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Recensione di Giovanni Dall'Orto
Hyperversum 2.0. Seconda puntata della trilogia Hyperversum.
Non ho molto da aggiungere alle considerazioni fatte parlando del primo volume di questa trilogia di "fantasy storica". I personaggi sono gli stessi, l'ambientazione è la stessa, l'approccio al medioevo, idem, lo stile della scrittrice, pure....
Il
protagonista incontrastato del volume precedente, Ian, si strugge
d'amore per la moglie che ha lasciato incinta nel passato, quando ha dovuto
rientrare precipitosamente nel presente per salvarsi la vita. Da allora,
il videogame "Hyperversum" funziona cocciutamente solo come videogame,
rifiutandosi di trasformarsi nuovamente in una porta verso il passato.
Fino
a che, un giorno, all'improvviso, il miracolo avviene.
Siamo quindi pronti per una nuova partita (chi desiderasse la trama dettagliata del volume la trova qui), che questa volta sarà giocata in buona parte in Inghilterra, dove Ian sarà coinvolto nell'assedio di Dunchester e nelle lotte fra il re e i baroni che porteranno infine nel 1215 alla concessione della Magna Charta.
L'aspetto bizzarro del volume è
che Ian torna nel passato (accompagnato dal fido Daniel, che si
ritaglia una buona fetta di azione tutta sua, in questo secondo volume)
per amore della moglie, ma in pratica la quasi totalità del libro
è impegnata dalle sue imprese guerresche, e di storie d'amore qui
se ne vedono pochine...
Ciò non è necessariamente
un male, visto che come scrivevo a
proposito del primo volume, a mio parere la Randall è brava
nelle descrizioni guerresche. In questo volume si nota poi un notevole
sforzo di documentazione da parte dell'autrice, che ha lavorato meno con
la fantasia sui tornei, e più con i testi storici sulle tecniche
di guerra del XIII secolo. Il risultato sono alcune scene di battaglia
che a mio parere si possono definire "memorabili".
Ciò ha deluso una parte dei (ma
soprattutto delle) fans, che si aspettavano più "romanzo rosa" di
quanto ne abbiamo trovato in effetti. Però a me piace di più
così...
Da punto di vista qualitativo, a mio parere, quest'opera è grosso modo allo stesso livello della precedente. Meno godibile da un lato per il fatto che i meccanismi della narrazione della Randall non sono più una novità per il lettore, più godibile dall'altro perché in questo volume l'autrice non deve perdere tempo a ricreare il contesto, e va direttamente al dunque: agli intrighi di cappa-e-spada e alle battaglie.
Nel complesso, anche in questo caso la lettura è stata gradevole, però la formula è stata seguita con tanta fedeltà da saziarmi completamente e togliermi la voglia di comprare il terzo volume della serie. Due volumi di Hyperversum mi bastano e avanzano, grazie.
In effetti questa serie è ben narrata,
ben confezionata in quanto a cura redazionale, si lascia leggere con piacevolezza
e senza intoppi... ma non contiene nessuna idea o situazione che spicchi
e colpisca per la sua novità.
Si tratta fondamentalmente di un buon
re-packaging di materiale non certo originale (stringi stringi,
romanzi cavallereschi e romanzi rosa), ma rivestito d'un abito nuovo fiammante.
Per chi è più giovane e di minori letture (e in effetti la
serie è stata creata pensando al pubblico dei ragazzi e delle ragazze)
non dubito che quanto offre questa trilogia possa risultare nuovo e affascinante,
ma per chi come me ha qualche anno e qualche lettura di più, si
tratta di pagine che scorrono piacevolmente, ma senza lasciare in memoria
quasi nessuna traccia per la loro originalità.
E in effetti, a dieci giorni dalla fine
della lettura, ho dovuto cercare online cosa dicesse la trama, per
poter scrivere questa recensione....
In compenso, nella memoria mi sono rimaste belle immagini di alcune delle scene più azzeccate, che a mio parere sono più numerose in questo volume che nel primo.