi che negli aspetti
negativi.
Possono essere geni e possono essere criminali,
possono essere grandi cantanti e possono essere stonati come campane...
L'omosessualità è una diversa preferenza
di partner, e basta.
Questo è quanto riguarda la creatività.
Ciò detto, la creatività non esiste mai in un vuoto. Ogni artista, ogni scienziato, lavora in una società che incoraggia o scoraggia certi atteggiamenti. Ad esempio, per ragioni storiche gli ebrei sono più numerosi in certe professioni e sotto-rappresentati in altre.
L'esempio più clamoroso di tale regola
è dato dalla sotto-rappresentazione delle donne in tutte
le posizioni d'élite, incluse quelle scientifico-artistiche,
e la loro sovra-rappresentazione in tutte le attività che hanno
a che fare con la cura, l'accudimento e l'allevamento dei bambini.
Questa distribuzione dei sessi nelle professioni
è dovuta alla pressione sociale e all'educazione e alla mentalità,
e non certo al fatto che il cervello delle donne non arrivi a capire la
scienza (come peraltro si sosteneva tranquillamente ancora qualche decennio
fa).
Dunque, ciò che pensa la nostra società della sessualità influisce sulla distribuzione dei singoli individui e dei talenti nelle attività lavorative.
E questo vale anche per le persone omosessuali.
Ci sono, socialmente, mestieri e attività
giudicate "poco virili", pur essendo esercitate da uomini. Se suo figlio
le dicesse che vuol fare il ballerino, lei come la prenderebbe?
Queste professioni, disprezzate dalle persone "davvero normali", attirano maggiormente le persone omosessuali perché in cambio garantiscono loro, di solito, una nicchia di maggiore (anche se mai totale) tolleranza e a volte perfino una carriera redditizia, se hanno un minimo di talento da sfruttare:
Gli omosessuali non sono più portati degli altri verso l'arte. Ma a quanti omosessuali ho sentito raccontare che da bambini stavano a casa soli a disegnare (o leggere, o guardare la TV) perché il loro "modo di essere" li escludeva dal mondo dei compagni!
La società è costruita in modo da escludere, da subito, chi non condivide certi modi di sentire, di interagire a seconda dei sessi. E molto spesso un omosessuale si rende conto fin da molto piccolo di non reagire nel modo che gli altri presuppongono "giusto" e così capisce di essere "diverso". Anzi, a quell'età non sai di essere "diverso": sai solo di essere "sbagliato".
Ma se su cento bambini che passano l'infanzia a
disegnare cinquanta sono futuri omosessuali, è palese che poi andrà
a finire che alle scuole d'arte s'iscriverà un numero sproporzionato
di ragazzini omosessuali.
E che quindi le scuole d'arte sforneranno un numero
di artisti omosessuali sproporzionato rispetto alla popolazione. Tout
se tient.
Ma qui non è questione di talento innato:
solo di esercizio durante l'infanzia...
Concludendo: non esiste alcun rapporto fra tendenza
sessuale e capacità creativa.
Esiste invece un rapporto molto stretto
fra tendenza sessuale e propensione sociale ad abbracciare certe
professioni piuttosto che altre.
Il che non implica che esistano professioni al 100% omosessuali: nemmeno quella del prostituto lo è, figuriamoci le altre. Ma chiunque sa che un omosessuale vive meglio come ballerino che come metalmeccanico, e chi ha un minimo di talento nel ballo lo sfrutterà in questo senso.
Dopodiché, visto che avere talento non dipende dalla nostra volontà, e che i posti di lavoro come ballerino sono pochi, le assicuro che il mondo gay pullula di persone che fanno il metalmeccanico... anche se pubblicamente dichiarano di fare il modello, l'artista, il ballerino, lo scrittore, il poeta... alimentando ancora di più l'immagine sterotipata secondo cui un omosessuale non può fare il metalmeccanico ed un metalmeccanico non ha diritto ad essere omosessuale...
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Venendo a Wilde e Turing, lei mi e si chiede se abbia senso parlare della loro omosessualità parlando della loro vita e della loro carriera.
Ebbene, lei ha scelto i casi di due persone la cui vita e la cui carriera è stata completamente distrutta dalle leggi anti-omosessuali, nonostante non avessero mai stuprato nessuno. La vita di entrambi è durata ben poco, dopo essere stata distrutta dallo scandalo omosessuale.
La risposta alla sua domanda è quindi semplice:
come
può lei parlare di queste persone senza tenere presente questo
aspetto? Anche in un sito non gay?
Se non lo si facesse, si tratterebbe di
censura
bella e buona.
L'omosessualità di queste due persone fa
parte della loro biografia in modo così profondo da non permetterci
di parlare di loro senza tenerla in conto.
Questa è la risposta anche alla sua domanda sul fatto che "la componente omosessuale risulta sempre molto marcata nei documenti che si occupano di grandi personalità della scienza e della letteratura che sono stati gay".
Lei potrebbe parlare del Manzoni
senza spiegare chi sia stata la
sua prima moglie? A scuola m'hanno insegnato che certe simpatie
gianseniste
di Manzoni si spiegano proprio con la sua influienza.
Ma lei vede forse questo dato di fatto
come "un esito marcato" della "componente eterosessuale" del Manzoni sulla
sua opera? Ovviamente no.
È solo quando questo meccanismo si applica
anche ai gay, come a qualunque essere umano, che
appare "strano".
Ma non c'è nulla di "strano", anzi è
una cosa banale. Ciò che siamo in una parte della nostra vita
influenza gli altri aspetti della nostra vita.
Se si ghigliottina il nobile
Lavoisier,
si uccide anche il grande chimico Lavoisier.
Se si esilia l'ebreo Einstein, ci si priva del
contibuto intellettuale del fisico Einstein.
Se si condanna l'omosessuale Turing portandolo
al suicidio, s'impedisce al matematico Turing di dare il suo contributo
al mondo.
E così via...
Detto così, non le appare banale?
Ebbene, si tratta solo di questo: banalmente.
Qui arriviamo al nucleo, e alla ragione, per cui esiste questo sito.
Noi omosessuali siamo persone. Siamo i vostri parenti, colleghi di lavoro, insegnanti... i vostri artisti, i vostri scrittori, musicisti, attori, politici preferiti... proprio come voi etero lo siete per noi.
La società in cui viviamo è nostra quanto vostra, la cultura a cui contribuiamo è vostra quanto nostra.
C'è una sola società, una sola cultura. E noi ne facciamo parte a pieno titolo.
In quanto omosessuali, ovvio... proprio
come voi ne fate parte in quanto eterosessuali.
Sperando di essere stato esaustivo, le invio imiei migliori saluti.
Giovanni Dall'Orto