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[Romanzo]
Recensione di Giovanni Dall'Orto
Quando la censura censura perfino se stessa.
Ci sono libri che vanno segnalati per la loro paradossalità, e questo è uno di quelli.
Sodoma
e Gomorra è un filmone italiano del 1962, nato da un incesto
tra i film da oratorio e i kolossals peplum
di Hollywood, con un dispendio sfrenato di mezzi e un risparmio estremo
di intelligenza.
E
con queste premesse, ovviamente fu un flop colossale.
Il
motivo? L'aver scelto un
episodio biblico decisamente boccaccesco, e tale da far pregustare
fin dal titolo ai potenziali spettatori di vedere alcuni misteriosi uomisessuali
in azione, e poi censurare totalmente, completamente, assolutamente, qualsiasi
accenno all'omosessualità e alla "sodomia".
Ebbene
sì: la censura cattolico-omofoba nel 1963 in Italia arrivava al
punto da censurare perfino la Bibbia!
Una
recensione del "New York Times" dell'epoca segnalava sarcasticamente
che il film era "molto più interessato alle miniere di sale"
(nelle quali lavorano gli ebrei) che "alla deboscia o alla lussuria"...
Questo romanzetto dichiaratamente tratto dal film ha quindi un bello strillare in copertina "Una cronaca spietata di una civiltà la cui morale era l'immoralità!" e "Le città degli amori perversi incenerite dalla folgore di Dio!". L'immoralità perversa che contiene è infatti un poco di adulterio. Fine del fremito d'eccitazione.
Credo
quindi che questo libro rimanga non solo come documento di costume,
ma anche come monito relativo al tipo di società verso la quale
i cattolici vorrebbero riportarci, e i "compagni-che-sbagliano" del politburo
del PD non hanno nessun obiezione a farci tornare...
Ovviamente,
ottenendo solo un flop colossale, sia di critica sia di pubblico...