Gay
nonvedenti e discriminazione
17/10/2005 Ciao Giovanni!
Innanzitutto sono fortunatamente fidanzato
e ho avuto tre storie, tutte di durata superiore ai tre anni, quindi mi
ritengo assolutamente fortunato.
A conferma di queste considerazioni
mi trovo spessissimo a chattare con persone che chiudono la chat
quando gli dico che sono nonvedente o che, dimostrando prima un interesse
molto "fisico", all'annuncio intellettualizzano subito il discorso facendo
poi morire educatamente la conversazione.
Proprio pochi giorni fa mi sono trovato
a riflettere sulle considerazioni che spesso andiamo facendo sul fatto
che il mondo gay è troppo preso dalle apparenze e tutto ciò
che ne consegue...
E allora, mi chiedo, non è che questa storia delle apparenze la tiriamo fuori noi "sfigati" per cercare di mendicare un po' di attenzione? Ho sentito fare questi stessi discorsi da tutti quelli che magari per questioni di età sono tagliati un po' fuori, dato che tutti cercano giovani... ma magari poi sono loro i primi a discriminare uno che non vede... E uno che non vede magari è il primo a discriminare uno che sta in sedia a rotelle... Perché, in fondo, la triste verità è che il fatto di essere discriminati non aiuta per nulla a non renderci artefici di discriminazione noi stessi... Cosa si può quindi proporre? Possiamo forse chiedere ai gay di portare
pazienza coi portatori di handicap?
Forse la soluzione sarebbe in una cultura della conoscenza della diversità e, più in generale, una cultura del non pregiudizio... ma queste non sono cose che si fanno nello spazio di una notte... Bene, mi scuso se sono stato piuttosto crudo, ma preferisco essere chiaro in quello che voglio dire... :) Sono curioso di sapere che cosa ne pensi. Se dovessi pubblicare la mia email ti prego di non pubblicare il mio indirizzo dato che contiene il mio nome e cognome reale e non sono ancora pronto a questo :) Se serve mi faccio un indirizzo alternativo così se qualcuno vuole mi può scrivere. Grazie della chiacchierata Andrea |
Caro Andrea, credo che le questioni che affronti siano due.
Partiamo dal secondo. Con l'osservazione
banalissima secondo cui "tutti i gusti son gusti". E con l'aggiunta per
cui "ciascuno di noi si tiene quelli che ha"...
Essendo arrivato ad essere, grazie alla sorte che mi ha risparmiato di schiattare a trent'anni, "un po' su di età", ho sperimentato, come tutti gli esseri umani, un calo d'interesse per l'investimento nella sessualità: un po' per ragioni di forza maggiore (come per tutti i miei coetanei, anche le mie azioni, sul "mercato della carne", sono in discesa), ma parecchio anche per natura. Adesso, se ripenso alle "voglie" rabbiose di quando ero adolescente, alle "tempeste ormonali" di quell'età, mi vedo come una macchina in preda ad un software impazzito che voleva obbligarla a fare sempre e solo una cosa. E ti confesso che non vorrei affatto tornare indietro...
È come se centinaia di milioni di anni di evoluzione avessero programmato l'individuo a riprodurre la specie appena raggiunta l'età in cui è fisicamente in grado di farlo. Il fatto che tale meccanismo, nel caso di noi gay, non porti a riprodurre un bel nulla, non conta: il programma ci condizione nello stesso modo di tutti, anzi, non avendo noi da trattenerci per certe "conseguenze" che hanno sempre limitato la sessualità eterosessuale (leggi, gravidanze) siamo liberi di pensarci 24 ore su 24. Come in effetti certi gay fanno per davvero.
Se a sedici anni il mio ideale erotico era un coetaneo,
con gli anni i gusti sono cambiati, e l'età del mio "uomo ideale"
è cresciuta, fissandosi però attorno ai 25 anni...
e in questo temo di non peccare affatto di originalità, dato che
questo è l'ideale erotico del 95% delle persone...
Per un certo periodo me ne sono fatto un problema,
dicendomi che era politicamente e concettualmente scorretto che io restassi
legato a ideali estetici culturalmente limitati, assolutamente banali,
e impostimi dalla società e dai gusti estetici comuni.
Poi però ho letto un articolo su "Scientific
American" sulle preferenze di accoppiamento degli animali. Che a loro
volta preferiscono individui giovani, e senza difetti fisici. Mi ha divertito
in particolare leggere delle farfalle che possiedono sulle ali disegni
visibili solo all'ultravioletto, che sbiadiscono in pochi giorni. Le preferenze
di accoppiamento delle femmine vanno agli esemplari maschili che sulla
base di tali segnali dimostrino di essere nati da meno di 24 ore...
