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Ancora su disabilità e lesbismo

02/09/2006

Carissimo Giovanni,
 
Foto di Silvia Lanzi
Questa è una foto di Silvia Lanzi che pubblico con il suo consenso.
 
Innanzitutto mi presento. Mi chiamo Silvia Lanzi, ho 32 anni, sono disabile e lesbica. 

Il mio percorso di accettazione, sia rispetto all'handicap che rispetto all'omosessualità, è stato lungo e faticoso, ma infine ce l'ho fatta. Ho narrato questo doppio percorso nel mio primo libro, Il volo della colomba, che uscirà per i tipi della Kimerik, una piccola casa editrice siciliana, tra un paio di mesi. 
Ecco cosa pensano di me in casa editrice: 

"abbiamo letto il diario, lo stile è diretto, ottima la tecnica di analisi psicologica dei moti interiori, decisamente ben scritto. Lentamente, giorno dopo giorno il dramma sfuma, la consapevolezza è un percorso che alla fine  si traduce nella bellissima immagine “come se una colomba avesse spiccato il volo nel mio cuore”.


Ora, credo tu lo saprai, la scrittura è bisogno di raccontarsi e condividere con gli altri le proprie esperienze, e vedermi pubblicata è un sogno che si avvera. 

Credo anche che la mia storia possa essere d'aiuto anche ad altri. Sono cambiata in questi anni, ma sono rimasta profondamentalmente la stessa. Guardo la vita con più realismo e ottimismo. 

È difficile spiegare tutto in due parole: non è orgoglio gay - è semplicemente orgoglio di essere me stessa, con tutte le ombre che mi porto dietro ma anche con quella luce che non credevo di possedere... 

Mi piace pensarmi come una farfalla che quand'era bruco mai e poi mai avrebbe potuto pensare di poter diventare così. 

Non ho fatto tutto da sola, tante persone mi sono state vicine, amici che quando ho detto loro di essere lesbica non mi hanno guardato come un'aliena, ma come una persona che ha scelto di condividere una parte così intima e importante di se stessa con gli altri; i ragazzi e le ragazze del gruppo di cristiani omosessuali "La Fonte", che non smetterò mai di ringraziare e che porterò sempre nel cuore. 

Sono così - come dire? - stupita, grata e riconoscente di questo mio dono - perché considero l'omosessualità, la capacità di amare e di relazionarmi in modo vero e profondo con gli altri. 

Quando mi guardo indietro e vedo tutta la strada che ho fatto mi sento felice. Non sono state tutte rose e fiori: ho avuto i miei periodi bui, buissimi, dai quali però sono riemersa con nuove energie e che comunque non considero in modo assolutamente negativo. 

È come se sotto la superfice scabra del deserto iniziasse a germogliare qualcosa; una specie di maggese forzato - passami questo paragone agrario - che mi ha preparato a sbocciare e mi ha dato un nuovo grado di consapevolezza... è difficile dire a parole quello che provo... 

Credo comunque di averti dato almeno una vaga idea di come mi sento...

Grazie di avermi dato la possibiltà di esprimermi...

Ti saluto.

Se decidi di pubblicarmi on-line, fallo pure, con nome e cognome. 

Silvia Lanzi

Cara Siliva, eccoti accontenta ben volentieri. Buon lavoro e grazie per avere scritto.

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