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Recensione di Giovanni Dall'Orto
Un romanzo di "fantasy storica", particolarmente indicato per ragazzi e ragazze
Questo
romanzo, il primo d'una trilogia, è nato come narrativa per ragazzi,
e in questa categoria ha anche vinto un premio letterario.
Non
sorprende quindi il fatto che la vicenda funzioni particolarmente bene
se la si valuta in rapporto al pubblico a cui era stata in origine destinata.
I pregi
della scrittura di Randall (l'italianissima Cecilia
Randazzo, nonostante lo pseudonimo anglico) sono la scorrevolezza,
la capacità e il gusto di raccontare. Il difetto di questo romanzo
è invece il sapore fiabesco, poco aderente alla realtà storica,
di tutta la vicenda. In effetti è stato bene classificato come "fantasy
storica", non risultando né vera fantascienza né vero
romanzo storico.
Il
medioevo di questo romanzo è infatti molto idealizzato e stereotipato,
"da cartolina", o da "gioco di ruolo", come quello che dà il titolo
alla trilogia, nel quale medioevo fantastico, per motivi non chiariti,
si trova sbalzato un gruppo di amici del XXI secolo (chi desiderasse la
trama dettagliata la
trova qui).
Popolano
la vicenda virginee donzelle romanticamente innamorate, intrepidi paladini
senza macchia e senza paura, cavallereschi guerrieri, amici ansiosi di
sacrificarsi per i loro amici fino a donare la vita per loro...
Anche
i sentimenti sono quelli totalizzanti che piacciono nell'adolescenza, come
gli amori in grado di durare per sempre e scavalcare i secoli, o la fedeltà
assoluta capace di andare oltre la morte... (poi uno diventa adulto e si
accorge del fatto che "nun è ccosa"...).
Ambientato
nella Francia del 1214, questo romanzo ricorda per molti versi Timeline
di Michael Crichton, con il quale ha in comune diversi elementi
(incluso perfino lo scontato torneo...), ma del quale non condivide l'accuratezza
storica e la ricerca di realismo.
Ed
anche qui, proprio come in Timeline, il lettore dovrà aver
la pazienza di lasciar correre su alcune premesse al massimo livello d'inverosimiglianza,
che vanno dal viaggio nel tempo innescato da un fulmine (!), al fatto che
tutti riescano a parlare senza problemi la versione medievale dell'inglese
e del francese, alla presenza - quanto mai provvidenziale per il
gruppetto di amici - d'un atletico giovanottone "casualmente" esperto (guarda
tu la fortuna che ha certa gente) sia di storiografia medievale che di
arti marziali medievali: binomio che immagino sia molto comune, oggidì.
Non parliamo poi della plausibilità del fatto che il suddetto giovanottone riesca a sconfiggere nel corpo a corpo, come fa, i componenti d'una casta dominante che fondava il suo potere sul monopolio della capacità professionale di usare le armi...
Ciò
detto, resta il fatto che se forse l'autrice racconta storie per ragazzi
e ragazze, almeno le sa raccontare bene, catturando così l'attenzione
di chi avesse iniziato a leggerla.
Alla
scorrevolezza contribuisce pure il fatto che l'editore sembra aver fatto
un lavoro redazionale "come dio comanda", col risultato che il testo è
gradevolmente privo degli strafalcioni che di solito pullulano in opere
di questo tipo.
Come se non bastasse, a sorpresa, l'autrice dimostra di non essere una scontata "romanziera rosa", dando il meglio di sé inaspettatamente nelle scene di battaglia. In effetti il capitolo dedicato alla battaglia di Bouvines risulta coinvolgente e ottimamente orchestrato, con i giusti risvolti epici, smentendo lo stereotipo che vorrebbe le donne condannate a scrivere bene solo scene romantiche, e gli uomini solo scene epiche.
In
conclusione direi che il libro funziona al meglio se usato per lo scopo
per cui è nato, cioè come romanzo per adolescenti, ma può
piacere anche a un adulto non troppo affezionato alla verosimiglianza storica.
Gli
appassionati del romanzo storico, invece, potrebbero esserne delusi, giudicandolo
poco aderente alla realtà storica.
Quanto
a me, il libro m'era stato consigliato come romanzo di fantascienza (cosa
che non è: qui non ha la pretesa di una base scientifica neppure
il meccanismo del viaggio nel tempo), addirittura come migliore di Timeline
(e non lo è), e non mi era stato detto che si trattava di narrativa
per adolescenti.
Inizialmente,
quindi, sono rimasto deluso, ma la scorrevolezza della scrittura mi ha
convinto ad arrivare fino in fondo, e tutto sommato non posso affermare
che mi sia pentito di averlo fatto. Tant'è che alla fine il
volume due, che avevo improvvidamente acquistato assieme al volume
uno, me lo sono letto lo stesso.