(e poi mi lamento io a 47 anni perché sto invecchiando!!). Esemplari
con ali danneggiate o sbiadite, hanno invece il minimo successo
riproduttivo.
Questa lettura mi ha fatto ridere, perché
ci ho riconosciuto il buon vecchio software,
sempre quello, di nuovo in azione.
Ok, qualunque sia la natura di ciò che chiamiamo
"istinto", esso ci spinge a cercare di riprodurci con gli individui più
giovani possibile, e più integri possibile, che presumibilmente
offrono le migliori chances di produrre una prole sana e di accudirla
fino a quando potrà sopravvivere da sola.
Lo stesso software ci spinge ad accoppiarci con
quanti più individui sia possibile, per spargere i nostri geni quanti
più possibile. Questo meccanismo ha un senso, se non certamente
dal punto di vista della nostra felicità come esseri umani, almeno
dal punto di vista della riproduzione (il
buon vecchio "gene egoista" di Dawkin).
***
E qui siamo arrivati alla risposta alla prima delle due questioni.
Se noi siamo esseri umani che hanno scelto di vivere
la sessualità in modo istintuale, im-mediato, non
ragionato, allora seguiamo l'istinto che ci dice di fottere qualunque
cosa abbia meno di "x" anni e sia fisicamente in buono stato.
Il punto non è che sia "sbagliato" farlo.
È un istinto. Se qualcuno conosce un modo per cambiare gli istinti,
me lo faccia sapere: io per ora non ne ho mai sentito parlare.
Il punto è un altro: è che
questa è la scelta più rozza, più sprovveduta. Basta
lasciarsi trascinare dall'istinto, basta seguire il Software già
fornito dal Produttore assieme alla Macchina, e tutto funziona... a suo
modo.
Tuttavia la razza umana ha evoluto livelli
di conoscenza e interazione che vanno al di là del livello im-mediato,
istintuale. La razza umana ha evoluto una cultura, e meccanismi
di interazione sociale. Prendiamo la coppia, la relazione, l'amore...
Non sono bisogni istintuali: infatti dobbiamo imparare come si sta
in coppia, come si gestisce una relazione, come si ama.
Questa è cultura, non istinto.
Ed è una cultura massimamente gradevole
e gratificante. Che fa di un essere umano un essere umano.
Ecco, il problema a cui accenni tu sta nel fatto
che nel mondo omosessuale, per ragioni di oppressione millenaria, è
spropositata, rispetto al mondo eterosessuale, la percentuale di persone
che vivono a un livello puramente istintuale, im-mediato, diciamo pure
animale
(non è offensivo: la sessualità è al 100% un retaggio
della nostra natura animale: è il meccanismo attraverso il quale
i nostri corpi riproducono se stessi).
Prevale ancora, nel nostro mondo, la scelta di
coloro che non si chiedono il senso profondo della loro condizione
di omosessuali. Si limitano a fottere qualunque cosa abbia meno di "x"
anni e sia fisicamente in buono stato, senza chiedersi il perché
di quello che stanno facendo, e senza chiedersi se non sia il caso di porre
qualche barriera culturale a tale istinto. Magari evolvendo un minimo di
"coscienza gay" e di "orgoglio gay", parole che di
solito per individui di questo tipo sono assolutamente tabù.
Vivere l'istinto non è sbagliato, intendiamoci.
Tuttavia, affidarsi solo all'istinto può essere nocivo.
L'istinto bada infatti solo alla disseminazione
dei cromosomi, e basta. Non gli importa nulla della sorte dell'individuo.
L'istinto ci dice di fottere senza preservativo
quel bonazzo che ha meno di "x" anni ed è fisicamente in buono stato...
Magari "solo per questa volta", perché siamo troppo eccitati per
riuscire a dire di no. E se poi ci becchiamo l'Aids, all'istinto questo
non interessa. L'istinto è un meccanismo automatico. Ha solo una
soluzione, valida in tutti i casi: "ha meno di "x" anni ed è
fisicamente in buono stato? Allora fottilo".
Non sono previste altre possibilità: solo
una. Fottere sempre e comunque e ovunque.
Quello che ci dice che questa "soluzione valida
per tutti i problemi" potrebbe non essere affatto una buona soluzione per
noi, non è l'istinto: è la ragione. Che però con il
sesso spesso ha poco a che fare.
