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Carlo Martigli, 999. L'ultimo custode, Castelvecchi, 2010.
 
Copertina di ''999'' di Carlo Martigli.

[Romanzo]

Recensione di Giovanni Dall'Orto


"Il Dan Brown italiano"? Diciamo l'Alberto Sordi dei Codicidavinci...

A due tipi di promessa non bisogna credere mai: alle promesse d'amore eterno, e agli strilli di copertina degli editori.
L'unica differenza fra le due è che le prime a volte sono veritiere, i secondi mai.

Questo libro è pubblicizzato in copertina come il "Dan Brown italiano", e vanta 100.000 copie vendute in 16 lingue.
In effetto un segreto dei templari ci è stato infilato dentro, ed un celebre personaggio rinascimentale pure (Pico della Mirandola, dato che Leonardo lo aveva già "consumato" Dan Brown), e c'è anche il caveau di una banca svizzera, pensate: qui non ci facciamo mancare niente!
E al posto dell'Opus Dei abbiamo i nazisti, perché non vogliamo risparmiare sugli effetti speciali...

Alla fine il risultato è un rimasticamento del Codice da Vinci, pedissequo, e privo del tocco di folle genio di Dan Brown, che spaziava dall'enigmistica al thriller.
Qui non c'è nessunissimo enigma. Laddove Brown era riuscito a intrecciare alcune delle più bizzarre teorie esoteriche per un thriller basato su un complotto millenario, qui abbiamo solo un umanista rinascimentale (Pico della Mirandola) che consegna un manoscritto "scottante" ad un suo amico perché lo custodisca. E lo tramandi ai suoi eredi.
E poi abbiamo uno dei suddetti eredi all'opera alla vigilia della Seconda Guerra mondiale.

Il manoscritto contiene una verità teologica terribile. Che non viene svelata mai, peraltro, ma solo adombrata nelle ultime pagine... ed è una "rivelazione" talmente banale da lasciare basiti.
Semplicemente, il libro non regge, su queste basi. La struttura è troppo esile per poterla paragonare a quella di Dan Brown, che non sarà Lev Tolstoj ma almeno è una macchina micidiale per ingannare (e divertire con l'inganno) il lettore...


I veri progenitori di questo libro non sono i thriller di Dan Brown, ma i romanzoni risorgimentali come quelli di Francesco Guerrazzi, che mettevano in scena cupe vicende di tradimenti e amori sullo sfondo dell'Italia rinascimentale. Se si esamina il presente romanzo si troverà che tutti gli elementi di questo tipo di romanzi sono presenti anche qui.

È invece assente la tradizione anglosassone del thriller, con la sua precisa calibrazione di elementi e indizi, col risultato che questo "giallo storico" è tutto fuorché un giallo.


Se avete letto l'opera omnia di Dan Brown, e non sapete cos'altro leggere perché siete in astinenza, questa è una dose di metadone che potrà tenervi su finché riuscirete a procurarvi di nuovo la droga buona.

In caso contrario... boh, sono contento per l'autore e per le sue 100.000 copie vendute: esperienze come queste ti arricchiscono la qualità della vita.
Altro di buono da dire non mi viene però in mente...


 
 
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