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Recensione di Giovanni
Dall'Orto
Ops, ho sbagliato libro
Mentre
stavo facendo di fretta un po' d'incetta di libri per le mie serate che
rischiavano di rimanerne prive, ho trovato questo libro su uno scaffale,
e gli ho dato una rapida occhiata. Il mio sguardo è finito sul nome
"Lorenzo Valla" e mi sono detto, che bello, finalmente me la leggo, la
magistrale impresa filologica del Valla che dimostrò, in epoca
Umanistica, la falsità della Donazione
di Costantino.
Di
sicuro è
un testo da cui si ha ancora molto da imparare, dopo secoli, specie
nell'epoca internettiana delle bufale
e del debunking.
Per chi non lo sapesse, la Donazione di Costantino è quel falso medievale che pretendeva che l'imperatore Costantino avesse regalato al papa tutta la parte occidentale dell'Impero romano, e gli avesse pure garantito la supremazia su tutte le altre sedi patriarcali dell'impero.
Be',
la mia "rapida occhiata" era stata un po' troppo rapida. La frase
che avevo notato serviva infatti a dire che in questo volume NON si sarebbe
parlato del "solito" Lorenzo Valla, tema sin troppo... inflazionato (!!!),
ma d'un tema di bruciante e scottante attualità: il testo della
Donazione, fu scritto da un'unica mano o da più mani?
E
che rapporto esiste fra il testo latino e quello greco: è il secondo
ad essere una traduzione del primo, o viceversa?
E
nello "stemma" dei manoscritti, qual è esattamente il rapporto fra
le diverse lectiones?
Per
rispondere a questi interrogativi, per i quali nessuno riesce a chiudere
occhio la notte, viene riesumata una comunicazione accademica del...
1928, dotandola in appendice del testo latino tradotto in italiano nonché
del testo greco non tradotto (se no era tutto troppo facile, eh!).
Anche
così il libriccino si legge al massimo in un paio d'ore... ammesso
che uno provi tutta questa necessità di leggerlo.
Questo
è infatti, strettamente, esclusivamente, dichiaratamente, solo e
soltanto un testo di analisi filologica. Può essere utile come dispensa
universitaria di un corso monografico di filologia, e poi basta.
Chiunque
(ed è il mio caso) non svolga la professione del filologo, è
difficile che riesca a cavare sangue da questa rapa.
Questo
testo non parla né di Lorenzo Valla, e se è per questo
neppure della Donazione. Si occupa esclusivamente delle varianti
testuali e della tradizione de manoscritti.
(Se
a qualcuno interessa, detta molto molto in breve, l'autore riscontra una
prima versione redatta in latino, che fu accompagnata da una versione greca
ma realizzata da persone di lingua madre latina, sulla quale si procedette
poi in un secondo momento ad un aggiornamento con aggiunte e glosse, che
furono ritradotte in latino.
A
questo stadio il testo latino fu spezzato in due e i due tronconi ebbero
vita propria.
Quando
si rese necessario inviare nuovamente il testo in Oriente, della prima
parte della traduzione greca non v'era più traccia, e fu quindi
giocoforza rifarla ex novo, e questo spiega perché le redazioni
greche furono due.
Ulteriori
glossemi furono inglobati nel testo in epoca successiva, al momento di
operare aggiunte, che furono fatte soprattutto allo scopo di "aggiornare"
il testo tràdito con quanto la leggenda su papa Silvestro era andata
creando).
Se
questi temi sono il vostro precipuo interesse, accomodatevi.
In
caso contrario, devo ancora capire a che scopo serva ripubblicare un testo
che era comodamente disponibile su una prestigiosa rivista accademica presente
in tutte le biblioteche universitarie.