Mentre invece, se parliamo di amore, di
relazione,
allora ha molto a che fare. Se non si è ragionevoli, non si riuscirà
mai ad andare oltre la scopata, o la breve serie di scopate (ed ecco perché
tante relazione gay durano tanto poco!).
E chi affronta la relazione col solo istinto e
non con la mente, è condannato a vivere una relazione che dura solo
fino a che dura l'attrazione fottereccia.
Che di solito non regge mai per più di
tre mesi. L'istinto vuole che li mescoliamo, i cromosomi, mica che li riserviamo
ad una sola combinazione genetica. Muoversi, muoversi, circolare, cos'è
questa storia dell'amore, della coppia, della relazione?! I geni devono
circolare, girare, mai fermarsi!
***
Tu vivi una relazione. Sai quindi la differenza
tra una persona che vive anche a livello mentale la sua sessualità,
ed una che la vive a livello brutalmente im-mediato, animale.
Allora sei in grado di capire perché io
stia per dirti che, a mio parere, le persone che ti hanno rifiutato
non sarebbero stati buoni partner. Anzi, da questo punto di vista,
forse dichiarare subito la condizione di non vedente ti avrebbe
risparmiato di perdere tempo con individui che, tutto sommato, sono dei
cretini. Perché se io ho almeno due neuroni funzionanti e sono in
grado di usarli riesco anche a chiedermi se, quando uno è bono,
il fatto che sia cieco mi impedisca in qualche modo di farci l'amore.
Ed anche in una relazione, è vero che un handicap è un limite (di certo io e un non vedente che fosse il mio ragazzo non potremmo andare al cinema assieme... o forse sì?) ma qualunque condizione di diversità è un limite. E gli esseri umani sono tutti diversi! Persone che non andrebbero mai a letto con un cieco, fosse anche un genio, raccattano poi amanti extracomunitari la cui mentalità è tale da rendere impossibile non solo andare al cinema assieme, ma qualunque altra cosa che si voglia fare! Però questi loro amanti sono fisicamente "boni", e questa pare l'unica cosa che conta per loro. Messe così le cose, mi chiedo perché mai tu vorresti essere l'amante di uno di questi individui. Meglio, molto meglio perderli che trovarli.
Perché purtroppo la vita è ingiusta,
e come fa nascere alcuni con un handicap fisico, fa nascere altri con spaventosi
handicap morali e umani.
Non basta essere un vedente per essere una persona
decente.
Anzi...
***
Rispondo ora alle tue domande.
Ciascuno di noi sceglie in base a parametri. Questo
è inevitabile.
Ciò che fa la differenza fra una scelta
e l'altra sta nel fatto che alcune persone hanno parametri puramente istintuali,
animali, altre invece ci mettono di mezzo la ragione e, come il tuo ragazzo,
sanno vedere al di là dell'istinto im-mediato ("fotti solo ciò
che è fisicamente integro").
L'aspirazione ad imparare a "vedere al di là"
non può però portarci a negare che l'istinto esista.
La tragedia a cui non ho mai saputo trovare risposta,
e che si ha quando si discute di handicap, e del desiderio che viene
meno nei confronti di persone con gravi deformazioni, è che
se fosse possibile comandare ai propri istinti per imporre loro
di non fare caso alle deformazioni, il problema della sessualità
delle persone con handicap grave sarebbe facilmente risolto suggerendo
loro di desiderarsi le une con le altre. Mentre invece anche queste persone,
come noi tutti, esattamente come noi tutti, sono "macchine desideranti"
fornite del nostro medesimo software che pretende e reclama da loro
ad alta voce partner giovani, sani e magari pure in perfetta forma fisica.
L'ipocrisia della nostra società
è semmai avere rimosso il problema per non farsi domande, semplicemente
negando che un essere umano con handicap sia un essere desiderante,
esattamente
come tutti gli altri.
***
Non pretendo di avere risolto io qui ed ora il dilemma, ma visto che mi hai posto domande e riflessioni non banali, ho voluto approfittarne per dire la mia, dato che non sei tu il solo ad esserti interrogato rispetto alla natura del Desiderio che ci muove, e spesso ci fa fare cose che a mente lucida non ci sogneremmo di fare.
Non so se ti ho risposto, spero di sì. Se mi comunichi un indirizzo email per chi volesse contattarti lo pubblicherò volentieri.
Grazie per avere scritto, e auguri per la tua relazione. 333 di questi anni!
Ciao
Giovanni Dall'Orto
P. S. aggiunto nel settembre 2006: Un'altra mail ancora, su disabilità e lesbismo, è ora qui.