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[Saggio]
Recensione di Giovanni Dall'Orto
Un ottimo manuale, amche se a tratti è un po' scolastico.
Questo
testo tratta della prima fase della religione ebraica, dalle origini all'Esilio
(ca. 1000-539 a.C.).
Si
tratta di un manuale sintetico, che raggruppa le informazioni fondamentali
su quanto oggi sappiamo sulle origini del giudaismo.
Abbandonate
ormai le ricostruzioni "devote", di moda solo qualche decennio fa, Merlo
utilizza l'abbondante materiale emerso negli scavi archeologici in Terrasanta
negli ultimi decenni.
Il quadro che emerge è, prevedibilmente, molto diverso da quello presentato nella Bibbia. Ad iniziare dalla principale caratteristica dell'ebraismo, il suo stretto e intransigente monoteismo. Che alle origini si presenta piuttosto come enoteismo, cioè predilezione per un dio nazionale, più potente e più benevolo degli altri dèi, la cui esistenza non implica però affatto l'inesistenza di altre divinità. Come la compagna/moglie/sposa di Yhwh, Asherah. O come Baal, divinità contro il cui culto il culto di Yhwh dovette combattere, per prevalere, una lotta senza esclusione di colpi, della quale restano abbondanti tracce anche nel testo biblico.
Anche
sul culto l'archeologia fornisce un quadro ben diverso da quello, idealizzato,
tramandato nel testo biblico, revisionato in epoca post-esilica. Accanto
al Tempio appare infatti una pletora di luoghi di culto di devozione privata,
come altari domestici e non.
Sempre
riguardo al culto, nella Bibbia stessa sono sopravvissuti brani in cui
appare che l'esecuzione dei sacrifici e la benedizione dell'assemblea fossero
prerogative del re, e che i sacerdoti fossero semmai suoi vicari.
Ovviamente
tutto ciò cambierà in epoca post-esilica, e il testo biblico
tenderà a retrodatare nei secoli precedenti una situazione
decisamente più recente.
Dopo
aver esaminato le "grandi questioni" dell'ebraismo, il testo si addentra
ad esaminare gli altri aspetti di questa religione in epoca pre-esilica,
dal profetismo alla divinazione, alla magia, ai riti di fertilità,
alle credenze nella vita ultraterrena, alla cosmologia.
Sforzandosi
di essere oggettivo e legato ai documenti (uno sforzo indubbiamente commendevole)
Merlo ha però reso un po' arida questa parte, che a tratti appare
un po' come un elenco di dati la cui digestione non è necessariamente
immediata o agevole per tutti gli stomaci. L'interesse è comunque
sicuro.
Breve ma importante l'ultimo capitolo, sul culto in epoca esilica. Che come è noto spinse gli esiliati, per preservare la loro compattezza e identità, ad accentuare i tratti esclusivistici della religione ebraica, cosa che portò a contestare l'esistenza di altre divinità oltre a Yhwh.
La trattazione di questo volume prosegue, nella medesima collana, nel volume di Corrado Martone, Il giudaismo antico. 538 a.e.v.-70 e.v.
Il libro per completezza e competenza merita di essere consigliato; l'unico vero difetto che ho trovato è il fatto che a volte la prosa è un po' troppo tediosa, quasi da manuale scolastico.